Mercato chiuso

Blanc e SeccoMercato chiuso. Sembra questa l'intenzione dei dirigenti della Juventus in seguito alla conclusione dell'operazione che ha portato in bianconero il tenace centrocampista Christian Poulsen dal Siviglia. Ovviamente chiuso in entrata.
Partito bene, dati i rientri dai prestiti dei talenti Giovinco, Marchisio e De Ceglie e l'acquisto del brasiliano Amauri e finito così così, con gli arrivi di Knezevic, buon difensore proveniente dal Livorno, retrocesso in serie B, e del suddetto Poulsen, ottimo giocatore indubbiamente, ma dalle caratteristiche tecniche completamente diverse rispetto a ciò che ci si aspettava.
La rosa che si appresta ad affrontare il campionato e la Champions appare dunque equilibrata in termini numerici e meno in quelli tecnici.

Il reparto avanzato è sicuramente il punto di forza. Proprio per questo, probabilmente, l'acquisto di Amauri avrebbe dovuto rappresentare la ciliegina sulla torta a seguito di un potenziamento complessivo che invece non c'è stato.

Anche il reparto di centrocampo appare ben strutturato. Nonostante la delusione per il mancato arrivo di un regista con i fiocchi come Xabi Alonso, la dinamicità dei centrali di centrocampo e la fantasia degli esterni garantisce un mix di alto livello. Poulsen in verità è un buon acquisto, ma oltre la perplessità sulle caratteristiche tecniche di cui sopra, anche l'ingente onerosità dell'investimento avrebbe dovuto far spostare altrove le forze finanziarie della società.
Cioè verso il reparto difensivo. Accanto all'intoccabile Giorgio Chiellini, gli altri tre centrali e gli esterni si giocheranno il posto, consapevoli di non essere dei big.
Ed è proprio questo il punto. Si sarebbe dovuto investire dietro, prima di rafforzare la rosa nei punti migliori. In altre parole, prima di garantirsi un turnover di altissimo livello, bisogna avere undici campioni da mandare in campo.

Oggi giorno il reparto difensivo è indubbiamente il più difficile da rinforzare. Proprio per questo, bisognerebbe sondare i mercati esteri, specialmente quelli sudamericani, alla ricerca di quei giovani non ancora campioni affermati, ma sul punto di diventarlo.
E se da un lato è ovvio che trovare un esterno promettente in Sudamerica non sarà poi così difficile, dall'altro, c'è da aggiungere che diversi difensori centrali si stanno mettendo in luce nei medesimi campionati.
Quest'inverno il Bayern Monaco ha ingaggiato Breno, diciottenne difensore centrale proveniente dal San Paolo; il brasiliano Miranda, sempre del San Paolo, potrebbe andare alla Fiorentina per una cifra vicina agli otto milioni di euro; il Barcellona ha chiuso per il 21 enne Henrique, proveniente dal Palmeiras, con l'intenzione di cederlo per un anno in prestito e farlo maturare; sempre restando in Brasile, altri giovani come Alex Silva e Thiago Heleno meriterebbero di essere visionati in prospettiva acquisto.

Rafforzare il reparto difensivo con giovani promettenti dovrebbe rappresentare uno stile, oltre che una priorità di chi vuole potenziarsi nel tempo.
Anche perchè il Consiglio federale ha dato il via libera alla norma che permetterà alle squadre di serie A di tesserare due extracomunitari e non più uno (anche se solo in sostituzione di altrettanti partenti, o di un partente e di uno in scadenza di contratto).
A maggior ragione sarà possibile attuare una politica incentrata sui mercati esteri.

Un modello Fiorentina dunque. La società di Della Valle merita un elogio speciale per la maniera con la quale sta operando sul mercato da qualche anno a questa parte. Il riferimento è in particolare all'ingaggio di molti giovani (Jovetic, Van den Borre, Kuzmanovic, Hable, Mazuch, Da Costa e gli stessi Pazzini e Montolivo) tutti potenziali campioni del prossimo domani del calcio. I quali, accanto a quelli già presenti, potrebbero crescere più facilmente e dunque prenderne il posto in futuro.