Calciopoli non va in ferie: legali al lavoro. Aic: stop al campionato?

News, 8 agosto 2011.

Calciopoli non è andata in ferie: per i legali della Juventus il lavoro non manca. Lettera aperta dell'Assocalciatori: Senza la firma del contratto il campionato non parte. La reazione di Beretta e la controreplica di Tommasi. Nella minipartitella bagnata di Chiusa Pesio ancora in buona evidenza Vucinic; si ferma Toni. Calciomercato Juventus: è caccia all'esterno (due video). Il futuro sospeso di alcuni giovani bianconeri. Il Manchester United batte i cugini del City e si aggiudica la Community Shield.

Calciopoli non può andare in ferie - Il processo di Napoli è fermo per le ferie giudiziarie, il tavolo proposto da Della Valle è rimasto senza gambe e Abete sembra ne sia dispiaciuto: dopo essersela cavata così brillantemente con la dichiarazione di pilatesca non-competenza, una tavolata che mettesse magari una bella pietra tombale su Calciopoli, dopo due spiegazioncelle raffazzonate alla bell'e meglio, poteva essere il rimedio per mettere a tacere quel rompiscatole di Agnelli e quei 14 milioni di rancorosi che ancora reclamano i loro scudetti. E invece no, Agnelli l'ha detto chiaro e forte che non è finita e adesso che ha il verbale della non-competenza, con lo staff dei legali della società, ha poco più di una settimana per proporre ricorso all'Alta Corte del Coni, al Tar, insomma in tutte le sedi che ha promesso di adire a tutela degli interessi della Juventus, così a lungo e ripetutamente misconosciuti. Perché settembre sarà un mese caldo, rovente: per l'Alta Corte, che dovrà pronunciarsi non solo sul presumibile ricorso della Juve, ma anche sulle radiazioni di Moggi, Giraudo e Mazzini; per il processo di Napoli, con le arringhe della difesa Moggi; e forse anche per Auricchio, se qualcuno decidesse finalmente di chiedergli conto di come ha condotto quelle indagini, più o meno baffute. E se poi dall'aula 216 dovesse uscire una sentenza favorevole, per Moggi e la Juventus si aprirebbero nuovi possibili scenari, con la richiesta di applicazione dell'art. 39 per una revisione di Calciopoli.

Senza la firma del contratto la A non parte - "Senza la firma dell'accordo collettivo, non è possibile cominciare un nuovo campionato": questo il messaggio fondamentale contenuto della lettera aperta dell'Associazione calciatori, rivolta all'opinione pubblica e sottoscritta dai capitani e dai rappresentanti sindacali dei 20 club (per la Juve Del Piero e Chiellini). "In occasione dell'inizio della stagione agonistica con la partita della Supercoppa giocata ieri tra Milan ed Inter, i calciatori di serie A, come anticipato nei giorni scorsi dal presidente Aic Tommasi, vogliono portare a conoscenza dell'opinione pubblica la sconcertante situazione attualmente in atto per il rinnovo del contratto collettivo - così inizia la lettera - Gli accordi conclusi tra la delegazione dell'Assocalciatori e la delegazione della Lega serie A e certificati dalla Figc nel mese di dicembre 2010 sono stati disattesi dall'Assemblea delle società con una scelta sorprendente ed inaccettabile. In conseguenza di ciò, permane oggi un inammissibile periodo di deregolamentazione che lede le nostre tutele non di carattere economico e che potrebbe, ai sensi della legge 91/81, mettere in dubbio la validità dei nostri contratti. Per quanto possa sembrare assurdo, l'Italia è oggi l'unico paese calcisticamente evoluto nel quale non esistono precise norme contrattuali in vigore per tutti i tesserati. Riteniamo, quindi, che senza la firma dell'accordo collettivo - termina il messaggio - non sia possibile cominciare un nuovo campionato e, per questo motivo, siamo certi che la Lega serie A terrà fede agli impegni assunti sottoscrivendo il Contratto già siglato dall'Assocalciatori in data 30 maggio 2011". E Damiano Tommasi vorrebbe evitare che questo venisse catalogato come sciopero, ben consapevole delle reazioni polemiche che una simile iniziativa della categoria, di questi tempi, potrebbe suscitare: "Ogni volta che i calciatori annunciano una protesta, si accende la miccia e tornano a deflagrare i luoghi comuni e le frasi fatte. Ma non è uno sciopero.Qui non si discute alcuna questione economica, ma solo il diritto di ciascuno giocatore ad allenarsi con la prima squadra: ma se è davvero quello il problema, bisogna chiederlo ai presidenti. Perché noi abbiamo firmato l'accordo, loro dopo averlo raggiunto a parole non lo hanno sottoscritto. Quando a luglio 2010 ci siamo seduti al tavolo, la Lega voleva discutere otto punti: uno, i cosiddetti trasferimenti forzosi a un anno dalla fine del contratto, è stato stralciato. Sugli altri abbiamo trovato l'accordo, ma la Lega non ha firmato, forse vuole cambiare di nuovo il punto sugli allenamenti differenziati. E infatti, ancora oggi ci sono giocatori che lavorano a parte, ai margini della squadra. Difendiamo questo diritto, nulla di più".

Botta e risposta tra Beretta e Tommasi - Presa visione dell'iniziativa dell'Aic, la reazione di Maurizio Beretta, presidente della Lega di A, non si è fatta attendere: "A queste condizioni non firmeremo mai, e d'altra parte non si vede perché dobbiamo sottostare con Tommasi a una minaccia, che non abbiamo accettato con Campana. Lo sciopero minacciato dai calciatori è un atto grave e insensibile, a maggior ragione alla luce di quello che sta vivendo il Paese reale. Non dimentichiamo che si tratta di 800 giocatori il cui stipendio medio è di oltre un milione di euro all'anno. I margini per un accordo però ci sono, basta venirsi incontro, Il tono dell'Aic è spropositato rispetto ai contenuti, tra l'altro buttare il 90% del lavoro fatto finora per non voler discutere del restante 10% sarebbe folle. Il buon senso può e deve prevalere. Buon senso non significa però adesione incondizionata alle posizioni altrui".
Ma non è mancata la controreplica di Tommasi: "In Lega di A sono incapaci di tirar le fila di 20 persone e metterle d'accordo" ha commentato, aggiungendo poi: "E' deprimente - aggiunge Tommasi - sentire da un dirigente tanti luoghi comuni. Quei contratti di cui parla sono offerti dai presidenti e accettati dai calciatori, o richiesti dai calciatori e accettati dai presidenti. Cascano le braccia a sentir dire certe cose da chi quegli stipendi li decide". Tommasi chiede infine a Beretta di spiegare "perché è venuto a trattare, nella primavera scorsa, un accordo che non poteva far approvare; e perché ha trovato un accordo che l'Assemblea di Lega gli ha bocciato. A questo punto non so più che dire, se Beretta rappresenta la Lega o se esprime la volontà di non firmare e di non entrare nel merito". E per quanto riguarda l'accusa di scarsa sensibilità in un momento delicato per il Paese, chiosa: "E' una situazione che abbiamo ben chiara: e d'altra parte è rispecchiata anche dalla situazione in Lega calcio".

In evidenza Vucinic a Chiusa Pesio - Partiti i dieci nazionali (Buffon, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Pirlo, Marrone, Krasic, Lichtsteiner, Ziegler e Sorensen), i bianconeri rimasti agli ordini di Conte hanno svolto al mattino una seduta di scarico, cui ha partecipato, almeno in parte, anche Quagliarella, che sta pian piano recuperando dalla botta al ginocchio ricevuta nella tournée americana. Ancora a parte Pazienza e Pepe. Si è fermato anche Luca Toni, vittima di un affaticamento muscolare alla coscia destra.
Nel pomeriggio, sotto una pioggia battente, minipartita (due tempi di mezz'ora ciascuno) contro la Primavera di Baroni, un piccolo assaggio del tradizionale vernissage di Villar Perosa in programma giovedì prossimo. Nella formazione giovanile bianconera hanno fatto così il loro esordio i fratelli Gabriel e Guillherme Appelt Pirès, i due giovani promettenti fratelli brasiliani acquistati in aprile dal Resente. E' finita 2-0 per la prima squadra, ma i ragazzi di Baroni non hanno sfigurato. A segno Del Piero su rigore per fallo su Vucinic, poi lo stesso Vucinic su passaggio del capitano; e il montenegrino ha sfiorato altre volte il goal, costringendo il portiere della Primavera Branescu a qualche difficile parata.
In serata poi anche Albin Ekdal ha risposto alla chiamata della sua Nazionale, che sarà impegnata mercoledì in Ucraina. Sale così a dodici (contando anche Vidal) il numero dei bianconeri in giro con le rispettive Nazionali.

Calciomercato Juventus - Saranno giornate ancora intense per Marotta e i suoi collaboratori: la Juve è sempre alla caccia dell'esterno, il favorito, nei voti di Antonio Conte, è Vargas; ma costa molto e quindi non viene abbandonata nemmeno la pista Elia. Linkiamo due video prelevati dal forum Tifosibianconeri.com e realizzati con filmati Sky.
Video 1 - Ultimo giorno a Chiusa Pesio + Calciomercato Juventus 07-08-2011
Video 2 - Calciomercato Juventus 07-08-2011

Giovani in standby – Uno dei grossi problemi di Marotta, oltre alla ricerca di un esterno e di un difensore, è quello di doversi liberare dei giocatori che palesemente non fanno parte del progetto: Amauri e Martinez in primis, per i quali occorrerà trovare una squadra in grado anche di sopportarne i pesanti ingaggi, ma anche Grosso e Grygera, cui la Juve (visto che il primo ha già rifiutato più di una proposta e per il secondo non vi sono richieste) potrebbe proporre una soluzione simile a quella adottata lo scorso anno con Camoranesi e Trezeguet, offrendo cioè loro una buonuscita, un incentivo all’esodo, in modo tale da liberarsi almeno del peso dei loro ingaggi. Ma vi è anche il problema di alcuni giovani, il cui destino è al momento incerto: per esempio Pasquato, Giandonato e Sorensen. Il primo sembrava avviato ad una sicura cessione e le richieste non mancavano, dopo la positiva scorsa stagione a Modena, ma le belle prestazioni del vispo 22nne stanno facendo riflettere Conte sull’opportunità di mantenerlo in rosa, magari almeno fino a gennaio, per testarne appieno l’utilità. Capitolo Giandonato: anch’egli destinato ad andare a fare esperienza, è già nel mirino di Cesena, Fiorentina, Lecce ed Udinese, ma la società sembra non avere fretta di cedere il giovane centrocampista: vero è che il centrocampo di Conte sembra già affollato, e senza le Coppe trovare posto in squadra non sarebbe facile per il ragazzo, che tuttavia è ritenuto un elemento molto interessante e partirà solo quando si troverà la squadra giusta, in grado di farlo maturare a dovere: non un parcheggio insomma. Infine Sorensen: può partire, su di lui c’era il Bologna, che però ha rinunciato ritenendo eccessive le pretese della Juve, che non lo lascerà andar via, in comproprietà, se non dietro un adeguato corrispettivo, almeno tre milioni di euro.

Al Man U la Community Shield – Il Manchester United si è aggiudicato ieri la 19sima Community Shield della sua storia, in pratica l’equivalente della Supercoppa italiana, che mette di fronte la squadra vincitrice della Premier League (in questo caso il Manchester United) e quella vincitrice della FA Cup (in questo caso il Manchester City). Derby di Manchester dunque, seppur giocato a Wembley: e partita ricca di colpi di scena, a tratti incredibile. Il City dopo il primo tempo conduceva per 2-0 (Lescott e Dzeko), ma nella ripresa decideva di suicidarsi, prima permettendo allo United di prendere il comando delle operazioni e di raggiungere il pareggio con Nani (dopo che Smalling a inizio ripresa aveva accorciato), e poi regalando all'esperto avversario, tradizionalmente capace di lottare sempre fino al triplice fischio finale, la possibilità di mettere a segno, sempre con Nani, la rete della vittoria, chiaramente favorita da un errore di Kompany, che si faceva soffiare la palla dal portoghese, bravo poi a saltare il portiere Hart e a firmare il successo. Un boccone veramente amaro per Roberto Mancini, che tuttavia a fine gara ha riconosciuto la superiorità degli avversari: "Sono dispiaciuto perché all'intervallo eravamo 2-0. Ma oggi lo United ha giocato meglio di noi. Però penso che il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio. L'ho già detto, in questo momento lo United è la squadra più forte ma noi dobbiamo continuare a lavorare per crescere. E sarà importante capire perché abbiamo perso questa partita, perché quando sei in vantaggio bisogna continuare a giocare e non smettere come abbiamo fatto nella ripresa".


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