Un giorno da Ju29ro

logo JuventusIl 28 ottobre 2008, alcuni di noi hanno partecipato, a Torino, alla consueta assemblea azionisti della Juventus FC.
Per quanto mi riguarda era la prima volta, ma non sarà certamente l’ultima. Giunto in Via Chiabrera, al palazzo che ospita il Centro Storico Fiat, in compagnia dell’amico Trillo, entriamo nel luogo che ospiterà l’assemblea. E subito incontriamo due colonne del Team, Dominiobianconero e il Mago di Ios, tirati a lucido e concentrati al punto giusto: saranno protagonisti di interventi da applausi a scena aperta. Con loro c'è Gobbodimare che, come avremo occasione di raccontare, sarà protagonista del fatto più eclatante e ripreso da tutti i giornali.
Ma andiamo con ordine.

QUADRO D'INSIEME - Entrati nel salone assembleare, tra gigantografie di motori e scomode seggioline per gli azionisti, prendiamo posto in QUARTA fila, in doveroso omaggio ai misteriosi QUATTRO ILLECITI che l’avvocato Zaccone sbandierò nella rovente prima assemblea post-Calciopoli, fin quando arriva il presidente Cobolli Gigli, sorridente e affabile con tutti. Dominio e il Mago, come si conviene a persone educate, salutano il “vecchio amico” e scambiano QUATTRO parole di cortesia. Trillo, esponente della linea integralista ad oltranza, mi confessa che non riuscirebbe a dialogare con uno che di lì a pochi minuti sarà oggetto di critiche gravi, per quanto legittime. In un certo senso anche Cobolli sarà d'accordo con Trillo, riferendo, come dirò in seguito, che si sarebbe aspettato interventi in linea con la cordialità dei saluti.
La sala va a riempirsi con azionisti di ogni età e di diversa estrazione. Ci sono anche esponenti del gentil sesso e si va dal manager al piccolo imprenditore, passando per il semplice e comune tifoso, tutti accomunati dalla passione per la Juve. Arriva un omone grande e grosso, è Carlo Barel di Sant’Albano, colui che fu chiamato da John Elkann per gestire la fase più triste della storia juventina: lo smantellamento della squadra e la formazione dell’attuale Cda. Arriva anche Blanc, sorridente come al solito nel suo abito scuro; forse sta pensando al suo stipendio, parecchio contestato nel corso del dibattito.

SI PARTE - Inizia l’assemblea e parte Cobolli che, come fiore all’occhiello, presenta la sponsorizzazione della Regione Trentino, i cui prodotti tipici accompagneranno la Juventus a tavola e sul conto corrente. Il presidente accenna ai contratti rinnovati a Giovinco, Camoranesi e Legrottaglie come sintomo di continuità del lavoro della società, finchè passa la palla a Michele Bergero, che analizza la situazione finanziaria della Juventus ponendo l’accento, tra i vari successi ottenuti, sulla licenza UEFA e l’iscrizione al campionato di serie A 2008/09. Come se fossero traguardi straordinari dei quali andar orgogliosi, vengono presentati nella stessa schermata che riporta il terzo posto conseguito l’anno scorso e l’accesso ottenuto alla Champions League dopo i preliminari agostani. Si tocca il tasto Andrade, svalutato completamente per 6,8 milioni e per il quale si è chiesto alla FIGC la rescissione del contratto in data 6 agosto 2008. La svalutazione del brasiliano incide sulla perdita netta, che è di oltre 20 milioni di euro. Brusìo in sala. Cobolli dichiara concluso il suo intervento e invita l’azionista Staccapiano a pronunciare il suo intervento.

GLI AZIONISTI - Staccapiano è un signore distinto, dall’aspetto mite ma dal temperamento grintoso, sembra un uomo che sa cos’è la Juventus. Il suo invito al management è sintetizzato in una frase: “Dirigenti, potete fare molto di più”. Il tutto con parole chiare e semplici. Lo incontro qualche ora più tardi, quando la fame ha preso il sopravvento e il buffet predisposto non offre altro che alcuni biscotti (gradevoli, ma insufficienti per placare la fame) e del succo d’ananas e arancia rossa, mentre del caffè è meglio non parlare. Ebbene, dopo essermi complimentato con Staccapiano, ricevo da lui una risposta semplice semplice, ma che in fondo è la chiave di tutto: “Ma io non ho fatto niente, io sono uno juventino da sempre e voglio bene alla Juventus”. Ecco, una frase detta col sorriso, con educazione ma che rivela quello che manca a questa Juventus: l’affetto di chi la gestisce.
L’azionista successivo, Laudi, è autore di un intervento breve e interessante solo sul punto riguardante lo staff medico, ma l’attenzione dei presenti è catturata dall’arrivo di Roberto Bettega, ancora oggi tra i primi 10 azionisti della società. Subito dopo tocca all’azionista Natta, in maglione e camicia, che si appoggia al leggìo con i gomiti e ne canta quattro alla dirigenza, con sguardo severo e parole pesanti sulla gestione tecnica, chiamando in causa Ranieri “che in due anni non è ancora riuscito a dare un gioco alla squadra, e non diteci che quella scorsa è stata una stagione trionfale perché in realtà è stata un’occasione persa”. E cita le gare (tutte ravvicinate) contro Reggina, Torino e Fiorentina come nodo cruciale (negativo) della stagione.
Ora è il momento di Dominiobianconero, che si avvicina al palco e attacca subito in QUARTA. Il nostro collega è un fiume in piena, si sta liberando di chili di rancore (con ironia ed educazione, va detto), mentre Cobolli prende colore (più tardi dirà che alcuni interventi sono stati espressi con toni che non si addicono alle assemblee), prende nervosamente appunti, e con lui Blanc, entrambi senza mai alzare gli occhi verso gli azionisti e men che meno verso chi sta effettuando l’intervento.
Dopo Dominio tocca al Mago di Ios, e la scena continua sulla falsariga del precedente intervento, mentre in sala i presenti cominciano a darsi di gomito e a mostrare sorrisi tra il sorpreso, il divertito e il soddisfatto. Gli interventi dei nostri ragazzi, sono stati lunghi ma documentati e gli argomenti hanno suscitato vivo interesse, tanto che tutti i presenti sono rimasti rigorosamente incollati ai propri posti. I temi di Calciopoli, l’arrendevolezza societaria, l’inadeguatezza tecnica e la “strana” gestione finanziaria hanno fatto centro nella mente e nel cuore dei presenti. Mai si aspettavano di sentire attacchi così precisi, mirati e soprattutto legittimi. Il Mago prima di terminare il suo intervento, bacchetta Grande Stevens e Gabetti: il genero dell’avvocato dell’Avvocato, presente in sala, non proferisce parola.
Tocca ora a “Gobbodimare”, venuto appositamente da Barletta per l’occasione e che, prima di recarsi al microfono, chiede a noi sostegno per il gesto che andrà a compiere. Dovrebbe leggere un discorso scritto a quattro mani da lui e da Alberto, amico di Team noto sul web come “pucciogoal87”, che vive in Australia. Ma Attilio ha visto la faccia di Bettega in fondo alla sala, ha avuto un tuffo al cuore, gli sono passate davanti agli occhi tante immagini di Bobbygol, fino a ricordare le lacrime di quel triste Juve-Palermo. Allora prende il microfono per dire: ”Rinuncio al mio intervento per un applauso a Roberto Bettega che sta seduto in fondo alla sala”. Boato dei presenti, applauso clamoroso e interminabile. Chi di voi ricorda il film "L'attimo fuggente" con Robin Williams? Una ribellione simile a quella trattata in quel film.
Bettega arrossisce e ringrazia, visibilmente commosso. L'applauso è interminabile e man mano diventa più coinvolgente. Emblematica una scena accaduta proprio davanti a me: un signore seduto in seconda fila non applaudiva, finchè un suo vicino (presumibilmente un conoscente), al contrario molto attivo in tal senso, lo ha guardato ed invitato a battere le mani.
A quel punto il signore in giacca nocciola ha iniziato ad applaudire in modo convinto, sciogliendosi in un sorriso liberatorio. La sala si è prodotta un "clap clap" unico, con l'eccezione di pochissimi presenti: i dirigenti della società seduti al ponte di comando e l'uomo forte della proprietà, Carlo Barel di Sant'Albano, impermeabile ad ogni intervento.
E’ il punto più alto di tutta l’assemblea, anche perché subito dopo l’azionista Marco Bava, habituè delle assemblee del gruppo Fiat, fa scendere il tono dell’assemblea, con un intervento lungo e fumoso incentrato sull’impatto ambientale dovuto alla demolizione dello stadio e alla richiesta di un’azione di responsabilità civile contro gli ex amministratori per “appropriazione indebita” (parole sue) in merito all’indagine sul falso in bilancio relativa ai trasferimenti di calciatori, tra i quali Zidane. L’attenzione dei presenti diminuisce, molti si rifocillano allo scarno buffet descritto precedentemente e questo fa scendere la tensione, riportata in alto da Giuseppe Belviso, fondatore di “GiulemanidallaJuve”, che colpisce il problema al cuore con la citazione finale, dedicata a John Elkann, parafrasando Victor Hugo: ”Nell’ora del tramonto i pigmei allungano le ombre. Ma restano pigmei”.
L’azionista Chiardi chiude la serie degli interventi. Anche lui critico e per certi versi apocalittico quando, da studioso di esoterismo, fa riferimento al calendario Maya che preconizza la fine del mondo per il 20 dicembre 2012.
LE RISPOSTE - Arriva il momento delle risposte, e Cobolli comincia con il suo personalissimo show:
prima dichiara che nessuno ha mai parlato di “progetto”, termine usato da altri, ma che si tratta in realtà di un piano a scadenza quinquennale che stanno ampiamente rispettando, salvo poi usare più volte, successivamente, il termine incriminato.
Sulla “moderazione” di Montezemolo rivelata da Blatter tenta di giustificarsi affermando che "non l'abbiamo smentito perchè non era vero", ed ancora “figuratevi se dovessimo dare retta a tutto quello che scrivono i giornali”. Cobolli sostiene con fermezza che la proprietà ha uomini di riferimento nel cda come Mazzia e Sant’Albano, presenti in sala. Come in un teatro dell'assurdo Sant’Albano, l’uomo forte della proprietà, se ne va poco dopo, a dimostrazione dell’interesse mostrato nei confronti della Juventus.
Poi una serie di perle assortite, tipo il “non siamo azionisti ma partecipiamo alla Juve”, il confondere la Juve con la Rinascente (con Blòn che, notando il nostro disappunto misto a ilarità, ha guardato smarrito il compare cercando invano di richiamare la sua attenzione) e la negazione della parte avuta dal direttore del “Corriere dello Sport”, Vocalelli, nel ritiro del ricorso al TAR (guarda il video). Perché la decisione venne presa dal Cda e perchè lui, Cobolli, ha intrattenuto conversazioni telefoniche anche con il direttore Verdelli (“un grande giornalista, altrimenti non si diventa direttori di uno dei tre quotidiani più popolari”) e il direttore Padovan di Tuttosport. Che però non viene nominato per nome.
Bella la virata a 360° quando risponde a Dominio sull’argomento “tifosi di serie A, B e C”: non ci crede nemmeno lui quando sostiene di aver detto che quelli di B e C sono i violenti, e di A tutti gli altri. “Ma non credete ai giornali”, aggiunge ancora. Come nel caso dei nomi di Mancini, Baldini e Marotta, che circolavano in questi giorni, “tutte chiacchiere”. Saranno contenti i giornalisti presenti in una sala adiacente e collegati in video, sicuramente ammaliati dalla bravura comunicativa del presidente.
Ma anche i presenti in sala sono sempre più scettici. Gli sguardi si incrociano e le perplessità si fanno sempre più forti. Cobolli sembra lo stesso visto in tv, ma se possibile un pochino più piccato e, a suo modo, rancoroso.

Chi invece sembra vivere in un mondo tutto suo è l’a.d. Blanc (o Blòn, come lo chiama il Mago) che, dall’alto del suo milionario paracadute dispensa ottimismo e sorrisi, smentendo Cobolli e parlando subito di “Projettò”. Non ci vogliamo accanire con una persona che parla italiano pur non essendo nato, cresciuto e formato umanamente e professionalmente nel nostro Paese, ma l’impressione che desta è quella di un pesce fuor d’acqua. Di uno messo in quel ruolo appositamente per prendere schiaffi. Lui e il suo compare Cobolli.
Significativo in tal senso che, dopo aver elogiato la propria politica di tagli dei costi, la gestione di una società “moderna e organizzata bene”, la selezione dei partners commerciali e la strada da seguire (giocatori giovani che dovranno sostiutire gradualmente i vecchi, ricavi da stadio e cessione di asset non strettamente collegati all’attività sportiva, il vero “core business”) venga supportato da Cobolli, il quale dichiara come la passata gestione portò risultati sportivi eccellenti in rapporto alla gestione del bilancio.
Con questo intervento, Cobolli sembra stufo di sentirsi capro espiatorio, pare quasi voler dire che lui sia stato chiamato ad occuparsi di cose da svolgere nel modo in cui si sono svolte, in linea con l’operato di Zaccone. Che tristezza vedere in fondo alla sala, con sguardo tra il perplesso e l’ironico, l’avvocato Chiappero, l’uomo della strenua difesa al Processo per abuso di farmaci.
La parte sul mercato è esilarante, tante e tali le contraddizioni. Trillo mi suggerisce che Blanc farebbe fatica a convincere della bontà delle sue argomentazioni persino suo figlio di 6 anni. Non stento a crederlo.

Scopriamo che Amauri costerà ben più del prezzo dichiarato, se comprendiamo il premio di valorizzazione di Lanzafame (che intanto a Palermo gioca ben poco), scopriamo che Poulsen fu preso per integrare la rosa non immaginando che Zanetti avrebbe avuto quei problemi. Quindi, o la carriera di Zanetti non era nota, oppure abbiamo soldi da buttare, perché prendere il danese per fare la riserva di Zanetti a quel prezzo (andava in scadenza a giugno 2009), con uno sconto di 250.000 euro e un ingaggio proibitivo, è una manovra allucinante. Blanc risponde all’accusa di capire di tennis menzionando Tiago (che potrebbe venire a costare sino a due milioni in più) e Almiròn, che secondo lui furono acquistati da chi capisce di calcio, con l’avallo di Deschamps (che in passato ha dichiatrato il contrario) e Bettega. Bettega che, contrariamente a quanto riportato dai giornali (forse i giornalisti non potevano vedere, non essendo presenti in sala), scuote la testa in segno di dissenso.
I due massimi dirigenti confermano l’intenzione di non dimettersi come richiesto da più azionisti, non fosse altro, aggiungiamo noi, per il ricco stipendio percepito, soprattutto dall’amministratore delegato.

In generale tante parole, anche sulla questione stadio, ma mai la certezza di avere davanti interlocutori consci di quello che significa la Juventus. Le repliche sono ficcanti; quella di Dominio è incentrata sull’ironia quanto si augura che l’ultimo posto disponibile tra i 12 magnifici sponsor della Juve del domani non sia appannaggio di Saras o Pirelli.

Una piccola vittoria la ottiene anche Cobolli, sfinito ma evidentemente ancora in grado di fare battute (quella sulla “Coppa Europea per i miglior campioni”, una frase molto cobolliana per definire il Pallone d’Oro, è semplicemente da Oscar!), quando si rivolge all’azionista Bava, ultimo a replicare, che si presenta “dispiaciuto di arrivare alla fine come l'amaro”. Ebbene, Cobolli risponde da par suo: “Bava, non si preoccupi, per me lei al massimo è un cioccolatino fondente”. Battute da avanspettacolo, alle quali in due anni abbiamo fatto il callo, ma di juventino nulla.

CUORE JUVE- Uno che sa cos’è la Juve, lo abbiamo avvicinato io e Gobbodimare prima di salutare. Il protagonista vero e proprio, l’uomo al quale avevano addirittura tolto il posto macchina in sede, Roberto Bettega, che abbiamo ringraziato per tutto quello che ha fatto per la nostra Juve e che, per quanto mi riguarda, ha rappresentato il campione dell’infanzia (“il suo numero 11 mi ha accompagnato per 20 anni di calcio, è il mio omaggio a Lei”) e ci è parso sinceramente commosso. Ci ha ringraziato, è stato cortese e gentile, e a Gobbodimare, autore della richiesta d’applauso verso di lui, Bobby Gol ha risposto: “Sono io che ringrazio lei e le sarò grato per sempre”.

E' FINITA - Al termine dell'assemblea, poco dopo le QUATTRO, Dominio e il Mago, fedeli ad uno schema che ormai conoscono a memoria (d'altronde, questa è stata la loro QUARTA assemblea sotto la gestione della Cirigenza), hanno scambiato QUATTRO chiacchere amichevoli con Gigli, Cobolli e Monsieur Blon. Il Mago si è preso anche un amichevole scappellotto dal Presidente Gigli, mentre Cobolli ridacchiava divertito. Ed i nostri due azionisti hanno addirittura salvato Monsieur Blon da Staccapiano, che gli stava ripetendo il testo quasi integrale del suo intervento.
IL RITORNO - Uscire sotto la pioggia di Torino, affrontare un viaggio verso Malpensa che si concluderà con un aereo perso, prima tappa di un calvario che durerà fino al mattino successivo (Gobbodimare è riuscito a prendere solo il QUARTO volo), è comunque molto dolce. Le telefonate degli amici gobbi, gli sms degli juventini incazzati che hanno potuto seguire in tempo reale l’assemblea dalla diretta effettuata sul sito, aiutano a dimenticare la stanchezza e la fatica di sopportare questo momento così difficile della storia juventina.
Ne è valsa la pena, ne varrà la pena anche domani.
Grazie a tutti.

Nota della redazione: esprimete il vostro parere sui Cirigenti votando il sondaggio in prima pagina.