Bilancio al giro di boa: miracolo in corso

Del PieroIl pareggio esterno colto all'Olimpico di Roma ha segnato la fine del girone di andata. E' tempo, quindi, per il primo bilancio di una squadra, quella juventina, partita per far meglio dell'ultimo campionato e che viene premiata dal risultato provvisorio, essendo seconda a sole tre lunghezze dagli innominabili battistrada.
La Juve ha anche la miglior difesa con 14 gol subiti ed ha il secondo miglior attacco con 32 gol fatti, solamente uno in meno rispetto agli indossatori di scudetti altrui. I numeri dicono che tutto sta procedendo secondo i migliori auspici considerando anche che la squadra si è classificata al primo posto del girone eliminatorio di Champions League ed è ammessa ai quarti di finale di Coppa Italia. Siamo, quindi, in corsa su tre obiettivi ed alzi la mano chi non ci avrebbe messo la firma solo un paio di mesi fa quando la Juventus sembrava sprofondata in una crisi dagli esiti incertissimi.
Falcidiata dagli infortuni e con una serie di risultati negativi in cui, indubbiamente, Ranieri ci aveva messo del suo. Toccando ferro (!), possiamo dire veramente che non ci può essere altro che un miracolo in corso. La Juventus andata in campo per gran parte del girone di andata è una squadra che sulla carta, a inizio torneo, poteva sì e no lottare per un ingresso in zona UEFA, un settimo o ottavo posto ad essere magnanimi.
 
Vediamo la formazione schierata maggiormente in questa prima parte di campionato (19 partite), con il numero di presenze da titolare fra parentesi, del 4-4-2 "forzato" di Ranieri (nel senso che sa fare solo quello): Manninger (16), Grygera (14), Molinaro (16); Legrottaglie (12), Chiellini (15), Marchisio (10); Sissoko (16), Marchionni (13), Nedved (15), Del Piero (15), Amauri (18). Pesa in questa formazione l'assenza dei campioni di quella "vecchia guardia" su cui si contava soprattutto per poter avere una Juventus ad alti livelli: Buffon (4), Zanetti (1), Camoranesi (4), Trezeguet (0), Zebina (0). Sono stati gli infortuni a fermarli. Poche presenze da titolari anche per De Ceglie (6) e Giovinco (3) che, però, quando hanno giocato hanno lasciato un segno importante e la sensazione di essere pronti per potersi ritagliare uno spazio sempre più significativo all'interno della squadra. E' rilevante poi il numero di presenze da titolare di Mellberg (11) mentre i tre giocatori più utilizzati dalla panchina sono stati Iaquinta (8), De Ceglie (7) e Giovinco (6). E' stato fondamentalmente da questo mix di uomini che è arrivato il secondo posto a metà del percorso. Da segnalare che, anche a causa degli infortuni, è stata impalpabile la valenza del neo acquisto Poulsen (6 da titolare, 1 volta subentrato a partita in corsa).
A Ranieri il merito di aver dato alla squadra un'organizzazione difensiva con poche pecche. Difesa alta grazie a Legrottaglie, regista difensivo sempre all'altezza, e Chiellini, rivelatosi sempre di più il miglior difensore del campionato italiano e forse fra i migliori del mondo. Sempre a Ranieri, però, va imputata la responsabilità di non aver saputo dare alla squadra trame di gioco apprezzabili. Colpa certo di una sciagurata e cocciuta scelta estiva (Poulsen SI, Xabi Alonso NO) che ci ha regalato l'ennesimo mediano ,un gradino sotto, però, quelli che già avevamo in casa: Marchisio, Sissoko, Zanetti. Come non imputare a Ranieri l'ennesima stupidaggine fatta sul calciomercato con i 10 milioni di euro dilapidati per un comprimario?
Poi il Mister ci ha messo del suo sbagliando sostituzioni soprattutto a livello di tempismo come per esempio a Firenze, a Marassi contro la Samp, per poi entrare nel pallone contro Palermo e Napoli. Sono stati soprattutto Del Piero (7 gol in campionato e 4 in in Champions) e Amauri (11 in campionato e 1 in Champions) a togliere le castagne dal fuoco e a trascinare la squadra verso risultati che non era lecito aspettarsi, nel migliore dei casi, vista la situazione che si era profilata. Siamo andati al di là dell'auspicabile e pensare che la squadra di Manniger, di Marchionni, di Molinaro, di Marchisio e di un Nedved 37enne, ormai lontano parente del Nedved pallone d'oro del 2003, sia adesso al secondo posto a soli tre punti dall'Inter ha le sembianze di un mezzo miracolo.
Anzi, si tratta di un miracolo in corso perchè la Dea Eupalla sembra guardarci con amorevole attenzione sorridendo e compiacendosi davanti ai muscoli del capitano. Chi altro se non Lei c'è in certe traiettorie magiche che Alex disegna con le sue punizioni, chi se non Lei a tenere sospeso per aria il nostro brasiliano fino a quando non impatta il pallone vincente.
Il calcio ha una sua giustizia legata alle somme ingiustizie della vita. In campo i giusti sono quelli che ci credono di più, che hanno fame e voglia di arrivare più degli altri. Noi siamo quelli. Noi che ci vogliamo riprendere quello che ci hanno tolto, Noi che gridiamo "La Storia siamo Noi" e ci crediamo al bello che deve ancora arrivare. Perchè se mai giustizia ci deve essere questa Juve sul campo deve riprendersi la più grande di tutte le rivincite. La Juve vince sul campo!