La svolta di Andrea

andrea agnelliSembra passato un secolo, eppure sono poco più di quattro anni: 53 mesi per l'esattezza.
La giornata di mercoledì segna, a suo modo, una svolta epocale nella storia recente della Juventus, perché è la giornata in cui la Juventus, per bocca del suo massimo dirigente, riabilita ufficialmente Luciano Moggi e la Triade come parti fondamentali della sua Storia.
Le parole del Presidente sono macigni, e già hanno sortito i primi mal di pancia nei più accaniti sostenitori di Farsopoli, ossia quegli ultimi giapponesi nella foresta che ancora si ostinano a parlare di cupola, di carte truccate, di partite comprate e quant'altro. I nomi non li farò, tanto li conosciamo tutti. Sono sempre gli stessi, per fortuna sono sempre meno, e scrivono sempre le solite falsità.

"Ho massima stima per Luciano Moggi e per il lavoro che ha svolto non solo da noi ma in tutte le società in cui ha lavorato".
Qualcuno poteva solo immaginare, appena qualche mese fa, un Presidente della Juventus che si esprimesse in questi termini? Forse nemmeno nei nostri sogni migliori.
Il nome di Moggi dal 2006 in poi era divenuto quasi innominabile e, quando nominato, soltanto per rimarcare distanza e sempre con malcelato fastidio. Era il "mostro", così era stato dipinto dalla canea mediatica che ha cavalcato la farsa del 2006 e così era stato avallato dalla Juventus, che lo aveva subito scaricato.
Ripercorriamo velocemente alcune tappe, per non dimenticare:
Ai primi di maggio, con poche intercettazioni ancora sul tavolo, John Elkann già dichiarava la sua vicinanza solo alla squadra e all'allenatore.
Poi le dimissioni pretese e ottenute, di Moggi e di tutto il cda.
Poi una strategia difensiva perdente in partenza, perché orientata alla presa di distanza dal suo operato e quindi all'implicita ammissione di una colpevolezza tutta da dimostrare.
Nel presentare il nuovo cda post triade, fine giugno 2006, il giovane nipote dell'Avvocato così si esprimeva: "Oggi voltiamo pagina dopo quello che abbiamo appreso nelle scorse settimane e che rappresenta un capitolo triste nella storia della Juventus. Ci sono stati comportamenti riprovevoli e noi dobbiamo ripartire dalla serietà con due obiettivi, fare chiarezza e dare stabilità e prospettive".
E poi, a processi sportivi terminati e a serie B già acquisita, sempre John: "Moggi? Penso che non continuerà a sbraitare ancora per molto".
Inutile poi stare a menzionare tutte le gaffes, gli imbarazzi, i fastidi con cui la nuova dirigenza ha affrontato qualsiasi argomento legato a quei dodici anni ogni volta che ne è capitata l'occasione.

Inutile sottolineare come la differenza tra certe dichiarazioni e quanto abbiamo potuto ascoltare dal Presidente durante l'Assemblea sia quasi imbarazzante. Con l'avvento di Andrea Agnelli la musica è cambiata rapidamente, nel giro di soli 5cinque mesi l'inversione a U è stata evidente e si è completata con la solenne riabilitazione di Luciano Moggi e della Triade. Riabilitazione morale pesantissima, in attesa di quella giuridica che dovrà arrivare da Napoli.
Per Moggi "grande stima", Giraudo "un secondo padre", per Bettega la standing ovation e una fugace precisazione dei motivi per cui è stato purtroppo allontanato. Un Presidente così strettamente e ostentatamente legato a un periodo che si voleva far cadere nell'oblio è quanto di meglio ci potesse capitare in questo momento.
Adesso sappiamo che la Juventus non si vergogna più della propria Storia, di tutta la sua Storia. Non ci sono fatti riprovevoli, non ci sono peccati veniali né mortali. La parola "stima" dice tutto, è un giudizio chiarissimo sull'operato di una dirigenza finita nell'occhio del ciclone e abbandonata a se stessa da chi la doveva difendere per difendere l'onore della Juventus, ma non l'ha fatto.

Tanta acqua è passata sotto i ponti, da quel 2006. Gli scudetti, che qualcuno si era "dimenticato" di richiedere, prima hanno fatto timido capolino sul sito accompagnati da pudichi asterischi. Erano 27, poi 27 più 2, poi 27 ma ce ne sentiamo 29, poi "scudetti che abbiamo vinto noi sappiamo quelli che abbiamo vinto, e quella è quella cosa importante". Da mercoledì sappiamo che quegli scudetti hanno una strada per tornare a casa loro, ed è una strada che parte da Napoli e che la nuova-vecchia Juve si è solennemente impegnata a percorrere quando le condizioni saranno mature. Quando sarà chiaro a tutti che non c'era nessuna associazione a delinquere, nessuna cupola, nessuna trama oscura: solo sudore e fatica, corsa e dribbling, assist e goal.

Ebbene sì, il 27 ottobre è a tutti gli effetti una data che andrà ricordata. La data in cui la Juve ha riscoperto davanti al mondo l'orgoglio di se stessa, di essere quella che è.
Uno dei soliti, uno dei più accaniti, di quelli che "la cupola, il sistema, le partite truccate...", insomma di quelli che si sono addormentati nel 2006 e non si arrendono all'evidenza, ha parlato di "Restaurazione". Magari!! Mai parola potrebbe risuonare più dolce alle nostre orecchie.