Da Moggi a mogi

seccoLa differenza tra la Juventus a schermo piatto e la Juventus sul campo è ormai evidente sia a chi la vede solo in televisione, sia chi va in gradinata e in trasferta. E' quasi più netta della differenza tra la Juventus a 3 stelle e quella dei 27 scudetti. E' ormai avviata la convergenza, sia sugli spalti che in poltrona, tra Juventiniveri e tutti quelli che pensano di esserlo, tra gli Juventini da tastiera e quelli senza voce, tra chi sorride per disperazione e chi sorride amaro.

La nostra amata dirigenza sta riuscendo nell'impresa di ricompattare il popolo bianconero, cominciamo a ringraziarla, tutti assieme, per aver fatto finalmente qualcosa da Juventini.

Diciamolo chiaramente: il piano quinquennale è fallito nel suo punto cardine, la simpatia, ma anche la trasparenza non va meglio.

Reimpostare l'etica, l'integrità e la moralità dello stile Juventus sgambettando da dietro non è certo un buon inizio, nemmeno se lo si fa da seduti e con i piedi fermi sotto ad un tavolo di rovere. Tantomeno si prosegue meglio, con la voce calma ed impostata, ma soprattutto se i sorrisi sono la conseguenza dell'esserci riusciti.

Se non l'avete ancora capito, ve lo spiego più chiaramente, Genova è sempre Genova, ed i Genoani sono gli stessi, così come lo sono i Napoletani, i Bolognesi, i Fiorentini ed i milanesi tutti. Solo l'ingenuità di Manager da scrivania, solo l'inadeguatezza da Dirigenti di riserva poteva far pensare di cambiare la percezione radicata da oltre cent'anni di storia ed altrettanti di spot anti-Juventus.

Vinti e derisi, molli ed incapaci, insultati come e più di prima. Cosa volete insegnarci ancora?
Per Voi che non c'eravate, ieri Genova era identica a 5 anni fa, la lanterna, la sopraelevata e l'entrata del Pullman della Juventus a Marassi. Sputi, insulti e parolacce anche a Voi, simpatici dirigenti forse per ricordarvi che ve li meritate, perché Juventini ormai lo siete, per fede o per contratto che sia.

Quindi o lo siete fino in fondo, come siamo abituati, da sempre, oppure, senza rancore, ognuno per la propria strada, leggasi fuori dalle palle.

Io voglio tornare a sorridere come facevo prima!