Sui diritti tv il Governo dà ragione alle grandi. Felipe Melo; La Juve non mi sta rispettando.

News, 13 giugno 2011.

Il Governo, interpellato dalle cinque grandi sulla corretta interpretazione della legge Melandri, risponde dando loro ragione. Felipe Melo: la Juve non mi sta rispettando; io non sono uno qualsiasi, sono uno dei centrocampisti più completi del mondo. Pavel Nedved: Ai tifosi vogliamo regalare soddisfazioni. Oggi a Cremona Palazzi sarà a colloquio con il Pm Di Martino. Lotito: I processi si fanno in tribunale. Il Novara sale in serie A. Il Piacenza potrebbe non iscriversi alla Lega Pro.

Il Governo dà ragione alle big - Le cinque big (Juve, Inter, Milan, Napoli e Roma), che non avevano assolutamente accettato la delibera sulle modalità di spartizione di 200 milioni di diritti tv, delibera passata in Lega il 15 aprile scorso col voto delle 15 mediopiccole, avevano scritto al ministero dello Sviluppo economico per una corretta interpretazione della Legge Melandri che al c. 3 dell’art. 26 parlava di sostenitori, termine in cui le mediopiccole includevano non solo il tifoso (che ha una sola squadra del cuore), ma anche "un utente più variegato, che può essere direttamente interessato ad una squadra, ma che può essere anche simpatizzante per un’altra squadra come quella della sua città e può essere anche uno che semplicemente partecipa all’evento, guardandosi una partita per il solo fatto che si giochi e vada in diretta tv”. L’atto, redatto dagli avv. Enzo Morelli, Michele Briamonte e Leandro Cantamessa, chiedeva: “Per bacino di utenza si deve intendere esclusivamente quello audiovisivo nel cui ambito sono fruibili le dirette delle partite del campionato di A? Il concetto di sostenitore di ciascun club equivale a quello di tifoso di una sola, singola squadra?”. Il ministero, retto da Paolo Romani, ha chiesto alla presidenza del Consiglio, che a sua volta si è rivolta al Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi che, scrive la Gazzetta, ha risposto che “ è ampiamente condivisibile l’equazione sostenitore=tifoso e la rilevanza audiovisiva da attribuire all’indagine di mercato volta a identificare il bacino di utenza di ciascuna squadra. Tali conclusioni in effetti si presentano come le più idonee a inquadrare al meglio il rapporto che il legislatore mostra di aver voluto realizzare tra i tre criteri di riparto delle risorse: il 40% in parti uguali, il 30% sulla base dei risultati sportivi, il 30% secondo il bacino di utenza e di questo il 5 sulla base della popolazione e il 25 in base al numero di sostenitori”, aggiungendo altresì: “Il sostantivo sostenitore rinvia ad un’attività ludica che vede un soggetto intimamente legato e attivamente impegnato nel sostenere i colori della sua squadra: un tifoso. Viceversa, il termine vorrebbe significare semplicemente colui che è latamente e vagamente interessato alle sorti di una squadra piuttosto che di un’altra, di cui segue marginalmente i risultati sui mass media. Ma in tal caso la lingua italiana conosce altri termini (simpatizzante, interessato, partecipante, appassionato) che il legislatore avrebbe utilizzato ove avesse voluto indicare un concetto più sfumato. La Lega A non ha alcun margine di discrezionalità nel determinare i criteri in base ai quali effettuare la rilevazione del bacino di utenza e dei sostenitori, così orientando di fatto la definizione stessa del termine sostenitore. I criteri che la Lega può legittimamente indicare si riferiscono, è evidente, solo alle modalità geografiche, demoscopiche o alle caratteristiche del campione (sesso, età…): tutti soggetti ad una discrezionalità tecnica esercitata proprio per distinguere i sostenitori-tifosi dai semplici simpatizzanti”.

Melo: La Juve non mi sta rispettando – Non contento di aver parlato per ben due volte nei giorni scorsi, prima su 'Lancenet', a bacchettare alcuni compagni, poi su 'Globoesporte', a manifestare il suo sogno di essere agli ordini del suo idolo Mourinho, ieri, in un’intervista alla Gazzetta Sportiva, Felipe Melo ha parlato di nuovo; e per la Juve non ha certo speso belle parole: “La Juve non mi sta rispettando. O meglio, ho questa impressione. Vedo il mio nome inserito in ogni trattativa e non sento smentite da parte della società e nemmeno ho ricevuto una telefonata. Io non sono uno qualsiasi, non sono la chiave per arrivare a nessuno. Penso di essere un patrimonio importante per la società. Sento parlare di questo e quel centrocampista da comprare, e forse si scordano che senza di me la squadra non ha quasi mai vinto in questa stagione". L’altro giorno ha dichiarato che il suo cellulare, ora che in vacanza, è spento: quand’anche qualcuno l’avesse chiamato, come poteva sentire? Dopo essersi abbondantemente autoassolto da possibili accuse (“Ho la coscienza a posto…. Ho fatto un solo errore nell'ultima stagione, in casa contro il Parma. Per il resto sono stato quasi perfetto. Ho preso forse 4-5 ammonizioni….. Dal punto di vista personale, insomma, credo di aver riscattato la scorsa stagione, anche grazie alla fiducia che Del Neri non mi ha mai negato. I tifosi se ne sono accorti e infatti mi vogliono bene"), spiega perché vorrebbe rimanere: “Io voglio restare, amo la Juve, voglio vincere con questa squadra. La mia famiglia sta benissimo a Torino, i miei figli ormai sono torinesi. Non ho bisogno di cercare grandi piazze, perché meglio della Juve non c'è niente, ancor di più adesso che sta partendo un progetto molto ambizioso. Non vorrei andarmene senza titoli. Sogno una stagione da scudetto e una nuova chiamata dalla Seleçao". A parte il fatto che mettere la mano sul fuoco sui progetti della Juve, dopo il 2006, è diventato un autentico salto nel vuoto, se questo è amore…Poi, parlando della fine dell’avventura di Del Neri, lancia una frecciata alla società: “Sono triste, perché con me lui si è sempre comportato alla grande. Credo tra l'altro che sia stato un errore far uscire il nome del nuovo tecnico prima che finisse la stagione. Non è stato bello nei confronti di Del Neri. Il mister è un professionista unico, serissimo. E non ha nessuna colpa di come è andata la stagione. E' arrivato per ricostruire completamente un gruppo, non aveva a disposizione il Barcellona”. Ma già l’aveva detto l’altro giorno: alcuni suoi compagni non erano all’altezza. Non certo lui: “Io so quanto valgo, sono sicuro che mi riprenderò presto la maglia del Brasile. Alcune statistiche della Fifa mi indicano come uno dei centrocampisti più completi del mondo”. E’ urgente comunicargli la legge di Conte, magari su uno dei social network che ama tanto: “Mi aspetto che i miei giocatori non sbaglino su nulla: comunicazione e comportamenti”.

Nedved: Vogliamo regalare soddisfazioni – Pavel Nedved, sentito da Sky Sport 24, in occasione del Bmw Italian Open di golf sul percorso del Royal Park I Roveri, ha parlato anche di Juve; interrogato sul calciomercato che impazza ha detto: "Non so se regaleremo ai tifosi juventini tanti campioni, ma vogliamo regalare loro tante soddisfazioni; speriamo di fare sicuramente meglio di questa stagione. Io credo che Antonio Conte ha tutte le capacità di poter fare bene e la Juve farà di tutto per dargli tutto lo staff e i giocatori di grandissima qualità. Stiamo lavorando”.

Palazzi entra nell’inchiesta del calcioscommessse – La giustizia sportiva entra oggi nel Calcioscommesse: il procuratore federale Stefano Palazzi sarà a Cremona proprio oggi ad incontrare il magistrato che conduce l’inchiesta, Roberto Di Martino per uno scambio di informazioni. Palazzi deve fare in fretta, perché Abete ha promesso che i campionati non slitteranno: Ma il presidente della Lega Pro Macalli, dai microfoni di Sky, lo ha esortato a anteporre la giustizia alla fretta: "Giustizia va fatta con giustizia, c’è un tempo utile, questo non so se si potrà farlo in 20-30 giorni o in un anno: sono sicuro che chi amministra la giustizia sportiva lo debba fare con serenità, con i tempi tecnici che ci vogliono, altrimenti si commettono altre ingiustizie”.

Lotito: i processi si fanno in tribunale – Lotito, intervistato su Sky, ha detto la sua sulla vicenda del Calcioscommesse: "Spetta alla magistratura fare chiarezza, alla luce di ciò che emergerà faremo le nostre valutazioni. La task force intanto costituisce già da adesso un forte deterrente per far capire alle persone, qualora volessero agire scorrettamente, che c'è qualcuno che può reprimere le loro azioni". L’essenziale, secondo lui, è che torni a prevalere il merito: "Finora c'è stata un’esasperazione del materialismo, bisognava vincere a tutti i costi, il che ha portato una deformazione anche nell'approccio dei tifosi. Per questo è necessario tornare al senso meritocratico”. Ma, ha aggiunto, “I processi si fanno nelle aule giudiziarie, non in tv o sui giornali. E' giusto che la magistratura faccia il suo corso con serenità”.
Sui diritti tv ha detto: "Lo sport deve vivere di interessi economici, ma deve anche essere capace di inculcare il rispetto delle regole ai giovani. Il calcio oggi ancor di più deve essere capace di assicurarsi dei ricavi indipendentemente dai diritti tv, di affrancarsi da questi, anche attraverso gli stadi di proprietà che assicurerebbero una diversa patrimonializzazione delle società e un incremento delle risorse".
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Novara in serie A – E’ il Novara la terza squadra promossa dalla B alla A (dopo Atalanta e Siena): i piemontesi sono usciti vincitori dai playoff avendo battuto nel ritorno della finale il Padova per 2-0 (l’andata si era conclusa a reti inviolate). La squadra di Tesser si è imposta con i goal di Gonzales (su punizione) e Rigoni; il Padova ha giocato in dieci dal quarto d’ora per l’espulsione di Cesar. E così il Novara ritrova la massima serie dopo 55 anni di assenza.

Il Piacenza potrebbe sprofondare tra i Dilettanti – La retrocessione del Piacenza in Lega Pro potrebbe non essere il peggiore dei mali per la società emiliana; infatti, contestualmente a tale risultato, il presidente Fabrizio Garilli ha annunciato che la sua famiglia lascerà la guida del club e che egli non iscriverà la squadra alla Lega Pro: se qualcuno vuol subentrare al posto suo si faccia avanti: il termine ultimo per l’iscrizione ai campionati professionistici è il 30 giugno e quindi il tempo per risolvere il problema è piuttosto ristretto.


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