Giustizia e rispetto per gli angeli dell'Heysel!

heysel

Ti ricordi lo stadio Heysel 
Le bandiere del Liverpool 
Diecimila son partiti 
39 non tornan più 
era il giorno del gran massacro  
per noi ultras un giorno sacro 
scorre il sangue sulle bandiere 
di quelle merde bianconere 
che di colpo morirono 
è caduta una tribuna
le trasferte si pagan care
a Bruxelles 39 bare.
Ti ricordi lo stadio Heysel
le bandiere del Liverpool
e quel magico muretto
muori gobbo maledetto”.

Le parole sono atroci, anche sentendole sulla base dell’ingenua melodia di ‘Montagne verdi’, il motivetto che nel 1972 diede la notorietà ad una semisconosciuta Marcella Bella, consentendole di classificarsi al settimo posto al Festival di Sanremo.
E la ribalta questa volta non è il teatro Ariston, ma le curve di uno stadio, che può essere l’Olimpico di Torino o il Franchi di Firenze, ed a cantarlo non è una riccioluta ragazza della terra di Sicilia, ma un gruppo di ultras sciarpati di viola, probabilmente aderenti di quel gruppo che l’anno scorso sfilò sulla passerella dell’Olimpico indossando delle oscene magliette griffate ‘meno 39’.
Trentanove, come i caduti nella terribile tragedia del settore Z dell’Heysel, causata dalla follia degli hoolingans, i 39 caduti che il popolo bianconero ricorda come i trentanove angeli dell’Heysel.
Ebbene, dopo la partita Juve-Fiorentina, che questo coro sia risuonato vergognosamente e sfacciatamente alto nel cielo dell’Olimpico nel corso della gara è cosa passata completamente sotto silenzio; per soffocare quelle voci dall’aldilà e lo strazio dei parenti è bastato lo scoppio di un paio di petardi: gesto deprecabilissimo, intendiamoci, senza scusanti, da punire e punito, addirittura con la diffida dell’impianto (quanto sarebbe stato auspicabile che chi ha visto il lanciatore lo avesse preso per le orecchie e consegnato a chi di dovere!). Un silenzio davvero assordante, durante e dopo la gara, silenzio che fa da contraltare al tanto parlare che si fece a suo tempo, per esempio, del ‘caso Balotelli’ (tra l’altro etichettato come razzismo, pur se la matrice non era il pregiudizio razzista); in quel caso comunque la Juve fu punita con un turno da giocare a porte chiuse.
In questo caso nessuno ha rilevato nulla, l’arbitro non ha ritenuto opportuno fermare la partita e far cessare lo scempio, nessun opinionista alla moda di Pistocchi, visto che di serbi non si trattava, ha avuto nulla a che ridire.
O forse, trattandosi non di una partita, ma di “un’esperienza mistica”, come l’aveva definita Renzi, il sindaco di Firenze, mandando a Torino i suoi crociati a “compiere un atto di giustizia storica e culturale per tutti i furti che siamo stati costretti a subire nella nostra storia”, non si poteva fermare.
Siccome nessuno li aveva sentiti, per riaffermare il concetto, gli ultras viola hanno pensato bene di ribadire, dalla curva Fiesole, concedendo poi, oltre al bis, anche il ter, in due gare che con la Juve nulla avevano a che fare: Fiorentina-Reggina di Coppa Italia e Fiorentina-Cagliari. In questi casi non si poteva nemmeno parlare di sfottò, per quanto ignobili nella loro truculenza, verso la tifoseria avversaria di turno: erano solo e semplicemente cori di premeditato vilipendio nei confronti di 39 vittime innocenti, quelle stesse 39 che avevano indotto proprio i tifosi viola a chiedere un gemellaggio con i supporters dei Reds, progetto poi fallito appena agli inglesi era stato svelato il reale turpe motivo della proposta. Anche in queste due gare nessuno, né arbitri, né assistenti, né ‘quarto uomo’ aveva udito nulla; nemmeno l’a.d. viola Mencucci aveva udito nulla; e nemmeno gli opinionisti, sempre tanto solerti quando da mettere nel mirino c’è la Juve. Pare il caso di consigliare a tutti costoro un approfondito check up dell’udito, ne fanno anche di gratuiti.
Totale indifferenza, così plateale da sembrare proprio voluta: perché ormai i casi sono tanti e troppi.
Per rimanere all’Heysel bisogna ricordare che già la domenica dopo la tragedia era apparso al Franchi lo striscione ‘Heysel, 39 gobbi in meno’. Poi sempre ai morti dell’Heysel si era cantato: “Cos’è successo/Cos’è successo a Bruxelles/39 morti son tutti juventini/ guarda qua guarda là/che cimitero/guarda qui guarda là/è tutto bianconero”, ma anche, dai concittadini granata, “39 sottoterra, viva, viva l'Inghilterra”. Da anni ormai i tifosi bianconeri sono sottoposti, in più stadi italiani (soprattutto Firenze, ma non solo, anche Roma, Milano e Genova), al supplizio di cori inneggianti all’Heysel, ma non solo: anche Ale e Ricky, i due giovani bianconeri tragicamente annegati a Vinovo, hanno avuto il loro oltraggio: “Nuota, nuota, piccolo gobbo/quanto stai in apnea”, “Gobbo maledetto, salta anche tu nel laghetto”. Per non parlare di Scirea (“Scirea Gaetano è morto contromano”, “Scirea brucia all’inferno”), di Andrea Fortunato (“Fortunato leucemico fulminato”) e Pessotto (“Vola/vola giù dal quarto piano/col crocifisso in mano/dai facci l’aeroplano/Pessotto vola” sull’aria di ‘La notte vola’ ‘Buttate, buttate de sotto, oh Pessotto, buttate de sotto'). Ma mai nessuno se n’è scandalizzato, mai nessuno ha pagato.
Adesso veramente a Firenze si sta passando ogni limite, nel silenzio dei media: il solo Crosetti, notoriamente mai benevolo nei confronti dei bianconeri, ha avuto il pudore di denunciare la barbarie e di sottolinearne l’impunità; ma la giustizia sportiva, che per essere giusta dovrebbe fondarsi sull’uniformità di giudizio, e per rispondere ai valori dello sport dovrebbe far trionfare sentimenti di umanità e lealtà sulla gratuita crudeltà, continua a far orecchio da mercante; si teme forse che i tifosi viola, proprio sotto le feste, occupino di nuovo, alla stazione campo di Marte, i binari della linea Roma-Milano, come fecero ai tempi di Calciopoli, evitando così l’inferno della B con 12 punti di penalizzazione? Oppure ‘lassù’ qualcuno ama troppo la Fiorentina?
I tifosi bianconeri chiedono giustizia e, prima ancora, rispetto, per chi c’è e per chi non c’è più. E che la Società sia al loro fianco in questa battaglia di civiltà.