CRISI JUVE: Cosa dovrebbe fare il management?

blanc seccoLa terribile umiliazione di Champions League ha scatenato nei tifosi della Juve uno sconforto profondo. Oltre ad attaccare i responsabili di questa situazione, abbiamo cercato di porci una domanda costruttiva. E ora che si fa? In questo pezzo raccogliamo una serie di opinioni, rappresentative del nostro stato d'animo e delle nostre idee, più o meno propositive, più o meno risentite, ma che riteniamo possano aiutarci ad inquadrare correttamente la situazione che sta vivendo il mondo bianconero.


Nel bilancio di quest'anno mancheranno i soldi della Champions e c'è anche da preoccuparsi dell'eventualità di non qualificarsi per la prossima; in termini di bilancio, cioè, la crisi potrebbe essere più grave e prolungata di quanto sembri e questo nonostante l'avanzare del progetto stadio; non dimentichiamoci che a suo tempo scatterà la nuova normativa Uefa, per cui certe posizioni potrebbero anche cristallizzarsi definitivamente. A me ha colpito quello che ha fatto di recente proprio il Bayern Monaco: pur economicamente solidissimo, ha fatto un aumento di capitale riservato all'ingresso tra gli azionisti dell'Audi; questo vuol dire presentarsi all'appuntamento col bilancio sostenibile in una situazione di forza. Anche la Juve dovrebbe studiare un'operazione del genere. L'anno venturo arriverà Lippi? Bene, speriamo, ma non basta, ci vorranno dei grandi investimenti se si vuole fare una grande squadra; ci vogliono delle grandi risorse e, se la proprietà non può assicurarle per via interna (basterebbe un finanziamento della holding di controllo), l'unica possibilità sembrerebbe proprio l'ingresso di un nuovo socio, magari operativo, cioè interessato ad aspetti gestionali (penso in particolare agli aspetti di comunicazione).
Furino1945

Eppure a corso Marconi certe cose dovrebbero saperle. Anzi sono certo che le sanno. Sanno che senza competenza non si va da nessuna parte. Sanno che per andare avanti bisogna essere competitivi ed innovativi. Non si spiegherebbe altrimenti la ripresa della FIAT. FIAT che hanno affidato a Marchionne, un manager capace e competente, uno che, appena arrivato a Torino, ha mandato via i vecchi manager che avevano portato al tracollo l'azienda. Lo stesso è accaduto per la Ferrari, si sono sempre assunti i migliori ingegneri ed i migliori piloti. Ed i risultati negli ultimi anni si sono visti. Lo stesso era fino al 2006 per la Juventus. Fino al 2006 appunto! Poi tale “modus operandi” non è stato più applicato, quanto meno non più per la Juve. Perché? Perché si è affidata la più gloriosa società calcistica italiana ad un manager che fino ad allora si era occupato di dove piazzare la “flame rouge” al Tour de France, o di fare in modo che il centrale del Roland Garros fosse in condizioni ottimali per Lendl e Wilander? Ad un manager che, se gli si chiede cos'è un tornante, ti risponde che al Tour i tornanti dell'Alpe d'Huez li intitolano ai precedenti vincitori di quella mitica tappa alpina. O se gli chiedi come mai alla Juve non ci sia nessuno che faccia dei bei cross, ti risponde che bisognerebbe trovare uno come Ivan Lendl, il tennista ceco naturalizzato statunitense, che nel cross da fondocampo aveva la sua arma migliore. Un manager che era lontano dal calcio come un vampiro dalla luce del sole. Eppure questo è il deus ex machina della Juve, la santa trinità bianconera, siamo passati dalla Triade al trino. Moggi l'abbiamo allontanato come un appestato, gli anni della sua gestione sportiva sono visti quasi come un disonore, nonostante ogni tanto Monsieur Blanc si svegli e pronunci delle frasi a caso: “ventinove......terza stella.....” sembra quasi Homer Simpson che parla nel sonno sognando la birra. Perché sono oltre 3/4 anni che Monsieur è alla guida della Juve, fino a poco tempo fa insieme all'impiegato FIAT dal doppio cognome, adesso come un uomo solo al comando, ma il suo nome non è Coppi, e il suo palmarès non è lontanamente paragonabile all'omino di Novi Ligure. Questo è l'uomo cui i proprietari hanno affidato la Juve, continuiamo a chiederci perché, ma non troviamo nessuna risposta. Abbiamo visto gli uomini che lo circondavano nel CDA nel corso di questi anni e le nostre perplessità sono aumentate. Montali nel CDA che senso aveva? Quale beneficio ha portato un ex ct di pallavolo? L'unica risposta logica è che hanno affiancato a Blanc qualcuno che sapesse di calcio quanto lui: zero.
Ma Blanc non si è autonominato reggente della Juve, e questa è l'unica colpa che non possiamo imputargli, questo merito va ascritto all'azionista di maggioranza, quell'azionista che per ragioni incomprensibili non ha esitato a buttare alle ortiche il recente passato juventino. Azionista che adesso si trova ad un bivio: dare alla Juventus una dirigenza competente o vendere. Queste le due uniche alternative, non ne vediamo altre, a meno che non si voglia navigare nella mediocrità, accontentandosi di rimediare una risicata qualificazione in CL nel campionato italiano e di provare a passare il primo turno in CL.
Pinobici

La Juve paga tre anni e mezzo scellerati, dove si è navigato a vista privi di un qualsiasi progetto tecnico. Non sorprende il finale di questa storia, la squadra è in crisi tecnica, e anche all'inizio della stagione subìva gli avversari in modo imbarazzante quanto inspiegabile, indipendentemente dal loro valore e dal risultato finale della partita. Dalla partita con il Palermo in poi, probabilmente hanno smesso di crederci un po' tutti, sta di fatto che da quel 4 ottobre la Juve ha giocato 13 partite perdendone 5 (tre in campionato e due in Champions League), tutte piuttosto nettamente se si esclude quella col Napoli, capace di rimontare un risultato (in verità piuttosto bugiardo) che lo vedeva sotto per due reti a zero. Un pareggio risicato e immeritato contro la Fiorentina in casa e poi le vittorie, ottenute a spese di Siena, Atalanta, Maccabi (2 volte), Udinese (altamente rimaneggiata e in caduta libera sulla falsariga della scorsa stagione), Samp (in quella che è forse l'unica prova convincente della stagione, ma anche lì col senno di poi quantificare i meriti e i demeriti è dura) e Inter, in una gara in cui le energie profuse sono state tante e tali da costringere una truppa così immatura a sbragare fragorosamente in Champions League, riportando un passivo indegno, che non ha precedenti nella storia del club. Ferrara e il suo vice hanno colpe, chiaramente, ma sono solo l'ennesimo capro espiatorio alla mercé di "Trino" Blanc e "Parafulmine" Secco. Ma se il pesce marcio puzza dalla testa, è innegabile che le responsabilità più grandi in un'azienda che ottiene risultati sportivi insufficienti in quello che è il suo "core business" (lo ha detto e ripetuto più volte Monsieur Blanc: "il core business è la parte sportiva") siano da ascrivere principalmente alla proprietà, al signor John Philip Jacob Elkann, che va a visitare la squadra prima di una partita che non conta nulla o quasi (e sostanzialmente solo per farsi riprendere dalle telecamere e poter dimostrare ai tifosi la sua vicinanza a qualcosa di cui in realtà non gliene può fregare di meno), così da avvalorare la tesi che la partita che contasse fosse quella che, storicamente, è sempre stata vissuta dall'ambiente juventino come una delle tante. John Elkann dovrebbe lasciare il timone della società a qualcuno di competente, non di sicuro a Blanc, oppure cedere il pacchetto di maggioranza a qualcuno della Famiglia che se la senta di sostenerne le responsabilità. Oppure, chiudere il rapporto con un secolo di storia bianconera legata a doppio filo con i suoi avi e cedere la società a qualche investitore. Nulla è per sempre, a maggior ragione se si tratta di affari e non di passioni. Quelle, o ce le hai o non ce le hai, non si diventa juventini allo schioccar di due dita. I conti, il prestigio e il patrimonio del club permetterebbero di realizzare un ottimo affare, e a John Elkann certe figure barbine come quelle di ieri sera non rischierebbero di ledere una così eterea, virginale immagine.
Clau71

Cosa deve fare il management?? Ricordarsi che la Juventus è una squadra di calcio, non un asset di chissà che, e che le sue fortune/sfortune devono essere asservite all'interesse della Juventus stessa. La Juventus è una società gloriosa perché ha sempre vinto, sul campo, con uomini che sapevano cosa fosse un campo di calcio, che conoscevano il profumo dell'erba, quella del prato intendo...
Quando si sono rinnegate le vittorie sul campo, la società è stata contestualmente infarcita di personaggi che col calcio vero nulla avevano a che fare e che adesso sarebbero pure capaci di liberarsi di un Sissoko (pur di generare una piccola plusvalenza), così come imprudentemente e allegramente si sono liberati per poco o niente di uno Zanetti (e di un Marchionni) senza sostituirli con qualcosa di meglio, questa la cosa grave.
Dopo Ranieri, uno che si era accontentato, si è preso Ferrara, che si è accontentato ancora di più, privo com'era di esperienza (guardar lavorare per un po' Lippi non è fare esperienza): Ciro non si è forse reso conto che l'incarico offertogli poteva diventare una vera e propria condanna ad essere il capro espiatorio in caso di disastro: disastro peraltro annunciato, perché le apparenti quanto fallaci speranze affondavano le loro radici in un improbabile paragone con Guardiola che, a parte il diverso spessore, ha alle spalle un Begiristain, e scusate se è poco.
Ah già, la Juve avrebbe avuto Bettega, ma si è preferito buttarlo via e denunciarlo; a che serviva qualcuno che capisse di calcio, che sapesse dove andare a pescare i giocatori validi (sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello caratteriale), e anche gli osservatori validi, che sapesse essere una guida in tutti i sensi. E il ritorno di Bobbygoal a ruoli operativi potrebbe essere il primo mattoncino della ricostruzione.
Sono parole al vento, LORO queste cose le sanno pure: ma quann'o ciuccio nun vò vive, aje voglia cu frischi....
Huskylover

Non sono tanto avvelenato per il mercato, e non credo che la figura mancante in questa Juve sia il Moggi re del calciomercato, quello di cui davvero non si può fare a meno è il Moggi Ministro degli Interni che gestiva inflessibilmente l'ordine, consigliava saggiamente l'allenatore, faceva lavorare i dipendenti come in fabbrica, ciò che manca è un Progetto Tecnico: Moggi era uno che sapeva iniziare un ciclo e rendersi conto di quando era il suo tempo per cominciarne uno nuovo.
Alla Juve oggi i giocatori non migliorano, come nell'Inter dello scorso ventennio.
Si sbaglia sul mercato, sì, ma soprattutto non si costruiscono giocatori, non li si inserisce in una struttura già consolidata, in un gruppo con leadership tecnica e morale precisa. Ripeto: Momone, Iaquinta, Amauri, che sono stati tra i più osannati...non sono migliorati di una virgola rispetto alle loro precedenti versioni udinesi e palermitane.
Quando dicevamo, sembrava esagerato, che ingrato quel tal giocatore: deve tutto alla Juve! Era vero. Se Davids nel 1998 fosse finito all'Inter, per dirne una, sarebbe sicuramente naufragato. E così tanti altri.
Alla Juve i giocatori miglioravano anche a 30 anni, una volta, ve lo ricordate Di Livio?
Buttiamo via il bambino con l'acqua sporca? Sarò impopolare: Diego e Melo sono buoni giocatori. Devono migliorare, non stiamo mica parlando di Zidane e Falcao. Ma in questa Juve non si migliora, perché non c'è nessuno con l'autorità e la competenza per insegnare davvero.
Oggi non esiste un progetto tecnico. La Juve l'hanno allenata Capello, Lippi e Ancelotti... e agli ordini di Moggi...come si può pensare di darla in mano a un esordiente supportato da nessuno?
Manca un vero direttore, ancor più che un manager.
inunmondoche

Manca tutto, semplicemente manca la Juve.
Le ultime vergognose prestazioni hanno palesato i limiti tecnici di questo gruppo: mal costruito, male assortito e malissimo gestito. Nelle ultime quattro partite, 3 sconfitte, con 9 goal subiti e 3 segnati. Punti più bassi dell'annata: le trasferte di Palermo, Bordeaux e Cagliari, ma anche le partite in casa con Bologna, Napoli e Bayern... senza dimenticare neppure alcune risicatissime (e, a volte, immeritate) vittorie. E sempre con i giocatori più attesi (e più costosi) a fare i protagonisti, sì, ma in negativo.
Ma quello tecnico non è certo il solo problema: in questa società, dilettantismo e improvvisazione regnano in tutti i settori. Dal mettere la squadra in campo (allenatore) al curarne la forma e la preparazione (responsabili dei settori medico e atletico). Dal saper gestire le risorse umane e il gruppo (direttore generale) al saper fare il mercato acquisti/vendite (direttore sportivo). Dal curare i rapporti con i media (responsabile della comunicazione) al promuovere e sostenere il marchio (responsabile marketing), fino all'avere peso politico nei rapporti con le istituzioni del calcio (presidente e amministratore delegato). Dal saper scovare i talenti (responsabile osservatori) all'avere la voglia di far crescere i giovani (responsabile settore giovanile).
Tutte attività nelle quali l'incarico è affidato ad apprendisti o, nella migliore delle ipotesi, a mediocri.
Quindi, cosa fare per migliorare, cosa cambiare? A scelta, prima o poi, tutto! Facile, no?
In realtà, basterebbe cambiare una cosa sola: l'azionista... ma, anche lì, non sembra facilissimo a farsi.
TheBest

Cosa può fare il management? Dipende dal tempo, dalle risorse e dalle ambizioni. Sono queste tre le variabili che rimescolano le carte del nostro futuro.
Se a prevalere dovesse essere il fattore tempo, diciamo la necessità di dare una svolta entro qualche giorno o al massimo entro qualche settimana, penso che la soluzione migliore, considerando il rapporto costi/ricavi, sarebbe una corda saponata appesa sopra a uno sgabello. I boia non mancherebbero, ne abbiamo in casa tanti e di provata esperienza.
Se a prevalere dovesse essere l'aspetto qualitativo, ovvero un lavoro ben fatto senza l'assillo di finirlo in fretta e non necessariamente in economia, non escluderei le nuove tendenze. Il viaggio ecologista modello Battisti-Mogol a cavallo del 1970, però a bordo di una Ferrari 458, senza risparmiare sui consumi e sulle emozioni: piede a tavoletta, respirando a pieni polmoni l'aria di un grande progetto all over the world. Fino a sfondare il muro del suono. O la Grande Muraglia.
Se a prevalere, invece, dovesse essere la voglia di scrivere qualcosa di importante e indimenticabile nel libro della storia del calcio, nessun patema: già fatto. E senza sforzi, come solo i predestinati e i fuoriclasse sanno fare.
Insomma, per togliersi di torno scelgano il modo che preferiscono, purché qualcuno si occupi seriamente della Juventus al posto loro.
Perché a tutto c'è un limite, e nessuno meglio di loro dovrebbe saperlo.
Trillo

Cosa può fare il management? Mi vengono i brividi a pensare che cosa possa fare questo management! La dimostrazione di quanto poco assennate siano state certe scelte di mercato dal 2006 sta trovando il suo acme con Felipe Melo. Altri 25 milioni buttati a rimpolpare le casse della Fiorentina. Nonostante l'evidenza dei pesanti sbagli di certe scelte di mercato, tutti rimangono al proprio posto. Mi riferisco alla nuova triade Blanc Blanc Blanc (Presidente, A.D., D.G.). Hanno fatto fuori solo Cobolli per aver sforato abbondantemente il limite del ridicolo nel triennio di presidenza "più simpatica" e perdente della storia juventina. Congedare Ferrara per la dirigenza sarebbe come congedare se stessa ed abiurare lo scellerato patto con Lippi che ha portato un neo patentato a guidare la Ferrari bianconera, e due ronzini ormai sportivamente da abbattere come Cannavaro e Grosso quali perni della nuova Juventus. Rinunciare poi a Nedved e Zanetti per fare spazio a Diego e Felipe Melo aggiungendo una cinquantina di milioni alla prova dei fatti si sta dimostrando scelta ben poco oculata, ma soprattutto di nessuna prospettiva. Forse per Diego bisogna congelare il giudizio, ma Felipe Melo pagato quella cifra è qualcosa di aberrante e ingiustificabile. Che fare adesso? Non vedo altre soluzioni se non "continuare nel procedere con il progetto... " per dirla alla Blanc. Ci sono da serrare i ranghi per andare giù, sempre più giù, fino al precipizio. Solo allora finalmente (forse) John Elkann e i suoi consigliori, dopo aver prodotto tanti indelebili danni alla storia della Juventus, si faranno da parte lasciando la Juventus a gente più adeguata. Questa non è Juventus, è solo una controfigura che ha la stessa personalità del pallido erede di una gloriosa dinastia.
Nick66

Il rigore, ecco cosa manca, il rigore.
No, non quello sul campo, quello arriverà solo quando un cecchino croato, da 1200 metri, riuscirà a colpire la scarpetta di Trezeguet mentre sta per calciare l'ultimo pallone verso la porta avversaria, atterrandolo. Manca invece quella "violenza privata" che ci distingueva dall'essere dei mediocri come tutti gli altri.
Manca il rigore, sì, ma non in campo e nemmeno sulle tribune, quegli atteggiamenti sono figli della conseguenza, manca il rigore tra i colletti bianchi, manca l'essere, ormai sostituito dall'apparire. Manca la vergogna, nemmeno una faccia arrossata ieri sera davanti alle telecamere, tutte coperte dall'abbondanza di pelo sullo stomaco.
Non hanno ancora imparato che si sono scelti il lavoro più difficile del mondo: continuare a vincere, continuare a vincere con la Juventus. Ma cosa pensavano di continuare ad allestir vetrine? Cosa pensavano, che bastassero la erre moscia, un italiano stentato e un po' di savoir faire per raccontare favole alla gente?
Solo tre giorni fa, il tutelato raccontava sorridendo al popolo che, "quella" Juventus, quella contro l'Inter, sarebbe piaciuta a suo nonno. Si sforzi un po' di più, John Elkann, e si ricordi che suo nonno, per molto meno, cacciò anche i tutelanti per riprendersi la Sua e la nostra Juventus. Si sforzi, John Elkann, l'esempio da seguire ce l'ha, basta rendersene conto.
Rinasco Bianconero

Il management deve ricominciare a gestire la Juventus come una società sportiva professionistica che si rispetti. Sembrerà banale, ma tutti i nostri problemi nascono da questo punto, che riassume tutti i problemi che vengono di solito elencati in ordine sparso: si parla spesso di errori di mercato, di preparazione atletica sbagliata, di carenza di comunicazione, di mancata difesa dell'immagine della società, ma secondo me si tratta semplicemente di sintomi diversi per la stessa malattia: la mancanza di competenze specifiche e professionalità all'interno dello staff societario.
La vicenda della positività di Cannavaro all'antidoping a seguito della puntura dell'ape è emblematica dei problemi della Juventus attuale, con la tragicomica storia della raccomandata smarrita e poi ritrovata (ancora chiusa), e la barzelletta del fax della sede spento che non permetteva l'invio da parte del Coni del documento di archiviazione. L'impressione che ho è che nella Juventus dopo Calciopoli si sia persa la ricerca della perfezione, la valorizzazione dell'eccellenza, la capacità di riprodurre all'interno di una società sportiva una struttura organizzativa da azienda moderna, insomma, tutto ciò che aveva fatto della gestione della Triade un modello invidiato da tutti.
In questi tre anni si sono avvicendati tre allenatori con i relativi staff, e sono stati sostituiti presidente, un paio di consiglieri di amministrazione, medici, preparatori atletici; inoltre sono stati inseriti nuovi calciatori per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro. I risultati ci dicono che chiunque arrivi alla Juve incontra problemi di inserimento e non riesce a rendere al meglio, sia che si tratti di un atleta (si vedano i casi di Diego e Melo) o di un membro dello staff tecnico e societario (si veda la disastrosa conta degli infortunati, nonostante il ritorno del preparatore Neri). A mio avviso, questo significa che il modello di gestione implementato è assolutamente inadeguato, a partire dal peccato originale di questa nuova Juventus, e cioè la cronica assenza di un uomo di calcio all'interno della società. Faccio un nome a caso: Roberto Bettega. La proprietà ammetta i propri errori, e lo rimetta in sella. Prima che sia troppo tardi.
andrealoca

Cosa può fare il management? Non può fare nulla. Assolutamente nulla. L'incompetenza (di Monsieur Blòn) e la presunzione (di Monsieur Blòn), miscelate assieme, producono un cocktail micidiale. Non solo per il fegato dei tifosi juventini (da non confondere con quelli ridentini, che guardano avanti e leggono avidamente la gazzetta dello sport). Ma anche per le capacità cerebrali di chi - nella veste di presidente e/o amministratore delegato e/o direttore generale - dovrebbe analizzare con lucidità la situazione per poi prendere delle decisioni ragionate.
Cosa deve fare il management? Una cosa sola. Anzi, QUATTRO. 1. Ammettere il proprio fallimento. 2. Raccattare i propri effetti personali (racchette da tennis, completini bianchi, projétti da QUATTRO soldi, baguettes e foie gras). 3. Dimettersi con effetto immediato. 4. Partire, per destinazione ignota, portando seco eredi per caso (a forza di saltelli), canuti tutori swappanti e agnelli spagnoli del ciuffo fluente. Il mezzo per il viaggio lo mette a disposizione il Gruppo. Una fiammante Fiat Punto, con il piantone dello sterzo ancora da revisionare...
Il Mago di Ios

Sinceramente?! Il management non può fare nulla. Sono dei lavoratori dipendenti che hanno ricevuto precisi ordini dalla proprietà. Se vogliono mantenere stipendio e prebende devono rispettare il mandato. In caso contrario tutti a casa.
Una volta chiarito questo aspetto facile arrivare alla radice del problema. La proprietà e il suo progetto.
Vedete, Umberto Agnelli voleva una Juventus vincente, autorevole ed economicamente sana, di conseguenza ha scelto gli architetti giusti per raggiungere l'obbiettivo.
Gli Elkann hanno scelto degli incompetenti per "rilanciare" la Juventus? Come li vogliamo chiamare Architetti o Lanzichenecchi? Fate voi, tanto ci siamo capiti.
La verità è sempre la stessa: questi sono i frutti avvelenati della invereconda calata di braghe dei tempi di Calciopoli. Poche storie.
Non stiamo qui a raccontarci le solite cose. Guerre familiari e tutto il resto. Tutto vero, però non basta più, infatti proviamo a fare un altro tipo di analisi. Anzi, andiamo in analisi.
Ricordate, il complesso di Edipo di Freud? Forse ne abbiamo trovato una nuova versione: il desiderio di distruggere quanto fatto dai propri antenati. Complesso di inferiorità: chi non può creare forse ha pulsione a distruggere. Del resto in che modo i mediocri possono passare alla storia?
Esageriamo? Leggete le cronache giudiziarie per favore: madri contro figlie, figli contro madri. Sino alla prossima triste puntata.
Eccolo qui il complesso di Nerone: bruciare la Roma degli antenati per un enorme complesso di inferiorità.
Non venderanno mai. Sanno che senza la Juve non contano più nulla.
L'unico modo per sentirsi importanti e quello di vederci soffrire per la demolizione di un qualcosa che non appartiene loro.
Ma verrà un giorno...!
Drago di Cheb

La dirigenza dovrebbe cominciare a stringere le righe nere della maglia.. Perché la vedo nera quasi completamente e per il futuro non distinguo più righe. I vecchi (quelli che ogni bravo juventino dalla memoria cortissima dimentica immediatamente, appartenenza dell'ultimo gol compreso) ormai sono alla frutta. A maggio caffè e amaro e poi via tutti. Rischiamo di perdere altri pezzi pregiati sull'onda dello sconforto. Uno su tutti Camoranesi che di mezze ali, di sovraccosce o di rombi non ne può veramente più. Lui non ci si sente in questi cambi di modulo per compiacere ieri Tiago, oggi Diego. Questi dirigenti comprano senza consulenza tecnica. Se è bravo e costa 25 (né uno di meno né uno di più) si compra. Ma fa il ciclista... Fa niente, cambiamo modulo...
Ora però è fallita la tranche 2009-2010 del progetto. Niente incassi da Champions. Quelli sono per gente che ci capisce e la Juve ha fatto il pollo in un tavolo da poker di professionisti. Persa la posta, rinunceranno anche all'unica luce rimasta accesa. Mi riferisco a Martin Caceres. Non che sia un condottiero, per carità, ma in prospettiva è davvero forte 'sto ragazzo. Portato al centro, nel suo ruolo, sarebbe magari meglio. Ma non lo vedremo mai. Costa troppo e vuoi che venga riscattato per quella cifra?
Il prossimo anno ci sarebbe da rifondare quindi la difesa. Due esterni e un centrale. (Canna molla sicuro). E a centrocampo, sempre che riusciamo a svendere due o tre delle "pregiate" pedine frutto del lavoro di Secco, serve un uomo d'ordine, un regista, fate voi.
Capitolo attacco... Addio capitano, addio David, speriamo addio Amauri. Ma chi la fa la colletta per Aguero o similia per poter sperare in una rinascita? Noi del ju29ro? Mi vien voglia di mollare tutto e tutti, di far finta che 'sto caspita di calcio non sia mai esistito nella mia vita, cari miei. La Juve non c'è più e noi qui a difendere l'onore della nostra amata scomparsa... Che fine, a forza di allargare le strisce nere della zebra è rimasto uno strano quadrupede che più che a un animale libero della savana somiglia vagamente ad un somaro legato in un'aia... Questi signori i colori bianconeri ce li faranno odiare prima o poi.
Immagino il progetto così. Prima fuori gli infedeli, fuori Bettega, fuori ogni riferimento al nome Agnelli, fuori tutti i colpi di mercato della Triade. Non rimane che rinnovare la clientela che segue la squadra e il progetto simpatia sarà concluso. Vittoria, signori. Si potrebbe organizzare un CdA straordinario per l'occasione. Già, un bel CdA, l'unica cosa che di sicuro faranno prima o poi, ci potete contare.
Eureka63

La mia posizione è amara e radicale, ma non credo alla volontà di rivalsa di chi ha contribuito alla distruzione della Juventus. Purtroppo non devono fare niente. E' la Juve che volevano. Il progetto è forte e va avanti. Hanno messo le persone giuste al posto giusto. L'unica speranza risiede nella presa di coscienza da parte del popolo bianconero sulla verità storica da Farsopoli in poi, e che qualche sondaggio spieghi al giovane Elkann che l'atteggiamento da lui tenuto sulla nuova Juventus non gli giova. Solo con un serio processo di revisione dei fatti dell'estate 2006, e con la dipartita del rampollo consigliato dai tutori accusati da sua mamma e per questo attualmente sotto processo, sarà sensato discutere delle strategie da mettere in atto al fine di risorgere. Sino ad allora sprechiamo il nostro tempo.
Pucciogoal87