SIM-Factor

Tranquilli, amici gobbi.

Ieri a SIM-factor non volevano eliminare noi.

E non per il "ne bis in idem", che pure c'entrerebbe eccome, dato che a pag. 60 della sentenza della Corte Federale di Farsopoli si condannava la Juve per presunti "contatti indebiti, anche su linee telefoniche riservate". Ma dopo quell'estate, la sola idea che gente che si scambia bigliettini goliardici sulla faccia di Preziosi, o che s'inventa un illecito per acclamazione popolare che consiste nell'alterazione di campionati privi di partite truccate, possa venire influenzata da fastidiosi dettagli come i principi cardine della giurisprudenza è assolutamente esilarante. Suvvia.

E nemmeno perché, come qualche burlone ha scritto sui forum bianconeri, "Stavolta Guido Rossi ce l'abbiamo noi". Qua l'obiezione è più elementare: "Rossi chi? Quello che hanno cacciato a pedate dalla FIGC una volta fatto fuori Moggi?".

Il fatto poi che tra gli arbitri deferiti ci sia quel Gianluca Paparesta che a Napoli è già stato prosciolto, più che tranquillizzarci, dovrebbe essere un indizio. E infatti ci tornerò più avanti.

No, ieri, a SIM-factor, sulla graticola non c'era la Juve ormai SIM-patica, e infatti i media non han fatto cagnara.

E chi allora? Lucianone nostro? Deferito è stato deferito, in barba al fatto che non sia più tesserato da quasi due anni. Ma questo rientra perfettamente nello scenario "burloni dei bigliettini", e cioè: quando gli fa comodo lo tirano in ballo comunque, come durante Farsopoli; all'Arbitrato, guarda un po', non serviva, e non l'hanno giudicato con la scusa che non era più tesserato; al TAR è tornato a servire e l'hanno giudicato come se durante Farsopoli lo fosse stato ancora. Ormai il giochetto è solare.

Il Messina? E perché mai in via Allegri dovrebbero avercela col club siciliano? Certo, la sola idea che Lucianone governasse lo Stretto, dopo che, proprio nei due campionati espropriatici dai burloni dei bigliettini, ci ha fatto penare manco fossimo la nave di Ulisse tra Scilla e Cariddi, è ancor più bizzarra: a Messina: 0-0 il 19.02.2005 (i 3 punti erano d'obbligo dopo le sconfitte con Palermo e Sampdoria) e 2-2 il 18.02.2006 (con pareggio giallorosso in zona Cesarini); di Reggio taccio.

Allora, andando per esclusione, non rimane che analizzare gli altri deferiti: Gianluca Paparesta, Romeo Paparesta, Tiziano Pieri, Salvatore Racalbuto, Stefano Cassara`, Antonio Dattilo, Paolo Bertini, Marco Gabriele, Massimo De Santis e Marcello Ambrosino.

Insomma, una sfilza di arbitri, parenti compresi. E perché? Forse la risposta sta in un trafiletto pubblicato da Repubblica:

- Roma, 23 apr - Il Presidente dell'Associazione Italiana Arbitri, Cesare Gussoni, ha preso atto del deferimento deciso dal Procuratore Federale, Stefano Palazzi, nei confronti degli associati Gianluca Paparesta, Tiziano Pieri, Salvatore Racalbuto, Stefano Cassara', Antonio Dattilo, Paolo Bertini, Massimo De Santis e Marcello Ambrosino. Resta in attesa - si legge in un comunicato - di ricevere e di poter esaminare gli atti del deferimento al fine di valutare le eventuali responsabili conseguenze di sua competenza.

L'impressione, dunque, è che a SIM factor non siano più disposti ad affrontare grane come quella del Donda, già ingiustamente coinvolto in Farsopoli, il quale, porello, terrorizzato dal doping mediatico, a Reggio fa rivivere i fasti del collega Paparesta, spingendo Cobolli a mettere nero su bianco ciò che due anni prima Lucianone espresse puntando l'indice e dicendo: "Con te non siamo fortunati". Corbellerie su "colpe" mai dimostrate a parte, intendo.
 
Dunque, amici gobbi, non lasciamoci prendere dal panico, non dovrebbe essercene motivo.
 
Oddio, finché qualcuno non si prende la responsabilità di cancellare il numero di Vocalelli dalla rubrica del Cobollo, proprio tranquilli tranquilli, restare non si riesce.

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