Barzagli: Ringrazio Magath ma voglio scrivere con Conte la storia della Juve.

News, 24 marzo 2013.

Barzagli: Magath mi ha cambiato completamente come giocatore ma adesso mi auguro di scrivere con Conte la storia della Juve. La Champions League, dal 2003-04 ad oggi, ha arricchito soprattutto le squadre inglesi; la Juve paga Calciopoli ed è solo diciassettesima. Dagli sponsors il Barça percepisce 63 milioni di euro, la Juve solo 25. Quagliarella: A Monaco mi piacerebbe segnare uno dei miei goal che han dentro molto istinto e un po' di follia. Matri: Ci aspettano due partite molto importanti contro Inter e Bayern, mi piacerebbe giocarle entrambe; e un pensierino alla Nazionale ce lo faccio sempre. Deschamps tentato di riproporre i suoi due '93, Pogba e Varane, anche contro la Spagna: 'Hanno entusiasmo e incoscienza e giocano liberi'.


Barzagli: Devo ringraziare Magath - C'è da sobbalzare a sentire un bianconero esprimersi in questo senso. Il nome di Felix Magath evoca ai bianconeri un atroce ricordo, quasi un incubo, quello di quella serata del 25 maggio 1983 quando all'8' della finale di Coppa dei Campioni un tiro del centrocampista dell'Amburgo sorprese Zoff e spense il sogno della favorita Juve, davanti ai 30.000 tifosi che l'avevano seguita ad Atene. Tra l'altro da allora Magath sarebbe diventato un'icona dell'italica antijuventinità, al punto che un gruppo di giornalisti, orientatori per vocazione, lo premiò per questa sua impresa. Ma non è a questo che ovviamente si riferisce Andrea Barzagli, che dell'evento non può avere un ricordo diretto visto che all'epoca aveva solo due anni; lui Magath lo ha incontrato molto più tardi, ai tempi in cui il difensore militava nel Wolfsburg, allenato appunto da Felix Magath: "Magath mi ha cambiato profondamente - dice dal ritiro della Nazionale - è stato un anno in cui io e lui sinceramente abbiamo avuto molto da ridire perché io non ho mai ritenuto giusto il suo metodo di lavoro, però mi ha cambiato completamente come giocatore perché mi diceva sempre che se non stai al 100% in allenamento poi lo vedrai in partita; io mi sono accorto che in Germania i primi mesi a volte mi sono gestito un po', qualche allenamento magari lo facevo un po' sottotono e balzava all'occhio, evidente a tutti, che andavo piano in allenamento perché tutto il resto della squadra andava a cento all'ora e lo noti, non c'è verso, lo noti; invece in Italia se fai qualche allenamento un po' soft si nota meno perché anche gli altri magari si allenano un po' meno, questo in Germania è importantissimo, infatti si nota che i tedeschi non mollano mai". E una volta rientrato in Italia, dopo pochi mesi, ha trovato un mister che quanto all'abitudine a martellare durante gli allenamenti non ha nulla da invidiare a nessuno, nemmeno a Magath: "Per fortuna trasferendomi poi alla Juve il peso della responsabilità di giocare in una squadra così importante mi ha portato a continuare a lavorare sempre al massimo - ha proseguito - L'altra fortuna è avere due allenatori come Conte nel club e Prandelli in Nazionale che hanno una cultura del lavoro molto forte, questo li accomuna oltre a avere lo stesso concetto di calcio. E anche in azzurro, nonostante la difesa a quattro non risento di stravolgimenti particolari, perché ad entrambi gli allenatori piace giocare a calcio, palla a terra". E adesso Barzagli in Germania ci tornerà, per contendere al Bayern Monaco l'accesso alle semifinali di Champions League; stavolta i favoriti sono i tedeschi, ma i bianconeri hanno la convinzione di potersela giocare: "Eravamo tutti curiosi, giocatori, tifosi e altri, di vedere cosa facesse questa Juve in Champions; penso che abbiamo dimostrato di saperci stare. Il Bayern è dato giustamente favorito anche per la vittoria finale, ma noi andiamo là per giocarcela e so che non ci sottovalutano. Rispetto al nostro calcio, molto più tattico, quello tedesco è più offensivo e propositivo e ha meno tensione, si vedono tutti i tifosi andare insieme allo stadio, una cosa bella anche per noi calciatori. Su questo insomma loro ci battono 10 a 0". Già, in Italia siamo all'età della pietra, nel senso di sassate.
Sul campionato ha le idee ben chiare: "Il campionato non è chiuso, anche se è nelle nostre mani e starà a noi vincere le partite che rimangono da qui alla conclusione".
Ovviamente non ha dubbi sul fatto che Conte resti alla Juve (perché nessuna smentita può dissuadere i media dall'affibbiare a Conte le panchine più disparate): "Non ci sono dubbi, il nostro allenatore rimarrà con noi, almeno lo spero, sono convinto che continuerà a scrivere la storia importante della Juve, e io mi auguro di essere con lui".

La Champions fa ricche le inglesi, la Juve insegue da lontano - Se le inseguitrici della Juve in campionato lottano strenuamente per un posto in Champions un motivo molto concreto e pressante in tempi di crisi come i nostri c'è: la Champions porta guadagni; e più si avanti nel cammino più i guadagni salgono. StageUp-Sport&Leisure Business ha pubblicato l'analisi dei contributi ricevuti dalla Champions League da parte dei vari club a partire del 2003-2004, stagione di inizio dell'attuale format. Guidano la graduatoria due inglesi, il Chelsea con 320 milioni di euro (su 9 partecipazioni) e il Manchester United con 305 mln (sempre su 9 partecipazioni); al terzo posto il Barça, con 260 mln su 8 partecipazioni (nel 2003-04 non era tra le qualificate, dopo un sesto posto nella Liga), al quarto l'Arsenal con 247 mln su 9 partecipazioni, poi al quinto la prima delle italiane, l'Inter con 244 mln su 9 partecipazioni, seguita a ruota dal Bayern di Monaco con 244 e 9 partecipazioni (e quest'anno, essendo ancora in lizza, potrebbe incrementare la cifra), settimo il Milan con 220 mln (su 8 partecipazioni) davanti al Real (con 8 partecipazioni e 216 mln, incrementabili quest'anno). Lione e Liverpool completano la Top Ten. E la Juve? La Juve è solo 17sima con 93 mln e sole 5 partecipazioni. Evidente che sul ruolino di marcia e quindi sui guadagni della Juve fatale è stato l'impatto di Calciopoli, non solo disastrosa a livello sportivo ma anche letale sul piano economico.
Per quanto riguarda la classifica per campionati, è naturalmente in testa, con largo margine, la Premier League (1.090 milioni), seguita dalla nostra serie A (786 mln), poi la Liga (761 mln), la Bundesliga (596 mln) e la Ligue 1 (507 mln).

La maglia del Barça vale il doppio di quella delle italiane - Oltre ai diritti televisivi, un altro cespite di guadagno dei club è dato dagli sponsors che appaiono sulle maglie, sponsor ufficiale e sponsor tecnico. E uno studio del sito spagnolo Euros y Balones ha provato a quantificare gli introiti dei maggiori club europei. La graduatoria è capeggiata dal Barça, che peraltro da soli due anni ha il logo di uno sponsor commerciale sulla maglia, cosa sempre rifiutata nei precedenti 111 anni di vita del club. L'attuale sponsor è Qatar Foundation che contribuisce con 30 milioni di euro l'anno cui vanno ad aggiungersi i 33 dello sponsor tecnico (Nike), per un totale di 63 mln di euro; segue a ruota, con 61 mln, il Real Madrid (38 mln da Bwin e 23 da Adidas), poi, appaiate a 56 mln Manchester United (25 da Aon e 31 da Nike) e Liverpool (25 da Standard Chartered e 31 da Warrior); seguono Bayern a 50 (23 da Deutsch Telekom e 27 da Adidas), Chelsea (18 da Samsung e25 da Adidas). Lontane le italiane, capeggiate dall'Inter con 30 milioni di euro (12 da Pirelli e 18 da Nike), poi il Milan con 27 (12 da Emirates e 15 da Nike) e al terzo posto in Italia la Juventus con 25 mln (12 da Jeep e 13 da Nike).

Quagliarella: A Monaco vorrei segnare uno dei miei goal un po' folli - La lotta per un posto nell'attacco della Juve è sempre apertissima, il solo Vucinic parte un po' avanti agli altri. Quagliarella ultimamente è rimasto un po' in disparte, ma ora per il finale convulso di stagione si candida; e non nasconde che gli piacerebbe lasciare una sua (seconda) impronta sull'avventura della Juve in Champions League: "Sarà una sfida stupenda, loro hanno grandi campioni in attacco e la nostra difesa dovrà fare ancora gli straordinari - ha detto a Juventus Channel - È importante avere il ritorno in casa, ma fondamentale sarà anche la prima a Monaco di Baviera. Andremo là a giocarcela, come abbiamo fatto ovunque, cercando di fare gol. Ovviamente mi piacerebbe poter essere io a segnare, ma ciò che conta è che la squadra possa fare risultato". Già gli piacerebbe segnare uno dei suoi goal, quasi mai banali; ed è lui stesso a spiegare che in essi "c'è molto istinto e un po' di follia. Io in campo sono molto folle, a volte so che posso andare incontro a brutte figure o a critiche però non mi è mai interessato quel che pensano gli altri nei momenti in cui faccio un determinato gesto perché so che se va dentro come dico io mi tolgo delle belle soddisfazioni".

Matri: Inter o Bayern? Non scelgo, vorrei giocarle entrambe - Sentito a margine di un evento Adidas Alessandro Matri così ha inquadrato il momento bianconero : "Mentalmente e fisicamente stiamo bene, quindi prepareremo al meglio queste due partite; abbiamo questa settimana per preparare la partita con l'Inter, che è molto importante; dopo l'Inter penseremo al Bayern. Sappiamo l'importanza di entrambi gli incontri, ed è giusto che ora l'importanza massima è del primo che viene, perché è giusto che sia così e vogliamo dare un segnale forte al campionato. Poi penseremo al Bayern, una partita straimportante". Su quale delle due vorrebbe giocare non ha dubbi: "Io spero di giocarle tutte e due, poi vedremo cosa deciderà il mister". Quella col Bayern sarà una finale anticipata? "Può essere, sono due Società prestigiose, conosciute in tutto il mondo, che han vinto tanto. Però in lizza ci sono anche altre squadre di altrettanto livello". Un pensierino sulla Nazionale: "Dispiace sempre non esserci, andare in Nazionale è il sogno e l'obiettivo di chiunque, quindi io lavoro per andarci".

Pogba potrebbe assaggiare anche la Spagna - L'ottima prova di Pogba contro la Georgia sta facendo riflettere Didier Descahamps di lanciare Pogba, e anche il suo coetaneo Varane (difensore del Real Madrid), anche nell'importantissima sfida di martedì contro la Spagna, anch'essa valida per le qualificazioni ai Mondiali 2014: "Perchè non schierarli ancora dall'inizio? - ha spiegato Deschamps - Io non faccio distinzioni in base all'età; entrambi giocano partite ad alto livello, ogni tre o quattro giorni, in squadre importanti. Sarà una gara al livello di una finale di Champions perché avremo di fronte le squadra più forte, ma questo vale anche per gli altri giocatori: loro due non hanno esperienza ma la loro giovinezza porta con sé entusiasmo e incoscienza e loro giocano liberi, è la forza della giovinezza. La cosa più importante per me è che si sono inseriti in un collettivo, hanno fatto buone cose. All'esordio non si può chiedere loro ciò che si chiede a chi ha 80 convocazioni alle spalle, ma io non avevo timori, le qualità che avevo potuto vedere con i rispettivi club e in allenamento le hanno confermate in gara".


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