BattiBeck - 01.03.2009


Non spregiare le virtù della vedovanza: tenere i Proci a debita distanza

Caro Battitore libero,
innanzitutto complimenti per le previsioni azzeccate sulle sfide italo-inglesi.
Se per Roma e Juventus l’errore è apparentemente solo nella forma (ma perdere 1-0 o 2-1, lo sappiamo bene, è molto diverso), hai preso in pieno il risultato di Inter-Manchester, l’unica terminata senza la sconfitta della squadra italiana ma, paradossalmente, la peggiore prestazione tra quelle offerte dalle tre. La Juve ha perso un’occasione enorme, contro un Chelsea in apnea quel Trezeguet inserito a cinque minuti dal termine rappresenta il capolavoro tra i capolavori di Ranieri. E potrebbe essergli fatale. La Roma non sta molto meglio, perde pezzi ed è incollata a uomini incollati a loro volta. Con il Vinavil. A Milano, il percorso intrapreso dalla gara di San Siro per giungere a quel finale è stato, converrai, come minimo avventuroso. E quello che tu definisci “uno dei primi tre allenatori del mondo”, ne ha combinata un’altra delle sue: quel Rivas per Cordoba è farina dello stesso sacco dal quale uscirono le 4/5 punte schierate in contemporanea, oppure le difese a 6 che qualcuno ha definito “calcio del futuro”. Al Capone/DeNiro avrebbe definito lo Specialone “tutto chiacchiere e distintivo”. Il Mourinho mediatico batte il Mourinho allenatore dieci a zero, perché se il portoghese ha indirizzato l’attenzione dei media sulla direzione di gara troppo pro-Man Utd, sul piano tecnico a memoria è dura ricordare una squadra italiana subire in questo modo gli avversari (pur nobili che siano) in casa propria e uscirne indenne. Magari sono segnali benevoli della sorte, ma indipendentemente da quello che accadrà nel ritorno, il dato che impressiona, a favore di quella che tu hai definito “liguilla” inglese, va aggiornato: 9 partite nelle ultime due stagioni di confronti, zero gol all’attivo per le italiane, e una sensazione di “inferiority complex” che va oltre i valori tecnici. Il declino del nostro calcio è confermato dai risultati di Coppa UEFA, insignificante finchè si vuole, ma anche da quelle parti abbiamo perso tre rappresentanti contro avversari tutto sommato modesti, e una quarta si è qualificata dopo faticosa rimonta contro degli illustri sconosciuti. Roba da fame, roba da decennio a cavallo tra gli anni Settanta-Ottanta, dove, Juve a parte, speravamo in sorteggi che ci opponessero a ciprioti e maltesi e passare un paio di turni era un successone.

P. S.: Il Bayern “accalappiatalenti” non ha molto in comune con l’Inter, a parte Rummenigge e le sinergie con l'azienda telefonica nazionale... Conterà qualcosa? Il Bayern è l’unica vera grande di Germania, influente in maniera dispotica sui destini del calcio tedesco, basti pensare che Beckenbauer pretese come condizione necessaria per organizzare il mondiale la realizzazione dell’Allianz Arena. Fatto. Però, nessuno da quelle parti parlò di Kaiseropoli, o Hoenessopoli.



I cambi "congrui" di Ranieri, i falli "strutturali" di Mourinho

Carissimo,
complimenti un cavolo. Lo scarto, nelle coppe, è tutto. Ai tempi di Lucianone, ne azzeccavo molti di più. Devo essermi imborghesito: oppure qualcosa è cambiato e non me ne sono accorto. Non parlarmi dei cambi di Ranieri. Credo che il Chelsea fosse e rimanga più forte, ma quegli spiccioli di Trezeguet, accoppiati a tanti altri resti e a tante altre mance, mi hanno imbestialito. Deduco che Claudio sia rimasto traumatizzato, in gioventù, dai sei minuti messicani di Rivera, do you remember? Per rimuoverli, li riproduce: una rara forma di «masochismo staffettarus». Però, com’è buffo il calcio. Ranieri azzecca le formazioni di partenza e ritarda o sbaglia i cambi («congrui»?). Mourinho sbaglia le formazioni di partenza e azzecca i cambi. Resto dell’idea che sia uno dei tre migliori allenatori al mondo. Ma attenzione: come portatore di risultati, non come creatore di gioco. Non dare retta a quello che scrivono i giornalisti: in genere, sono troppo permalosi. Dove concordo, è sull’impatto mediatico del portoghese. José ha capito tutto, di noi italiani, e ci tratta di conseguenza. Soltanto un «genio» del suo calibro poteva parare il generosissimo rigore pro Balotelli (il superlativo è dedicato agl uomini di buona volontà, anche se dubito che ne siano rimasti) con lo scudo del fallo «strutturale» di Baptista su Cambiasso. Una diagnosi spassosissima, di fronte alla quale nessuno di Sky ha riso; al contrario, tutti l’hanno presa sul serio. Poco ci è mancato che non si inchinassero.
Tornando alle coppe, giustamente citi l’agghiacciante parziale italo-inglese e il quasi fallimento Uefa. Corretto. Anche se con gli inglesi il divario è diminuito e, nell’Uefa della scorsa stagione, la Fiorentina arrivò in semifinale. L’importante è non confondere il calcio dei rispettivi campionati con il calcio delle singole Nazionali. Sono due cose diversissime. E a livello di Nazionali, noi gli inglesi li stracciamo: campioni uscenti e quattro Mondiali a uno. Ricorderai che l’Inghilterra manco si era qualificata per la fase finale degli Europei 2008, e lo smacco, atroce, determinò il reclutamento di Fabio Capello, un Mourinho con meno bollicine. Quanto al Bayern, riconosco la sua posizione dominante in ambito tedesco e mi guardo bene dal parlare di «Kaiseropoli» per il rapporto da te sollevato sui Mondiali 2006 e l’Allianz Arena. Sarebbe come se, in passato, avessi liquidato alla voce «Giraudopoli» l’acquisizione dello stadio Delle Alpi, da parte della Triade, a prezzo di favore. Non sono un santo, né pretendo che lo siano gli altri. Sono semplicemente un vedovo, ma non ti dico di chi.
Il Battitore Libero

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