Abete: Agnelli fa un passo indietro? Servono sacrifici. Ma Ravanelli di Andrea si fida.

News,  7 dicembre 2011.
 
 Abete: Il presunto passo indietro di Agnelli non piace ai tifosi? Servono sacrifici, non faziosità. Ravanelli: per Calciopoli mi fido di Agnelli, non accetterà compromessi. Stiramento per Vucinic: torna a gennaio. Doppia seduta a Vinovo: e c'è anche Alex Del Piero. Marchisio? La parola scudetto si può dire, ma adesso è davvero troppo presto per farlo. Tre squalificati nella Roma che affronterà la Juve: Juan, Gago e Bojan Krkic; per Heinze invece niente prova televisiva. I verdetti della prima serata dell'ultimo turno della fase a gironi di Champions League. Praticamente fatta per Tevez al Milan: c'è il sì del giocatore, manca solo l'Ok del City.


Abete: Il presunto passo indietro di Agnelli? Servono sacrifici impegnativi - "Sarà il presidente del Coni, Gianni Petrucci, a dettare l'agenda e le linee guida della giornata. Spero si arrivi al 14 dicembre con lo spirito giusto per creare un ambiente più sereno. Da parte mia, cercherò di dare un contributo in questo senso. Creare un clima più sereno è una responsabilità che spetta ai dirigenti. Tifosi juventini arrabbiati per il presunto passo indietro di Andrea Agnelli? Il calcio ha una dimensione logica di faziosità, ma noi abbiamo la necessità di guardare al futuro con ricette e sacrifici impegnativi". Queste le parole pronunciate ieri da Giancarlo Abete a margine della settima edizione del Trofeo Woytila (dedicato al calcio giovanile). Bene ha fatto il presidente Abete a parlare di 'presunto' passo indietro di Agnelli che, dal 16 novembre, sembra non essere più, almeno pubblicamente, ritornato sull'argomento. Anche se i media gli hanno già attribuito di tutto di più. Quanto ai sacrifici, sinora sono stati imposti solo alla Juve, ora, come precisato da Marotta domenica sera, è tempo di giustizia; che vuol dire riparazione dei torti subiti e ristabilimento dell'equità. Per guardare al futuro occorre prima raddrizzare il passato: questo l'obiettivo irrinunciabile per il quale i tifosi si aspettano che Agnelli lotti con tutte le sue forze fino in fondo, e non faranno sconti a nessuno, nemmeno ad Andrea.

Ravanelli: Fiducia in Agnelli per Calciopoli - Fabrizio Ravanelli, quattro anni di Juve, ma non solo: un dna Juve fatto di voglia di lottare sempre fino in fondo, un giocatore sempre amato dal popolo bianconero e che ora è tornato alla Juve, come allenatore degli esordienti '99. E per lui, come per Conte, si può dire sia stato un sogno realizzato, e lo ha dichiarato esplicitamente in una lunga intervista rilasciata a Calcio GP: “Far parte della Juventus è qualcosa di straordinario. Significa davvero tanto. Un’esperienza bellissima, da favola. Far parte di questa società è qualcosa che ti segna per sempre. Qui sono cresciuto anche come uomo. Perché questa non è una semplice squadra di calcio, ma anche e soprattutto una scuola di vita. Te ne rendi conto subito che approdi in un altro pianeta, già al primo impatto”. Son passati 15 anni dal suo arrivederci alla Juve, ma certe cose le ha ritrovate tali e quali: “E’ cambiata la gestione, le persone, il mio ruolo ma l’aria, l’atmosfera vincente che si è sempre respirata all’interno dell’ambiente bianconero è rimasta immutata. Il dna storico che ha contraddistinto la Juventus nel mondo andrà avanti di generazione in generazione, è il nostro marchio di fabbrica. Per questo dico che sono in un posto speciale, 'diverso' dagli altri”. Un'atmosfera vincente e un palmarès glorioso che le vicende di Calciopoli hanno oltraggiato pesantemente, e che i milioni di tifosi sparsi nell'Italia e nel mondo sperano di veder difesi sino in fondo dal presidente Agnelli, ad onta delle voci che lo vorrebbero incline a compromessi; ma Penna Bianca non ha dubbi, si fida di Andrea: “Il presidente è stato chiaro. Farà di tutto per riportare a casa ciò che ci è stato tolto ingiustamente. Non ci saranno compromessi, andrà avanti fino a quando non sarà stata stabilita una parità di trattamento”.
Ravanelli è una delle 50 stelle dell'Olimpo bianconero, e ne è estremamente orgoglioso: “Una soddisfazione enorme. Ho dato tanto alla Juventus, portandola in alto e di riflesso ho ricevuto parecchie gratificazioni (in maglia bianconera ha vinto uno scudetto, una Champions League, una Coppa Uefa, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, ndr). Mi riempie d’orgoglio far parte delle 50 stelle della storia juventina, un riconoscimento certificato dai tuoi tifosi, dalla tua gente e questo ti fa ancora più piacere”. La sua era anche la Juve di Antonio Conte, che ha ritrovato con lo stesso spirito di allora: “Antonio è una persona che è rimasta la stessa. Ha mantenuto il carattere che aveva da giocatore. Non è un tipo permaloso. E neanche geloso. Rispetto ad altri tecnici che non hanno mai giocato o avuto un passato importante in campo prima di allenare, ritengo che abbia un vantaggio da non trascurare. Certe esperienze contano poi quando ti trovi a gestire un gruppo. E lui parte già avanti da questo punto di vista. Ha portato entusiasmo, grinta, determinazione e uno spirito vincente. Il futuro non può che essere dalla sua parte”. E sotto la sua guida è certo che la Juventus lotterà fino in fondo per lo scudetto: "Si è vista in campo una squadra con una precisa filosofia e identità di gioco. Il gruppo cresce partita dopo partita, sta assimilando alla perfezione i nuovi dettami tattici di Antonio Conte. Nel calcio si sa è difficile fare previsioni, ma di sicuro questi ragazzi hanno davanti a sé un grande futuro. Non ho dubbi. Lottano con la giusta cattiveria agonistica su ogni pallone, stanno dando l’anima". Lui, nel suo piccolo, cercherà di mettere qualche mattoncino per la Juve del futuro, sebbene si tratti di un futuro ancora decisamente lontano; tra i suoi dodicenni (tra i quali c'è il suo secondo figlio, Mattia, ha individuato un ragazzino cui preconizza un futuro luminoso: "Ce n’è uno che è una spanna sopra. Si chiama Giuseppe Sapone, per caratteristiche si avvicina a Xavi e Pizarro, come modello di giocatore. Ha i requisiti adatti per arrivare in futuro in prima squadra e ripercorrere così le orme dei vari Giovinco, Marchisio e De Ceglie”. Certo, i paragoni sono un po' impegnativi, ma sicuramente Fabrizio saprà trasmettergli la voglia di lottare su ogni pallone fino all'ultimo respiro e di dare l'anima, come stanno facendo i 'grandi'. Poi, se son rose, fioriranno.

Per Vucinic 20 giorni di stop - Mirko Vucinic tornerà in campo con la Juve solo nel 2012. Niente trasferta di Roma con la sua ex-squadra, dunque. Gli esami hanno confermato quanto già trapelato in merito al problema muscolare accusato dal montenegrino domenica nel corso della gara contro il Cesena, come recita il sito ufficiale del club: "La Juventus dovrà fare a meno di Vucinic nel rush verso la pausa natalizia. L’attaccante questa mattina è stato infatti sottoposto a un’ecografia, eseguita dal dottor Giacchino, presso l’Istituto di Medicina dello Sport di Torino. L’esame ha evidenziato una lesione muscolare di primo grado a carico del bicipite femorale della coscia destra. Per il montenegrino la prognosi è di 20 giorni". Oltre alla Roma, Mirko Vucinic salterà la gara di Coppa Italia col Bologna, la partita interna col Novara e la trasferta di Udine.

Doppia seduta a Vinovo - Son rimasti solo due giorni a Conte per preparare con i suoi ragazzi la sfida di Coppa Italia contro il Bologna e così il mister 'affamato di vittorie' ieri ha ordinato il bis: doppia seduta. Al mattino i giocatori sono in una prima fase scesi in campo per esercizi di riscaldamento e di possesso palla, poi sono rientrati in palestra; hanno lavorato a parte, rimanendo più a lungo all'aperto, i portieri, sotto la guida di Claudio Filippi. Era presente a Vinovo anche Alex Del Piero, vistosamente fasciato al capo; il Capitano vorrebbe rientrare già contro il Bologna (partita in cui, prima della scarpata di Rossi, aveva buone possibilità di scendere in campo), ma è probabile che lo staff medico, che monitorerà attentamente le sue condizioni, non gli permetterà di rientrare nella lista dei convocati prima della trasferta di Roma. Nel pomeriggio si è invece lavorato sulla tattica, provando e riprovando la circolazione della palla e i movimenti in fase di non possesso; ha concluso la seduta la consueta partitella (dieci contro dieci su campo ridotto).

Marchisio: Scudetto? Non è un tabù, ma è troppo presto per parlarne - Claudio Marchisio, in una lunga intervista a Sky, ha parlato a lungo di sé, ma anche delle ambizioni della Juve, che non escludono la rincorsa allo scudetto, anche se è davvero ancora troppo presto per parlarne: "Non è che sia una parola da non pronunciare, però ora è presto. La classifica dice che adesso la Juve è prima e questo è molto importante per noi, però avremmo potuto avere dei punti in più. C’è tanto tempo davanti. Abbiamo dimostrato di saper fare un ottimo calcio e ora ci aspettano altre partite nelle quali sarà importante non sbagliare”. E' un momento in cui tutti fanno i complimenti alla Juve, e Claudio lo vive con soddisfazione, ma anche con equilibrio: “Fanno sempre piacere, soprattutto in questo periodo in cui tutti questi elogi, ai singoli e alla squadra, ci spingono in campo motivati e non ci fanno abbassare la guardia. Ci stanno portando verso ottimi risultati”. Il passo avanti della Juve in realtà non lo stupisce più di tanto: "E’ normale che, con il passare degli anni, aumenti l’esperienza e la fiducia nei propri mezzi. C’è stato anche un cambio di modulo: siamo partiti con un tipo di gioco e poi abbiamo cambiato durante l’inizio del campionato e credo che la squadra lo abbia assorbito al meglio. Soprattutto per gli interpreti che ci sono. Abbiamo dimostrato di saper sopportare i cambiamenti e di saper portare a casa risultati molto importanti come quello di Milano". Una Juve che lui non ha mai pensato di lasciare, anche quando i media lo mettevano in prima pagina nel tam tam del calciomercato: “Anche se quest’estate c’erano voci di mercato, io ho sempre avuto la fiducia della società. Avevo appena rinnovato e non avevo motivo di pensare ad altre cose”. Così infine presenta il suo ruolo: “L’importante è saper giocare sia in fase offensiva che in quella difensiva. Credo che oggi il centrocampista, per essere importante, debba fare più gol possibili, cercare l’inserimento e saper fare molte cose, come sto facendo io”.
 
Tre squalificati nella Roma - Il giudice sportivo come ampiamente preventivato, ha squalificato i tre giallorossi espulsi domenica scorsa a Firenze: Juan (per avere commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete), Gago (per doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario) e Bojan Krkic (per avere volontariamente colpito il pallone con le mani, impedendo la segnatura di una rete). Ma in fondo alla Roma è ancora andata bene, perché anche Gabriel Heinze era a rischio squalifica da prova tv, avendo rifilato una gomitata a Gamberini non vista dall'arbitro; ma la Procura federale non ha richiesto l'uso della prova televisiva (avrebbe dovuto farlo entro le 16 del giorno feriale successivo alla partita): evidentemente il collaboratore del Procuratore addetto all'esame dei filmati non l'ha valutata come condotta violenta o gravemente antisportiva, o potrebbe anche averla giudicata involontaria e conseguenza diretta del movimento stesso del saltare.
Un turno di squalifica anche agli altri quattro espulsi di giornata: Antonioli (Cesena), per avere commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete; Ferronetti (Udinese), per doppia ammonizione per proteste nei confronti degli Ufficiali di gara e per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; Zanetti (Inter) e Kaladze (Genoa) per doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario. Un turno anche per altri cinque calciatori già in diffida e nuovamente ammoniti nelle gare del weekend per comportamento scorretto nei confronti di un avversario: Pinzi (Udinese), Lucchini (Atalanta), Migliaccio (Palermo), Pulzetti (Bologna) e Strasser (Lecce).
Nessun provvedimento a carico dei bianconeri e della Juventus.
Tra le società multe di: 7.000 euro all'Inter per avere suoi sostenitori, al 40' del secondo tempo, lanciato sul terreno di giuoco due cuscini, e per avere inoltre, nel corso della gara, acceso nel proprio settore alcuni fumogeni; 5.000 euro al Genoa, per avere suoi sostenitori, al 15' del secondo tempo, fatto esplodere un razzo luminoso sopra il terreno di giuoco; 1.000 euro a Fiorentina e Roma per aver ingiustificatamente ritardato l'inizio della gara di circa quattro minuti.
Inibizione sino a tutto il 18 dicembre 2011il responsabile dell'area tecnica del Siena Giorgio Perinetti per essere, al 47' del secondo tempo, entrato per diversi metri sul terreno di giuoco e per avere quindi, al termine della gara negli spogliatoi, rivolto all'Arbitro espressioni ingiuriose.

I primi verdetti della Champions League - La prima serata dell'ultimo turno della fase a gironi di Champions League ha emesso i suoi verdetti: piuttosto sorprendente l'esito del girone E, dove il Porto è stato eliminato e dovrà accontentarsi dell'Europa League: non gli è servito a nulla infatti il pareggio interno a reti bianche contro lo Zenit San Pietroburgo di Spalletti, che passa come secondo del gruppo, insieme al sorprendente Apoel Nicosia che ha chiuso al primo posto. Sorpresa finale anche nel gruppo F dove il Marsiglia di Didier Deschamps ha potuto festeggiare il passaggio agli ottavi in virtù del successo in rimonta sul Borussia Dortmund, grazie a due goal decisivi realizzati all'85' e all'87', che hanno gettato nello sconforto i tedeschi, fuori dalle competizioni europee, ma anche i greci dell'Olympiakos, vittoriosi per 3-1 sull'Arsenal (che passa tuttavia come primo del girone), ma obbligati ad accontentarsi dell'Europa League. Nel Gruppo E il Chelsea, trascinato da Drogba, nella decisiva sfida col Valencia ha battuto gli spagnoli per 3-0, guadagnandosi così non solo l'accesso agli ottavi ma anche la testa del girone; nell'altra sfida il Bayer Leverkusen ha pareggiato in casa del Genk (1-1) e passa come secondo; per il Valencia c'è l'Europa League. Infine nel gruppo H, dove tutto era già deciso, il Milan non è andato oltre il pari sul campo del Viktoria Plzen, con i padroni di casa (che hanno conquistato comunque in Europa League) a rimontare due reti in zona Cesarini; dal canto suo un Barça 'B' ha asfaltato il Bate Borisov per 4-0.

Tevez vicinissimo al Milan - Per Tevez al Milan sembra ormai fatta. O meglio, col giocatore è davvero già fatta, lo ha ammesso Galliani: Tevez per il suo futuro vuole solo il Milan, che però ora deve trovare l'accordo col Manchester City. Il Milan vuole un prestito gratuito con diritto (non obbligo) di riscatto (a 22 milioni) e la possibilità di far arrivare subito Tevez a Milano per potersi già allenare con gli uomini di Allegri: il Manchester City avrebbe però il vantaggio risparmiare circa 10 milioni tra ingaggio, che è di 8 milioni, e bonus, e di liberare lo spogliatoio da un elemento che la rottura totale con Mancini rende un peso ingombrante (a meno di non lasciarlo in Argentina a giocare a golf).


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