Tnas incompetente! La Juve alla Corte dei Conti. Le nuove date dell'appello di Giraudo.

News, 16 novembre 2011.

Le nuove date del processo d'appello per Giraudo. Il Tnas ha dichiarato la sua incompetenza in merito alla richiesta di revoca dell'assegnazione all'Inter dello scudetto di cartone. Ma la battaglia della Juve non si ferma: oltre all'esposto al Tar (risarcimento e scudetto 2006) e alla richiesta di commissariamento della Figc, parte l'esposto alla Corte dei Conti per chiedere di verificare se nel comportamento della Federazione verso la Juve si configuri un danno erariale. Abete: Macché Juve, è la Federazione la prima ad essere stata danneggiata da Calciopoli. Abete/2: I contenziosi ribaltano la verità emersa con Calciopoli. L'avvocato Medugno (Figc) è irritato: Facciamo in fretta! Tacconi: Andrea Agnelli fa bene a fare la sua battaglia. Nessuna sorpresa negli spareggi per Euro 2012: qualificate l'Irlanda del Trap, Croazia, Repubblica Ceca e Portogallo.

Rinviato l'appello di Giraudo - E' cominciato con un rinvio il processo d'appello per Giraudo. L'astensione degli avvocati ha indotto il presidente di Sezione Maurizio Stanziola e le colleghe a latere Gentile e Nunziata a fissare le nuove date.
Questo il nuovo calendario: 21 marzo, ore 11 - 3 aprile - 11 aprile - 18 aprile.
Molti infatti sono stati i legali che avevano depositato l'atto di astensione dal lavoro per oggi e diverse anche le notifiche che non sarebbero andate a buon fine per la ripartenza di questo procedimento, fermo alla sentenza di primo grado del 14 dicembre 2009, in cui il gup De Gregorio condannò a tre anni per associazione per delinquere Giraudo, come partecipe della cupola che avrebbe avuto come promotore Moggi; con Giraudo dovranno ribaltare il verdetto anche Pieri (2 anni e 4 mesi), Lanese (2 anni) e Dondarini (2 anni), Ma all'appello ci sono anche, trascinativi dalla Procura, gli assolti da quella sentenza: gli arbitri Rocchi, Cassarà, Gabriele e Messina (ora designatore di B) e gli assistenti Baglioni e Foschetti.

Anche il Tnas incompetente - Nonostante il suo presidente Alberto De Roberto avesse dichiarato la competenza del Tnas a decidere su due delle richieste del club bianconero, la revoca dello scudetto assegnato all'Inter da Guido Rossi e la dichiarazione di non assegnazione dello stesso (revocando quindi il provvedimento del Consiglio Federale del 18 luglio e l'atto con cui il Commissario straordinario Guido Rossi l'aveva assegnato), i componenti del Collegio arbitrale (dott. Angelo Grieco, avv. Dario Buzzelli e avv. Enrico De Giovanni) si sono dichiarati di parere opposto: "Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, in riferimento alla controversia Juventus F.C. SpA / Federazione Italiana Giuoco Calcio e F.C. Internazionale Milano SpA, avente a oggetto l'atto del Consiglio Federale del 18 luglio 2011 di rigetto dell'istanza di revoca dell'assegnazione dello scudetto stagione sportiva 2005/2006, comunica che il Collegio arbitrale, composto dal Presidente, Dott. Angelo Grieco, e dagli Arbitri, Avv. Dario Buzzelli e Avv. Enrico De Giovanni, dichiara la propria incompetenza. Roma, 15 novembre 2011". Nel lodo il Collegio dichiara la propria incompetenza in quanto trattasi di diritti indisponibili: ''Si tratta di materia che il collegio ritiene non arbitrabile, proprio perché attinente alla titolarità di poteri e alla competenza del singolo organo ad esercitarla, dunque a posizioni indisponibili in relazione alla loro natura'', scrivono gli arbitri nelle 22 pagine del dispositivo. Ripercorrono poi la vicenda, che ha il suo nodo fondamentale nella dichiarazione di in-competenza del Consiglio Federale del 18 luglio circa la controversia tra il club bianconero e Inter-Figc: ''Secondo la Figc'' si configurava ''un difetto di legittimazione, cosicché non ricorrendo i presupposti per l'attivazione del provvedimento di autotutela, la Federazione 'respinge la richiesta di revoca del titolo'. Pertanto il collegio è chiamato a valutare una lite in cui non sussisterebbe la disponibilità della stessa parte; il che impedisce la piena negoziabilità della lite e quindi l'arbitrabilità della medesima''. "'L'attribuzione e la revoca del titolo di campione d'Italia non sono oggetto di un potere amministrativo - concludono - ma conseguono all'applicazione dei regolamenti e dei risultati sul campo e l'eventuale revoca può solo scaturire da una sanzione disciplinare, che non competerebbe al Consiglio federale ma agli organi di giustizia''. Va dunque "confermata la riconducibilità della vertenza nell'ambito della giustizia sportiva''. Per le suesposte ragioni "deve dichiararsi l'incompetenza del Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport poiché la controversia ha riguardo a posizioni giuridiche indisponibili".
In buona sostanza, la revoca di uno scudetto non si configura come un atto amministrativo ma come un atto che rientra nell'ambito della giustizia sportiva (ma qui c'è il semaforo rosso della prescrizione).
Questa decisione non crea peraltro particolari preoccupazioni alla Juventus, in quanto nel ricorso al Tar ha richiesto anche di dichiarare l'illegittimità dell'atto del 18 luglio, per cui era ricorsa al Tnas.

E ora si va alla Corte dei Conti - Esaurito il percorso all'interno della giustizia sportiva, alla Juve resta ora il mare magnum della giustizia ordinaria. Due frecce sono già state scoccate:
- il ricorso al Tar, che include, oltre alla richiesta di risarcimento dei danni subiti, anche quella di pronunciarsi sull'illegittimità, e quindi provvedere all'annullamento, sia della delibera federale del 18 luglio 2011 (con cui si rigettava l'esposto della Juve in merito allo scudetto 2006) sia del provvedimento del Commissario straordinario Guido Rossi che in data 26 luglio 2006 assegnò lo scudetto di cartone all'Inter;
- la richiesta di commissariamento della Figc; in esso sono elencate le leggi che la Figc avrebbe infranto: illegittimo esercizio dell'attività amministrativa (scudetto all'Inter e conduzione dell'inchiesta Calciopoli "con disparità di trattamento"), mancato esercizio dell'attività amministrativa di autotutela (mancata revoca dello scudetto all'Inter), violazione dei principi di libera concorrenza e del mercato nel diritto comunitario, della salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, dello statuto del Coni e della stessa Figc, eccesso di potere.
Oggi partirà una terza iniziativa, un esposto al procuratore regionale del Lazio presso la Corte dei Conti. Questo perché la Figc è inquadrata nel Coni, che è un Ente pubblico, e quindi soggetto a controllo contabile per danni erariali e patrimoniali provocati dai suoi provvedimenti. La Juventus chiederà di verificare se appunto nel comportamento della Figc verso il club si possa configurare un danno erariale, cioè se le azioni o le omissioni della Federcalcio (che agisce appunto per conto della pubblica amministrazione) abbiano causato danni allo Stato. La Juve è forte del fatto che già nel 2007 la Corte dei Conti chiese un risarcimento di almeno 120 milioni di euro a 15 protagonisti di Calciopoli, "soggetti facenti parte di enti pubblici, quali la Figc, e comunque chiamati a esercitare, nell' ambito della federazione, servizi di carattere pubblico", per danni erariali, d'immagine e da disservizio: tra essi l'ex presidente della Figc Franco Carraro, il suo ex vice Innocenzo Mazzini, gli ex designatori Bergamo e Pairetto, l'ex presidente degli arbitri Tullio Lanese; il procedimento fu poi sospeso in attesa della conclusione del processo di Napoli.

Abete sereno - Nulla sembra poter turbare la calma olimpica di Abete, nemmeno il ricorso della Juve al Tar: ha solo provato "stupore per quanto riguardava la tempistica. Ma per quanto riguarda invece il merito, cioè il fatto di una richiesta risarcitoria era già stato preannunciato, quindi non è stato sorprendente. Ciò posto, la Federazione è molto serena perché, naturalmente, ritiene di aver svolto i suoi compiti con attenzione e, peraltro, la Federazione post Calciopoli è la prima a essere stata danneggiata da quello che è intervenuto e che , come hanno testimoniato le sentenze sportive, fermo restando che siamo al primo grado per quanto riguarda le sentenze penali, ha altri livelli di responsabilità, non certo quelli della Federazione. Penso che sia noto, lo abbiamo detto prima delle pronunce di primo grado di Napoli, che esistano ordinamenti diversi. Quello sportivo ha delle sue specificità, quindi in occasione del Consiglio Federale dell’8 novembre a Vicenza, abbiamo evidenziato che qualunque fosse stato l’esito di primo grado, che veniva dal Tribunale di Napoli, non ci sarebbe stata una situazione che interveniva sull’ordinamento sportivo, perché l’ordinamento sportivo ha un corpus normativo diverso, che attiene a riferimenti normativi che all’epoca sono stati oggetto di una valutazione da parte di tutti gli organi di giustizia, non solo federali ma anche del Coni. Com’è noto, molte società, fra cui la Juventus, non hanno dato seguito nelle sedi successive anche a interventi presso i Tribunali amministrativi, accettando quella che sarebbe stata la decisione degli organi di giustizia del Coni".
Nemmeno la richiesta di commissariamento scalfisce la sua serenità: "Sono sereno, ho la coscienza a posto, si possono esprimere delle critiche legittime da un punto di vista di politica sportiva per l’operato di tutti noi. Certamente, tutti sanno che sono un uomo di regole. Questo era noto perché avevo tanti avversari, anche nel momento in cui esisteva uno scenario federale diverso, quindi prima del commissariamento della federazione. Ho ricordato spesso di aver attaccato il doppio designatore, in quanto era stata una scelta di sette società che avevano, di fatto, forzato la mano sia all’Aia che alla Federazione. Quindi sono sereno, ci può essere amarezza, ma con l’amarezza bisogna conviverci, però sono sereno dell’operato della Federazione che deve essere super partes e vorrà sempre essere super partes al di là dei comportamenti che vengono portati avanti dai singoli dirigenti e dai singoli club. Desidero solo ricordare che, in occasione della sentenza di Napoli, rito ordinario, così come nella sentenza di primo grado, rito abbreviato, ci sono stati dei soggetti che sono stati sanzionati con una condanna penale e devono risarcire la Federazione perché è stato riconosciuto il diritto della Federazione a essere risarcita. Desidero ricordare anche che, in occasione della sentenza del Tribunale di Napoli, quest’ultimo ha respinto tutte le istanze nei confronti della Federazione Italiana Gioco Calcio, che quindi non ha maturato alcuna responsabilità anche da un punto di vista civilistico".
Forse Abete è un attimino meno sereno di quanto voglia far credere; avrà sicuramente letto il ricorso con i suoi legali che gli avranno spiegato che ciò che la Juventus rimprovera, da tempo, alla Figc è la disparità di trattamento tra Inter e Juventus: comportamenti analoghi, conseguenze diametralmente opposte. E il club bianconero ha il dovere di lottare in ogni sede, nazionale ed europea, perché parità di trattamento sia ristabilita.

Abete e le verità di Calciopoli - Intervistato su Rai Uno da Amedeo Goria nell'intervallo della gara che la Nazionale ha perso contro l'Uruguay, Abete è parso un po' più avvelenato contro le iniziative prese dalla Juve per ottenere giustizia in merito alla parità di trattamento: "Guardi noi siamo qui per una partita per il calcio giocato. C'è chi vuol far diventare la realtà dello sport e del calcio una dimensione meramente di cause e di tribunali. Poi c'è un vecchio detto che dice: 'La miglior difesa è l'attacco'. Però penso che responsabilità e cause di quello che è avvenuto negli anni passati siano ben chiare all'opinione pubblica". Chiarissime, ma non certo per merito della Federazione, vivaddio.
Sulla dichiarazione di incompetenza del Tar: "E' la posizione che ha tenuto in questo contenzioso anche la Federazione. Quello che rammarica e dispiace è che siamo di fronte a decine di contenziosi peraltro che ribaltano una dimensione di verità che è quello che è emerso con Calciopoli".

L'irritazione di Medugno - Se Abete è sereno, l'avvocato Medugno, uno dei legali della Figc, è invece piuttosto irritato, come testimoniano le parole di una sua intervista a Tuttosport di ieri: "Se l'azione risarcitoria si riferisce alle decisioni disciplinari del 2006, loro avevano adito il Tar rinunciandolo: sarebbe inammissibile, un ricorso così basato. Se puntano sulla vacanza del titolo 2006, dico che non hanno interesse diretto: non a loro sarebbe finito lo scudetto 2006 in caso di mancata assegnazione all'Inter. E non si crogiolino troppo nel mancato riconoscimento della responsabilità civile a Napoli, visto che danni loro a Bologna e Brescia in Calciopoli non ne hanno fatti di diretti: la responsabilità riconosciuta in sede sportiva per le azioni di Moggi e Giraudo era diretta. E se i danni sono della giustizia sportiva, allora dovranno essere chiamati a risarcire tutti, anche il figlio di Napolitano che sedeva nella Camera arbitrale nel 2006. In ogni caso chiederò che si fissi prima possibile l'udienza al Tar: richieste risarcitorie del genere impongono di accantonare somme dal bilancio federale (180 milioni di fatturato, ndr) e già quello è un danno per noi". Accantoni, accantoni... per intanto accantoni...

Tacconi: "Andrea Agnelli fa bene a lottare" - Stefano Tacconi, una delle 50 stelle bianconere, plaude ad Andrea Agnelli che combatte la sua battaglia contro Figc, Inter e quanti hanno approfittato di Calciopoli per affondare quella corazzata che era la Juve: "Calciopoli? E’ stato fatto un processo approssimativo - ha detto a Radio Manà Manà Sport 24 - perché qualcuno voleva vincere. Non c’è stata equità. Non credo che in mezzo ci fosse solo Moggi in quel calderone. Andrea Agnelli fa bene a fare la sua battaglia". Una frecciatina a Buffon: “Cos’ha Buffon più di me? Gioca in un calcio meno qualitativo rispetto la mia generazione dove c’erano grandi campioni. Zoff è migliore di Buffon, adesso il numero uno è Casillas. Rifiutai l’Inter e lì andò Zenga. Io ho vinto tutto e lui solo uno Scudetto”.

Qualificazioni Euro 2012: tutto secondo le previsioni - Sono Croazia, Repubblica Ceca, Irlanda e Portogallo le ultime quattro squadre qualificate per l'Europeo 2012, che si disputerà in Polonia e Ucraina. Per gli irlandesi (1-1 con l'Estonia) e i croati (0-0 con la Turchia) la qualificazione era praticamente una formalità dopo le rotonde vittorie in trasferta dell'andata. I cechi, a loro volta, hanno ribadito il successo casalingo (fu un 2-0) contro il Montenegro imponedosi anche a Podgorica (0-1). Più complicata appariva la faccenda per i portoghesi, obbligati a vincere contro la Bosnia dopo il pareggio a reti inviolate in trasferta: ma la gara di Lisbona non ha avuto storia, perché i lusitani hanno rifilato un roboante 6-2 agli avversari, che hanno pure chiuso in dieci per l'espulsione del laziale Lulic.


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