Bonucci e Pepe: difese al contrattacco. De Rensis: la credibilità dei pentiti.

News, 5 agosto 2012.

Pepe e Bonucci: falliti tutti i tentativi di patteggiamento, gli avvocati Bianchi e Chiappero hanno messo in evidenza tutte le falle dell'impianto accusatorio. Le sentenze arriveranno presumibilmente l'8 o il 9 agosto (10 al più tardi). De Rensis: Per Conte la dignità viene prima di tutto; nelle carte, comunque, vi sono contraddizioni mostruose. A Salerno ultima amichevole dei bianconeri prima della Supercoppa: Juve-Malaga 2-0, doppietta di Matri. Conte e Alessio hanno fatto le prove generali di tribuna: in panchina Massimo Carrera.



Il giorno di Pepe e Bonucci - Non erano solo Leonardo Bonucci e Simone Pepe a dover sfidare oggi i rigori del glaciale Artico alla testa della Disciplinare, ma erano sicuramente i protagonisti più attesi: perché Scommessopoli si è incredibilmente trasformata in un duello tra 'giustizia' (d'ora in poi non ci si potrà esimere dal virgolettare questo termine) sportiva e Juventus.
E Pepe e Bonucci erano presenti, sono arrivati all'ex Ostello della Gioventù presso il Foro Italico in Roma poco prima delle 10, accompagnati dall'amministratore delegato del club Beppe Marotta: entrambi coinvolti per Udinese-Bari del maggio 2010. Per Bonucci, deferito per illecito sportivo, Palazzi ha chiesto 3 anni e 6 mesi di squalifica, mentre per Pepe ha ipotizzato un anno di stop per omessa denuncia.
Si è iniziato con gli arrabbiatissimi Di Vaio e Portanova, e l'intervento dell'avvocato Grassani (per il Bologna), si è passati attraverso l'accordo tra Palazzi e Bentivoglio per un patteggiamento di 13 mesi più 50.000 euro (contro i 3 anni e 6 mesi richiesti (un illecito e due omesse denunce) e infine, dopo il legale di Pierandrea Semeraro e l'avvocato Grassani (questa volta per il Lecce) e dopo l'accorata autodifesa di Padelli, si è arrivati a Bonucci e Pepe. Prima che iniziasse a parlare l'avvocato Bianchi, legale di Bonucci, il procuratore Palazzi ha provato a verificare se si potesse arrivare ad un patteggiamento, ma l'ipotesi è presto sfumata.
L'avvocato Gian Pietro Bianchi ha insistito sulle parole di Iacovelli, che coinvolge Masiello, ma esclude Bonucci: "Le dichiarazioni di Masiello sarebbero per la Procura federale progressive di arricchimento. Ma è un progressivo climax di illogicità. Di mano in mano che Masiello cerca di rendere utile la propria versione si contraddice. Tanto che non si capisce che ruolo avrebbe Bonucci in questa partita. Masiello ha parlato due volte a Cremona, una a Bari e non parla mai di Udinese-Bari, non c'è alcun'altra partita che io possa ricordare. In data 7 febbraio 2012, Iacovelli è il primo che parla di Udinese-Bari, coinvolge Masiello ma non Bonucci. Masiello a questo punto scopre dai giornali che Iacovelli ha parlato e lo scopre all'esito di un'attività di inquinamento probatorio e dopo che è stato ascoltato il signor De Tullio. Dopo che parla De Tullio, allora Masiello coinvolge Bonucci. Masiello dice di aver chiesto a Bonucci la settimana prima di andare in ritiro". Insiste sulle diverse versioni fornite da Andrea Masiello al gip, nessuna delle quali peraltro credibile.
Dopo un'ulteriore sosta chiesta da Palazzi nel tentativo di giungere ad un patteggiamento, ha preso la parola l'avvocato Chiappero, che è andato giù duro su tutte le magagne e le incongruenze dell'impianto accusatorio. "Sento tutto il peso di una causa gravissima. Un danno per lo sport italiano e per il calcio in genere. Pepe e Bonucci hanno dimostrato impegno e certi risultati. Tre anni per un calciatore può essere anche un'interruzione drammatica per la carriera". Questo l'esordio, poi ha puntato dritto su Andrea Masiello, facendo notare come le sue diverse dichiarazioni facciano acqua da tutte le parti.
E per finire la chicca: si fa notare come il pm di Bari, in data 21 luglio 2012, dichiari che Leonardo Bonucci da quella Procura non è indagato, ma è stato solo sentito come persona informata sui fatti (clicca e vedi il documento): se per la Procura di Bari è solo un testimone (e non un indagato per frode sportiva) come può essere ritenuto invece tale dalla Procura federale?
Quanto a Simone Pepe tutto ruota attorno ad una telefonata che definire fantasma è poco: semplicemente non vi è alcun indizio della sue reale esistenza. "Non si può dire comprare e vendere sia la stessa cosa - ha detto Chiappero - 'Ma la Ferrari tu la vendi?' La Ferrari la vendi o la compri? La Ferrari la vendi non ha nessun senso. Queste omesse denunce, per carità, sono quelle che sono, ma Simone Pepe non si è mai comportato male, non c'è prova della telefonata. E Masiello non ha consentito agli inquirenti di raggiungere la prova. E dal punto di vista probatorio è solo affidata alle parole di Andrea Masiello. Secondo me, quella telefonata non c'è stata, perché prima di partire, per cercare una giustificazione per la combine di questa partita. La telefonata non c'è, Pepe dice di non averla mai ricevuta, non un tabulato, e la parola di Masiello smontata dal giudice. E pure se ci fosse la telefonata, dovrebbe esserci un contorno chiaro per prevedere i margini di una denuncia. Sfido io che ci sia qualcuno che dopo una chiamata del genere capisca di una combine. E non basta che Masiello dica: 'secondo me si sono capiti'. È del tutto legittimo che dall'altra parte, Pepe possa dire di non aver capito. Ma la prova del 9 è una e ve la pongo sottoforma di domanda: Ma se fosse il solo Masiello ad avere scommesso in quella partita?”

Processo sportivo chiuso: sentenze l'8 o il 9 - Il processo sportivo è finito. Resta solo l'attesa delle sentenze, previste per l'8 o il 9 agosto (10 proprio al più tardi).
Così ha chiarito al termine l'avvocato Chiappero: "E'ovvio che bisogna tenere conto delle diverse possibilità perché oggi è possibile patteggiare 3-4 mesi senza ammettere le proprie responsabilità. Anche se uno ha ragione da vendere, deve calcolare che al processo il rischio c'è sempre, quindi è giusto fare valutazioni e ragionamenti per vedere se sia possibile arrivare a un'intesa. Il patteggiamento diventa fisiologico quando si parla di un rischio di squalifica di tre anni e mezzo, ma sono considerazioni, si può trattare se si parla di tre mesi di squalifica, non oltre". Il legale ha poi puntato il dito contro l'omessa denuncia: "Sarebbe ora di rivedere questo istituto giuridico, era un mezzo utile quando non c'erano le inchieste penali. Ma ora con tutto il materiale a disposizione diventa forse anche pericoloso".

Avvocato De Rensis: Per Conte la dignità viene prima di tutto - A Sky Sport 24 è stato ospite l'avvocato Antonio De Rensis, il legale di Antonio Conte. La prima evidenza emersa dalle parole dell'avvocato De Rensis è stata la personalità di Antonio Conte, la sua forza di carattere che gli ha permesso di affrontare questa situazione (dolorosa e che certamente non aveva mai messo in preventivo) con grande animo: "Ha mantenuto una grande coerenza, perché da subito, anche nei giorni più dolorosi, ha detto che avrebbe rispettato il lavoro degli inquirenti e dei giudici. E così sta facendo. Sembrerà un paradosso, ma nonostante il carico di responsabilità che derivano dal guidare la Juventus, nonostante abbia una famiglia, è lui che ci dà tanta forza, che ci spinge alla ricerca dell'affermazione della verità e quindi della sua totale estraneità, aiutato anche, è doveroso riconoscerlo, con altrettanta forza, dal sostegno massimo del presidente Andrea Agnelli. E quindi paradossalmente Antonio, nonostante questa grande fatica, questo grande dolore, nonostante l'affetto dei 14 milioni di tifosi juventini che gli sono vicini, sicuramente continua a darci tanta forza per andare avanti in questa situazione dolorosa. Lui ha sempre anteposto gli interessi della squadra al suo grande orgoglio, alla sua dignità. Questo, ad esempio, si può ricollegare all'ipotesi di patteggiamento che si poteva fare a tre mesi. Ma quello che dà molto fastidio ad Antonio è che possa essere da qualcuno, in maniera sbagliata, usando un eufemismo, dipinta la sua persona completamente diversa dalla realtà, perché la moralità di Antonio Conte è molto alta. Il patteggiamento è un'opportunità e Le garantisco che il percorso per provare a convincere Conte ad accettare suo malgrado i 3 mesi era stato impervio. Lui aveva messo la propria dignità in secondo piano per allenare questi ragazzi. Fallito questo tentativo si è deciso di andare avanti per la nostra strada perché la dignità non ha prezzo".
Poi è entrato nel merito della questione delle accuse di Filippo Carobbio: "La storia delle collaborazioni dei pentiti è costellata di episodi in cui una persona, come ha ribadito anche ieri la collega Bongiorno, opinione che condivido, qui non è 'credibile o', è 'credibile e'. Possono dire 99 cose vere e una no, inesatta, caricata, cambiata, per vari motivi. E questo noi lo abbiamo già discusso davanti agli onorevoli membri della Commissione. i motivi sono nelle carte, ci sono contraddizioni mostruose". Esempio: "Intanto devo dire che la genesi dichiaratoria del signor Gervasoni è completamente diversa da quella del signor Carobbio. Ha parlato molto meno, molto meno come volte, e in un tempo più ristretto. Il signor Carobbio ha reso cinque dichiarazioni a distanza di tempo e in tutte queste cinque ha cambiato particolari. Ogni volta che è entrato in rotta di collisione con Gervasoni, ha detto: 'Prendo atto delle affermazioni di Gervasoni, ma sono false'. 'Prendo atto delle affermazioni di Gervasoni ma non corrispondono al vero'. Dalle mie parti si dice che se uno dice bianco e l'altro dice nero, io sono di Bologna, uno dei due dice delle balle. Ecco, allora se sono tutti e due credibili altamente, bisogna che ci facciamo delle domande".
Infine sulla riunione tecnica del presunto misfatto, quella pre Novara-Siena: "E' chiaro che c'è un grande assente. Al di là del fatto demenziale, di un allenatore dell'esperienza di Antonio Conte che fa un proclama di questo genere davanti a 25 persone, al d là del fatto epocale, perché credo che nella carriera di un calciatore sia un evento mai successo, con chi si sarebbe accordato? Da chi avrebbe avuto queste notizie?". E sulle testimonianze prodotte: "Credo che chiunque lavori nella giustizia comprenda che se una persona che rende una testimonianza non viene indagata o deferita, è un testimone. Non può diventare un fantasma. O ha detto il falso o ha detto il vero. Se ha detto il falso lo deferisci o lo indaghi, altrimenti è un testimone e non puoi non tenerne conto".

Juve-Malaga 2-0 - Ha deciso Matri l'esito dell'amichevole tra Juve e Malaga disputata allo stadio Arechi di Salerno, ultima gara prima della Supercoppa a Pechino. Non ha giocato Gigi Buffon, sofferente per un piccolo problema all'anca destra, ma non pare nulla di grave. Lo ha sostituito Storari, autore di una buona prestazione. I nazionali sono apparsi tuttora in ritardo di condizione: il migliore tra loro è stato Giovinco. Ottima prova in difesa di Luca Marrone, che Conte vedrebbe bene come futuro sostituto di Bonucci, nel caso costui fosse squalificato dalla Commissione Disciplinare nell'ambito del calcioscommesse.

Conte in tribuna - In previsione di una sua prossima squalifica Antonio Conte ha voluto ieri sera fare le prove generali di tribuna. E con lui il vice Angelo Alessio. In panchina ha preso posto Massimo Carrera, che così ha spiegato, a fine gara, ai microfoni Sky: "Abbiamo provato per un'eventuale squalifica del mister. Quindi erano prove di trasmissione. visto che non avevamo più la possibilità di provare prima della Supercoppa. E andata abbastanza bene. Ero un po' emozionato all'inizio perché non ero abituato a sedermi su una panchina, però piano piano mi sono sciolto e sono riuscito a dare indicazioni alla squadra".


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