Vinovo, Capello e radio fante

seccoGli ultimi infortuni muscolari di Tiago e di Del Piero hanno provocato un autentico allarme nei tifosi bianconeri che, su forum e siti, hanno avviato molteplici discussioni (li chiamano topic) sulle possibili cause degli infortuni. L'argomentazione più gettonata suona più o meno così: "Ma è possibile che non l’abbiano ancora capito i nostri dirigenti? Se si cambia l'allenatore, l'intero staff di preparatori e medici ed il trend degli infortuni non cambia, quale può essere la causa di tutti questi infortuni, soprattutto muscolari? E’ VINOVO!!! Il centro sportivo sarà pure all’avanguardia ma è posizionato nella periferia di Torino, in una zona con il più alto tasso di umidità. Lo stesso Capello non gradiva, a dir poco, questa sede per gli allenamenti e ora si capisce il motivo".
Partiamo dalla fine, da Capello, e da Radio Fante: qualcuno, magari convinto che Capello nel 2005 abbia voluto rimanere ad allenarsi alla Sisport per colpa dei campi di Vinovo, mette in rete la notizia, e da quel momento è un'eco, la stessa si riverbera e diffonde passando di bocca in bocca, di forum in forum. La cosa disdicevole è che viene letta anche da giornalisti, che sempre più spesso traggono spunti per i loro articoli dai forum, che la diffondono senza prima verificare con Capello stesso. Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità, ed allora abbiamo fatto delle approfondite ricerche negli archivi dei principali giornali italiani e su Google, ma non abbiamo trovato nessuna dichiarazione virgolettata di Capello sulla pericolosità dei campi di Vinovo, dove sorge Juventus Center, sede d'allenamento della Juve.

In un articolo de La Stampa del 28-12-2005 si può leggere: "In effetti la società non ha mai ufficializzato il trasloco di fine anno, ma ad annunciare un cambiamento epocale, aveva provveduto Capello, non un addetto al magazzino, prima del natalizio rompete le righe. Il tecnico aveva detto: «Ci rivediamo il 29 dicembre, non più qui, ma a VINOVO». Invece il centro Sisport di via Guala, quello che la Juve occupa da quattro anni, sarà ancora la casa dei bianconeri. Fino a quando non si sa". Da questo articolo si evince che Capello avesse voglia, quasi fretta, di lavorare a Vinovo e che questo non sia avvenuto solo perché "Invece il cantiere è più cantiere del previsto".

A conferma, una fonte molto attendibile che ha vissuto quel periodo nella Juve ci ha rivelato che ricorda il grande contributo di idee e consigli preziosi di Fabio Capello che trasmetteva, con entusiasmo e professionalità, le esperienze fatte a Milanello, Madrid e Trigoria.
Parliamo di Trigoria e spunta Ranieri: con il suo team di collaboratori e Capanna sotto il fuoco incrociato della critica per i troppi infortuni, perché non ha mai detto una parola per criticare la qualità dei campi o l'umidità di Vinovo? Troppo aziendalista Ranieri per muovere una critica? Aziendalista lo è ma, appena qualche giorno addietro, sul Corriere dello Sport del 3 ottobre, Ranieri non si è mostrato affatto contento dei campi di Trigoria: "Sono bruttissimi. Se andassimo sulla spiaggia di Castelfusano sarebbe meglio. E' rischioso perchè l'erba non è ancora cresciuta. Non sono assolutamente contento. Bisogna lavorare meglio in questo senso. Troppa sabbia e poca erba, uno stato pessimo". La conseguenza logica è che avrebbe detto lo stesso se la causa dei tanti infortuni alla Juventus fosse stato il centro di Vinovo. Ricordiamo che il primo anno di Ranieri non fu pieno d'infortuni come l'ultimo e che a Vinovo si è sempre allenato anche Del Piero che, per tre anni, non ha avuto guai muscolari seri, se non oggi.

Gli infortuni, però, ci sono: l’anno passato furono 71 (64 di natura muscolare), un record, ma ora si sta viaggiando a velocità ancora più alta. Dal ritiro di Pinzolo ad oggi sono già a quota 22, "quasi la metà della media stagionale di infortuni che si registrano nei grandi club europei (circa 45)", scrive La Stampa.
La Juve si è interrogata sul problema, lo scorso anno, ed ha cambiato sia lo staff medico che quello tecnico, scegliendo di creare un suo team di preparatori atletici svincolato dai tecnici che questa estate ha contattato. Una scelta difficile da far digerire, tanto che Conte disse che chi sceglieva lui doveva scegliere anche il suo staff. Gaudino e Neri, già preparatori atletici con Lippi e Capello, sono due professionisti molto apprezzati e mai in precedenza avevano vissuto stagioni con tanti infortuni, pertanto ci sentiremmo di escluderli dalla lista degli imputati.

Dopo gli infortuni contemporanei di Cannavaro, Melo e Tiago nella partita con il Bordeaux, il dottor Fabrizio Tencone, medico dello sport, in passato nello staff della Juventus, stemperò l'allarmismo affermando: "Quello del brasiliano è un infortunio contusivo, dunque fortuito. Riguardo agli altri due credo sia difficile sapere con certezza quali siano state le cause dell’infortunio. Di sicuro, il primo freddo, dovuto all’abbassamento improvviso delle temperature, ha influito. E poi, in particolare per il problema di Cannavaro, non sottovaluterei la discriminante del campo pesante: in quelle condizioni gli adduttori sono fortemente sollecitati". Per l’ex medico sociale juventino non si era a livello d'allarme: "A quanto mi risulta non si tratta di recidive, dunque non si può dire che non ci sia stata un’accurata prevenzione. Ribadisco: l’approccio che la Juventus sta utilizzando quest’anno con gli infortunati mi piace molto, ritengo che qualsiasi parallelo con la gestione dello scorsa stagione sia sbagliato".

Quali allora le possibili cause di tanti infortuni?
Tra le possibili cause troviamo: la preparazione fitta di amichevoli di prestigio ma dure, fin dai primi giorni di ritiro, gli impegni ravvicinati, i campi imperfetti ed la muscolatura sempre più sollecitata dei calciatori.
Prendiamo l'Olimpico di Torino, per esempio: vi si gioca senza pause e il prato non è più dei migliori. E' stato rizollato ad agosto, dopo il concerto di Springsteen a luglio, ma il lavoro doveva essere completato a settembre, cosa che anche a causa della partita della Nazionale non si è potuta fare. Nel frattempo viene fatta un'opera di manutenzione che cerca di coprire le buche che si creano nel campo ad ogni partita. Certo non basta la precaria situazione dell'Olimpico per giustificare tanti infortuni: vi gioca anche il Toro e non registra l'ecatombe bianconera, vi giocano anche gli avversari e non perdono tre giocatori in un colpo solo come avvenuto con il Bordeaux.

A Tuttosport, che gli faceva notare i troppi infortuni, Secco ha risposto: "Procediamo con ordine. La tipologia degli infortuni è diversa rispetto alla passata stagione. Le ricadute sono sostanzialmente due: Del Piero e Diego. Tiago no, l’incidente di Monaco è figlio di una botta presa in un contrasto con Olic. La grande diversità sta nella condivisione dei piani di lavoro. Adesso l’allenatore è cosciente dei programmi ed è contento, lo staff medico è d’accordo, la società osserva tutti dall’alto e vigilia. Un anno fa, bisogna ammetterlo, non andava così".
Non andava così. Questo è grave per un top team come la Juve, e da quello che dice Secco sembra che Ranieri non fosse cosciente dei programmi, lo staff medico in disaccordo, la società disattenta e poco vigile.

In conclusione, non possiamo sapere con assoluta certezza le cause dei già tanti infortuni di quest'anno, ma solo i problemi, che Secco dice superati, che generarono quelli dell'anno passato. La speranza è che da qui alla fine del campionato la Juve riesca a restare nella media di infortuni di tutti i grandi club, perché Ferrara ha bisogno dell'intera rosa in buone condizioni di salute per poter fronteggiare tutti gli impegni che ha la squadra.
Se quest'anno non ci dobbiamo allarmare perché va tutto bene, secondo Secco, allora vuol dire che è colpa della nuvola di fantozziana memoria che ci perseguita, e che presto si dissolverà. Speriamo.

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