Calciopoli: via alle denunce per alcuni testimoni? Marotta: Dobbiamo rimanere lassù.

News, 25 febbraio 2012.

Calciopoli: sarebbero partite le prime denunce nei confronti di alcuni testimoni del processo di Napoli. Conte convoca 22 giocatori: fuori solo Marrone (infortunio), Grosso e Krasic (scelta tecnica). I 21 convocati di Allegri: non ci sono né Boateng né Maxi Lopez. Conte: La cosa più bella è che siamo riusciti a far rivivere ai nostri tifosi una vigilia importante, adesso però dobbiamo dimostrare di saper reggere la competitività. Irritante Allegri: "Evidentemente qualcuno aveva perso l'abitudine". Marotta: "Abbiamo completamente rinnovato l'azienda calcio Juventus e il nostro brand è tornato là dove deve stare". La Juventus Primavera centra anche l'accesso alla finale di Coppa Italia; e di fronte ci sarà ancora la Roma. Cobolli Gigli ricorda soddisfazioni ed errori e conclude: Ma l'importante è vincere anche al di sopra di ingiustizie o errori arbitrali. Altra pioggia di deferimenti per la questione dei trasferimenti: deferiti Moggi, Giraudo, Bettega, Blanc; archiviata invece in questo caso la posizione della Juve.


Calciopoli: arrivano i primi indagati tra i testimoni? - La notizia era nell'aria da giorni e proprio oggi sono arrivate alla nostra redazione clamorose conferme. Pare infatti iniziata la serie di denunce che le difese degli imputati di Calciopoli hanno preparato contro alcuni personaggi che hanno sfilato come testimoni nel corso del dibattimento. L'accusa dovrebbe essere quella di falsa testimoianza. Seguiremo la vicenda e nei prossimi giorni come sempre aggiorneremo i nostri lettori.

I convocati di Conte - Eccezion fatta per l'infortunato Marrone, tutti a disposizione di Conte per la trasferta di Milano; restano tuttavia fuori dalla convocazione Grosso e Krasic, entrambi ormai definitivamente fuori dai piani tattici del tecnico.
Questo dunque l'elenco dei 22 convocati: Buffon, Manninger, Storari, Chiellini, Caceres, De Ceglie, Barzagli, Bonucci, Lichtsteiner, Pepe, Marchisio, Elia, Padoin, Pirlo, Vidal, Giaccherini, Estigarribia, Del Piero, Vucinic, Quagliarella, Borriello, Matri.

I convocati di Allegri - Massimiliano Allegri, che non potrà disporre, oltre che dello squalificato Ibrahimovic, anche degli acciaccati Boateng e Maxi Lopez, ha convocato 21 giocatori: Abbiati, Amelia, Abate, Antonini, Bonera, Ely, Mesbah, Mexes, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta, Yepes, Ambrosini, Emanuelson, Muntari, Nocerino, Van Bommel, El Shaarawy, Inzaghi, Pato, Robinho.

Conte: Che bello essere arrivati sin qui, e ce la giocheremo, Ibra o non Ibra - L'assenza certa di Ibra per i bianconeri non cambierà nulla, questo non provocherà alcun allentamento della tensione, Conte ne è certo: "Con o senza Ibra, al di là che si giochi col Milan o con un'altra squadra. Uno quando inizia la partita vuole sempre vincere. Questo deve essere il nostro obbligo ed è quello su cui stiamo lavorando da inizio anno, sulla mentalità, sull'atteggiamento, di fare la partite, per ottenere il massimo, per ottenere la vittoria, sempre, in casa e anche fuori casa. Detto questo, a volte ci riusciamo e a volte non ci riusciamo. Non cambia niente che ci sia Ibrahimovic o non ci sia Ibrahimovic, questo è fuori dubbio. Per noi non deve cambiare assolutamente niente nell'atteggiamento, nella voglia, nel ricercare la vittoria. Penso che sarebbe da stupidi allentare la tensione, perché il Milan non è solo Ibra. Lo ha dimostrato anche nelle due partite precedenti, forse nel momento di maggiore difficoltà a Udine, quando senza un grandissimo giocatore come Ibrahimovic alla fine hanno vinto su un campo dove solamente noi avevamo pareggiato e le altre avevano perso tutte. Quindi, Milan-Juventus è sicuramente in questo momento è la partita più attesa dell'anno. Non ci devono essere assolutamente cali di tensione, questo è fuor di dubbio perché affrontiamo il Milan che ha lo scudetto cucito sulla maglia, è davanti a noi in classifica, è la squadra ritenuta da noi la più forte in assoluto del campionato. Quindi non ci saranno cali di tensione. Detto questo penso che la cosa più bella da parte nostra è che tramite il grande lavoro da parte di tutti quanti, da parte dei calciatori, dello staff tecnico, della società, siamo riusciti a far rivivere la vigilia ai nostri tifosi. Penso che questa sia la cosa più bella. A far rivivere una vigilia importante". Che dimostra che un primo traguardo, quello di ridiventare competitivi, è stato raggiunto, ma ora non bisogna mollare: "Abbiamo raggiunto uno step decisivo, quello di essere tornati competitivi. Io mi ero posto questo step... diversi step mi ero posto.... lo step più importante era quello di tornare competitivi. Io penso che questa competitività l'abbiamo raggiunta e questa è una bellissima cosa e deve essere un motivo di orgoglio e di soddisfazione per i calciatori, per me, per la società, per i tifosi. E il fatto, ribadisco, di essere tornati a vivere una vigilia così importante, sta a significare che comunque il lavoro che stiamo facendo è stato in pochissimi mesi un lavoro che ha portato dei frutti straordinari. E' inevitabile che adesso questa competitività dobbiamo dimostrare di reggerla". Perché altrimenti il sogno finale, l'ultimo step, sogno resterebbe: "Arrivare a vivere una vigilia importante, nel momento in cui sono diventato allenatore della Juventus, in soli sei mesi, onestamente era un sogno. Bravura dei calciatori, bravura della società, siamo riusciti comunque in poco tempo a far sì che questo sogno diventasse realtà. Detto questo, adesso, c'è da affrontare questa bellissima partita, da protagonisti, con grande umiltà, sapendo che non si è fatto niente, stiamo facendo bene, è un percorso straordinario quello che stiamo facendo. Ma dopo questa partita ne rimangono altre 13 per noi per concludere il campionato nel miglior modo possibile".

Il solito, irritante, Allegri - Massimiliano Allegri, dopo le polemiche dei giorni passati, ha detto in conferenza stampa che della Juve non intendeva parlare: "Non parlo perché qualcuno può dirmi che vado a parlare in casa altrui, quindi non dico niente"; il qualcuno allude ovviamente a Marotta, anche se forse l'allenatore di un club campione d'Italia avrebbe potuto arrivare alla stessa conclusione da sè; anche senza bisogno del suggerimento del dirigente di un'altra squadra. Soprattutto se quest'ultima gode, da parte sua, della bassa considerazione di cui la fa oggetto con queste parole, in pieno stile Milan: "Ci sono state delle battute e delle schermaglie come era normale che fosse ed erano anni che non si viveva una vigilia di Milan-Juventus così agitata. Evidentemente qualcuno ci aveva perso l'abitudine..."

Marotta: Juve completamente nuova; e finalmente lassù dove deve stare - A leggere Marotta nell'intervista che ha rilasciato ieri sembrava di ascoltare Nedved o Conte, nelle loro parole di quelle stesse ore. Segno della sintonia che finalmente regna in casa Juve, dopo anni passati tra mille contraddizioni di pensiero, magari all'interno anche della medesima persona. Che sapore ha questo Milan-Juve per Marotta? "Un sapore inaspettato: pur essendo ottimista, non immaginavo di vivere una vigilia così importante. E poi un sapore dolce perché la Juve torna a essere al centro dell’attenzione generale. Domani tutto il mondo avrà gli occhi puntati su Milan-Juve: il nostro brand è tornato là dove deve stare". Cosa pensa di aver fatto di importante sinora alla Juve? "Scegliere dei bravi collaboratori. Abbiamo completamente rinnovato l’azienda calcio Juventus: è rimasto un solo dirigente del passato. Abbiamo cambiato medici, allenatori, giocatori, magazzinieri, direttore commerciale e marketing. Della rosa di due anni fa ci sono appena cinque giocatori. Durante il primo colloquio con Andrea Agnelli, discutemmo di un ambiente demotivato. Un ciclo era finito e bisognava intervenire". Il più grande acquisto della Juve anche per lui resta Antonio Conte, l'uomo della svolta: "Il primo confronto con Conte: quel giorno capimmo che lui sarebbe stato il nostro 'profeta' e avrebbe potuto mettere in pratica la nostra filosofia. L’intuizione fu di Andrea Agnelli che ne ha parlato con me, Nedved e Paratici. Ci siamo trovati d’accordo in fretta".
Sul calciomercato: "Il nostro modello è il gioco di squadra, ma vorremmo aggiungere qualità. E’ difficile non solo per la Juve ma per tutte le squadre italiane approcciare giocatori che costano più di 30 milioni e guadagnano in proporzione. Di sicuro vogliamo tornare in Champions per essere competitivi. Non possiamo dimenticare di aver registrato uno dei fatturati più bassi degli ultimi anni, ma grazie anche allo stadio siamo convinti di poterci muovere bene sul mercato. Ci confronteremo con il nostro allenatore per capire le sue esigenze". Ma ci dev'essere posto anche per i giovani: "Volendo fare un paragone, noi abbiamo creato un modello di auto in cui è vincente il pilota, ossia Conte, che ha trasmesso la giusta mentalità. Noi siamo affamati e vogliamo continuare a esserlo. Tra gli obiettivi c’è il progressivo inserimento di quattro o cinque prodotti del settore giovanile. Dal 1996 a oggi c’è il solo Marchisio titolare e De Ceglie nella rosa: non è accettabile. Per i prossimi 5 anni abbiamo previsto un investimento di 30 milioni per ingaggiare nuovi talenti". Ma sa che per lui, come per la Juve del resto, comincia il difficile: "La mia carriera è iniziata in provincia, adesso sto toccando il massimo anche se inizia il difficile. Ma per tutta la nuova Juve questa sfida ha un sapore speciale. Agnelli ha detto ai ragazzi della Primavera dopo il successo al Torneo di Viareggio: 'Non dimenticherò mai la vostra vittoria, è il mio primo trofeo'. Galliani ha vinto tutto".
Ma non ha parlato solo di Juve: perché il club non perde di vista la situazione della lega di A, dove i bianconeri fanno parte dell'ala riformista, come Milan, Napoli, Roma, Fiorentina, Udinese, in contrapposizione a quella 'rivoluzionaria', per intenderci quelle società che hanno firmato la lettera con cui chiedono che siano ratificate le dimissioni di Beretta; e marotta non comprende che ci faccia l'Inter in quel gruppo: "Quello che non capisco - confessa infatti - è la posizione dell'Inter". E Marotta ha un altro cruccio: "In Lega non si parla mai di politica calcistica, perché ci si occupa soprattutto dei soldi da distribuire. Eppure con Andrea Agnelli ci confrontiamo spesso su questi temi e sono tante le cose da fare". C'è un modello che attira entrambi: "Un modello economico da seguire? La Bundesliga, dove i ricavi sono diversificati e i conti in equilibrio".

Juventus Primavera in finale di Coppa Italia - I ragazzi di Baroni ce l'hanno fatta: a pochi giorni dalla conquista della Viareggio Cup hanno affrontato la Fiorentina in trasferta per il ritorno della semifinale di Coppa Italia (l'andata a Torino si era chiusa a reti inviolate) e hanno portato a casa il pass per la finale, che si giocherà contro la Roma, su due gare, la prima delle quali sarà disputata allo Juventus Stadium l'8 marzo, mentre il ritorno a Roma è in calendario il 22 marzo. I giovani bianconeri sono passati in vantaggio al 34' con Spinazzola, che ha sfruttato una buona verticalizzazione di De Silvestro; poi, nel secondo tempo, hanno controllato la gara, portando in porto la qualificazione.

Cobolli Gigli: L'importante è vincere anche al di sopra degli errori arbitrali - Il presidente meno rimpianto e più intervistato della storia bianconera, Giovanni Cobolli Gigli, è tornato sul luogo del misfatto, le cose di casa bianconera. E in un'intervista a TuttoMercatoWeb si è abbandonato ai ricordi: "Milan-Juve è sempre stata una grande partita. Quella che ricordo con più piacere è il 4-3 di Torino, quando Amaurì era ancora una freccia. È stata una grande soddisfazione" e ai rimorsi: "Amaurì da noi ha fatto bene. Poi non capisco cosa gli sia successo. In quel momento lo volevano tutti. Penso sia stato pagato la cifra corretta per quelle che erano le sue performances del momento. Non so cosa gli sia successo e non riesco a capire cosa stia facendo con la Fiorentina. Ma a Parma ha fatto vedere di essere un calciatore importante. La Juventus doveva non privarsi di Nocerino e comprare Amaurì. Perché Antonio sta dimostrando di essere un giocatore anche più rifinito tatticamente rispetto alle idee dei nostri tecnici dell'epoca. Nella gestione in cui ero presidente abbiamo ceduto alcuni calciatori che adesso forse sono rimpianti e di questo faccio mea culpa. Il riferimento è a Criscito, Balzaretti, Giovinco e appunto Nocerino". Il problema è anche, e soprattutto, di quelli che avete comperato sperperando un capitale: Le dicono nulla i nomi di Andrade, Tiago, Poulsen, Almiron, Diego?
Sulle proteste bianconere per la mancata equità di trattamento negli arbitraggi chiosa: "La società si è associata allo sfogo di Conte. Ognuno è libero di dire ciò che vuole, soprattutto se le parole sono dette in maniera composta. Conte ha cercato di rendere l'attacco ancora più forte, perché le ingiustizie o gli errori arbitrali esistono sempre. L'importante è vincere anche al di sopra di questo". Ecco perché invece a noi piace Andrea.

Altra pioggia di deferimenti per la questione trasferimenti - Dal procuratore Stefano Palazzi è piovuto un altro scroscio di deferimenti su club, dirigenti, procuratori, calciatori. Ieri altre due tranches: nella prima, come specifica il comunicato erano incluse Parma, Genoa, Inter e Palermo per la A e Livorno per la B; otto dirigenti: Angiolini, Ghirardi e Leonardi (Parma), Preziosi e Capozucca (Genoa), Ghelfi (Inter), Foschi (Palermo) e Spinelli (Livorno); sei agenti: Damiani, Pastorello, Peverani, Pace, Zamuner e Fedele; tre calciatori: Panucci, Mariga e De Melo. La seconda tranche ha riguardato cinque dirigenti: Roberto Bettega, Antonio Giraudo, Jean-Claude Blanc, Luciano Moggi, Gabriele Oriali; nove agenti: Candido, Raiola, Mendes, Damiani, Granello, Carpeggiani, Marcello e Giuseppe Bonetto, Conti; sette calciatori: Maresca, Grygera, Tiago, Vieira, Ibrahimovic, Marchionni, Chimenti. Archiviata la posizione dei due club, Juventus ed Inter "non essendo emerse dalle risultanze istruttorie in atti fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 del C.G.S. vigente all’epoca dei fatti".
In particolare Luciano Moggi, come si evince dal comunicato, è stato deferito "per aver conferito al sig. Bruno Carpeggiani mandato per la stipulazione del contratto con il sig. Marco Marchionni del 21.1.2006, determinando così una situazione di conflitto di interessi in quanto lo stesso sig. Carpeggiani era l’agente del calciatore, nonché per aver fatto sì che il compenso spettante al sig. Bruno Carpeggiani fosse pagato dalla società dallo stesso rappresentata e non dal calciatore, in violazione dell’art. 1, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva previgente, degli artt. 10, commi 1 e 3, e 15, comma 1, del regolamento Agenti di calciatori in vigore fino all’1.2.2007".
Bettega è stato deferito per le vicende relative ai trasferimenti di Maresca, Thuram e Zambrotta, Giraudo per quelle relative ai trasferimenti di Gladstone, Mantovani, Balzaretti e Chimenti; Blanc infine per quelle relative a Grygera, Tiago, Vieira ed Ibrahimovic.


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