Dead man speaking

blancPensavamo fosse in Costa Azzurra, invece Jean-Claude Blanc è ricomparso nel panorama bianconero per rilasciare a Sky Sport 24 un'intervista dal sapore antico.
Per Blanc è come se nulla fosse successo. Non sa ancora, il francese, che il conto alla rovescia per lui è già cominciato.
E allora leggiamo e commentiamo le sue frasi.
"Resto alla Juve per proseguire il progetto cominciato dopo lo tsunami di quattro anni fa" sta a significare che ancora non ha trovato un accordo per la buonuscita che lo accompagnerà a Chambéry. "La mia priorità è la Juve. Voglio portare avanti questo progetto". Progetto, appunto, o "projettò" ecco una parola che non avremmo voluto più sentire.
Il Presidente Andrea Agnelli non avrà certamente preso bene l'iniziativa del "tennista" di concedere questa intervista e nei prossimi giorni probabilmente avrà tempo e modo di farglielo notare. Soprattutto le dichiarazioni sul mercato riportano la nostra mente ai giorni della grande illusione. "Metteremo il budget giusto, ma quale sia questo budget non lo comunichiamo. Marotta e il suo staff sono al lavoro per portare a casa i giocatori giusti. Proclami non ne facciamo". Bello il proposito di non fare proclami, soprattutto quando si leggono cose come queste: "Con la mancata qualificazione in Champions ci manca un ricavo importante, ma il bilancio è sano, solido e forte. Avremo i mezzi per fare bene in questo mercato. Vogliamo riprendere la strada intrapresa in questi anni quando abbiamo conquistato il secondo e il terzo posto e tornare sulla linea giusta per una società come la Juventus. Cessioni? Tutti i grandi club europei cercano di vendere prima di acquistare e aspettano per fare il colpo giusto. Noi stiamo attenti a fare le cose con una gestione ordinata come abbiamo sempre fatto".
I lettori possono tranquillamente rabbrividire: parla di bilancio sano, solido e forte, ma non dice che il prossimo esercizio ci sono 40 milioni in meno e un probabile dimezzamento del Patrimonio Netto all'orizzonte; parla di secondo e terzo posto come strada giusta per la Juventus; paragona la sua Juvinese ai grandi club europei; definisce la sua gestione ordinata, dopo aver dilapidato 105 milioni di euro di aumento di capitale e condotto la società ad avere uno sponsor di maglia che ci paga meno del Siena.
Una sovraesposizione mediatica disperata, giustificabile solo con la ricerca spasmodica di una sistemazione alternativa, dopo che lo stesso Platini, relazionato in merito dai suoi vecchi amici torinesi, gli ha chiuso in faccia la porta di Francia 2016. Peccato che, a quanto ci risulta, questa sovraesposizione non sia andata giù al nuovo Presidente che ben presto lo chiamerà a rapporto per mummificarlo definitivamente sui temi che gli competono ancora, e cioè le poltroncine dello stadio, le forniture del catering di Vinovo, l'appalto per la pulitura delle tende della sede, e l'approvvigionamento dei palloncini e delle bandierine da regalare allo stadio alla prima del prossimo campionato. Almeno finché si aggirerà in Corso Galfer, cioè ancora per poco.
Intanto non fa proclami, ma non resiste e parla di mercato: "La Juve è sempre stata italiana. Anche quest’anno metà del gruppo era formato da italiani. Vogliamo sempre dare alla Nazionale giocatori importanti. Non solo alla Nazionale maggiore ma anche all’Under 21." La Juve è sempre stata italiana e Blanc, appunto, se lo dice da solo. Ancora non capiamo cosa lui c'entri con la Juve.
Da Oscar la parte finale dell'intervista, dedicata alla stagione appena conclusa con la patetica tournée in USA: "Difficile dire che cosa sia andato storto. Forse è dipeso dall’altissimo numero di infortuni: è una cosa che dobbiamo capire. Poi, forse, essendo tornati velocemente su alti livelli, quest’anno abbiamo pagato il conto della corsa veloce che abbiamo fatto. È giusto prendersi i tempi giusti per ritrovare il cammino giusto per i prossimi anni." La verità è che è giusto che lui prenda il giusto treno che lo accompagni al giusto esilio.

SI PROFILA UNA NUOVA STRATEGIA

Parliamo di Andrea Agnelli. Alcuni giorni prima del suo insediamento il sottoscritto, in qualità di fondatore del Comitato Piccoli Azionisti, aveva inviato al vecchio Presidente Blanc una lettera nella quale si prendeva atto che il legale incaricato di difendere la posizione di responsabile civile della Juventus non aveva ancora mai assunto alcuna iniziativa processuale degna di nota, ovvero dato prova del benché minimo attivismo defensionale. Segnalavo inoltre come questo atteggiamento passivo non fosse coerente con i rilevantissimi interessi sportivi ed economici della Juventus in quel procedimento. Infine invitavo il management a considerare la possibilità di revocare l’incarico professionale a suo tempo conferito all’Avv. Vitiello, in favore di altro legale di fiducia, ovvero, in alternativa, a considerare immediatamente ogni misura idonea a sollecitarlo ad assumere una parte attiva nel processo.
La risposta alla mia lettera è arrivata il 19 maggio del 2010, a firma Andrea Agnelli, pochi minuti dopo aver ricevuto la nomina a Presidente. Una risposta chiara e netta, con la quale si ribadiva l'intenzione di perseguire tutte le iniziative necessarie alla tutela degli azionisti e della società.
In parole povere, io ritengo che nelle prossime settimane potremmo assistere ad un cambiamento sostanziale dell'atteggiamento della società Juventus, sia per quanto riguarda il processo di Napoli, sia per quanto attiene gli esiti dell'esposto presentato recentemente con cui si richiedeva la revoca dello scudetto 2005/2006 all'Inter e il contestuale deferimento degli indossatori di scudetti altrui per l'imponente mole di intercettazioni scovate nel poderoso archivio attualmente ancora in analisi.
Pare infatti che l'esposto di cui sopra giaccia, indisturbato, in qualche cassetto della FIGC e che Palazzi non abbia nessuna intenzione di fargli vedere la luce. La motivazione ufficiale è che si aspettano le trascrizioni ufficiali di Napoli. Peccato che nel 2006 per affossare la Juventus si presero per buoni i brogliacci che, come ormai sappiamo tutti, giuridicamente sono poco più che carta straccia.
Ecco dunque che in Corso Galfer si sta facendo strada l'ipotesi che qualcuno a Roma voglia prenderli (e prenderci) per il culo. E allora si starebbero studiando le opportune contromisure per disturbare il letargo di Palazzi e del suo staff, che negli ultimi anni è apparso "sveglio" solo quando si trattava di Juventus.
Staremo a vedere.
Intanto è stato ufficializzato l'addio a Roberto Bettega. Continuo a pensare che sarebbe stato utile alle relazioni internazionali, dove avrebbe potuto sfruttare la sua immagine intatta, il suo ottimo inglese e i suoi solidi contatti maturati nel corso della sua lunga carriera da dirigente. Bobby Gol paga probabilmente la scelta collaborazionista effettuata a dicembre scorso, a sostegno di Blanc ed Elkann, proprio mentre Andrea Agnelli era alle prese con la trattativa che lo avrebbe portato a gestire la società. Da juventino non posso dimenticare quanto Bettega ha fatto per la Juventus, i suoi gol, i suoi assist, i suoi colpi di tacco. E quel suo modo di difendere i nostri colori, sempre e comunque, contro tutti e tutto. Bianconero dentro e fuori. Ciao Roberto.