Napoli-Juve. Una débâcle che parte da lontano?

calciomercatoL'ultima disfatta della Juventus a Napoli, oltre ad aver gettato parecchie ombre sul futuro della squadra bianconera e sul progetto di ricostruzione affidato al Presidente Andrea Agnelli e a Giuseppe Marotta nell'estate scorsa, ha indotto una serie di riflessioni sul diverso percorso delle due società negli ultimi cinque anni.
L'Amministratore Delegato e Direttore Generale dell'area tecnica bianconera, intervistato da Mediaset subito dopo la partita ha sostenuto come “ …le squadre vincenti si costruiscono con il tempo, non a caso il Napoli è frutto di una programmazione. Una squadra che il Presidente De Laurentiis ha costruito negli anni, non è frutto di operazioni solo di quest'anno... oggi stanno raccogliendo i frutti”.
Le dichiarazioni del DG bianconero sulla società partenopea sono, almeno in parte, corrette (il Napoli non ha ancora vinto nulla), ma offrono anche uno spunto di riflessione interessante per porre il Napoli come termine di paragone onde meglio comprendere l'esito delle scelte sportive dei vertici di Corso Galileo Ferraris nel post-Calciopoli.

La memoria ci porta alla stagione 2006/07, quella della “straordinaria avventura” (cit. Jean-Claude Blanc), quella che “La serie B ci sta insegnando tante cose, stiamo facendo un bagno di umiltà” (cit. Giovanni Cobolli Gigli), quella in cui Napoli e Juventus disputarono entrambe il campionato di serie cadetta dopo terremoti societari: la Juventus rasa al suolo da Calciopoli, il Napoli alle prese con la risalita dalla serie C, seguita al fallimento avvenuto nel 2004 dopo anni di conti in rosso. Al termine di quel campionato la Juventus distanziò i campani in classifica di 15 punti: 94 punti (da considerare 85 punti per le statistiche causa penalizzazione) contro i 79 punti del Napoli.
La Juventus aveva una formazione titolare che più o meno recitava così: Buffon-Birindelli-Boumsong-Chiellini-Balzaretti-Camoranesi-C.Zanetti-Giannichedda (Marchisio)-Nedved-Trezeguet-Del Piero, mentre il Napoli giocava con Iezzo-Maldonado-Cannavaro Paolo-Domizzi-Grava-Montervino-Amodio-Savini-De Zerbi-Calaiò-Bucchi.

Nelle due stagioni successive la Juventus, grazie soprattutto alla spinta dei reduci da Farsopoli, ottenne il terzo posto nella stagione 2007/08, distanziando il Napoli di 22 punti, e un secondo posto nella stagione 2008/09, in cui i bianconeri ottennero 28 punti in più degli azzurri. E' in questi anni però che il Napoli cominciava a porre le basi per la squadra che oggi è meritatamente seconda in classifica: nell'estate 2007 comprò Gargano per 3,2 milioni di euro, Hamsik per 5,5 e Lavezzi per 6 milioni, come l'allora Dg del Napoli Pierpaolo Marino ha poi dichiarato, acquisti che consentirono al Napoli un salto di qualità notevole nel campionato di massima serie... A questi poi si sono aggiunti in ordine cronologico: Pazienza (4,25 milioni), Maggio (8 mln), Campagnaro (5 mln più la metà di Mannini), De Sanctis (1,675 mln), i quali, insieme a Dossena (5 mln dal Liverpool) e Cavani (5 milioni di prestito con diritto di riscatto fissato a 12 mln pagabili in quattro anni), hanno costituito nove degli undici azzurri (insieme ai già citati Grava e Cannavaro) che hanno di recente travolto la Signora. Mentre il Napoli dunque ha incrementato esponenzialmente il proprio valore negli anni, la Juventus ha invece subito un'involuzione drammatica: Trezeguet, Camoranesi e Nedved, tre campionissimi della Juve pre-Farsopoli non ci sono più e non sono stati adeguatamente sostituiti, Del Piero e Buffon hanno quattro anni e qualche acciacco in più (specie il numero 1); e anche due terzini come Birindelli e Balzaretti farebbero un'onesta figura in confronto agli attuali De Ceglie, Grosso, Grygera, il tutto tenendo conto della vagonata di soldi che la gestione Secco-Blanc ha gettato dalla finestra per gli acquisti di Tiago (13 mln), Almiron (9 mln circa), Andrade (10 milioni per quattro partite), Poulsen (10 mln ), Felipe Melo (una follia il pagamento della clausola rescissoria a 25 mln), Diego (24,5 e venduto l'anno dopo a 15 più bonus), Sissoko (13 mln), Iaquinta (11 mln circa) e Amauri (22 mln parzialmente ammortizzati dalla cessione di Nocerino al Palermo), il quale ultimo in due anni e mezzo di Juve ha segnato 24 gol contro i 20 realizzati da Cavani in poco più di sei mesi; tali acquisti hanno contribuito ad abbassare sensibilmente il livello qualititativo della rosa juventina, che oggi appare, a detta di (pseudo)giornalisti, ex-allenatori, ex-giocatori e tifosi, decisamente peggiore rispetto a quella della serie B.

Ad onor del vero anche il Napoli ha attraversato un momento non proprio felicissimo nel 2009: esonero dell'allenatore Reja, dodicesimo posto al termine della stagione 2008/09, ingaggio di Donadoni e risultati poco esaltanti all'inizio della stagione 2009/10: il presidente De Laurentiis, a quel punto, ha avuto il grande merito di non aspettare che la squadra si sfasciasse definitivamente e risolse il contratto con il Dg Marino e Donadoni, al posto dei quali arrivarono rispettivamente Bigon (che ha portato sotto il Vesuvio i già citati Cavani e Dossena) e Mazzarri, ritenuto da tutti gli addetti ai lavori uno dei principali artefici della rimonta che ha poi permesso al Napoli di scalare la classifica, fino a posizionarsi sopra ai bianconeri al termine del campionato 2009/2010: 59 punti (sei dei quali realizzati nei due scontri diretti) dei partenopei contro i 55 della squadra piemontese ridotta, allo scorso maggio, ad una rosa di giocatori a fine carriera e non all'altezza della gloriosa tradizione del Club, eppure tutti con ingaggi faraonici che hanno costituito uno scoglio non di poco conto nelle mancate cessioni di alcuni giocatori (Amauri, Grosso, Salihamidzic tanto per fare alcuni esempi). Atteggiamento, quello del Napoli, diametralmente opposto a quanto avvenne l'anno scorso a Torino, dove nelle stanze di Exor hanno dovuto aspettare la stagione peggiore della storia per rivoluzionare completamente i vertici societari e mettere sotto contratto il quinto allenatore (Gigi Del Neri) nei quattro anni post-Calciopoli.

Nella stagione attuale poi, oltre all'ultimo schiacciante, avvilente 3-0, oltre ai punti in classifica che dividono i due club, c'è da considerare il cammino in Europa League che ha visto la compagine di Del Neri uscire dal girone eliminatorio con sei pareggi su sei partite, mentre quella di Mazzarri è ai sedicesimi: non c'è molto da piangere per quel che riguarda i mancati introiti da questa competizione, ma è sicuramente un'ulteriore testimonianza di come a livello internazionale non la Juventus non esista più.

La squadra di De Laurentiis è (probabilmente) ancora lontana da Inter, Milan e forse anche dalla Roma ed è proprio quest'aspetto che dovrebbe far pensare un po' tutti: da società modello in Europa, e riconosciuta come una delle più prestigiose al mondo, ad oggi Madama si ritrova molto indietro non solo rispetto a Milan, Inter e Roma (società controllata dalle banche), ma sembra perdere il passo anche da una squadra ambiziosa e che si sta affacciando ai piani alti della Serie A come il Napoli.