Il contratto collettivo e le vacanze di Natale

vomitevoleLa Lega di A e l’Associazione Italiana Calciatori sono divise in questo momento sulla questione del contratto collettivo dei calciatori, scaduto il 30 giugno, e non ancora rinnovato: una questione importante e spinosa, senza dubbio, cui Campana e Beretta, sotto l’occhio vigile di Abete, cercheranno di trovare una soluzione, probabilmente equidistante dalle due posizioni estreme e rispettosa della Costituzione, delle leggi e delle norme federali. Ma l’interesse dei calciatori italiani in questo momento non è attirato da questo importante problema, che li riguarda da vicino: eppure alcuni di loro, il primo è stato Marco Motta, hanno già firmato contratti di un nuovo tipo, liberi, cioè non più vincolati dall’accordo collettivo, che poneva alcuni paletti alla libertà dei club di contrattare determinate condizioni, sia economiche che normative.
Il problema che sta angustiando in questo momento molti lavoratori del pallone è rappresentato dalla durata della vacanze natalizie; lo so che siamo ancora in estate, ma l’altro giorno si è tenuto il sorteggio del calendario della serie A e una data si è impressa a fuoco, come un tatuaggio, sulla pelle di parecchi di loro: il 6 gennaio, quando il campionato dovrebbe riprendere dopo 17 giorni di sosta. Forse è il numero 17 che disturba l’animo scaramantico di questi professionisti della pedata, perché vorrebbero farli diventare 20 e riprendere il 10. E a sostenere questa crociata sono nomi illustri, in prima fila due protagonisti del triplete, Materazzi e Zanetti, e altri campioni, da costoro divisi da tante rivalità, ma uniti in nome delle vacanze di Natale, proprio come succede agli scolaretti: parliamo di Totti, di Del Piero, di Cassano….
In fondo, dice Materazzi dal suo sito, si tratta solo di cambiare una semplice data. E si farebbe qualcosa di più rispettoso “per le nostre vacanze e anche quelle dei colleghi stranieri che passano le festività di Natale a migliaia di chilometri di distanza dall’Italia”. Chiaro che all’Inter il problema stranieri è particolarmente sentito, visto che di italiani si fatica a trovare traccia.
Del rispetto verso tifosi e datori di lavoro nemmeno si parla. Per i presidenti gli ha già risposto De Laurentiis, uno che di ‘Vacanze di Natale’ se ne intende, e che, conscio di come dopo le trasferte transoceaniche i suoi dipendenti, ammesso che i voli non vengano più o meno misteriosamente cancellati, appaiano stanchi e provati per le lunghe ore di volo, il jet lag e lo stress postvacanza, con conseguenze sul loro rendimento, sul quale conta, visto che lo paga, ha detto a Radio Marte che chiederà ai suoi giocatori e alle loro famiglie “di non partire per l’estero nelle due settimane di vacanza tra dicembre e gennaio e di restare in Italia. In particolare l’invito è rivolto ai sudamericani. Scelgano loro dove andare, basta che sia una località italiana…. Chiederò loro di venire incontro alle esigenze del club che, alla ripresa del torneo, dovrà affrontare Juve e Inter. Sarebbe difficile pensare di sostenere lunghi viaggi e poi essere al meglio in campo. Quindi, chiederò dove vorranno sostenere le loro vacanze natalizie, a spese del Napoli, in una delle migliori e prestigiose località invernali e sarò felice di averli miei ospiti“. Fin troppo liberale, visto che, con quel che guadagnano, potrebbero pagarsi l’albergo da soli; ma evidentemente per il presidente partenopeo il gioco vale la candela, considerati costi e vantaggi dell’operazione.
E con la Gazzetta Materazzi va giù ancora più duro: “E' una vergogna, come al solito siamo l’ultima ruota del carro. Ma forse è ora di fermarlo, 'sto carro..”. Se lui si sente l’ultima ruota del carro, figuriamoci i tifosi che, pur essendo coloro che con i propri danari, stadio e pay tv, finanziano i loro lauti contratti, non hanno alcuna voce in capitolo: e magari avrebbero piacere di godersi lo spettacolo che amano in un periodo in cui alcuni sono un po’ più liberi dal lavoro; e, non è per fare del facile populismo, non possono permettersi le vacanze transoceaniche. Scendano pure dal carro questi campioni, se ormai hanno la pancia piena e il conto in banca straboccante, così potranno farsi in santa pace tutte le vacanze che vogliono. E facciano in fretta, perché i tifosi potrebbero decidere loro di fermare il carro, disertando lo stadio e disdicendo gli abbonamenti alle pay tv: e allora sarebbe tutto il già sgarrupato sistema calcio a rimetterci, non solo un manipolo di ricchi giovanotti viziati da troppi anni di vacche grasse.
E non venga loro in mente di trasferirsi a giocare in Inghilterra, nemmeno dai munifici sceicchi del Manchester City, perché, chiedano pure all’amico Mancini, nella perfida Albione le vacanze di Natale nella Premier League non esistono, semplicemente.
E pensino che queste stesse vacanze in Italia non esistono per molte categorie di lavoratori, pur meno esigenti e autorevoli a livello contrattuale: basta pensare a quanti operano nel commercio e nella ristorazione; e ci sono intere altre categorie, dagli infermieri alle forze dell’ordine, che nemmeno il giorno di Natale e Capodanno possono staccare, e non pensano di fermare nessun carro, ci mancherebbe…
Buone vacanze a tutti!