Conte: Lo scudetto della ferocia. Gazzetta? E' tradizione più che traduzione.

News, 28 aprile 2013.

 

Conte in ritiro con 23 giocatori: mancano Isla e Anelka. Conte: Sarà, se sarà, lo scudetto della ferocia, della voglia, della determinazione e della continuità. Conte: Quello italiano resta un campionato difficile, anche se non possimo permetterci campioni da strapagare; ma la vera vergogna è la violenza. Moggi e gli arbitri: il problema della Gazzetta non era di traduzione, ma di tradizione. Oggi Barzagli festeggia la centesima presenza in maglia bianconera.

Conte ne convoca 23: fuori Isla e Anelka - Al termine della seduta di rifinitura Antonio Conte ha diramato l'elenco dei convocati per il derby: sono 23; rimangono fuori, oltre a Pepe, Anelka e Isla, quest'ultimo vittima di un affaticamento muscolare. Questo l'elenco completo: Buffon, Chiellini, Caceres, Pogba, Marchisio, Vucinic, De Ceglie, Giovinco, Peluso, Barzagli, Bendtner, Bonucci, Padoin, Pirlo, Asamoah, Vidal, Giaccherini, Lichtsteiner, Quagliarella, Storari, Matri, Rubinho, Marrone.

Conte: Sarà, se sarà, lo scudetto della ferocia e della determinazione - "Lo definirei... sicuramente per noi straordinario. Straordinario perché non è facile rivincere, non è facile rivincere quando parti comunque con i favori del pronostico, visto che hai lo Scudetto sulla maglia. non è facile vincere in Italia per la seconda volta consecutiva. Penso che sicuramente sia lo Scudetto, se sarà Scudetto, perché qua parliamo sempre di se ed io quando metto il se non mi piace, perché è sempre qualcosa di ipotetico, sarà lo Scudetto della ferocia, della voglia, della determinazione, della continuità, tutte cose che sicuramente in questo momento abbiamo dimostrato di avere in più rispetto agli altri". Così Antonio Conte in conferenza stampa ha definito lo scudetto che i bianconeri si apprestano a vincere, non domani (adesso, dopo la vittoria del Napoli a Pescara, lo sappiamo), ma magari una data fausta come il 5 maggio: e in effetti la ferocia, intesa come cattiveria agonistica (quella che spesso Pogba ha ricordato che Conte gli raccomandava), unita alla determinazione e alla continuità (probabilmente la caratteristica principale mancata a tutte le altre contendenti, che hanno avuto blackout più o meno lunghi), è stata uno dei fattori che hanno consentito alla Juve di ripetersi, impresa che Conte ha sempre definito molto ardua.
E continua a pensarla così: "Sicuramente, sicuramente, nel senso che noi, forse, vinciamo il secondo scudetto quest'anno, in due anni, e sicuramente abbiamo fatto un percorso straordinario, abbiamo fatto un qualcosa di veramente, se accadrà, di meraviglioso in brevissimo tempo. E' inevitabile che bisognerà migliorare. Quindi ci aspettiamo i miglioramenti".
Ecco, Conte guarda già avanti, lui vive in un'ottica di miglioramento e non vuol guardare indietro; per questo, c'era da scommetterci, l'ultimo a 'consolarsi' delle sconfitte e dell'eliminazione ad opera del Bayern alla luce della forza dimostrata dai tedeschi contro il Barça è proprio Antonio Conte: "La partita di martedì del Bayern contro il Barcellona, ha confermato sicuramente la forza di questa squadra che non a caso ho definito una squadra molto molto forte. Però dico anche che la partita del Bayern con il Barcellona non ci deve consolare. Non ci dobbiamo consolare guardando il basso, noi dobbiamo concentrarci guardando in alto e quindi non ci deve assolutamente consolare, perché siamo la Juve e dobbiamo guardare verso l'alto. Abbiamo capito qual è la nostra dimensione, però dobbiamo migliorare, questo è fuori dubbio. Il derby è sempre una partita importante, è sempre una stracittadina tra due squadre della città che penso giochino entrambe un calcio propositivo, un calcio fatto di possesso e di idee. Sono sempre partite molto particolari. Ne ricordo due in particolare: quando noi vincemmo lo Scudetto e il Toro retrocesse, le perdemmo tutte e due. Quindi bisogna tenere le antenne dritte perché i valori sulla carta non contano e siamo ad un punto del campionato in cui i punti sono importanti per noi, sono importanti per il Torino, così come mi auguro che alla fine sia la Juventus che il Toro possano centrare i propri obiettivi".
E, così siccome suole, non risponde a domande sul calciomercato: "Ma questo non lo so, per le domande di mercato, ribadisco sempre il discorso che ho fatto in precedenza, grandissimo rispetto per questi ragazzi, penso che queste domande debbano essere fatte al Direttore, a Marotta, alla società, non al sottoscritto".

Conte e il calcio italiano - In conferenza stampa ad Antonio Conte sono state riportate le parole di Andrea Agnelli nell'intervista rilasciata al Financial Times, in cui il campionato italiano era descritto come un torneo che aveva perso il suo appeal di meta agognata dei grandi campioni, per diventare un luogo di transito, quasi un trampolino di lancio verso Leghe più remunerative; e Conte condivide per quanto riguarda l'aspetto economico, anche se osserva che non per questo il nostro è diventato un campionato più facile e meno combattuto: "Ci tengo a precisare una cosa: che può essere un punto di non arrivare da parte dei campioni, però ribadisco che il nostro è un campionato molto molto difficile da giocare, da vincere e questo ci tengo a sottolinearlo, perché il campionato italiano resta tra i più difficili in assoluto, a differenza di quelli stranieri. Per quello che riguarda il discorso dei top players, è inevitabile che i calciatori bravi vadano dove vengono pagati, non dico il giusto, però dove vengono strapagati. In questo momento in Italia ci sono poche squadre, forse nessuna che può permettersi di pagare 8-9-10 milioni a un giocatore".
Oltre alla povertà di risorse un altro male di casa nostra è quello delle violenze tra tifosi, un argomento che i giornalisti gli hanno proposto chiedendogli di prospettarsi cosa sarebbe potuto accadere (e che ormai sappiamo non accadrà) nell'eventualità che la Juve avesse conquistato la scudetto proprio in virtù di una vittoria contro il Torino; un tema su cui Conte è molto sensibile, visti certi fatti recenti: "Io penso che già il fatto stesso che ci poniamo questo problema... cioè, ci dovremmo guardare tutti e vergognarci, perché pensare che una partita di calcio deve essere oggetto di scontri tra tifosi secondo me è una vergogna. Già il fatto stesso che noi ci poniamo la domanda, ci deve far capire dove viviamo e come viene vissuto il calcio in Italia. Lo dico da un po' di tempo, che dove andiamo andiamo veniamo sempre accolti con bastonate, pietre, insulti, dappertutto, e continuiamo a porci queste domande, se una squadra in caso di vittoria dello Scudetto.... ci dobbiamo preoccupare degli scontri tra tifosi. Mah..."
Video della conferenza stampa di Antonio Conte (da Superfly, TifosiBianconeri.com).

Moggi e gli arbitri: per la Gazzetta non era un problema di traduzione - Della distorsione di senso del punto in cui nell'intervista di Agnelli a Kuper (per il Financial Times) si parlava di Calciopoli, quando 'Moggi was phoning referees' bosses' = 'Moggi telefonava ai capi degli arbitri' era divenuto nelle traduzioni 'Moggi telefonava agli arbitri', con un Agnelli che in risposta avallava l'affermazione, correttamente intesa in inglese, abbiamo detto. Avevamo ipotizzato un errore di traduzione, influenzato dal sentimento popolare calciopolaro, e trasmessosi come un virus da un media all'altro; poi la notizia del tarocco aveva fatto il giro del web, poi forse alcune redazioni hanno avuto l'accortezza, diremmo anche l'onestà intellettuale e l'etica giornalistica, di controllare il documento originale; e alcuni quotidiani (due esempi: Tuttosport e Corriere dello Sport) nell'edizione cartacea di ieri avevano corretto la traduzione, riportandola al suo senso autentico. Non così la Gazzetta che, imperterrita, riportava il testo in salsa calciopolara, con un Moggi che telefonava agli arbitri; eppure l'articolo era del corrispondente da Londra, Stefano Boldrini, che l'inglese doveva conoscerlo bene per forza. Come poteva essere caduto in un simile errore? Poi abbiamo capito: non era questione di traduzione, ma di tradizione, di salvaguardare la tradizione orientante della rosea, una mission tanto cara da tempo al direttore Andrea Monti; la prova arrivava consultando il sito gazzetta.it nella sua versione inglese dove era bellamente scritto: 'Moggi was telephoning the referees' (tagliando 'bosses', poi miracolosamente rimaterializzatosi in serata).

Barzagli: saranno 100 - Per Barzagli quella di oggi rimarrà comunque una giornata speciale, non ancora quella della festa scudetto, ma quella in cui si celebrerà la sua centesima presenza in maglia bianconera: cento presenze tutte sul pezzo, nelle quali ha messo in luce tutte le sue doti: attenzione, senso della posizione, scelta di tempo e contrasti rocciosi; arrivato dal Wolfsburg per 300.000 euro, è ormai l'intoccabile punto di riferimento della difesa bianconera.


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