Juve-Fiorentina: quattro anni di scarpe su misura

della valleE' della settimana scorsa la notizia che il rapporto di “collaborazione” fra Fiorentina e Juventus potrebbe presto arricchirsi di un nuovo capitolo, quello riguardante il peruviano Juan Manuel Vargas.

In principio fu Adrian Mutu. Strappato (gratuitamente) all’oblìo cui il Chelsea, licenziandolo, lo aveva relegato, il rumeno è stato il primo regalo offerto dall’attuale management (?) juventino al club del Signore della Calzatura. Una cessione passata sotto traccia, silenziosa, in un momento in cui i destini delle due società coinvolte nella trattativa vivevano un momento drammaticamente simile, una posizione che per il “sentimento popolare” significava retrocessione certa per entrambe.

Estate 2006, in piena bufera Calciopoli, mentre la Juventus rimase senza società per un mese preparandosi alla B e iniziando la svendita dei propri campioni, il sodalizio viola all’eventualità di retrocedere non pensava minimamente e mostrò gli artigli, ricavando da questo atteggiamento la permanenza in serie A (seppur con una forte penalizzazione).

Ma questa è roba di fine luglio: la cosa che stupì fu che nei primi giorni di quello stesso mese la Newventus ebbe proprio nella Fiorentina l’interlocutore di mercato privilegiato, il primo referente del neo direttore sportivo Alessio Secco, che dal sollevare lavagnette elettroniche nella funzione di team manager (mansione svolta fino a due mesi prima) si ritrovò improvvisamente a trattare con uno squalo come Pantaleo Corvino. Il quale Corvino fu estremamente convincente e, mentre un Mondiale a forti tinte bianconere arrivava all’ultimo atto e Calciopoli stava per completare i propri disegni, cedette in prestito il deludente Bojinov ottenendo in cambio Mutu per la modesta cifra di 8 milioni di euro. Otto milioni di euro (peraltro pagabili in tre anni...) che, precisò un comunicato della Newventus, generarono una plusvalenza di 6,8 milioni di euro, una tra le più alte mai realizzate dalla società negli ultimi 4 anni.

Un’operazione dovuta al lavoro di chi dalla Newventus era stato allontanato, e che ancora oggi è responsabile di tutte le plusvalenze realizzate dalla nuova società da quando l’attuale gestione è in carica. Si instaurò così il canale privilegiato Torino-Firenze, con la Juve nella parte di fornitore ufficiale di calciatori e finanziatore sprovveduto (ma quanto sprovveduto e quanto invece consapevole, vista l’amicizia che lega Montezemolo a Della Valle?) dei gigliati. La casistica è ricca e variegata: assieme a Mutu (guai giudiziari a parte, ad oggi il rumeno ha totalizzato 118 presenze e 65 gol in viola...) approdò in Toscana anche Manuele Blasi, due volte campione d’Italia con Capello e dirottato in prestito (con diritto di riscatto non esercitato) ai viola. In poche parole la filosofia di Corvino: cara Newventus, ti prendo Blasi, lo sfrutto un anno gratis e poi te lo rispedisco.

Nell’estate del 2007, per un Blasi rispedito a Torino (e immediatamente dirottato altrove) ecco un Balzaretti percorrere l’itinerario opposto, per una nuova plusvalenza di 3,8 milioni di euro ancora da ascrivere alla precedente gestione (il torinese era stato ingaggiato nel 2005 in regime di svincolo in seguito al fallimento del Toro). Il buon Federico venne letteralmente scaricato dalla Newventus, e che a gennaio 2008 abbia traslocato a Palermo, dove gioca tuttora, per la solita cifra di 3,8 milioni (non sia mai che Corvino perda soldi!) non impedisce il sorgere di un interrogativo: siamo proprio sicuri fosse tanto peggio del suo sostituto Molinaro?

Passò un anno e Corvino accettò il prestito di Almiròn, che dalla stagione precedente aveva iniziato il suo girovagare per il Mediterraneo, ma pochi spezzoni di (deludenti) partite furono sufficienti per rispedire l’argentino al legittimo proprietario del suo cartellino, il quale ringraziò e rilanciò a sua volta con l’ultimo (per ora) capitolo della vicenda che vi stiamo raccontando: l’affare Felipe Melo. Il brasiliano, pagato 8 milioni di euro all’Almeria l’estate precedente, finì a Torino in cambio di 25 milioni, una cifra allucinante se rapportata al valore del giocatore e alla quotazione riservata a Cristiano Zanetti e Marchionni (altre plusvalenze generate dalla vecchia gestione) finiti a Firenze per un totale di 6,4 milioni.

Ora le voci su Vargas, esterno sinistro lunatico e assolutamente nullo in copertura acquistato due estati fa da Corvino (12 milioni al Catania) e divenuto il nuovo specchietto per le allodole messo in bella mostra da Prandelli, per ammaliare ancora una volta gli sprovveduti (oppure no, e qui si ritorna al legame Montezemolo-Della Valle, rafforzato dalla presenza nel CdA viola del figlio del presidente della FIAT, Matteo) di Corso Galfer, i quali sarebbero pronti a ripetere l’esperienza Melo, staccando l’ennesimo assegno da 25 milioni per un giocatore di quasi 27 anni e dalla carriera sostanzialmente mediocre. Com’era quella di Felipe Melo.

C’è una sola speranza: che qualcuno fermi questi incompetenti.