29 gli scudetti nel nuovo stadio. Moggi: l'indisciplinato Moratti e il 'caso-Amauri'.

News, 8 settembre 2011.


Stadio day: prima la festa, poi la partita. Moggi: Il caso Forlan? Moratti non è uno disciplinato quando decide le cose. Moggi: Contratti di un anno salva bilanci per evitare i ‘casi-Amauri’. Contro il Parma Conte dovrà forse rinunciare a Krasic. Antonio Conte: lo stadio, la Juve, il modulo. Video: Verso Juve-Parma e pillole di Conte. Lippi: il nuovo stadio sarà un tempio del calcio mondiale. Il mondo del calcio dovrà pagare il contributo di solidarietà previsto dalla Finanziaria.

La Juve dei 29 scudetti inaugura il suo stadio – “Sarà anche la celebrazione dell’orgoglio gobbo”, ha detto un Andrea Agnelli che raccontano emozionato, durante la prova della cerimonia d’apertura. E l’orgoglio gobbo viene fuori tutto, nel conto alla rovescia che parte con gli anni, 114, per arrivare agli scudetti, che sfilano in 29. Perché 29 ha detto il campo, su cui sono stati conquistati. Tra i dettagli visti nel warm up dello spettacolo la comparsa di 400 giraffe che si fanno zebre con le gobbe, che altro non sono che palloncini che verranno liberati nel cielo. La parte più ufficiale è il taglio del nastro, che sarà compito di Andrea e del sindaco di Torino Piero Fassino. A portarlo, sulle note di ‘A summer place’, sarà Cristina Chiabotto. Poi sfileranno i trofei, le coppe vinte. Quindi, in una clip sulla musica di ‘Lo spettacolo più grande dopo il big bang’ di Jovanotti, passeranno le immagini dei grandi campioni che hanno fatto la leggenda bianconera: da Sivori e Platini a Baggio, Zidane, Di Livio, Torricelli, Ravanelli, Tacconi, Vialli, Nedved, Buffon e Del Piero. Ma non manca il momento della struggente malinconia per chi non c’è più: Ale e Ricky, i due ragazzi tragicamente annegati nel laghetto di Vinovo nel dicembre 2006, e i 39 tifosi vittime della follia degli hooligans all’Heysel; a rappresentare il dramma uno schermo nero e una scritta fiammeggiante con la data: 29 maggio 1985. Sono queste alcune delle chicche dello spettacolo, costato circa due milioni di euro e firmato da Marco Balich di K-Events.
Alle 21 poi la vera inaugurazione, quella del calcio giocato, con l’amichevole tra Juve e Notts County: la squadra inglese ha già avuto modo di visitare lo stadio ieri pomeriggio, poi i 22 giocatori, l’allenatore Martin Allen e la dirigenza capitanata dal presidente Ray Trew si sono trasferiti a Vinovo dove la squadra si è allenata sui campi dello Juventus Center; il presidente bianconero Andrea Agnelli si è intrattenuto lungamente con gli ospiti, cui ha fatto omaggio di un piatto d’argento, ricordo di questo storico evento.

L’ironia di Moggi sull’’indisciplinato’ Moratti – Manca poco al fischio d’inizio della nuova stagione e Luciano Moggi, dai microfoni di radio Manà Manà Sport, nel corso del programma ‘1900. laziali doc’, ha misurato la temperatura alle varie squadre. Stanno bene Napoli e Milan: il primo si è rinforzato, ma “lasciando intatta l’ossatura dell’anno scorso”; i rossoneri hanno “operato benissimo sul mercato e l’affare Nocerino, preso per sostituire l’infortunato Flamini, dimostra che c’è una logica nell’assemblaggio”. Logica che l’ex dg bianconero non ravvisa nel mercato dell’Inter: "Il presidente nerazzurro ha iniziato a svendere piuttosto che a vendere e ad acquistare male. Non penso siano competitivi e la questione Forlan (acquistato prima di rendersi conto che non avrebbe potuto giocare il girone di Champions League, in quanto già utilizzato in Europa dall'Atletico Madrid in questa stagione, ndr) credo sia una regola comune a quello che fa Moratti: non è uno disciplinato quando decide le cose. E' un tipo che va a braccio e certe situazioni possono capitare". Juve e Lazio lotteranno per il quarto posto. La Roma, a suo giudizio, “ha cominciato male perché si è voluto mettere in evidenza la situazione Totti, un ragazzo che non si discute né come giocatore e neppure come bandiera. Chi sta al timone della società certi errori non li deve commettere perché sono cose di cui si parla al chiuso di uno spogliatoio. Questa è la situazione di chi non sa operare nel calcio”. Un’altra frecciata punta dritta sulla Nazionale di Prandelli: "Andiamoci piano col discorso della conquista anticipata, con quel girone non era neppure tanto difficile”, ma anche contro la Slovenia “il gioco latitava ed eravamo lenti. A centrocampo sono tutti registi e non mi sembra opportuno farli giocare insieme: rallentano il gioco e, di conseguenza, vengono a mancare i risultati. Sono tutte pecche che verranno fuori quando si incontreranno le squadre più forti".

Moggi: Bisogna evitare il ripetersi di casi-Amauri – Il contratto collettivo è stato firmato, col nodo irrisolto dell’art. 7: club e Aic hanno 30 giorni per trovare un accordo, varrà il lodo a Abete, che l’ha semplicemente riformulato togliendo il vincolo della temporaneità agli allenamenti differenziati. Della questione si è occupato ieri, dalle colonne di ‘Libero’, Luciano Moggi. Premette che il calcio italiano è stretto in una morsa tra la legge 91 del 1981(che ha ribaltato il rapporto club-calciatori a favore dei secondi) e la [url=http://www.colucci.eu/Sentenza Bosman.pdf]sentenza Bosman[/url]. E spiega Moggi: “È ora sin troppo evidente come i contratti pluriennali ed onerosi, lungi dal proteggere realmente i club, abbiano finito per incravattarli pericolosamente. Tutto bene quando l’interesse del club a tenere il giocatore coincide con gli anni del contratto, tutto distorto quando questo interesse viene meno, avendo deciso il club che il calciatore non rientra più nei suoi piani. Ed ecco allora i prestiti quasi forzati ad altri club, con l’ingaggio pagato dalla società di provenienza. Il caso classico di questi giorni è quello di Amauri, ceduto la stagione scorsa al Parma, che di suo ci ha messo 700 mila euro di ingaggio, lasciando alla Juve il ‘residuo’ salatissimo di 3,1 milioni di euro. Amauri, peraltro ottimo giocatore, ha rifiutato finora ogni destinazione e resta sul groppone del club. Andate a fare un po’ di conti tra tutti i club, soprattutto quelli maggiori, e scoprirete che si tratta di situazioni ripetute, che mettono in difficoltà qualsiasi bilancio. A questo punto occorre un’inversione decisa di tendenza da parte di tutti, ma ci vorrebbe anche una norma ad hoc nelle carte federali che lo prevedesse, senza nulla lasciare alla discrezione dei club. Contratti annuali per tutti, con un’opzione solo per il secondo anno. Un modo per frenare l’emorragia di danaro passivo che sta strangolando troppe società”. A chi dovrebbe toccare l’opzione? “Diciamo alle società, ma siccome qui potrebbe innestarsi un altro contrasto infinito, potrebbe essere esercitato da entrambi, rispettando chi per primo decide di avvalersene. Potrebbe tra l’altro essere questo un deterrente sui prezzi di mercato, tenendo conto che la voce ‘giocatore’ da tempo non costituisce più capitale per le società ma contano le prestazioni sportive e la loro durata e, se viene appunto ridotta la durata delle prestazioni, il prezzo di mercato dovrebbe necessariamente calare.

Verso il Parma: permangono dubbi su Vucinic e Krasic – Confermato il pieno recupero di Matri nella Juve che, dopo la passerella col Notts County, si appresta ad affrontare il Parma domenica all’ora di pranzo. Rimangono i dubbi sull’impiego di Krasic e di Vucinic: il primo sembrava aver recuperato, ma ieri ha potuto svolgere col gruppo solo la primissima tranche del lavoro, il riscaldamento in pratica, poi ha dovuto allenarsi a parte in quanto accusa tuttora fastidio all’adduttore della gamba destra e domenica potrebbe dover dare forfait; potrebbe sostituirlo Pepe. Le condizioni della caviglia del montenegrino sembrano invece in miglioramento, tanto da consentirgli di aumentare ieri progressivamente l’intensità dell’allenamento, con corsa e allunghi. Non dovesse farcela, il suo posto al fianco di Matri verrebbe probabilmente preso da Del Piero (possibile alternativa: Quagliarella). Mancavano ancora all’appello all’allenamento, svoltosi di mattina, i nazionali, che sono rientrati solo nel pomeriggio: per loro solo un defaticante. Oggi il gruppo sarà al completo.

Conte a 360° - L’inaugurazione del nuovo stadio ha offerto a Sky l’occasione per una lunga intervista ad Antonio Conte, che va a ruota libera. Inizia dallo stadio, naturalmente: “Il nuovo stadio è il nuovo che avanza in Italia, perché all'estero sono già avanti rispetto a noi. Sicuramente, uno stadio innovativo è un esame per tutti, per la società, per la squadra, per l'allenatore e, credo, anche per i tifosi. Il fatto che non ci siano barriere presuppone una crescita culturale importante. I tifosi devono stare dalla parte della Juventus, quindi dalla parte nostra. Questo è fuori dubbio. Nel momento in cui saranno dalla parte nostra sarà un grosso vantaggio per la squadra e uno svantaggio per chi ci giocherà contro. Tante responsabilità? Le responsabilità le ho sempre avute. Sia da calciatore sia da quando ho iniziato a fare questa nuova carriera. In qualsiasi posto dove sono sempre andato si è sempre chiesto tanto al sottoscritto. Non mi spaventa, mi carica in maniera importante. È inevitabile che fare l'allenatore della Juventus è qualcosa di diverso, di speciale, rispetto alle esperienze passate". Sulla situazione della Juve spiega: "Non penso di dire una cosa diversa dagli altri, del fatto che, comunque, il post Calciopoli è stato devastante per la Juventus, sotto tutti i punti di vista. Sia per il fatto che tutti i campioni sono dovuti andare via, sia perché ricostruire non è mai facile. Veniamo negli ultimi due anni da due settimi posti. Questa è la cosa più difficile. Dobbiamo porre una base, quest'anno, importante su cui ricostruire quello che spetta alla Juve. Io mi auguro di imitare l'umiltà, la cattiveria, la determinazione, la volontà da parte nostra di andare oltre qualsiasi ostacolo e questo si può iniziare sin da subito. Veniamo da due settimi posti e dobbiamo porre delle basi importanti. Quest'anno è importante sotto diversi punti di vista: l'apertura dello stadio. C'è la volontà da parte di tutti di fare grandi cose. È inevitabile che su ogni scelta c'è sempre grande coesione e grande unità di intenti con la società. Questo è fuori dubbio. Come deve essere in tutti i club. Alla fine spetta sempre al presidente decidere. Però, c'è sempre una grande condivisione in tutto quello che si fa. Con il presidente c'è un grandissimo rapporto, perché ci accomuna la Juventus degli anni passati, degli anni delle vittorie, in cui l'allora Andrea non presidente veniva ad accompagnare suo padre. E spesso si intratteneva con noi a parlare e a chiederci. C'è un grande rapporto, c'è grande, ripeto, coesione da parte nostra e questo deve essere un punto di forza, perché questa coesione sicuramente ci può portare lontano". Sul suo modulo di gioco: “Si parla troppo di questo modo di giocare, che poi è un 4-4-2: è un'idea di gioco normale, un 4-4-2 normale, io penso che in Inghilterra dove si vince la maggior parte delle squadre applicano questo tipo di modulo che, secondo me, permette di coprire il campo nel modo migliore. Però, ripeto, ognuno ha la propria idea. Noi abbiamo anche la fortuna di avere anche in rosa giocatori che ti danno la possibilità di cambiare e fare qualcosa di diverso. Resta però che l'idea di gioco resta quella”.

Video: Verso Juve-Parma e pillole di Conte – Linkiamo un breve filmato, tratto dal forum Tifosibianconeri e realizzato con filmati Sky, che racconta l’avvicinamento della Juve all’esordio in campionato nel nuovo stadio e si conclude con brevi pillole dell’intervista di Sky ad Antonio Conte.

Lippi: Sarà un tempio del calcio mondiale – Lui ci sarà domani, all’inaugurazione del nuovo stadio che, dice, gli piace, “perché è grande abbastan­za per essere considerato uno dei templi del calcio mondiale, ma non al punto da rischiare di diventare una cattedrale mezza vuota”. E ricorda i grandi stadi ‘vissuti’ o ‘mancati’ in carriera. Uno stadio mancato è “Anfield. Penso che quello sta­dio, la sua gente, l’inno ‘You’ll Never Walk Alone’ siano dav­vero speciali. Io non ho mai avuto modo di provarlo”. Quelli vissuti gli hanno dato gioie e dolori, come l’Old Trafford: “Gioie e dolori. Alle prime mi lega la vittoria sullo United con un gol di Del Piero. Fu per certi versi la settimana più gratificante di quella grande Juve, perché dopo aver battuto la squadra di Ferguson ci im­barcammo per Tokio, dove vin­cemmo l’Intercontinentale. Certo, Manchester significa pure la finale persa col Milan”. Del Camp Nou ha un bel ricordo: “Lì con la Juve ho vinto. Ci fu molta Spa­gna in quella Champions chiu­sa con la finale di Manchester. Negli ottavi eliminammo il Deportivo La Coruña. Nei quarti riuscimmo appunto nel­l’impresa di espugnare il cam­po del Barcellona, vincendo per 2-1 nei supplementari nono­stante fossimo in dieci. In semifinale fu la volta del Real Madrid”. Cosa ti regalano i grandi stadi? “Ti regalano autostima, perché se giochi lì, vuol dire che lo meriti. Hai co­ronato i tuoi sogni giovanili. Di­ventano la tua casa, ti danno sicurezza, forza. Però un gran­de gruppo non si fa intimorire dall’ambiente avverso. Dun­que lo stadio conta. La squa­dra di più…”.

I calciatori pagheranno il contributo di solidarietà – L’art. 4, nel cui ambito si inscriveva la questione del contributo di solidarietà, in relazione a chi dovesse effettivamente pagarlo, era stato uno degli scogli sul cammino della firma del nuovo contratto collettivo: scoglio superato, con ‘l’aiuto’ del governo, che lo aveva tolto dalla manovra economica; ma, sorpresa, a firma avvenuta, è intervenuta un’ulteriore modifica del provvedimento governativo e il contributo è rispuntato, andando a rivolgersi a coloro che percepiscono redditi superiori a 300.000 euro, che saranno soggetti ad un prelievo straordinario del 3%: sono circa 34.000 contribuenti in Italia, di cui tanti sportivi, e in particolare calciatori., che verseranno tra i 30 e i 35 milioni di euro. Certo la cosa rischia ora di provocare nuove tensioni all’interno dei club, visto che me­tà serie A ha concordato gli sti­pendi al netto: occorrerà vedere come la norma sarà scritta precisamente, se indicherà (come aveva annun­ciato il ministro Calderoli) con chiarezza i soggetti che dovranno provvedere al pagamento. In serie A il maggior contribuente dovrebbe essere Zlatan Ibrahimovic che, con un ingaggio di 18 milioni di euro, pagherà 531.000 euro di contributo di solidarietà; al secondo posto, ex aequo, Gigi Buffon e Wesley Sneijder: stipendio 12 milioni, contributo di 351.000 euro. Sono inseguiti da Milito, Robinho e Flamini, stipendio 10 milioni, contributo di 291.000 euro; al settimo posto, ex aequo, Chivu e Maicon, che verseranno 261.000 euro, poi Totti (249.000 euro) e chiude la top ten il separato in casa Amauri (ingaggio: 8,4 milioni; contributo: 243.000 euro).


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