Un Crazeology da Corso Agnelli

smile tristeLa Juve c’è.
Per l’ennesima volta, c’è.
Probabilmente potrà ottenere diversi trofei in questa stagione.
Mai si era vista una squadra così devastante, con un gioco così travolgente e avvolgente.
Il fatto che abbia inanellato una serie positiva da diverse settimane è persino imbarazzante per tutti gli avversari e per il campionato stesso.
Infatti il campionato è finito, non ce n’è più per nessuno.
Al primo minuto la prima occasione per la Roma, ma è solo una bugia.
Nella prima mezz'ora tante occasioni per entrambe le squadre, poi il predomino juventino si è fatto strada fino ad essere un concerto vero e proprio.
Sembrava un bombardamento della seconda guerra mondiale.
I fatti salienti.
Al 30’ cross di Grosso, colpo di testa di Amauri, gol nell’angolo basso.
Azione da manuale da far rivedere per anni e anni.
Da manuale del calcio.
38’ e 43’ due azioni ubriacanti di Diego, il quale duetta splendidamente con Amauri e mette a segno solo la seconda conclusione.
Iella ladra.
Nel secondo tempo non si è capito più nulla.
La Juve, ormai padrona del campo, degli spalti, degli spogliatoi, di corso Unione Sovietica, di Corso Agnelli, dei bar, dei porchettari, delle auto parcheggiate, ecc, confeziona un’azione dietro l’altra.
Sembrava il Brasile di quella famosa pubblicità girata in un aeroporto.
3’ punizione spettacolare di Diego a rientrare, gol da cineteca.
5’ Grygera, detto anche “tempesta nel deserto”, prende palla da Buffon e si reca nell’area avversaria con una velocità e una tecnica che lascia di stucco tutto lo stadio.
Dribbla praticamente mezza squadra avversaria e, appena entrato in area, finge di tirare un bolide mai visto.
A sorpresa però, tocca la palla sotto e tira fuori dal cilindro un pallonetto degno di Maradona.
Il portiere è fuori e la palla si dirige lemme lemme, dolce dolce, verso la porta avversaria.
Imprendibile per chiunque.
Ma, ad un certo punto, ad un punto certo, come in un romantico disegno scritto nella perfezione cosmica, come in un quaccheccossa che somiglia ad un romanzo dramma-thriller, una colomba bianca che volava sullo stadio tocca la palla in volo e dunque ne cambia la direzione.
La palla esce di lato davvero di un soffio, e la colomba bianca, (vola, colomba bianca, vola, diglielo tu che tornerò. Dille che non sarà più sola e che mai più la lascerò), evidentemente, torna verso la piccionaia.
Al 15’ azione corale degna di una pregevole esecuzione di un Carmina Burana (o sorte, come la luna mutevole, sempre cresci o decresci).
Fluida e aggressiva allo stesso tempo.
La palla arriva davanti alla porta avversaria come se l’avesse portata un cameriere su un vassoio.
Arriva tra i piedi di Amauri il quale la stoppa, palleggia, in stile Pelé realizza due sombreri a due difensori della Roma, e poi viene messo giù ferocemente da Mexès.
Incredibilmente, voi non ci crederete, è rigore.
Blòn protesta dalla tribuna in modo violentissimo, con il solito grandissimo carisma, il grido appare limpido anche ai telecronisti delle diverse testate giornalistiche presenti:
“Non è rigore! Non siamo mica l’Inter!”.
Del Piero sul dischetto: il tiro è fiacco, perché il pallone si è bucato.
E allora nuovamente sul dischetto: gol.
Tante altre azioni bellissime fino alla fine della gara, ma il risultato non cambia.

Pagellino:

Gigi Buffon: voto 8.1
Inoperoso per molto tempo, al punto che ad un certo punto ascoltava l’iPod.
Comunque ha parato tutto.

Zdenek Grygera: voto 8.52
Fantastico terzino.
Ha querelato la colomba, a breve la fissazione della prima udienza.

Fabio Grosso: voto 7.504
Grosso giocatore, non c’è che dire.
E poi essendo molto giovane potrà darci ancora tantissime soddisfazioni.
In piena forma. Wow!

Giorgio Chiellini: voto 29
Di solito sempre bene, ma in questa occasione appena appena sottotono.
Capita...

Nicola Legrottaglie: voto 9.333 (3 periodico)
Ci delizia da mesi. Che ve lo dico a fare…
Comunque quando ha raccolto una margherita sul campo e l'ha regalata ad una ragazza del pubblico mi sono commosso.

Claudio Marchisio: voto 29
Marchisio c’è. Come c’è il suo talento.
Decentrato a sinistra, se la cava in modo decente.
Non brilla particolarmente, ma sbaglia davvero poco.
Juventino, e questo qualche cosa ancora vuol dire.

Momo Sissoko: voto 29
Il migliore in campo.
Ce la mette sempre tutta. Ha grinta.
Anche quando è sottotono gioca da Juve (quella vera, e non quella dei trattori simpatici).
E’ come se sapesse quanto è grande il peso della maglia che indossa.
Gli voglio bene.

Hasan Salihamidzic: voto 7.99
Mizzega se mena.
E comunque è sempre determinante in tutte le azioni.
Quando comincia coi tunnel agli avversari e le rovesciate mi fa impazzire.

Diego: voto 9
Meno male che c’è lui…

Alex Del Piero: voto 29
Salva una prestazione molto sottotono con un gol da grande campione.
Juventino, e questo qualche cosa ancora vuol dire.

Amauri: voto 14.54321
Si butta su ogni palla come un avvoltoio.
E' appena tornato, questo è vero, ma senza di lui non si può stare.
D'ora in poi divieto assoluto di crociere.

Antonio Candreva: senza voto
Entra nel finale, ingiudicabile.

Michele Paolucci: senza voto
Entra al 90', ingiudicabile.

Ciro Ferrara: voto 9
Azzecca sempre tutti i cambi, proprio come faceva il mago che siede sulla panca avversaria.

Blòn: voto 2000 (come il numero di tifosi che fuori dallo stadio gli urlavano di tutto, per incitarlo, s'intende)
Difende sempre la squadra, la società e i suoi tifosi.
Lo fa anche a costo di ribaltare tavoli nei tribunali o nelle sedi federali.
Capisce di calcio.
Non litiga mai con nessun giornalista.
E' decisamente simpatico.
Quando ci lascerà e tornerà a Chambéry, piangerò come un agnello.
O come un Agnelli.

Johnny B Good: voto 13 (come gli scudetti dell'Inter)
Chuck Berry scrisse questo pezzo nel 1955 e lo pubblicò nel 1958.
È la visione in chiave rock & roll del sogno americano: un povero ragazzo di campagna diventa una star grazie al duro lavoro e la sua abilità a suonare la chitarra.
Mi sembra che più chiaro di così ci sia solo il libro di Moncalvo.


Detto tutto questo, che altro dire...
Poi mi sono svegliato e mi sono fatto il caffè.