Falso in bilancio: milanesi prosciolte. Il fatto non costituisce reato

Il Giudice dell'udienza preliminare di Milano, Paola Di Lorenzo, ha prosciolto Adriano Galliani, AD del Milan, Rinaldo Ghelfi, vicepresidente dell'Inter, e Mauro Gambaro, ex dirigente nerazzurro, accusati dalla Procura di Milano di falso in bilancio. Il giudice ha anche prosciolto le due società, accusate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa.
L'inchiesta, condotta dal pm Carlo Nocerino, riguardava i presunti falsi in bilancio relativi agli anni 2003-2004 e l'accusa era quella di aver violato in quel biennio, con le cosiddette plusvalenze, la legge 231 sui bilanci. Il pm Carlo Nocerino aveva chiesto per questo il rinvio a giudizio per i dirigenti e i due club.
La formula con cui questa mattina Galliani, Ghelfi e Gambaro sono stati prosciolti è "perché il fatto non costituisce reato" e non, come si era saputo in un primo momento, perché il fatto non sussiste. Questo in base alla nuova legge sul falso in bilancio, che prevede il dolo specifico, dolo che in questo caso non è stato riscontrato. Infatti nel suo provvedimento il gup "dichiara non luogo a procedere nei confronti degli imputati, in relazione a tutte le imputazioni a loro ascritte, perché il fatto non costituisce reato". Inoltre il giudice ha dichiarato il "non luogo a procedere" nei confronti delle società rossonera e nerazzurra, imputate in base alle legge 231, "in relazione alle imputazioni concernenti il bilancio al 30/6/2003 perché l'azione penale non poteva essere esercitata per essere il reato presupposto anteriormente prescritto". Il "non luogo a procedere" per Milan e Inter riguarda anche le "imputazioni concernenti i bilanci al 31/1/2003 e al 31/12/2004 perché il fatto non costituisce reato".
In parole povere "perché il fatto non costituisce reato" significa che il fatto imputato dal pm c'è ma non è perseguibile come reato perchè la nuova legge sul falso in bilancio non lo consente più, avendo introdotto il dolo specifico.

L'onorevole Alessandro Pignatiello ha così commentato la notizia: ''Oltre all'assoluzione al processo Sme Berlusconi porta a casa anche l'assoluzione per il Milan e per Adriano Galliani. Ecco a cosa servivano le leggi ad personam. Ora che stravolgono anche il calcio, la gente forse ne avrà una maggiore consapevolezza''.

Questo però riguarda l'aspetto penale della vicenda. Per la Giustizia Sportiva nulla è cambiato e si attendono comunque le decisioni di Palazzi. Su questa vicenda, quella delle plusvalenze, la Figc aveva da tempo aperto un'inchiesta, che la stampa sostiene sia conclusa da un bel po'. Da oltre venti giorni Fulvio Bianchi, su Repubblica.it, scrive che "i deferimenti sono prossimi" anche se, come se ne conoscesse già il contenuto per una fuga di notizie che sarebbe grave, scrive che Inter e Milan sarebbero state deferite solo per violazione dell'Articolo 1 (quello della "slealtà"), visto che i due club non avrebbero utilizzato le plusvalenze fittizie per iscriversi irregolarmente al campionato (cosa che invece sosteneva il pm di Milano, con la consulenza della Covisoc, per quanto riguardava l'Inter).
Il Superprocuratore viene dato per guarito dal malore che lo aveva colpito la settimana scorsa. Malore o meno non possiamo non notare un Palazzi che per il caso Bilanciopoli ha pazientemente atteso, per un anno, il giudizio della giustizia ordinaria, non come nel 2006 quando tutti i giornalisti zittivano chi sollevava dubbi giuridici su calciopoli con la formula magica : "Ma si sa che la giustizia sportiva è per sua natura veloce e sommaria".
Cosa farà ora Palazzi? Firmerà i deferimenti come scrivevano Bianchi e la stessa Gazzetta, di solito ben informata, che prevedevano, però, una semplice multa?

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