Il leone Borriello, la nostra arma in più. Secco si sbaglia: Borriello non è Stankovic.

News, 11 gennaio 2012.

 

Borriello: Non voglio essere un problema, ma solamente un'arma in più. Andrea Agnelli a Vinovo saluta Borriello e pranza con la squadra. L'errore di Secco: Borriello non è come Stankovic. Adesso il tesseramento di Gabriel Appelt Pires è ufficiale. Per Amauri tra Juve e Fiorentina si tratta ancora; per Sorensen al Bologna è praticamente fatta. La Procura di Napoli acquisisce il video su De Sanctis. Anche ad Israele esplode Calciopoli: coinvolto il presidente federale. Caso Sion: il presidente Christian Constantin non si arrende e ricorre ancora alla giustizia civile.

 

Borriello: Lotterò come un leone, sul campo per cinque mesi, per convincere società e tifosi - La conferenza stampa di presentazione ufficiale, alla presenza di Beppe Marotta, ci ha presentato un Borriello piuttosto lontano da quell'immagine di 'mercenario e senza dignità' raccontata dall'infelice striscione di Lecce. Ci ha restituito l'immagine di un professionista (perché nessuno dei lavoratori del pallone lavora gratis, sono tutti lautamente retribuiti) con il dovuto orgoglio, ma anche con la giusta dose di umiltà, propria di chi non arriva sentendosi il salvatore di qualche patria, ma si mette a disposizione, ripromettendosi di far valere sul campo le sue doti. La prima domanda postagli riguardava naturalmente lo striscione di Lecce; in merito il neo-bianconero non ha potuto far altro che ribadire che quello striscione è frutto di un malinteso di informazione: "Non posso negare di essere un po' dispiaciuto per quello striscione, ma ho grande rispetto per i tifosi della Juventus: lo ripeto e lo ribadisco che non ho mai rifiutato la Juventus e quindi niente... non voglio entrare in polemica. I tifosi sicuramente sono un po' amareggiati, però devono sapere che io non ho mai rifiutato la Juventus. Sicuramente, al di là dello striscione, per me è molto stimolante essere qua, e spero di fare bene. Ho cinque mesi per convincere la società a riscattarmi e ai tifosi di acclamarmi". In ogni caso si rende perfettamente di non arrivare come l'uomo della Provvidenza, ma solo come un'opportunità in più per il mister: "Sicuramente tutte le grandi squadre devono avere grandi attaccanti. Sicuramente c'è concorrenza. L'importante è che tutti i calciatori facciano il bene della Juventus. Io quando sono arrivato alla Juventus nessuno mi ha promesso niente. Sicuramente dovrò conquistare tutto e comunque non vorrei essere un problema, vorrei essere solamente un'arma in più. Se avessi voluto fare il protagonista o la primadonna sicuramente avrei scelto squadre di minore blasone. Però io ho guardato solamente al progetto; la Juventus mi dava comunque un'altra opportunità importante e quindi sono qui per non essere un problema. Il mio atteggiamento sarà sempre propositivo, sicuramente in me c'è voglia di rivalsa e di mettermi in mostra, sarà un atteggiamento positivo sia fuori dal campo che in campo. poi le decisioni spetteranno al mister per quello che vedrà negli allenamenti e alla domenica". Sembra aver già afferrato il metodo-Conte, ma sa anche che adeguarvisi e farsi valere nel contesto rappresenta anche un'insperata occasione per rientrare nel giro azzurro: "Spero innanzitutto di inserirmi nella mentalità della squadra, che è una mentalità forte e lo ha dimostrato anche domenica. Poi sicuramente penso alla Nazionale, penso che un anno fa ero il titolare in Irlanda, ho fatto un tempo contro la Germania, pareggiando la partita. Esattamente un anno fa. Quindi sicuramente ci spero". La scelta del numero di maglia è caduta sul 23, in quanto il suo numero preferito, il 22, è già sulle spalle di Vidal. E comincia così l'avventura in bianconero di Marco Borriello, carica di speranza, e senza rimpianti, per quel che poteva essere un anno e mezzo fa e si avvera solo ora: "Io non vivo di rimpianti. Sono un fatalista: se doveva andare così è perchè doveva andare così. Mi sono goduto a quel tempo l'arrivo a Roma e adesso mi godo questo alla Juventus. Spero che in questi cinque mesi possa conquistare la fiducia di tutti e rimanere molto tempo qui a Torino con la maglia della Juventus".

A Vinovo la visita di Agnelli e il primo allenamento di Borriello - Primo allenamento in contemporanea col gruppo per Marco Borriello, anche se l'attaccante ha svolto un lavoro personalizzato con il preparatore Marco Luison: è apparso comunque in buone condizioni, completamente guarito dal leggero problema muscolare all'adduttore destro accusato tre settimane fa e in grado di lavorare con intensità crescente: già da oggi probabilmente si aggregherà al gruppo che lavora con Conte e, complice anche l'infortunio di Quagliarella, contro il Cagliari dovrebbe essere già in panchina. All'ora di pranzo, a salutare Borriello, ma anche giocatori e staff tecnico, è arrivato il presidente Andrea Agnelli, che ha pranzato con la squadra e ha seguito la prima parte della seduta pomeridiana, in compagnia di Pavel Nedved e di Fabio Paratici. La squadra ha svolto un lavoro prevalentemente atletico, fatto di tanta corsa, agli ordini del preparatore Paolo Bertelli. Ha concluso i lavori la partitella finale. Oltre a Borriello ha lavorato a parte anche Mirko Vucinic, cui Conte ha preferito risparmiare un lavoro intenso e pesante, una semplice precauzione visto che il montenegrino è reduce dall'infortunio muscolare che lo ha fermato a dicembre. Hanno terminato in anticipo anche la seduta Barzagli e Marchisio, che accusavano un leggero affaticamento muscolare, che tuttavia non desta preoccupazioni.

Secco: Borriello come Stankovic - Intervenuto nel pomeriggio a 'Radio Sportiva' Alessio Secco, ex direttore sportivo bianconero, commentando il mercato della Juventus, ha istituito un paragone, assolutamente improprio, tra la vicenda Borriello e la vicenda Stankovic: "Il parallelo con quanto successo con Stankovic ci sta: eravamo vicini a chiudere la trattativa, poi ci fu un´insurrezione di massa dei tifosi e la cosa si bloccò. Con Borriello però è un po´ diverso: lui non credo abbia rifiutato la Juve, scelse la Roma perchè voleva andare via a titolo definitivo e non in prestito. In questo momento da una situazione così la Juve ha solo da perdere, non c´era bisogno di questo episodio ma non lo ingigantirei troppo: Borriello ha già chiarito tutto. Personalmente la decisione di Borriello non mi sembrava la più impellente visto il parco attaccanti che hanno". Pur lasciando perdere la faccenda del parco attaccanti della Juve (perché se ci ritroviamo ancora sul gobbo Amauri e Iaquinta a Secco lo dobbiamo), il parallelo tra Stankovic e Borriello non ci sta, per niente. Proprio perché per Borriello le cose sono andate come dice Secco, e come hanno detto e ripetuto il giocatore, il suo agente, Marotta e Conte. La questione Stankovic fu ben diversa: il serbo, tra il 2003 e il 2004 (quando il giovane Alessio ancora faceva fotocopie), dopo aver flirtato a lungo con la Juve ed essersi promesso a Bettega e Moggi, 'stracciò' la parola e passò all'Inter. E non è tutto, anzi, c'è ben di peggio: alla fine del campionato 2006-2007 (quello che la Juve trascorse in serie B, e adesso tutti sanno come stavano le cose), un campionato di cartone che l'Inter vinse a mani basse per carenza di avversari, i nerazzurri festeggiarono il loro 14° scudetto (i prescritti dicono 15°, ma quello che conta è il campo) con cori di 'giubilo' negli spogliatoi di Siena: e chi era uno dei più impegnati nello sbeffeggio? Proprio Dejan Stankovic: "Noi vinciamo senza rubare", cantava a squarciagola. Era naturale che il popolo bianconero si indignasse davanti all'eventualità di vedere la sua gloriosa maglia sulle spalle di chi l'aveva ripetutamente offesa, ci mancherebbe... D'altronde un'alternativa di valore per il centrocampo c'era sul mercato quell'anno: si chiamava Xabi Alonso. Ma qualcuno, stanno ancora bisticciando su chi fu, se Ranieri, o Monsieur Blanc, e di riserva ci sono sempre lo stesso Secco e Cobolli, scelse Poulsen: con gli esiti che sappiamo.

Tesserato Gabriel Appelt Pires - La Juventus ha finalmente depositato in Lega il contratto di Gabriel Appelt Pires, centrocampista brasiliano del 1993 proveniente dal Resende Futebol Clube, che in realtà era in Italia già da luglio, aggregato alla 'Primavera', ma non poteva giocare in quanto, essendo extracomunitaerio, non poteva essere tesserato sino al compimento della maggiore età. Ha sfruttato questo periodo per apprendere la lingua e per inserirsi nell'ambiente, con l'aiuto della famiglia che lo ha accompagnato nel suo trasferimento a Torino; insieme a lui è arrivato anche il fratello Guilherme, un difensore, che sta per essere tesserato dall'Alessandria, che milita in Lega Pro. Dice di lui il suo procuratore: "È un centrocampista molto bravo a difendere, ma allo stesso tempo sa impostare. È ambidestro e ha un bel piede, in grado di fare anche gol. Lo definirei centrocampista completo, dotato anche di personalità perché ha giocato ad appena 17 anni nel campionato carioca, con la maglia del Resende, affrontando fior di squadre e campioni. È aggregato in Primavera e speriamo che possa essere utile anche in Prima squadra, in ogni caso deciderà Conte”.

Calciomercato: per Amauri nulla di fatto tra Juventus e Fiorentina - E' durato un paio d'ore e si è concluso con un nulla di fatto l'incontro tra il ds viola Pantaleo Corvino e Beppe Marotta. L'ad bianconero ha parlato di una fumata grigia, mentre Corvino, detto da Sky Sport 24, si sarebbe mostrato molto più pessimista: "Troppo complicato, troppo oneroso, non si può fare". Il nodo sarebbe rappresentato dall'elevato ingaggio dell'attaccante italo-brasiliano, che potrebbe essere in parte compensato da una buonuscita della Juve (ma Marotta, oltre ad un importo minimo, ritenuto troppo basso dai viola, non intenderebbe andare). La Fiorentina offrirebbe ad Amauri anche altri due anni di contratto. Oggi comunque le parti due si dovrebbero rivedere per l'aggiornamento della trattativa
Anche per Toni è l'ingaggio ad ostacolare il suo passaggio alle italiane che ci avevano fatto un pensierino (Cesena, Parma, Siena e Cagliari), per cui la destinazione più probabile, qualora la accettasse, sarebbe il Montreal.
Dovrebbe essere fatta, almeno a livello di accordo, anche se manca l'ufficialità, con il Bologna per Sorensen: i felsinei (rappresentati dal direttore sportivo Zanzi e dal vicepresidente Setti), che volevano un prestito con diritto di riscatto della metà, avrebbero accettato venire incontro a Marotta, per una comproprietà da subito (per due milioni e mezzo di euro).
Fermo il mercato per Iaquinta, anche se si vocifera di un interessamento del Lecce, che con i bianconeri sta già trattando per Grosso.
Infine Marotta avrebbe parlato con il Galatasaray di Felipe Melo (che i turchi intenderebbero riscattare); il club turco avrebbe chiesto notizie anche di Motta e Krasic, sul quale però la Juve è tassativa: niente prestiti, o parte definitivamente per una cifra che non generi dolorose minusvalenze (quindi non meno di 12 milioni) o resta dov'è.
La trattativa per Pizarro, pur se non del tutto accantonata, si è molto raffreddata, perché Conte preferirebbe un elemento più dinamico.

La Procura di Napoli acquisisce il video su De Sanctis - Non può dirsi chiusa la vicenda del video che ieri ha spopolato sulla rete e che mostra il profondo disappunto di De Sanctis quando Cavani metteva dentro la rete del 4-1 in Napoli-Lecce del 3 dicembre 2011, che sarebbe poi terminata 4-2); il portiere aveva fornito ieri la sua versione, che definiva il suo atteggiamento come un gesto liberatorio. Ma, secondo quanto ha riferito Sky Sport 24, la Procura di Napoli avrebbe acquisito il filmato in questione, nell'ambito delle indagini che sta portando avanti sull'esistenza di possibili combines anche nel corso di questo campionato

Calciopoli d'Israele - Dopo la Turchia, anche Israele ha la sua Calciopoli conclamata. Le voci giravano già da fine giugno e ora la questione è tornata a galla con nuove conferme. Al centro della bufera il 56enne presidente federale Avi Luzon, sospettato in prima persona di un coinvolgimento in una storia di partite truccate e arbitri comprati a colpi di mazzette. Dopo un interrogatore fiume da parte della polizia israeliana Luzon e gli investigatori rimangono su posizioni diametralmente opposte: "Vi posso assicurare che il calcio in Israele è pulito e che certamente nessun risultato è stato combinato" ha detto il presidente federale, che ribadisce anche di non aver alcuna intenzione di dimettersi prima della naturale scadenza del mandato (2014) e che anzi potrebbe addirittura ricandidarsi. Il portavoce della polizia israeliano Micky Rosenfeld ritiene invece che lo scandalo non sia chiuso e che emergano invece i contorni di un malaffare sportivo organizzato: "Avi Luzon - ha precisato - rimane sospettato di aver contribuito a falsare i risultati di varie partite e di essere intervenuto per pilotare la designazione di arbitri, cosa per la quale può essere incriminato per frode sportiva e abuso di fiducia". Già interrogato in estate per una vicenda di partite truccate a suon di mazzette, fatti che risalivano a quando Avi Luzon era presidente dell'Hapoel di Petah Tikva, il presidente federale dovrà ora tenersi a disposizione degli investigatori, che indagano su quello che definiscono un fenomeno di corruzione dilagante, con il coinvolgimento di arbitri e giocatori.

Caso Sion: Constantin ricorre alla giustizia civile contro la penalizzazione di 36 punti - Il Sion non si dà per vinto. Anche se l'ASF (Associazione Svizzera di Football aveva precisato che la società avrebbe potuto far ricorso contro la penalizzazione di 36 punti solo al Tribunale Arbitrale dello Sport, il club di Christian Constantin ha preso la decisione di appellarsi di nuovo alla giustizia civile e così "un'ordinanza del tribunale cantonale di Berna ha intimato ieri all'ASF di presentare un dossier per far valere le sue ragioni, esponendo le motivazioni della sua decisione, entro il termine indifferibile del 23 gennaio prossimo. Il Tribunale potrà così, sentite le due parti, decidere sulla concessione delle misure provvisionali (che dovrebbero concretizzarsi nella sospensione della penalità di 26 punti). In mancanza di una risposta e di elementi concreti - conclude il Sion sul suo sito ufficiale - il giudice non potrebbe che pronunciarsi a partire dai documenti in suo possesso".





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