Pagella 2008-09 /2 La difesa

buffonLA DIFESA.

Su Buffon (voto 5,5) l’unica certezza è che non è più il numero 1 al mondo.
Oggi sembra un portiere come tanti, assolutamente non in grado di garantire qualcosa di straordinario e degno della sua fama (e del suo stipendio) e persino in grossa difficoltà nel gestire la normale amministrazione.
Il vessillo societario, l’uomo che parla con la proprietà per avere assicurazioni sulla competitività futura (“non pretendo di vincere l’anno prossimo, John Elkann mi ha detto che nei prossimi 3 o 4 anni torneremo a vincere”), è l’immagine di questa Juventus ridanciana e perdente.
Quelle critiche che lo portarono a rispondere “Adesso non posso nemmeno più prendere gol” erano rivolte al rimpianto per un portiere che non è più lo stesso da diverso tempo, e che da tre anni a questa parte è più puntuale quando si tratta di chiacchierare a vanvera di quanto lo sia in campo, a fronte dei problemi fisici che ne hanno segnato queste ultime stagioni.
D’altronde, la recente finale di Champions League ha dimostrato chiaramente quanto due portieri normalissimi possano giocarsi il titolo europeo, arrivando all’appuntamento della finale continentale dopo annate passate a sollevar trofei.
Quindi, si svegli, Buffon, cerchi di tornare ad essere quel valore aggiunto che la sua carriera e il suo blasone impongono, altrimenti basta uno come Manninger (voto 6,5), il quale merita la conferma e un voto alto per professionalità e serietà: non è un fenomeno, ma se il discorso di cui sopra regge (eccome se regge), pur incappando in qualche errore non propriamente ortodosso, la stagione dell’austriaco è nettamente positiva, ancorché coincidente con il miglior momento della squadra. Sorvolando sull’amuleto Chimenti (rientrato a Torino per via dell’amicizia con Buffon e per nient’altro) passiamo ad analizzare i giocatori di movimento.
Chiellini (voto 6,5) e Legrottaglie (voto 6+) hanno disputato una prima metà di stagione eccellente, salvo poi incappare in guai fisici che ne hanno limitato il rendimento e, nel caso di Nicola, si è assistito ad un calo di concentrazione nel momento decisivo della stagione.
Ma, nell’insieme, gol in fotocopia subìti in serie a parte (quelli da ascrivere ad un atteggiamento scriteriato e latitante di tutta la squadra in fase difensiva), i due centrali titolari si sono confermati tra gli elementi più positivi.
L’aggiunta dell’esperienza di Cannavaro non potrà che far bene ad entrambi, e potrebbe sostituire il “parametro zero e neoesordiente in Champions League” Mellberg (voto 5,5), che non ha fatto male in marcatura, ma si è dimostrato inadatto a ricoprire un ruolo da titolare a lungo.
Infatti dopo una buona partenza, una volta sollecitato con continuità, invece di migliorare, il capitano della Nazionale svedese ha mostrato tutti i suoi limiti in termini di mobilità, diventando il punto debole sul quale gli avversari hanno concentrato gli attacchi tesi a perforare la retroguardia.
Se arrivasse un’offertina, anche solo per fare una minima plusvalenza, spedire subito e grazie!
Il giovane Ariaudo (da rivedere) esordisce in serie A in una gara delicata (a Roma contro la Lazio, a gennaio) e si disimpegna con attenzione.
Impiegato in condizioni d’emergenza, e mai in reale affanno, a nostro parere dovrebbe essergli dovuta la conferma in rosa, soprattutto alla luce del paragone tra le sue prestazioni e quelle (poche, ma sufficienti per capire tutto) offerte da Knezevic (voto 2), una sorta di novello Tudor (per l’abitudine all’infermeria, mica per le qualità tecniche, che nello sfortunato “libertino” croato erano di primordine) che Alessio Secco dipinse come l’acquisto più complicato e quindi più soddisfacente della scorsa campagna acquisti.
Un giocatore strappato al Toro di Cairo (mammamia!), proveniente da una retrocessa, arrivato rotto e rimasto in quelle condizioni per tutta la stagione, “prodezze napoletane” a parte.
Un giocatore a proposito del quale persino il massimo garante di questa nuova Juventus (alias Giampiero Boniperti) non riuscì a nascondere le proprie pesanti perplessità al momento dell’acquisizione.
Come siamo certi che nemmeno un folle avrebbe mai avallato l’acquisto di un soggetto come Andrade (voto 3 alla dirigenza, come le partite intere giocate in campionato in due stagioni e come i milioni che è costata la risoluzione del contratto del portoghese), prodezza dirigenziale ancor più allucinante se si considera come l’assicurazione si rifiutò di coprirne i rischi di recidiva, in considerazione della manciata di partite disputate nei due anni precedenti all’ingaggio effettuato dalla Nuova Juventus.
Tutto sommato positiva, in rapporto alle aspettative e alle difficoltà oggettive (nessuna possibilità di rifiatare, data la morìa di colleghi nel ruolo), la stagione di Grygera (voto 6), mestierante a parametro zero senza alternative, in particolare privato del supporto di Zebina (voto 5 anche alla sua attività di gallerista), che è stato ottimo calciatore ai tempi di Capello e poi è sparito, tra acciacchi e litigi, per ripresentarsi a buoni livelli nelle due ultime giornate, complice la sostituzione di Ranieri.
Un peccato, perché Jonathan è un giocatore che in questa squadra ci starebbe alla grande, ma oggi più che mai è difficile pensare a quanto possa essere affidabile. Mezzi limitati ma volontà di ferro per Molinaro (voto 6), ultimamente acciaccato per un serio problema renale (stando alle fumose voci provenienti dalla società) e al quale auguriamo tutto il bene di questo mondo.
A Christian, non un fenomeno ma nettamente preferibile al compagno De Ceglie (voto 5, non da Juve, grezzo e difensivamente un disastro), riconosciamo il carattere che lo ha sorretto nei momenti in cui nessuno credeva in lui.
Nel triste panorama degli esterni difensivi di oggi o si prende uno tipo Evra o Fabio Aurelio, oppure ci si tiene quello che si ha in casa.