Agnelli: L'avversario è la Figc, più dell'Inter. Briamonte: Dopo Napoli, punteremo agli scudetti.

News, 12 settembre 2011.

Andrea Agnelli: La nostra disputa è con la Figc, l'Inter è un danno collaterale; e l'antagonismo con i nerazzurri è storia. Briamonte: Stiamo agendo in tutte le sedi per ripristinare le condizioni di igiene e sanità dell'ordinamento sportivo. Abete: Sarebbe stato meglio cercar di risolvere tutte le controversie all'interno del nostro paese. Penta a Bisceglie con Moggi: Anche la Juve avrebbe potuto richiedere ed analizzare le telefonate, e sin dal 2006. Conte: Tutto molto bello, tranne il rigore finale: mai perdere la concentrazione. Conte: I tifosi sono stati davvero il dodicesimo uomo in campo; ma non mi sono piaciute alcune interpretazioni arbitrali, vogliamo equità di trattamento. Marotta: Top players irraggiungibili, ma sono soddisfatto; a gennaio si vedrà; Amauri non è funzionale al progetto dell'allenatore. Le dichiarazioni di Marchisio e Lichtsteiner. Capello via dall'Inghilterra prima degli Europei?

Andrea Agnelli: L'Inter è un danno collaterale, l'antagonista è la Figc - Intervista ad Andrea Agnelli a margine del Tg 1 di ieri sera. Partenza soft, parlando di Ferrari, della prudenza di Conte ("Conte ha assolutamente ragione"), su Marotta che non ha escluso di tornare sul mercato a gennaio qualora dovesse rendersi necessario ("Le finestre di mercato sono quella estiva e quella invernale, d'altronde quando uno vuole sfruttare delle opportunità ha quei due momenti. Si fanno le valutazioni strada facendo in base al percorso che si è fatto"), su Pirlo lasciato libero dal Milan e arrivato a parametro zero ("Il Milan fa le sue scelte, noi le nostre. Quello che mi ha sorpreso di più nella vicenda di Pirlo è come il suo acquisto sia passato sotto tono. Quando abbiamo acquistato Pirlo è passato come se fosse stato un acquisto normale, anzi, un pezzo da rottamare. Invece sapevamo delle sue qualità e siamo ben felici di vederlo all'opera in cabina di regia in mezzo al centrocampo del nostro nuovo stadio"); ma poi, inevitabilmente, domande e discorsi sono scivolati su Calciopoli e dintorni. Il numero degli scudetti: "Sul campo ne abbiamo vinti assolutamente 29, da questo punto di vista siamo consapevoli di cosa ha detto il campo". Sull'esposto all'Uefa che mette nel mirino anzitutto la Federazione, prima ancora dell'Inter: "Noi abbiamo dichiarato nella conferenza stampa del 10 agosto di aver fatto un esposto all'Uefa. Noi come Figc, siamo uno degli organismi dell'organismo centrale Uefa. Noi abbiamo chiesto all'Uefa di verificare l'operato del Commissario straordinario Guido Rossi nel 2006 e della decisione del Consiglio Federale di oggi. L'Inter è un danno collaterale. Se avessero assegnato quello scudetto al Chievo, oggi sarebbe il Chievo il danno collaterale. Ma la nostra disputa è con la Federazione". Ma le barriere con l'Inter sono un fatto 'storico: "Mah...come toglierle... Le barriere con l'Inter... è una cosa di sempre. Poi è anche un po' il bello del calcio avere l'antagonismo, l'importante è che rimanga entro quello che è il giusto comportamento". E' una polemica che affonda le sue radici nella notte dei tempi: "Con Juve-Inter sono cinquant'anni e me lo raccontavano". Sembra una polemica un po' pesante, gli fanno notare: "Questa è un po' pesante, d'altronde sono state molto pesanti le decisione assunte". Bene così, senza peli sulla lingua.

Briamonte: Vogliamo ripristinare le condizioni di igiene e sanità dell'ordinamento sportivo - Dopo le ultime notizie che raccontano dell'esposto bianconero all'Uefa che potrebbe costare (pur se trattasi di ipotesi, per tutta una serie di motivi, molto remota) l'esclusione dei nerazzurri dalla Champions League, un interlocutore particolarmente atteso dai microfoni Sky era Michele Briamonte, legale della Juventus, il quale, su tale iniziativa, così si è espresso: "Vedo che c'è un po' di stupore ma nella conferenza stampa dello scorso 10 agosto avevamo detto che avremmo intrapreso tutte le iniziative". Infatti. Ma Briamonte ha spiegato anche il percorso che il club intende percorrere e ha definito con chiarezza gli obiettivi: "Ci fa piacere poter cominciare un'azione all'interno dell'ordinamento sportivo e, come avevamo detto, tutte le iniziative saranno perseguite fino a risultato raggiunto, e sarebbe singolare che ci fermassimo prima di aver raggiunto il risultato. Innanzitutto la prima parte del nostro percorso è propedeutica a verificare, ai fini della parità di trattamento, se la decisione dell'allora commissario straordinario Guido Rossi sia, come noi pensiamo, non corretta oppure possa resistere (e non essere demolita nell'ordinamento sportivo statuale)". Ma questo è solo il primo passo perché poi "all'esito dei procedimenti di Napoli e delle procedure dei giudici togati, la Società ha sempre detto, e noi siamo pronti anche a valutare il materiale probatorio, all'esito di questi procedimenti, non è detto che noi non abbiamo gli strumenti giuridici per chiedere la restituzione di tali titoli". "Noi abbiamo sempre immaginato di avere una sentenza che sia basata su una parità di trattamento e riteniamo che questa parità non è stata osservata nella maniera che legge e regolamento sportivo pretendono e necessariamente deve essere garantita - conclude - Il nostro compito, magari disturbando qualcuno, è ripristinare le condizioni di igiene e sanità dell'ordinamento sportivo".

Abete: Perché rivolgersi all'Europa? - A Giancarlo Abete l'iniziativa assunta dalla Juve portando la questione Calciopoli all'attenzione dell'Uefa, e quindi dell'Europa, non dev'essere proprio piaciuta. E infatti, intervistato nel corso di 'Primo Stadio', su Raisport, ha osservato: "L'esposto all'Uefa dimostra che la Juve sta proseguendo sulla sua strada, ma credo che sarebbe meglio a mio avviso cercare di risolvere certi problemi del nostro calcio all'interno del nostro Paese". Già, dove la sabbia abbonda. Ma come e quando si potrebbe risolvere almeno il contenzioso sullo scudetto 2006 non ha idea nemmeno lui, i tempi si preannunciano ancora lunghissimi: "Lo Scudetto 2006? C’è una decisione presa all’epoca dei fatti e il procedimento penale è ancora in atto. E’ un contenzioso a 360 gradi e, considerati i vari ricorsi, mi pare che la soluzione sia ancora lontana. L’auspicio (questo ad Abete non manca mai, ndr) è quello che venga svelenito un clima troppo avvelenato“.

Penta: "Anche la Juve avrebbe potuto richiedere e analizzare le telefonate" - Serata d'eccezione a Bisceglie. Luciano Moggi e Nicola Penta sono stati ospiti della manifestazione "Libri nel Borgo Antico" che si è tenuta a Bisceglie dal 7 al 11 settembre. Moggi ha presentato il suo libro "Un calcio nel cuore" sabato sera ed è stata ovviamente anche un'occasione per fare il punto su Calciopoli e sugli ultimi sviluppi del Processo di Napoli. Come sempre la platea è apparsa molto interessata all'argomento e non sono mancate le domande a fine dibattito. In particolare Nicola Penta si è soffermato nella risposta ad un tifoso che sottolineava il fatto che, se non ci fosse stato il lavoro di Moggi, dei suoi legali e dei suoi consulenti, la Juventus non avrebbe potuto avviare le azioni legali che attualmente sta promuovendo, e quindi non sarebbe stata in condizione di richiedere né gli scudetti né il risarcimento danni; lo stesso tifoso tra l'altro riferiva di aver ascoltato alcuni pareri secondo i quali la Juventus non avrebbe potuto richiedere il materiale audio al Tribunale per effettuarne l'analisi. "La Juventus al Processo di Napoli è responsabile civile e quindi, come tutte le parti in causa, poteva e può avere accesso agli atti e di conseguenza alle intercettazioni. Se non lo hanno fatto in tempi recenti è perchè ovviamente i loro legali hanno ritenuto sufficiente il lavoro fatto da noi. In realtà si sarebbero dovuti porre il problema nel 2006, ma forse ai tempi di Zaccone si erano convinti che le informative fossero genuine, e invece nel corso del dibattimento abbiamo dimostrato che gran parte del materiale audio non è stato compendiato e che le informative sono quantomeno parziali". Alcuni tifosi hanno poi sollecitato Luciano Moggi ad esprimere un parere sullo spettacolo dell'inaugurazione del nuovo Stadio della Juventus: "E' stato un bellissimo spettacolo, una grande organizzazione. Uno spettacolo bello come lo stadio che hanno costruito".

Conte: Tutto bello, ma non perfetto - La partita contro il Parma è stata esaltante per lo spettacolo offerto da giocatori e pubblico (la bolgia chiesta da Conte) e per il risultato e Antonio Conte è soddisfatto, senz'altro, ma non si esalta: "Io sono molto passionale e sto vicino alla squadra - ha detto a Sky - scarico assieme ai giocatori la tensione diciamo così. Comunque tutto molto bene, è stata la gara che volevamo e che i nostri tifosi, che sono stati magnifici dall'inizio alla fine, sognavano. E se lo meritavano anche i ragazzi. Tutto bello ma ricordiamo che siamo in fase di costruzione, quotidianamente metteremo mattone su mattone per la costruzione di un edificio importante. Devo fare i complimenti ai ragazzi sia per la fase offensiva che, soprattutto, per quella difensiva. Un difetto? Il rigore alla fine, dobbiamo tenere la concentrazione alta fino alla fine. Ora riprendiamo martedì in vista di una gara che mi emozionerà molto come quella di Siena". Tuttavia, come ha fatto rilevare su Juventus Channel, è contento che i suoi si siano anche divertiti: "Sono contento, anche se c'è tanto da fare, tanto da migliorare, ma non poteva che essere così dopo soli due mesi. A noi questo risultato e queste prestazioni servono perché fortificano tra virgolette anche le mie idee, le mie concezioni e fortificano soprattutto le idee dei calciatori. Il calciatore deve giocare al calcio, si deve divertire, correndo e mettendoci cattiveria agonistica. La cosa più bella di oggi è che i miei giocatori si sono divertiti, questa è una grande soddisfazione".

Conte: Aiutati dal pubblico, penalizzati dall'arbitro - Su 'Rai Sport' Antonio Conte ha manifestato la sua soddisfazione per come il pubblico ha risposto ai suoi appelli di sostenere la squadra col suo incitamento: "Sono contento per i tifosi, perché ci hanno incitato dal primo al novantesimo. Oggi sono stati veramente il dodicesimo uomo in campo. Io mi auguro che questo avvenga sistematicamente ogni partita che giocheremo qui. Sappiamo che siamo noi a dover trascinare il pubblico e deve essere un connubio molto molto importante. Sono molto contento però dell'interpretazione data alla partita, anche se mi è dispiaciuto e mi sono arrabbiato molto per la situazione del rigore e per l'espulsione presa, su una partita ormai finita. Non esiste che prendiamo quel tipo di gol e di espulsione".
Ma non è altrettanto soddisfatto delle decisioni della terna arbitrale; e il fatto che il risultato finale non è abbia risentito non è certo un buon motivo per sottovalutare la cosa: "Dovevamo chiuderla e andare sul 2-0 già alla fine del primo tempo, purtroppo non ci siamo andati non per colpa nostra; ci sono state alcune interpretazioni arbitrali che non mi sono piaciute, perché il gol di Matri era buono e all'inizio c'era sempre un rigore solare sempre su Alessandro. Non mi aspetto favori, ma voglio che nessuno si atteggi a paladino di giustizia quando viene ad arbitrare la Juventus, vogliamo equità di trattamento. Diciamo che anche gli arbitri devono prendere il ritmo, spero che anche gli arbitri entrino in forma presto, ma oggi ci sono state cose che non mi sono piaciute".

Marotta: I top players sono fuori portata, ma noi siamo soddisfatti - Il mercato della Juve è stato giudicato in maniera contrastante: è vero che la rosa è qualitativamente migliorata (e in campo oggi si è visto), ma i top players promessi (che peraltro già in questo inizio di stagione stanno dando spettacolo in Europa) non sono arrivati. Ciononostante, Marotta, nel prepartita ai microfoni di Sky Sport, si è detto soddisfatto del lavoro svolto, spiegandone i motivi: "E' un buon grado di soddisfazione. Certo, non bisogna mai accontentarsi, ma ci sono obiettivi che non si possono raggiungere, che non sono solo di carattere tecnico tattico o di indisponibilità da parte delle società cedenti, ma anche di valutazioni economiche. Io credo che il sistema Italia non possa oggi avere la possibilità di tesserare giocatori che, solo di diritti sportivi, costano 50 milioni accompagnandosi anche con ingaggi che vanno sui 20 milioni lordi. Quindi questo oggi il nostro calcio non se lo può permettere, non solo la Juve, credo anche gli altri club. Quindi abbiamo scelto al meglio delle nostre possibilità, siamo contenti". Se sarà necessario, si ricorrerà al mercato di riparazione: "E' evidente che bisogna sempre migliorarci e questo lo faremo nel momento in cui con l'allenatore faremo modo di valutare questo organico: non lasceremo nessuna porta chiusa, apriremo anche nella sessione di gennaio se fosse necessario". Sul mistero Nedved, assente all'inaugurazione, fatto così anomalo da aver fatto pensare a contrasti insorti con la dirigenza, con lo stesso Marotta, magari sui temi del mercato: "Contrasti sul mercato assolutamente no, perché la nostra è una società molto dinamica, dal presidente ai miei collaboratori come Fabio Paratici, a me e all'allenatore, quindi tutte le cose vengono valutate attentamente da tutti e poi si prendono delle decisioni. Nedved è un consigliere d'estrazione ovviamente tecnica e io ritengo che in un organico ideale come quello della Juventus un consigliere ex giocatore ci debba sempre essere non solo per le sue capacità tecniche, ma anche per quello che riesce a trasmettere ai giocatori nuovi. Non dimentichiamoci che Nedved è stato un Pallone d'Oro e quindi significa in sostanza che si parla di un grandissimo professionista e un grandissimo calciatore. Quindi nessunissima polemica. C'era un impegno che lui ha ritenuto importante nella sua Nazione e dopo di ché lo aspettiamo perché Nedved è una risorsa della società e cerchiamo di tenercela ben stretta". Infine il caso Amauri: "Parlare di fuori rosa forse è un po' troppo aspro, troppo duro. Parliamo di un giocatore che sin dall'inizio non rientrava nel nostro organico, nel senso che noi abbiamo fatto delle scelte strategiche cercando di comporre la griglia degli attaccanti con altri nominativi. Per Amauri abbiamo cercato e individuato altre proposte in uscita, per motivi non sono state gradite a lui e quindi ci ritroviamo con Amauri tesserato al quale va il massimo rispetto, ma che comunque non è funzionale a quella che è la rosa costruita dalla società in accordo con l'allenatore".

I protagonisti: Marchisio e Lichtsteiner - Marchisio ha messo a segno il quarto goal della Juve, a coronamento di una bella prestazione, sua e della squadra. Queste a Sky le sue impressioni al termine della gara: " "Possiamo dire che è stata una domenica perfetta, debutto in casa con una bella vittoria e gran gioco. Siamo stati concentrati sin da subito, eccetto gli ultimissimi minuti nell'occasione del rigore. Dobbiamo ora continuare così. Questa è la strada giusta da intraprendere. Eravamo forti anche in passato, il problema è che eravamo altalenanti e carenti a livello mentale. Mister Conte è arrivato per questo, ha un carattere incredibile e ci ha strigliato anche all'intervallo nonostante il vantaggio". Le marcature le aveva aperte uno dei nuovi, Lichtsteiner, su un bellissimo pallone giuntogli da Pirlo, un altro dei nuovi; e lo svizzero riconosce al compagno il merito di averlo mandato a rete: "Il mio gol? Minimo la metà è di Pirlo, perché mi ha dato un pallone facile e dovevo fare gol. Per me è quasi un gol suo".

Capello rischia l'addio anticipato? - Si rincorrono insistenti sui media voci, provenienti dall'Inghilterra, di rapporti sempre più compromessi tra i vertici della Football Association e Fabio Capello. Il contratto del tecnico friulano è in scadenza la prossima estate, subito dopo gli Europei di Polonia e Ucraina, ma la FA parrebbe intenzionata a chiudere prima il rapporto con don Fabio, temendo di rimediare alla rassegna continentale una figuraccia come il flop sudafricano. Il sostituto in pectore sarebbe Harry Redknapp, attuale manager del Tottenham, che prenderebbe il posto di Capello subito dopo il match con il Montenegro.


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