Marotta: In Conte c'è apprensione per il futuro. Meggiorini impunito: manca la prova.

News, 9 maggio 2013.

Marotta: "Forse c' è anche una preoccupazione eccessiva da parte dell'allenatore, che è quella di confermarsi, perché nella vita è facile arrivare, difficile mantenersi; credo che la sua sia più una giusta apprensione per quello che può essere il futuro". A Sky Calcio Show fanno gli indispettiti e gli scortesi: volevano Conte ai microfoni, Alessio non interessa. Alessio in conferenza stampa: Vogliamo battere il record di Capello. Matri: Bisogna dare merito a chi c'è e sta giocando per vincere; voglio continuare ad essere uno di questo reparto d'attacco che punta a vincere. Meggiorni impunito per l'insulto a Pogba: "il giudizio di colpevolezza non può fondarsi su materiale probatorio che consenta la prospettazione, sia pure meramente marginale, di ipotesi alternative". Per Pirlo un giallo che gli farà saltare il Cagliari. Ferguson annuncia il ritiro.


Marotta: C'è in Conte una preoccupazione forse eccessiva di doversi confermare - Nell'intervista del prepartita la curiosità dello studio era tutta rivolta all'incontro tra Conte e la Società, di cui tanto si è parlato in questi ultimi giorni: "Non c'è in calendario nessun incontro già prestabilito - ha detto Marotta - Questo avverrà sicuramente, come avverranno altri incontri in altri club con i rispettivi allenatori. Sono dinamiche del nostro calcio: al termine del campionato fare un consuntivo di quella che è stata la stagione e cercare di impostare anche strategie per la nuova stagione. Quindi questa sarà una cosa che assolutamente faremo al più presto".
A questo punto Giorgio Porrà ha citato alcune parole estrapolate dalla recente intervista di Conte alla Gazzetta ("Se hai un allenatore che ha una precisa organizzazione di gioco, non si può escluderlo dalle scelte tecniche"), ritenendolo un segnale chiaro rivolto a Società e proprietà della sua esigenza di sentirsi più coinvolto e partecipe, di avere cioè un ruolo alla Ferguson o alla Wenger: "Ma è anche quello che noi abbiamo sempre fatto - ha ribattuto Marotta - Io credo che una società non possa comprare un giocatore senza avere comunque un confronto con il proprio allenatore, di qualsiasi categoria si parli, perché evidentemente l'allenatore poi esprime anche un modello tattico e quindi esprime anche dei concetti, dei profili di giocatori che la società deve cercare di acquistare. Quindi è scontato che il confronto ci debba essere, ma questa è una dinamica che credo facente parte di un modello giusto di una società di calcio".
Perché Conte dice quelle parole? "Credo siano parole ricorrenti in questo momento, anche in tanti altri allenatori. E' chiaro che noi abbiamo un po' anticipato quelli che erano i programmi della società, quindi il timore che forse è anche una preoccupazione eccessiva da parte dell'allenatore è quella di confermarsi, perché nella vita è facile arrivare, difficile mantenersi. Assolutamente credo che la sua sia più una giusta apprensione per quello che può essere il futuro, ma con uno spirito di grande coscienza e di grande rispetto verso se stesso e verso la società. Se parliamo di preoccupazione, ben vengano questi tipi di preoccupazioni. Sono le stesse che abbiamo noi come dirigenza, dal presidente, a me, ai miei collaboratori. Quindi è scontato che le aspettative diventano sempre più importanti, più grandi, ed è chiaro che la fatica aumenta. E nella fatica c'è anche quello di analizzare in modo molto preciso quelle che sono le componenti tecniche, agonistiche, tattiche di questo gruppo".

Alessio presenza poco gradita a Sky Calcio Show - Come nella conferenza stampa pre-Atalanta, come in campo nella partita contro gli uomini di Colantuono, Conte ha dato spazio alle seconde linee, come lui stesso aveva preannunciato, per dare spazio e visibilità a chi ha devotamente collaborato con lui per tutta la stagione senza godere delle luci della ribalta. La prima domanda della D'Amico, rivolta addirittura a Giovanni Guardalà prima ancora che allo stesso Alessio, ha riguardato i motivi della mancata presenza di Conte (D'Amico: "la domanda sorge spontanea"); ha risposto Alessio: "Come ieri ha lasciato spazio a me e a Carrera, anche stasera ritiene opportuno farlo". Alessio, stimolato da Guardalà, ha quindi spiegato le motivazioni che Conte ha saputo infondere ai suoi in una partita a scudetto già acquisito: "Motivazioni? Cercheremo in tutti i modi di battere il record di punti di Capello. Siamo riusciti nell'intento di vincere questa partita molto difficile con solo Chiellini e Pirlo come titolari in campo, merito di questi ragazzi che si allenano sempre bene e si fanno trovare pronti all'impegno. Questo è un gruppo formidabile che sin dal primo giorno di ritiro di due anni fa si è messo a disposizione, ha capito la cultura del lavoro che paga sempre. Farsi trovare pronti non è facile, non è facile venire qui a vincere contro un'Atalanta che lottava ancora per non retrocedere".
A questo punto dallo studio interveniva Massimo Mauro, a mettere in dubbio la primitiva spiegazione dell'assenza di Conte, insistendo con Guardalà: "Ma tu sai il vero motivo per cui Conte non è venuto? C'entra la discussione con i tifosi (in realtà si riferisce al momento in cui Conte si è rivolto ai tifosi, impegnati in una lancio incrociato di fumogeni e oggetti vari con i tifosi atalantini, un deplorevole 'spettacolo' che ha provocato una temporanea sospensione dell'incontro) per cui Conte non è venuto? Oppure sono altri i motivi? Diniego netto di Guardalà e risposta di Alessio: "No no, assolutamente. Era una cosa già programmata".
Interveniva la D'Amico insinuando: "E' curioso che proprio oggi... dopo le dichiarazioni di ieri sulla Gazzetta da parte di Conte riguardo il futuro, il presente e la sua permanenza.... Ci viene in mente, citando Andreotti, che a pensar male si fa peccato, ovvero che la posizione rimane in sospeso e non chiarita... si potrebbe pensare che non voglia precisare alcune cose perché la sua posizione al momento di chi dice delle cose e poi non vuole precisarle".
Ma Alessio è stato chiaro: "L'appuntamento con la società è fissato per la prossima settimana, non ha quindi motivo alcuno per non rispondere e venire in conferenza".
Insisteva Giorgio Porrà: "Siamo un po' in imbarazzo, non voglio insistere nel solco già tracciato...". E poi Massimo Mauro: "A me dispiace però poi non è che posso fare altro". Porrà: "Con un futuro importante alle porte il nostro interlocutore più adatto sarebbe stato Conte". Evidentemente il tema di cui volevano parlare non era la partita...
Prima di congedare Alessio si è sottolineata la volontà feroce mostrata anche oggi dalla Juve; dopo che Agnelli ha detto che la A è un campionato di transito per gli stranieri, la Juve sembra imporsi in modo diverso; ha ricementato la sua cedibilità internazionale: non può rappresentare un punto di arrivo? "Semmai un punto di partenza - ha osservato Alessio - Abbiamo fatto cose straordinarie finora. Per continuare a crescere e a migliorarci dobbiamo continuare a lavorare, ci vorrà tempo, abbiamo capito la nostra giusta dimensione in Europa, ma dobbiamo cercare di progredire in tutti i modi".
Video dell'intervista Sky ad Angelo Alessio (da Superfly, TifosiBianconeri.com).

Alessio in conferenza stampa: Vogliamo battere il record di Capello - Conferenza stampa lampo da parte di Alessio; durata: un minuto all'incirca. L'argomento è stato l'atteggiamento e lo spirito che informerà la Juve in questo finale di campionato: "Le partite da qui alla fine saranno affrontate sempre in questo modo. Vogliamo battere il record di Capello, nonostante avessimo in campo solo Pirlo e Chiellini; è la dimostrazione che questa squadra si allena sempre bene, come ha dimostrato non solo stasera ma per tutto l'arco del campionato. Abbiamo questa ambizione e ci proveremo nelle restanti partite. Le condizioni di Buffon? Credo che dovrebbe esserci per sabato".
Video della conferenza stampa di Angelo Alessio e della sua intervista a Juventus Channel (da Superfly, TifosiBianconeri.com)
Video dell'intervista di Angelo Alessio a Mediaset Premium (da Superfly, TifosiBianconeri.com).

Matri vuole restare: Io voglio essere uno di questo reparto d'attacco che punta a vincere - Alessandro Matri è contento per la vittoria e anche per il bel goal segnato; e rivendica i meriti suoi e degli attaccanti della Juve in genere, loro che, da mesi offuscati dal miraggio del mitico top player che deve arrivare, hanno portato la Juve a vincere due scudetti: "La ricerca del top player ha cancellato il lavoro di noi attaccanti non considerati cosiddetti top players; se c'è Ibrahimovic sono il primo a dire che è più forte di me, non ho vergogna a dirlo, però dopo due settimi posti direi di dare anche merito a chi c'è, a chi ha vinto e a chi sta giocando per vincere". Il suo futuro? Lui vorrebbe rimanere: "Qualcuno andrà via... Llorente lo hanno già preso. Poi comunque si parlerà con la Società, che per il momento non mi ha mai detto niente e io alla Società non ho mai chiesto niente. Sono solo grato a questa Società, ho un ottimo rapporto col presidente; se un giorno sarò un problema per loro, ci sarà modo di parlare; ma non penso di essere un problema e io voglio essere uno di questo reparto d'attacco che punta a vincere".
Video dell'intervista Sky ad Alessandro Matri (da Superfly, TifosiBianconeri.com)
Video dell'intervista di Matri a Juventus Channel (da Superfly, TifosiBianconeri.com)
Video dell'intervista di Giaccherini a Mediaset Premium (da Superfly, TifosiBianconeri.com)


Il Giudice Sportivo decide di assolvere Meggiorini - Così il Giudice Sportivo in merito all'affaire Meggiorini-Pogba: "Il Giudice sportivo, premesso che: i collaboratori della Procura federale, nella rituale relazione concernente la gara di cui all'epigrafe, segnalavano che, alla fine del primo tempo, mentre i calciatori facevano rientro negli spogliatoi in un'atmosfera concitata, avevano colto un colloquio tra i sigg. Marotta e Lombardo, dirigenti della Soc. Juventus, ed il sig. Longo, dirigente della Soc. Torino, nel corso del quale l'AD juventino aveva dichiarato “deduco che gli abbia detto negro di m…., altrimenti Pogba non si sarebbe incazzato”, con immediata replica da parte del segretario generale della società granata “gli ha detto solo pezzo di m….”; poco dopo, avevano notato il calciatore Meggiorini stazionare innanzi alla porta dello spogliatoio arbitrale e lo avevano quindi accompagnato all'interno ove costui, rivolgendosi al Direttore di gara, dichiarava “mi hanno detto che devo chiedere scusa, ma io non chiedo scusa a nessuno in quanto l'ho offeso, ma non in modo razzista”, venendo quindi invitato ad allontanarsi; questo Ufficio (C.U. n.100 del 29 aprile 2013) disponeva la trasmissione degli atti al Procuratore federale onde esperire gli opportuni accertamenti sulle circostanze segnalate; con e-mail del 6 Maggio 2013, il Procuratore federale trasmetteva a questo Ufficio l'esito degli accertamenti effettuati, particolarmente apprezzabili per la loro completezza e concretatisi nell'assunzione a verbale di numerosi calciatori (Pogba, Chiellini, Lichtsteiner, Meggiorini, Glik, Menga e D'Ambrosio), di alcuni dirigenti (Marotta, Lombardo, Fabris e Longo), del tecnico Ventura e degli arbitri Bergonzi e Giannoccaro;
osserva:
il pur ingente materiale probatorio acquisito non consente di esprimere un giudizio certo, nell'esclusione di ogni ragionevole dubbio, in merito alla connotazione razzista di un insulto, asseritamente indirizzato dal Meggiorini al Pogba. E' pacifico, infatti, che al 43' del primo tempo, mentre la squadra granata si apprestava a battere un calcio d'angolo, nell'affollata area di rigore bianconera ebbe inizio una concitata discussione tra alcuni calciatori di entrambe le compagini. Le immagini televisive, visionate dai collaboratori della Procura federale, ritraggono, tra l'altro, Lichsteiner che punta un dito verso Meggiorini e costui che muove un dito in segno di negazione; Pogba che cerca di allontanare Lichtsteiner; Chiellini che punta a sua volta un dito su Meggiorni, mentre Glik e D'Ambrosio si frappongono per separare i contendenti; l'Arbitro che pone fine alla concitazione ammonendo Lichtsteiner e Meggiorini. E' altrettanto pacifico che pochi minuti dopo, al rientro negli spogliatoi per l'intervallo, l'atmosfera non si era affatto rasserenata, come comprovato dagli episodi segnalati dai collaboratori della Procura federale, ma non parimenti pacifica è l'individuazione delle esatte parole rivolte dal Maggiorini al Pogba, da cui dipende la configurabilità, o meno, di una responsabilità ex art. 19, n.2 CGS, dalle conseguenze sanzionatorie particolarmente afflittive. Dalle varie dichiarazioni rilasciate ai collaboratori della Procura federale emerge, infatti, una sorta di variegata rassegna di turpiloquio calcistico. Per il giovane calciatore juventino (francofono, assunto a verbale con l'assistenza di un interprete, dichiaratosi comunque in grado di comprendere la lingua italiana) l'insulto rivoltogli da Meggiorini fu “c…. di negro”, e tale precisazione ha trovato puntuale riscontro nelle dichiarazioni del compagno di squadra Lichsteiner, ma Chiellini, altro compagno di squadra, ha dichiarato di aver chiaramente udito da breve distanza le parole “pezzo di negro”; Meggiorini ha dichiarato di aver rivolto all'antagonista, che lo tratteneva con entrambe le mani, l'espressione ingiuriosa “lasciami, pezzo di m….”, a cui il Pogba replicava con le parole “vaffa….. figlio di p…….”; i calciatori granata Glik e D'Ambrosio hanno dichiarato di aver udito da breve distanza il compagno di squadra pronunciare le parole “pezzo di m….”, ma il secondo di costoro ha precisato che la replica di Pogba fu espressa in lingua francese; il calciatore granata Menga, non schierato in campo, ha dichiarato di aver avvicinato al rientro negli spogliatoi Pogba, al quale è legato da vincoli di amicizia e accomunato dall'origine africana e dalla lingua francese, per chiedergli ragione della sua agitazione, ed il calciatore juventino gli aveva risposto, in francese, che Meggiorini lo aveva ingiuriato con le parole “cette m….” (“questa m…..”). In merito alla connotazione razzista, o meno, dell’insulto ricevuto dal Pogba sussiste, per tanto, una palese contraddittorietà tra le dichiarazioni rese da coloro che furono in grado di percepire le parole pronunciate dai protagonisti, non sanabile dalle dichiarazioni di coloro che intervennero nei momenti successivi, con varie modalità ed intenti. Una contraddittorietà presumibilmente riconducibile, almeno in parte, all'istintiva solidarietà che unisce i compagni di squadra, senza poter escludere che le infuocate condizioni ambientali, che caratterizzano ogni derby, abbiano condizionato l’esatta percezione delle parole effettivamente pronunciate in un contesto di elevato impegno agonistico. E' sintomatico, sotto quest'ultimo profilo, che l'Arbitro abbia dichiarato che il fragore proveniente dagli spalti e le varie voci dei calciatori, oltre all'auricolare in funzione, non gli abbiano consentito di cogliere, nonostante la favorevole posizione, le parole che avevano determinato quel parapiglia conclusosi con l'ammonizione di Meggiorni e Lichsteiner. E poiché il giudizio di colpevolezza non può fondarsi su materiale probatorio che consenta la prospettazione, sia pure meramente marginale, di ipotesi alternative, P.Q.M.
delibera di non adottare alcun provvedimento sanzionatorio in ordine alle circostanze segnalate dal Procuratore federale. Il Giudice Sportivo: dott. Gianpaolo Tosel".
Un altro esempio di 'giustizia domestica', in cui giudice Tosel, tra due 'verità' in definitiva sceglie quella dei torinisti, veri e degni eredi della credibilità del Pippo di palazziana memoria, sbugiardando contemporaneamente i bianconeri che hanno udito la parola 'negro'. La giustificazione finale di Tosel infatti, alla luce di quelli che sono i criteri seguiti dalla giustizia sportiva, appare più che altro un'arrampicata sui vetri. Se infatti 'il giudizio di colpevolezza non può fondarsi su materiale probatorio che consenta la prospettazione, sia pure meramente marginale, di ipotesi alternative', nessuno si spiega come e perché in estate Antonio Conte sia stato condannato non per la mancanza di ipotesi alternative, ma solo in base ad una soggettiva opinione di maggior plausibilità del fatto che sapesse quanto una mela marcia con l'aureola del pentimento stesse combinando nel chiuso dello spogliatoio: altro che oltre ragionevole dubbio. Disse bene Conte e lo si può ripetere adesso: "Agghiacciante!"

Un giallo pesante per Pirlo - Andrea Pirlo era diffidato e ieri sera a Bergamo ha rimediato un ulteriore giallo per una trattenuta su Cigarini per bloccare una ripartenza dell'Atalanta; sarà dunque squalificato per Juventus-Cagliari in programma sabato pomeriggio alle ore 18.00 allo Juventus Stadium.

Ferguson lascia - "La Juventus è stata un esempio per il mio Manchester United. Facevo vedere ai miei giocatori le videocassette della squadra di Lippi e dicevo: non guardate la tattica o la tecnica, quella ce l'abbiamo anche noi, voi dovete imparare ad avere quella voglia di vincere". Sono parole di sir Alex Ferguson, uno che per il mondo del calcio e per la Juve è sempre stato un punto di riferimento per la sua professionalità, la sua sportività e anche per la fedeltà al suo club, che lascia dopo 26 anni, nei quali il Manchester United ha conquistato 13 dei suoi 20 titoli nazionali. E la Juventus gli ha dato il suo "In bocca al lupo" dal sito ufficiale.


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