Signora o befana?

tifosiBefana. Befana. Senza se e senza ma. Il succo è questo.
Una Juventus così inguardabile non si vedeva da almeno…
Da almeno…
Vediamo se riesco a ricordarmene qualcuna nel passato pre-Triade.
Dunque.
Così…
Ad occhio e croce…
Da almeno…
All’incirca…
Da almeno…
Sì, ho trovato.
Da almeno due settimane.
Il progetto di Blòn prosegue tranquillo e sereno.
Il piano B funziona bene almeno dal 2004, e dall’11 maggio 2005 ne fa parte anche il buòn Blòn, quindi è bene che gli Juventini la smettano di parlare a sproposito di progetto fallito.
Meglio di così non si poteva di certo fare. La Juve ha vinto fuori casa col Parma, 1-2, meno male.
Meno male perché questa partita col Parma, e tra le prossime quella col Chievo, la Juve le doveva/dovrà portare a casa.
I tre punti intendo.
Col Milan, col Napoli, ecc le cose saranno molto più complicate.
E allora ben vengano i tre punti. Almeno questo.
Sapete com’è che vanno certe cose… Non vorrei che il piano B venisse preso un po’ troppo alla lettera.
Esagerato dite? Lo so. Scherzo. Ma con questa gente bisogna stare attenti.
Andare in B per demeriti propri sarebbe altrettanto umiliante che andarci a seguito di una richiesta Zacconiana qualunque.
E, dunque, durante questa sporca annata qualche punticino lo porteremo a casa. Ci mancherebbe.
La Juve però, Befana è, e Befana rimane.
Senza gioco, senza idee, senza gruppo, senza campioni, senza trofei, senza obiettivi importanti, senza la volontà reale di raggiungere gli obiettivi minori.
Bettega è tornato, ha parlato con ogni singolo giocatore, sta lavorando per ricostruire la società che ormai non c’è più.
Gira a Vinovo con ago, filo e colla. Dialoga, cuce, ricuce, ripara, avvita, prova a tallonare la squadra anche nelle trasferte.
Il tuttofare insomma.
Peccato.
Nelle ultime settimane la Juve era il simbolo della libertà. A me piaceva quella impostazione.
Il club dovrebbe essere così.
Ognuno fa quello che vuole, dice quello che vuole, parla col giornalista che vuole, corre dove vuole, litiga con chi vuole, si mena con chi vuole, si contrappone al collega che vuole, e il club sembra la Jungla. Libera Jungla.
Ovviamente il mercato di gennaio sembra chiuso a prescindere, anche perché si possono vendere dei giovani interessanti, come ha fatto Blòn con Ariaudo, ma Tiaghettino-ino-ino nostro chi se lo comprerebbe mai?
Manco come soprammobile. Del resto pesa 75 Kg ed è alto 183 cm, non è una cosa che si può mettere sul comò come se niente fosse.
E con quello che costa...
Detto questo, ironia a parte, la dirigenza Juve sta tentando di venderlo, e fa bene.
Ci voleva Bettega per provarci seriamente.
Ma di puntellare la squadra? Non se ne parla neppure.
Ci sono anche notizie liete comunque.
Quello che c’è di buono è che la tifoseria ha le idee chiare.
Nei giorni scorsi un tifoso illustre, in un programma radiofonico, ha detto:

"Il nostro discorso parte dal famoso 1994, quando ai tempi era arrivato Giraudo, che noi avevamo contestato perché notoriamente è sempre stato un tifosissimo granata, antijuventino al massimo. Poi era arrivato Moggi, che all'epoca ci aveva fatto la guerra. E ce l'ha fatta poi anche nel 2003 quando siamo ritornati. Questo era il problema, Moggi ci aveva fatto la guerra, intendo a noi ultras. Nella gestione Moggi-Giraudo abbiamo vinto tutto, però a noi ci hanno massacrato, come ultras".

"Non c'è una contrapposizione, per il semplice fatto che il discorso di Moggi è assurdo. Nessun tifoso vorrebbe il ritorno di Moggi dopo tutto quello che è successo. Vero o non vero, qualcosa di sporco c'è stato. Non è stato bello quello che è accaduto. Poi se verrà assolto, non verrà assolto, queste sono cose che non ci riguardano. Vincere in quel modo, sai com'è, non è pulito fino in fondo. Uno come Moggi, dopo quello che ha fatto, io non lo rivorrei mai. Vorrei una figura come Moggi. Io mi ricordo che quando c'era lui non parlava nessuno, non usciva nessuna critica, non usciva nessun pettegolezzo, i giocatori arrivavano in ritardo di 5 minuti e stavano fuori e non si permettevano di parlare. Manca quel ruolo, che svolgeva Luciano Moggi".


Tutto a posto insomma. Il delirio prosegue.
Le plan B over and over again.
Ovviamente non è tanto Moggi il problema, vista l’età non rappresenterebbe ugualmente il futuro della Juventus.
Il problema è l’ottica con cui ci si pone di fronte a certe evidenze. E’ un fatto morale, etico, prima che di parrocchia.
Di fronte a certe dichiarazioni è meglio lasciar perdere.
La volete un'altra buonissima notizia? Eccovela.
L’Ing. Elkann procede da diverse settimane con la lettura del manuale del calcio perché, non sapendo esattamente cosa sia la Juventus, ha deciso di cominciare dalle basi.
Capito il gioco e le sue regole, capirà poi anche il campionato.
Capito il campionato, poi avrà anche un’idea un po’ più precisa di cos’è questo particolare asset ereditario.
Forse ce la farà, prima o poi (molto poi), a capire cos’è la Juventus.
E’ inutile spiegargli che è uno dei club più gloriosi della storia del calcio. Lasciamolo tranquillo, che cominci dalle cose semplici.
Delle volte, certi giorni, giorni in cui mi sento poco allegro, mi chiedo perché siamo tutti ancora qui.
Cosa ci facciamo ancora qui?
Perché dobbiamo/dovremmo ancora dare importanza ad una cosa come il calcio?
Questo calcio.
Il calcio delle mani nerazzurre invisibili, dei conflitti d'interesse, dei professionisti che pensano sempre e solo ai soldi.
Il calcio che non ha regole d’onore.
Il calcio delle guerre di potere.
Il calcio che persegue solo interessi privati.
E anche limitandoci a parlare bianconero, il panorama non è diverso.
Chi ha davvero interesse che la Juve ritorni ad essere tale?
L’Exor?
J. Elkann?
Blòn?
I giocatori?
I tifosi?
Ve lo dico io: nessuno di questi.
Forse solo alcuni sparuti tifosi, pochi pochi.
Qualche romantico.
Tutti gli altri navigano nelle acque oscure dando le colpe ad altri.
Forse dovremmo fare tutti una riflessione.
Dovremmo tutti metterci una mano sulla coscienza, dovremmo dare una gomitata sul muso alla Befana, dovremmo fregargli la scopa, e invece di provare a volare, dovremmo andare a scopare il mare.