Zaccheroni: il bluff dirigenziale è svelato

zaccheroniL’impressione era quella e tale è rimasta: Zaccheroni ha portato in dote un po’ di buona sorte e il cambio di guida tecnica ha avuto la conseguenza di mettere i giocatori spalle al muro per qualche settimana.
Chi ha osservato attentamente le precedenti partite dei bianconeri si sarà accorto di come la Juve abbia subìto in ogni occasione: contro i ragazzotti olandesi, il Bologna, la Lazio, il Genoa e il Livorno. Tutte squadre mediocri, contro le quali mai la squadra ha dato l’impressione di imporsi, di progredire in maniera decisa. Si disse: almeno la Juve di Zac rimonta uno svantaggio.
In realtà era già accaduto nel girone d’andata contro Bari (poi si era perso anche per colpa di un rigore scagliato alle stelle da Diego), Fiorentina e Genoa. Per i detrattori di Ferrara e per la società ecco una risposta: ora un tattico c’è, uno che un minimo di esperienza ce l’ha, uno che si è seduto sulle panchine delle altre due grandi tradizionali e ha raggiunto gli obiettivi massimi che gli erano stati richiesti.
Ma i risultati non cambiano: appena si incontra una squadra ben allenata ed organizzata (a proposito, anche Delio Rossi è un subentrato, ma con ben altri esiti), ecco che i recenti orrori si ripresentano e il bluff di una squadra costruita in modo maldestro viene svelato. La palla passa ai dirigenti, come sempre, e dal vizio originale non si scappa.
Il Palermo vince meritatamente per la seconda volta consecutiva a Torino e prende 6 punti su 6 alla Juve, che vede i rosanero mettere la freccia e superarla in classifica.
Una Juve surclassata sul piano tecnico e tattico da una squadra costruita bene con un potenziale fuoriclasse (Pastore, uno di quelli sui quali un tempo arrivava prima di tutti la Juve) costato meno di un quarto di quanto è costato il brasiliano con i pattini, all’ennesima scena muta davanti al palcoscenico di casa (zero gol in campionato a Torino).
Parlo ovviamente di Diego.
Un caro amico continua a difenderlo, io stesso ne ho preso le difese concedendogli tregua e attenuanti, magari perorandone la causa in vista di un futuro impiego come seconda punta.
Ma dopo l’imbarazzante prestazione di questa sera, condita con una reazione rabbiosa all’indirizzo di Cannavaro al momento della sua sostituzione, lancio una provocazione all’amico che, in risposta alle critiche a Diego, mi rimproverava dicendo: “Meriti Miccoli!”.
Almeno!”, risponderei oggi.
Perché da due anni questo giocatore di medio livello (giustamente scartato dalla Triade a tempo debito) castiga la Juventus a domicilio; Miccoli è la risposta alla domanda da un miliardo di dollari: CHE FINE HA FATTO LA JUVE?
Il piccoletto salentino è il simbolo di quello che siamo diventati, una società e una squadra ridimensionate che incoraggiano la spavalderia di chiunque le affronti.
Anche dei mediocri come il leccese che, è questa la cosa grave, non è inferiore agli attaccanti attualmente in bianconero.
E non solo, perché a scorrere la formazione di stasera dalla parte dei siciliani c’erano Balzaretti, Cassani, Nocerino e persino Blasi, che partecipa alla festa entrando nel finale.
Tutti ripudiati che hanno saputo trovare motivazioni e grinta che gli attuali fenomeni in maglia bianconera non son rusciti a trovare.
E parlo di tutti i “fenomeni”, compresi quelli dal grande passato che, purtroppo, è passato.
Oggi siamo di fronte a ciò che sapevamo da tempo e che gli ultimi risultati avevano mascherato: un gruppo senza idee, totalmente privo di intelligenza calcistica, un gruppo dove non c’è una guida (Chiellini a parte, ma non si può pretendere che difenda e rifinisca per le punte: quali poi?), non c’è nessuno che sappia prendere iniziative logiche e semplici quando si devono prendere.
In campo si fa l’esatto contrario, piuttosto che giocare semplice e ragionato ci si incaponisce cercando soluzioni assurde, improbabili.
C’è abbondanza di mezzi fisici e carenza di valori tecnici, ci sono troppi doppioni (Diego/Candreva; Melo/Sissoko) che vanno schierati per forza (capitolo infortuni: siamo a quota 56!), e la scusa della fatica dovuta alla partita di Europa League (una gara condotta sostanzialmente in difesa) non regge: c’è chi ha vinto nonostante impegni europei ben più probanti, non fateci prendere altri a modello, per piacere!
Il gol dello svantaggio sancisce una resa tipica dei tempi di Ferrara, uno stato di depressione e confusione generale che è reso evidente da una sequenza di palloni recuperati con difficoltà, ma immediatamente restituiti agli avversari con sorprendente leggerezza.
In un momento del genere, a fine primo tempo Massimo Mauro spara il nome di Fabio Capello “prossimo allenatore della Juve”: ci crediamo poco, ma se così fosse, non immaginiamo nemmeno quante cose dovrebbero cambiare in società. E in campo.
Non che sia impossibile, ma stando alla situazione attuale, ci sarebbero da cambiare mezza rosa e tutta la dirigenza.
E' un augurio che possiamo farci da tifosi juventini, ma temiamo si tratti di puro Fantacalcio e dell'ennesima voce fasulla messa in giro per tenere a bada i tifosi.
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