Caso Preziosi: per Abete nessun mistero, la difesa di Moggi contrattacca. Il guerriero Vidal.

News, 16 settembre 2011.

Abete sostiene non esservi mistero alcuno nel caso Preziosi, secondo i legali di Moggi vi sono invece imbarazzo, mancanza di trasparenza e disparità di trattamento. Tacchinardi: quei due scudetti sono nostri e nessuno deve dimenticare; ma questa Juve mi piace. A Vinovo lezione (blindata)  di tattica. Arturo Vidal: un guerriero in una squadra di guerrieri. Sarà Paolo Valeri l'arbitro di Siena-Juventus. Capello: 'L'Inter non ha bisogno di me'. La Juventus rinnova la partnership assicurativa con Willis. Barça: ricavi da record, grazie alla vittoria in Champions League e a Qatar Foundation.

Abete: 'Nessun mistero su Preziosi'; le difese contestano - Nella conferenza stampa dell'altroieri il presidente federale Giancarlo Abete, oltre a dichiararsi assolutamente sereno in ordine sia al procedimento presso il Tnas in cui, a braccetto con l'Inter, deve tener testa alla Juve, in relazione alla mancata revoca dello scudetto 2006 ai nerazzurri (palesemente privi di quei requisiti di illbatezza messi dai tre saggi come presupposto per poter fregiarsi di un titolo che il campo aveva attribuito alla Juventus) sia all'esposto con cui la Juve si è rivolta all'Uefa perché verifichi i comportamenti della Figc dal 2008 ad oggi, è intervenuto sulla questione della mancata radiazione di Preziosi. Come si ricorderà, il legali di Moggi hanno chiesto ed ottenuto dal Tnas i verbali della controversia Preziosi-Figc, sulla cui base hanno costruito il dossier per l'Alta Corte che è stata investita della faccenda. Ma anche su questo argomento Abete si dice tranquillo, nessun mistero: "Non c’è alcun mistero nella mancata radiazione di Enrico Preziosi e della sua squalifica a 5 anni per il caso Genoa-Venezia. Allora, a differenza dei casi Moggi, Giraudo e Mazzini, il presidente federale aveva la titolarità sul decidere se dare seguito alla preclusione o meno. E così si decise, per evitare ulteriori iniziative di ricorso da parte di Preziosi, di arrivare a una conciliazione dove entrambe le parti rinunciavano a ulteriori seguiti. La norma poi è cambiata e la titolarità alla preclusione non è più in capo al presidente federale. Così nei casi che sono intervenuti nel passaggio da nuove e vecchie norme federali ho chiesto alla Corte di Giustizia un parere sul come procedere per ottenere un contraddittorio come poi è avvenuto. Quindi io oggi ho solo un potere di grazia e non più sanzionatorio". Non tutto è proprio così trasparente e congruente nei tempi, naturalmente, come la nostra redazione ha già messo in evidenza in più di un'occasione e come le difese degli imputati non mancheranno sicuramente di fare, con abbondanza di argomentazioni, nell'udienza davanti all'Alta Corte. Perché i legali di Luciano Moggi, l'avvocato Maurilio Prioreschi e l'avvocato Flavia Tortorella (che difende anche Innocenzo Mazzini) sono sempre più convinti - e lo spiegano oggi su 'Tuttosport' - che in tutta questa vicenda di trasparente ci sia ben poco, che ci sia imbarazzo nell'affrontare questo tema e che ci si stia arrampicando sugli specchi per smentire l'evidenza e cioè che "la Federazione, rispetto a situazioni analoghe, e per situazioni analoghe mi riferisco solo alla proposta di radiazione, visto che il merito delle vicende sta a dimostrare che la situazione di Preziosi era molto più grave di quella di Moggi, utilizza due pesi e due misure". Parole di Prioreschi, che ha presentato istanza alla Federazione per saperne di più: "Abete continua a riferire cose inesatte: mi rendo conto - dice - del suo imbarazzo nell’affrontare questo tema, imbarazzo dimostrato dal fatto che è stato costretto ad ammettere in conferenza stampa che la preclusione di Preziosi 'l’abbiano sistemata in qualche modo. . .'. Questo perché la conciliazione di Preziosi del gennaio 2006 a cui si è riferito il presidente durante la conferenza stampa non ha riguardato affatto la proposta di preclusione. Infatti in quella conciliazio­ne, secretata per accordo di tutte le parti, e adesso forse abbiamo capito il perché, Preziosi per evitare di subire punti di penalizzazione per aver violato la clausola compromissoria, accetta il contenuto della sentenza che gli aveva comminato 5 anni e la proposta di preclusione, rinunciando contestualmente al ricorso al Tar. Quindi, la preclusione non è stata oggetto di conciliazione ma è divenuta definitiva e irrevocabile, da quel che risulta dai verbali. In quella sede Preziosi rinuncia a proseguire l’arbitrato e al pendente ricorso al Tar, che aveva generato l’azione disciplinare, un deferimento e l’attesa del giudizio degli organi di giustizia Figc. Ricordo al presidente federale che anche Moggi ha impugnato quella proposta di radiazione al Tar e che il ricorso è tuttora pendente: quindi la situazione di Preziosi, checché ne dica Abete, sotto il profilo delle norme applicabili è perfettamente identica a quella di Moggi, Giraudo e Mazzini. A meno che Abete non ci dica se, successivamente a quel verbale del 2006, ci sia stato un atto formale della federazione con il quale di era deciso di non irrogare la sanzione della preclusione a Preziosi. E io aspetto su questo una comunicazione formale". Conclude l'avvocato Tortorella: "Contrariamente a quanto afferma il presidente federale circa la volontà della Figc di conciliare la proposta di radiazione di Preziosi, c’è un documento ufficiale che attesta, in modo inconfutabile, come quella proposta esca dalla sede conciliativa del Coni pienamente operante e, dunque, assieme a tutte le altre, 'in attesa' di essere scrutinata dal Presidente Federale. Neppure la circostanza circa il potere dell’allora Presidente Federale è corretta. La proposta di radiazione di Preziosi è sì divenuta definitiva nel 2006 ma, seguendo il ragionamento operato dalla Figc per Moggi e Mazzini, sarebbe arrivata a scadenza solo nel 2010. Pertanto, il potere di radiazione era esattamente in capo ad Abete", da cui aspetta una risposta a questa semplice domanda: "Ebbene, la domanda è: come mai la Figc, pur avvertendo la necessità di rendere giustizia avverso idestinatari di proposte di preclusione, non si è mai attivata nei riguardi di Preziosi?".

Tacchinardi: Nessuno deve dimenticare, quei due scudetti sono nostri - Dieci stagioni in maglia bianconera e l'onore di essere una delle cinquanta stelle dello stadio bianconero per Alessio Tacchinardi che ora allena gli allievi nazionali del Pergocrema ma continua a seguire con passione le imprese, più o meno felici, dei bianconeri; deluso la scorsa stagione, quando non aveva lesinato le sue critiche a mister Del Neri, facendosi già da allora sponsor di Antonio Conte, che giudicava portatore di juventinità, oggi si sente più sollevato e comincia a condividere con tutti i tifosi juventini una buona dose di entusiasmo per una Juve che non può non ritornare grande. Rivede in questa squadra lo spirito della sua Juve, come ben esprime in una sua intervista a 'Tuttosport': "Nella Juventus di domenica contro il Parma c’era quello sguardo che io conosco bene, un misto di rabbia e voglia di vincere che era il nucleo dello spirito della Juventus Anni 90. Conte sa bene a cosa mi riferisco... Quella squadra era tremenda: c’era gente che se perdeva la partitella dell’allenamento s’arrabbiava come un matto nello spogliatoio. Io ero un ragazzino di diciotto anni e capii subito. In uno dei primi allenamenti, durante la partitella non passo due volte la palla a Vialli. Non l’avessi mai fatto: mi ha inseguito per il campo e mi ha fatto un mazzo così. Mi sono detto: se questo qua dopo tutto quello che ha vin­to si infuria per un passaggio nella partitella significa che per vincere bisogna fare così. Lasciate perdere quelli che si riempiono la bocca con teorie e discorsi: si impara a vincere solo vincendo. Chi non ha mai vinto non può insegnare a vincere. Conte può..." Perché il nuovo mister ha portato a questa Juve le sue doti, grinta, ma anche "stessa imprevedibilità e stesso dinamismo. Me lo ricordo Conte quando ce l’avevo alla mia destra. A un certo punto spariva! Mi guardavo intorno e lo vedevo in difesa, poi in attacco, poi di nuovo in mezzo... Vidal è un po’ come lui e un po’ come Davids". Già Vidal, uno dei 'nuovi', come Pirlo: "Questa squadra mi ha impressionato subito, ho rivisto la qualità e la personalità che mancavano. Pirlo è eccezionale, Vidal pazzesco. Sembra un toro nell'arena. Mi ricorda proprio il Conte giocatore". Ma il vero top player, quello che Marotta non ha saputo portare alla Juve, è arrivato ugualmente, l'ultimo regalo della Triade, il nuovo stadio (realizzato della nuova dirigenza, ma frutto delle idee lungimiranti della Triade, di Giraudo in particolare): "Per me è il vero top player della Juventus. Non è arrivato Agüero, ma con uno stadio del genere arriveranno molti punti. Per me è più impressionante anche di San Siro perché non si apre verso l’alto ma si chiude e crea una bolgia infernale. Certo, per sfruttarlo bisogna avere molta personalità, altrimenti è controproducente". Dalla Juve Alessio se n'è andato nel 2005, quindi uno dei due scudetti scippati è anche suo e lo difende: "Fa bene Andrea Agnelli a combattere, quelli scudetti sono nostri e nessuno deve dimenticare. Ma sapete cosa vi dico: in questo momento mi sta entusiasmando anche il futuro". Un passato da difendere con le unghie e con i denti e un futuro per cui lottare, questa è la Juve, da sempre.

Conte insiste sulla tattica - Conte ieri pomeriggio ha torchiato i bianconeri con una lezione di tattica condotta con una meticolosità quasi maniacale: nessun dettaglio viene trascurato dal mister bianconero, come riferiscono le informazioni diramate dal club bianconero (la seduta era a porte chiuse, il tecnico salentino non intende svelare le sue carte e vuole operare in un ambiente il più concentrato possibile. In un primo momento la squadra ha lavorato divisa in due gruppi: i difensori, a provare i movimenti difensivi con Stellini; i centrocampisti e gli attaccanti a provare la circolazione di palla e l'attacco alla porta. Poi il gruppo si è ricompattato e il lavoro è continuato, con un Conte puntualissimo nei suoi interventi tesi a correggere ogni imperfezione che gli saltava all'occhio. Quanto alla formazione, prende sempre più corpo l'ipotesi che sia Grosso a prendere il posto dello squalificato De Ceglie, soprattutto per non sciogliere la coppia Barzagli-Chiellini, che sta facendo bene. Sono in salita anche le azioni di Vucinic, che potrebbe partire nella formazione iniziale al posto di Matri. E Conte vorrebbe trovare un posto anche al guerriero Vidal, forse sull'out di sinistra, dove Giaccherini domenica non ha convinto granché. Dovrebbe venir convocato anche Fabio Quagliarella che magari, se l'evoluzione della gara lo consigliasse/permettesse, potrebbe scendere in campo per uno spezzone di partita.

Vidal: Siamo tutti guerrieri - Il soprannome più conosciuto del cileno Arturo Vidal, una delle più attese new entries bianconere, è guerriero; ma il centrocampista, che ha già lasciato domenica un suo spettacolare biglietto da visita nella porta difesa da Antonio Mirante, afferma, in un'intervista a Sky, che il guerriero non è solo lui, perché tutta la Juve è una squadra guerriera: "La Juve è una squadra di combattenti, è una squadra che ha quello spirito guerriero ed è questo lo spirito con il quale si possono raggiungere grandi traguardi. Nel caso della Juve l'obiettivo deve essere lo scudetto". E' perfettamente consapevole che non sarà facile, ma non lo considera certo un buon motivo per non provarci: ""Per la sua tradizione la Juve deve puntare a vincere, ma le squadre forti sono tante: Milan, Inter, Napoli, Lazio, Roma... ci stiamo preparando per affrontare un campionato lungo e combattuto, ma siamo una squadra di 'guerrieri' e in campo diamo tutto". Così come sa che nella Juve il posto da titolare lo si guadagna sul campo: "La concorrenza? C’è, ma non è un problema. A tutti piace essere titolari, però sono qui da poco, mi sto adattando e sono tranquillo, quando toccherà a me cercherò di farmi trovare pronto, anche perché quando si parte dall’inizio bisogna dimostrare di meritarlo per tutti e 90 i minuti, non solo per mezz’ora".

A Siena fischia Valeri - Sarà Paolo Valeri a dirigere Siena-Juventus, valida per la terza giornata (in realtà la seconda, essendo la prima tuttora da recuperare perché saltata causa sciopero), in programma al Franchi domenica 18 settembre alle ore 15; il fischietto romano sarà coadiuvato dagli assistenti Dobosz e Passeri, quarto uomo Rocchi. Queste le designazioni per le altre gare, in calendario per domenica 18 settembre alle ore 15, salvo diversa indicazione in parentesi: Cagliari-Novara (anticipo di domani, sabato 17 settembre alle ore 18): Giannoccaro (Vuoto-Meli; Mariani); Inter-Roma (anticipo di domani sera, sabato 17 settembre, ore 20.45): Mazzoleni (Copelli-De Luca; Rizzoli); Atalanta-Palermo: De Marco (Viazzi-Liberti; Gava); Bologna-Lecce: Russo (Galloni-La Rocca; Irrati); Catania-Cesena: Gervasoni (Comito-Tasso; Velotto); Lazio-Genoa: Orsato (Petrella-Marzaloni; Banti); Parma-Chievo: Doveri (Manganelli-Preti; Massa); Udinese-Fiorentina: Romeo (Maggiani-Di Liberatore; Giacomelli); Napoli-Milan (posticipo delle ore 20.45): Tagliavento (Grilli-Rosi; Celi).

Capello: L'Inter non ha bisogno di me - Fabio Capello è stato più volte indicato come uno dei pallini di Moratti per sedere sulla panchina nerazzurra, ma l'attuale ct dell'Inghilterra, sentito in proposito a margine della rassegna Friuli doc (cui era invitato come rappresentante del Friuli all'estero), ha respinto la proposta con estrema decisione; alla domanda 'se Moratti la chiamasse?', ha risposto: "Chi è? L'Inter non ha bisogno di me!"

La Juventus rinnova con Willis - La Juventus ha rinnovato per altri tre anni la sua partnership commerciale con Willis, società leader a livello mondiale nella gestione dei rischi e nel brokeraggio assicurativo, che gestirà l’intero portafoglio assicurativo della società bianconera. Lo ha annunciato, dal sito ufficiale, il Commercial and Marketing Director del club, Francesco Calvo: "E' per noi motivo di grande soddisfazione aver siglato una nuova partnership con Willis che rappresenta molto di più di un semplice rinnovo, in quanto l'accordo si è ampliato in modo significativo ad aree strategiche per entrambi, in particolare quella relativa agli strumenti di PR nel nuovo stadio e quella degli strumenti assicurativi personalizzati per i nostri tifosi. Willis, società leader nel settore del brokeraggio assicurativo è nostro partner da diciassette anni, che con il rinnovo diventeranno venti. Collaborerà quindi con noi su più fronti, dalla collaudata consulenza assicurativa corporate, al mondo consumer, creando importanti sinergie tra realtà orientate al futuro e sempre all’avanguardia sui fronti di rispettiva competenza".

Barça: ricavi da record, con un tarlo - Se non ha potuto festeggiare la vittoria sul campo nelle ultime due uscite (in Champions League contro il Milan e nella Liga a San Sebastian), il club blaugrana una vittoria la può festeggiare, sul piano economico: il club ha chiuso infatti l'esercizio passato con ricavi per un totale di 473,4 milioni di euro, che la fanno diventare la società numero uno per i soldi incassati in una sola stagione. Al record ha contribuito senz'altro in grande misura la conquista della Champions League; ma determinante è stato anche l'accordo di sponsorizzazione sottoscritto con la Qatar Foundation. E qua si insinua un piccolo tarlo: il contratto, valido sino al 2016 per un totale di 150 milioni di euro, deve essere ratificato nell'Assemblea dei Soci del 24 settembre. Ma qualche azionista ha avanzato delle perplessità, ricordando che il club blaugrana è sempre stato orgoglioso di non mettere alcun brand sulla propria divisa, eccetto l'Unicef (ma quella è beneficenza); tutttavia l'assemblea, dice Faus, il vicepresidente economico dei catalani, dovrà approvare: la chiusura dell'esercizio contabile dell'ultima stagione ha fatto registrare un rosso di 9,3 milioni di euro, mentre per la prossima le aspettative sono un profittodi 20,1 milioni di euro; con l'apporto dello sponsor, però: da cui quindi non si può prescindere.


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