Del Piero - Buffon: Nel segno della vecchia guardia

del piero

In quella che per tutti era soprattutto la serata del rientro di Buffon, sette mesi dopo l’ultima partita ufficiale (Italia-Paraguay, Mondiale) e qualche settimana in più dall’ultima esibizione in bianconero (Milan-Juve, quando Ronaldinho era ancora la stella rossonera), la Juventus ha liquidato la pratica Catania.
Come capitò più o meno con la stessa disinvoltura, e sempre in Coppa Italia, esattamente due anni fa, gli “incerottati” etnei si sono presentati in gita a Torino con lo stesso atteggiamento tenuto in quell'occasione, ovvero: sbrighiamocela in fretta e possibilmente non rischiamo infortuni.
Del Neri, viceversa, schierava la miglior formazione possibile con la sola eccezione di Aquilani, inizialmente escluso in favore di Marchisio, partito centrale con Melo e la coppia Krasic-Pepe ad agire sulle corsie esterne.
E, contrariamente al Catania, dopo un quarto d’ora l’infermeria juventina doveva già aggiornare il conto dei degenti: stavolta toccava a Toni, arrivato da neppure una settimana e già in grado di infortunarsi alla media di una volta a partita.
L’ex centravanti del Bayern si infortunava cadendo male sul ginocchio destro e, dopo la botta al polpaccio rimediata a Napoli, lasciava il campo acuendo le preoccupazioni dei dirigenti bianconeri.
Va bene la sfortuna, ma puntare su occasioni e scommesse (magari pure logore) non può che aumentare in maniera esponenziale i rischi di incidenti. Fuori Toni, dentro Aquilani, e il Catania fastidioso dei primi venti minuti spariva.
Dopo un errore sottorete a dir poco clamoroso da parte dell’ex centrocampista del Liverpool, un’azione del migliore in campo (Del Piero) costruiva le premesse per il vantaggio, siglato da un Krasic in progresso rispetto alle ultime uscite.
I pochi temerari che hanno raggiunto il vecchio Comunale hanno accolto il primo vantaggio juventino in questo 2011 con moderata soddisfazione, anche perché motivi per esaltarsi non ce n’erano molti, e qualche istante prima del gol Bonucci aveva “testato” la ritrovata reattività di Buffon tentando (con esiti fallimentari) il solito dribbling dissennato.
Nella ripresa il signor Russo non vedeva un rigore (mani sulla linea in seguito ad azione da calcio d’angolo di Del Piero deviato da Chiellini), ma subito dopo gli stessi interpreti confezionavano lo schema che liberava Pepe sul secondo palo: il laziale si faceva trovare pronto a scaricare di sinistro in rete chiudendo di fatto il discorso partita e qualificazione.
Il tempo di un brivido per l’onnipresente Del Piero (che aveva siglato il 3-0, annullato però perché in sospetta posizione regolare…), che si accasciava a terra dopo un fastidio al ginocchio dovuto all’allungamento per impattare il pallone, e qualche occasione di troppo concessa al Catania che ha avuto il lato positivo di “testare” Buffon, che ha dato dimostrazione di essere ancora un portiere vero.
E a fine match Buffon ringraziava le curve e dai microfoni della Rai dichiarava: “Per me che ho vinto un Mondiale e giocato una finale di Champions League adesso era diventata importante questa partita di Coppa Italia.
In questi anni in tanti mi hanno chiesto; ma chi te lo ha fatto fare di rimanere alla Juve da campione del Mondo in serie B e passare tutti questi anni senza vincere niente?
Potevi andartene altrove a vincere.
E probabilmente se fossi andato via sarebbe andata proprio così, ma tutto quello che mi danno questi tifosi ogni volta in cui cerco il loro sostegno dimostra che la scelta di cinque anni fa è stata quella giusta
”.
Parole che faranno piacere ai tifosi, che stasera hanno potuto constatare che l’inerzia negativa è stata frenata.
Ma il domani è ancora un bel punto interrogativo.

Commenta con noi la partita sul nostro blog.