Ce lo ritroveremo nel Consiglio d'Amministrazione?

Guido RossiAvevo nel mio guardaroba un paio di sciarpe bianche. Ho imparato ad odiarle in quella strana estate. Vedevo questo uomo che a luglio, girava con questa sciarpetta bianca e l’aria un pò fru-fru.
Ben presto le due mie sciarpette bianche finirono in garage, dove ancora oggi mi consentono, con soddisfazione, di pulire l’asticella dell’olio della mia macchina (NON FIAT OVVIAMENTE!) dopo averne misurato il livello.

Chissà perché ma nella mia vita con tutti quelli che si chiamano Guido non vado mai d’accordo.
Lo trovo un nome presuntuoso. Racchiude in cinque lettere tutta la presunzione di voler essere a tutti i costi un leader. Una guida appunto. E l’indossatore estivo di sciarpette arrivò in FIGC proprio con l’atteggiamento di chi era pronto ad organizzare un bel viaggetto per Cobolli e per suo fratello Gigli. Ovviamente a Crotone e Caltagirone.

Lo avevamo visto nel frattempo a Berlino, sempre con la sua sciarpetta bianca, esultare per il mondiale vinto dopo una finale disputata tra la Juventus di Moggi e la Francia di Moggi.
Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Del Piero, Camoranesi, Lippi, Ferrara, più Perrotta ed Inzaghi da un lato.
Zidane, Henry, Trezeguet, Viera e Thuram dall’altra. Sembrava di essere a Villar Perosa.
Eppure il portatore sano di sciarpette bianche era lì, sul prato dello stadio di Berlino, in mezzo alle paillettes, circondato dalle truppe del Generale che aveva appena contribuito a esiliare.

Forse si era montato un po’ la testa. E’ vero, era un grande avvocato d’affari milanese, ma prima del maggio 2006 Giudo Rossi in Italia lo conoscevano solo pochi addetti ai lavori. In pochi giorni si cominciò a parlare di lui non più nelle ovattate stanze della finanza ma nei retrobottega dei peggiori bar di Caracas. I tifosi di tutta Italia, tra un caffè Borghetti e una Spuma nel vino con annesso rutto libero, ne parlavano ormai quasi come si parla di un fratello. Questa deriva verso la popolarità ne alimentò il delirio di onnipotenza e, come sempre accade, smarrì il senso della misura assegnando in maniera assolutamente arbitraria lo scudetto 2005-2006, quello di cartone per intenderci, alla squadra che è specializzata in dossier e pedinamenti, falsi in bilancio, ricettazione e falsificazione di documenti e che a tempo perso gioca anche al calcio con risultati a tavolino molto brillanti.

Quello scudetto di cartone fu la sua condanna; anche il Palazzo dello Sport, che fino al allora lo aveva sostenuto e spronato a fare come Attila sulla prateria, capì che era opportuno sbarazzarsene al più presto, in quanto volevano far effettivamente vincere alcuni scudetti al petroliere ambientalista, ma la regia del film prevedeva la partecipazione degli arbitri e dei guardalinee del produttore Gussoni e non scene di fantascienza in cui le classifiche si alteravano automaticamente senza alterare le partite.

Per questo motivo ben presto il nostro sciarpetta-man fu rispedito al mittente. Il marito di AFEF, obtorto collo, fu costretto a riprenderselo dopo averlo, ovviamente, ripulito dell’ultima paillette della notte magica di Berlino, dove aveva raccontato a tutti che LUI aveva vinto il mondiale.

Il suo allontanamento dalla scena del crimine tuttavia non ci lasciava tranquilli. Sapevamo che in ossequio a un vecchio proverbio napoletano (che citerò ai più golosi in privato) il signor Rossi avrebbe continuato ad avere rapporti privilegiati con i suoi pari grado torinesi.

Ed infatti, dopo quasi due anni dall’invenzione dello scudo cartonato ecco che nella primavera del 2008, dalle segrete stanze del potere torinese arriva la notizia che Guido Rossi sarà uno dei consulenti della famiglia Elkann per le problematiche di tipo societario.

Per la cronaca mi piace riportare il commento di uno dei più accaniti giornalisti anti-Moggi, Roberto Beccantini de LA STAMPA:

Quei Rossi a buon mercato
ROBERTO BECCANTINI

Guido Rossi consulente Ifil è uno schiaffo ai tifosi juventini. Fra tutti gli avvocati d’affari c’era proprio bisogno di scegliere l’ex commissario straordinario di Calciopoli? John Elkann poteva evitare lo sfregio. I complottisti hanno ripreso vigore: scommettiamo che la consulenza era in atto già dal maggio 2006? Sciocchezze. A ognuno il suo referente: il professore per Gabetti, Lucianone per Alessio Secco. Altro che sindrome di Stoccolma. Siamo decisamente oltre il ritorno d’affetto.
Siamo di fronte a un’operazione di chirurgia plastica che ha soddisfatto il paziente e indisposto i parenti stretti, che saremmo poi noi.


Conosco Beccantini. Se scrive queste cose è perché lo hanno fatto incazzare sul serio.
Dopo il lampo di marzo in questi giorni è arrivato il tuono:

G. Agnelli Sapa: studia convertibile, chiama Rossi (Sole 24 Ore) 11/06/2008 9.22 GuidROMA (MF-DJ)

La famiglia Agnelli studia un'iniezione di risorse nella cassaforte Giovanni Agnelli & C. Sapa e chiama Guido Rossi come "garante" super partes per la struttura societaria del gruppo che raccoglie i vari rami ed eredi del gruppo torinese.

E' quanto scrive oggi il Sole 24 Ore spiegando che i dettagli dell'operazione sono contenuti nel verbale di assemblea straordinaria della Sapaz tenutasi a meta' maggio. I soci hanno approvato una delibera che consente loro di emettere entro il 31 dicembre del prossimo anno un prestito obbligazionario.

In dettaglio il prestito convertibile in azioni ordinarie della Sapa (con un concambio 1 a 1,1) potra' oscillare tra 100 e 200 milioni di euro e durata di cinque anni.


Insomma, come si evince dal comunicato in questione, la collaborazione dell’indossatore di sciarpette sta entrando nel vivo. Con un ruolo ben definito. Con un ruolo di “garante”.
In pratica tra le righe si capisce che sta piano piano sostituendo, se definitivamente o temporaneamente lo capiremo poi, Franzo Grande Stevens che in questi ultimi mesi è comprensibilmente impegnato con i magistrati in relazione alle vicende equity swap ed eredità Margherita, figlia dell’Avvocato Agnelli.

C’è un sinistro scricchiolio all’orizzonte. L’Avvocato Chiusano era nel CDA della Juventus e ne fu presidente….. così pure Grande Stevens……

Qualche amico buontempone in vena di scherzi oggi ha scritto da qualche parte che non si meraviglierebbe se Guido Rossi nei prossimi anni dovessimo trovarcelo nel Consiglio di Amministrazione della Juventus.

La risposta di un altro amico è stata fulminante: "Annegheranno nelle loro cazzate".


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