Adesso basta

Cobolli e BlancNon ce la faccio più. Ho appena sentito le dichiarazioni della nuova Triade (bestemmia totale, ma serve a rendere ancora più impietoso il confronto) in occasione della presentazione della nuova stagione, e sono semplicemente sfiduciato.
Ascoltare il signor Ranieri tessere le lodi di Stankovic mi ha fatto strabuzzare gli occhi e probabilmente mi ha aggravato l'ulcera. Mi son bevuto una birra per non pensarci, con questo peggiorando ulteriormente la mia salute. Ma se ripenso ai vaneggiamenti del cosiddetto "cantante" l'acidità di stomaco aumenta a dismisura, ma con essa la voglia di ubriacarmi del tutto.
"I tifosi vanno presi in considerazione, ma un giocatore come Stankovic che ha ricoperto tutti i quattro ruoli del centrocampo, che ha qualità, è forte di piede e forte di testa risponde alle caratteristiche del giocatore completo che cerchiamo. E poi siamo sicuri che, come han detto alcuni miei giocatori, ai primi due tre gol importanti o alle prime prestazioni convincenti i tifosi dimenticherebbero tutto ".
A grandi linee questo è stato il commento del signor Ranieri, e riportandolo mi vien voglia di chiamare la Guardia Medica. Mi chiedo di quale colpa ci siamo macchiati per meritarci questa gente, mi chiedo cosa aspettiamo per non abbonarci più alla Juve, per boicottare tutta la galassia Fiat, per fare qualcosa di concreto contro questi personaggi. Per porre fine a questo incubo.
Tralasciando il discorso sull'opportunità di portarsi in casa un giocatore che per anni è stato uno dei simboli dell'esasperata campagna antijuventina condotta da Milano, Via Durini, e facendo finta che così operando non si risolva un problema (anzi due, un piantagrane in meno e soldi freschi in più) ai suddetti occupanti di un palazzo in zona San Babila, il signor Ranieri dimostra di non conoscere il giocatore, che davanti alla difesa non conta nulla, infatti, dopo alcuni vani esperimenti, per disperazione, il suo mentore Bellicapelli gli preferiva addirittura Burdisso.
All'Inter Stankovic giocava defilato sulla fascia, nella migliore delle ipotesi, su entrambi i lati del campo, e la sua incisività nelle gare che contano, e non solo, è sempre stata costante: ZERO .
Proseguendo l'analisi delle parole di Ranieri, uno Stankovic forte di testa l'allenatore romano lo ha probabilmente visto in un mondo surreale, magari in un sogno Anni Sessanta, tra deliri onirici e fantasie psichedeliche.
Senza considerare i due aspetti fondamentali a proposito del giocatore serbo: l'integrità fisica paragonabile a quella di un cristallo di ghiaccio all'Equatore (non solo nell'ultima stagione) e la continuità tecnica e, soprattutto, mentale (leggasi: mancanza di personalità) che, come già illustrato precedentemente, ne ha contraddistinto la carriera nelle gare che contano, esponendolo a una serie inimmaginabile di scene mute.
Infine, notevole la considerazione che Ranieri mostra nei confronti dei tifosi della squadra che allena, tifosi che sono importanti (perchè devono scucire il grano) ma che in sintesi: "alla fine non ci rompano le scatole e ci lascino comprare come meglio vogliamo".
Nulla da eccepire, ma negli anni recenti la poca considerazione dei tifosi è stato uno dei capisaldi dell'antipatia, per non dire dell'odio, che si son guadagnati i rappresentanti della Vera Triade. Ma in questo caso, nulla. Anzi, si dimostra grande sintonia tra allenatore e amministratore delegato.
Blanc, il numero uno più vacanziero della storia della Juventus, reduce da una villeggiatura in Corsica nel momento clou del mercato (che fa il paio con quell'improrogabile periodo di ferie godute dopo le dimissioni di Deschamps, nel periodo di maggior crisi tecnica degli ultimi anni) conferma l'interesse per l'inutile serbo e mantiene la stessa linea nell'andare avanti contro il parere dei tifosi, perchè bisogna fare tutto in un contesto "profisionale" ...
"Profisionale"? Cosa c'è di profisionale (professionale, per chi non avesse ancora capito lo slang del francese, così restio ad imparare l'italiano come si converrebbe ad un manager in Italia da anni, per giunta a capo di una società così importante) nel condurre trattative alla luce del sole dichiarando ai giornali di tutto e anche di più, spaziando da giocatori di un certo tipo ad altri di caratteristiche completamente opposte? Che professionalità può essere riconosciuta a chi tratta da mesi con Xabi Alonso quando improvvisamente si invaghisce di Stankovic, mentre flirta timidamente con Senna per poi tenere in pugno il danese Poulsen? Il tutto mentre si vagheggia l'arrivo di Chimera Aquilani, il più improbabile e costoso tra i papabili acquisti.
Questo vorrei chiedere a lor signori, semplicemente. Perchè a quanto sembra di capire, una volta di più l'unico interesse sembra essere quello di risparmiare e comprare tanto per comprare, trascurando le esigenze tecniche. Come venne fatto lo scorso anno con Tiago e Almiròn, che sono ancora qui, due bei macigni buoni solo a gravare sul bilancio.
Per completare la giornata e per farmi aumentare l'assunzione di "inibitori della produzione di acido nello stomaco", non poteva mancare che lui, il presidentissimo Giovanni Cobolli Gigli, il quale, intervistato a "Sport Time" per Sky in una location suggestiva (la sala dei trofei, che due anni fa pure lui contribuì a rimpinguare con la Coppa per la vittoria del campionato di B...) ci racconta di aver accolto Boniperti e di avergli regalato la nuova maglia ufficiale col numero 80, per festeggiare il compleanno di: "un uomo che per me è la Juventus".
E l'occasione è buona per rimarcare quanto: "... a Boniperti il titolo di "signor Juventus" venga riconosciuto da tutti gli juventini, anche se non è un mistero che nei 12 anni della precedente gestione ci siano state frizioni". Ebbene, con tutto il rispetto per Boniperti, non sappiamo se il signor Cobolli Gigli, l'uomo che etichetta i tifosi della Juventus come "tifosi di serie A, B, e C" a seconda del grado di accondiscendenza che si tiene nei confronti dell'operato del suo gruppo di lavoro, possa permettersi di continuare a dare etichette. Soprattutto nel suo caso, il caso di uno che fino a due anni fa, probabilmente, di Boniperti sapeva che era un dipendente del Gruppo Fiat, come tanti altri.
Esattamente come lui.