Intercettazione-killer: è Bergamo-Fazi. Conte: Restiamo coi piedi per terra!

News, 18 settembre 2011.

Una ghiotta anticipazione: la telefonata in grado di ribaltare il processo di Napoli ha per interlocutori Paolo Bergamo e Maria Grazia Fazi. Antonio Conte: Troppe lodi, dobbiamo rimanere con i piedi ben piantati per terra. Venti i convocati: Ci sono Grosso e Quagliarella, mancano Estigarribia e Toni. Sannino: la Juve è forte, ma non ci stiamo a fare le comparse. Cellino litiga con le telecamere invadenti. Uno sceicco qatariota all'assalto del Manchester United. Fischi per tutti a San Siro: invocato Mourinho. Il Barça non ha disimparato a vincere: l'Osasuna sepolto sotto una valanga di otto reti. Tra Montolivo e la Fiorentina è rottura definitiva: a fine stagione (e contratto) se ne andrà.

L'intercettazione di cui parlava Moggi è tra Bergamo e la Fazi - In seguito alla recentissima rivelazione di Luciano Moggi, nella quale preannunciava il ritrovamento di un'intercettazione che avrebbe sconvolto il processo, sono cominciate ad uscire sui giornali varie illazioni su chi potrebbero esserne i protagonisti. Ju29ro.com è ora in grado di anticipare che la telefonata in questione è tra il designatore Paolo Bergamo e la dirigente AIA Maria Grazia Fazi e si riferisce alle ore immediatamente precedenti ad uno degli scontri diretti del campionato 2004-2005. Nei prossimi giorni ci torneremo su, proponendo un'accurata analisi di quanto abbiamo ascoltato.

Conte: Gli elogi sono stati eccessivi - Dopo il 4-1 inflitto al Parma, per la Juve e il suo tecnico gli elogi si sono sprecati e Conte, pur se certo intimamente felice, nella conferenza stampa pre-Siena smorza i toni: "Dopo una partita vinta bene contro il Parma penso che sia stato giusto tributare ai ragazzi, al sottoscritto e alla società degli elogi, ma penso anche che siano stati un po' eccessivi. Lo dico in maniera molto sincera perché non può essere una singola partita, interpretata bene o male, a cambiare giudizi o a dare dei giudizi eccessivi, in positivo e in negativo. Io vi ringrazio sicuramente per l'attenzione che avete dato alla società, al sottoscritto e ai miei calciatori, ma questo sicuramente non ci deve far perdere di vista l'obiettivo che è quello del lavoro. Noi siamo all'inizio, siamo in costruzione, siamo alle fondamenta e questo nessuno se lo deve togliere dalla testa, io per primo e i calciatori, perché sappiamo che c'è da fare tantissimo e c'è da lavorare. E' inevitabile che la partita è stata interpretata bene come deve essere interpretata. Adesso però bisogna continuare perché non è che una partita può cambiare le sorti o gli obiettivi della squadra"; e ancora: "Rimango con i piedi ben piantati per terra, devo rimanere così io, deve rimanere la squadra e devono rimanere i tifosi. Siamo all'inizio, però sappiamo qual è la strada da percorrere. Questo deve essere importante, perché non possiamo farci prendere dallo stato emotivo di una buona prestazione o di una prestazione sufficiente o di una prestazione modesta per mettere settimanalmente in eccesso una grande Juve oppure in difetto, a livello di considerazione, una piccola Juve. L'importante è che noi all'interno sappiamo qual è la strada da seguire: la strada del lavoro, la strada del sacrificio, la strada comunque del riscatto da parte nostra. E' questo non deve mancare, al di là del risultato, perché poi il risultato è una conseguenza della prestazione che noi faremo". E poi: "L'atteggiamento non deve cambiare. L'atteggiamento è uno, sia in casa che in trasferta. Non è che la squadra deve essere leone in casa e pecora in trasferta, assolutamente. L'atteggiamento è uno e unico. L'atteggiamento è quello di fare la partita, noi vogliamo fare la partita, poi sappiamo benissimo che c'è un avversario di fronte. Dell'avversario conosciamo pregi e difetti, però alla fine quello che conta siamo noi: quello che vogliamo fare, come lo vogliamo fare, con che intensità lo vogliamo fare, con che tipo di sacrificio e di fatica lo vogliamo fare". Pensieri, parole e filosofia di Antonio Conte, che dedica un pensiero al Siena: "Mi sento in dovere di ringraziare i tifosi, i miei calciatori, la dirigenza, che mi ha dato il via libera per venire alla Juventus, nonostante un altro anno di contratto".

I convocati per la trasferta di Siena - Il tecnico della Juventus, Antonio Conte per la sfida di domani con il Siena.ha convocato 20 giocatori: Buffon, Chiellini, Pazienza, Grosso, Pepe, Marchisio, Del Piero, Manninger, Vucinic, Barzagli, Elia, Quagliarella, Bonucci, Pirlo, Vidal, Giaccherini, Lichtsteiner, Krasic, Storari, Matri. Al posto di De Ceglie è stato convocato e giocherà Grosso che rischiava di far la fine di Amauri ma che, dice il mister, "è stato integrato nella rosa per mio volere, d'accordo con la società, perché comunque penso sia un giocatore che possa ancora dare tanto. Nel momento in cui entra in rosa non è che ho fatto un piacere a Grosso, l'abbiamo fatto per cognizione di causa, sapendo quello che ci può dare questo giocatore, sapendo che è un giocatore che ha vinto un Mondiale da protagonista ed ha ancora da dare tanto, soprattutto a noi, perché alla fine a me interessa questo". Quanto all'attacco, convocato stavolta Quagliarella ma non ancora Estigarribia; fuori ancora pure Toni. C'era un dubbio riguardante Del Piero che "ha avuto un affaticamento muscolare all'adduttore, niente di particolare - dice Conte - Sarà una settimana in cui ci apprestiamo a fare tre partite, quindi farò le mie necessarie valutazioni. Terrò conto di tutto e poi farò le scelte necessarie di formazione, chiarendo che il mio obiettivo è quello di voler vincere e quindi in tutte le situazioni cercherò di scegliere la squadra che mi possa dare in quel momento le maggiori garanzie". Può darsi però che a questo punto, non foss'altro che per precauzione, Del Piero parta dalla panchina, lasciando il posto a Matri.

Sannino è deciso a vender cara la pelle - Giuseppe Sannino, il mister del Siena, per alcuni versi simile Conte, un tipo 'caldo' e 'tosto' anche lui, non si dà certo per vinto prima di combattere ed è deciso a dar filo da torcere alla più blasonata avversaria: "Abbiamo di fronte una grande del campionato che parte con tutti i favori del pronostico, ma non vogliamo fare la comparsa". E la mette anche sull'ironia: "Mi sembra che la partita sia già stata incanalata in un solo verso. In questa settimana è stato un monologo Juve. Si è parlato continuamente di bianconero, ma non quello del Siena. Allora io continuo a fare quello che ho fatto: parlo poco e tengo il profilo basso. D'altra parte affrontiamo un avversario di grande levatura e il caso ha voluto che la sfida capitasse subito all'inizio. Si tratta di una gara particolare che vede il ritorno a Siena dell'allenatore che ha riportato la squadra in serie A. Ovvio che Sannino passi in secondo piano. Da una parte il fatto che i riflettori siano puntati sulla Juve e su Conte, ci ha permesso di vivere questi gironi in maniera più distaccata, ci ha dato la possibilità di lavorare meglio. Tutti ci danno per spacciati, perché la Juventus è nettamente superiore a noi. Giusto così, ma sarà il campo a parlare”.

I tifosi dell'Inter rivogliono Mourinho - L'Inter non vince più e i tifosi, abituati alle vittorie, anche a tavolino, protestano. E rivogliono Mourinho, dalle cui continue esternazioni e lamentele si sentivano evidentemente ben rappresentati. Nella curva Nord ieri sera, all'ingresso delle squadre, campeggiava uno striscione "Né contro la squadra, né contro l'allenatore: Moratti, dopo Mourinho dov'è l'uomo forte della società?". Anche se forse, per rivedere subito uno scudetto, più che di un altro Mourinho, servirebbe un nuovo Guido Rossi: più sicuro ed economico, in tempi di Fair Play Finanziario. Ma in realtà poi Gasperini non è stato affatto risparmiato dai tifosi che, nel momento in cui Gasp ha sostituito Forlan con Muntari (mai amato peraltro dal pubblico nerazzurro), continuando a tenere in panchina Pazzini, sono esplosi un un boato di fischi carichi di disapprovazione. Al termine della gara, terminata poi a reti inviolate, un gruppo di tifosi, uscendo dallo stadio, ha invocato con slogan e cori il ritorno di Mou sulla panchina dell'Inter.

Cellino contro l'invadenza delle telecamere - Il 'giorno 17', numero del quale Massimo Cellino temeva gli influssi scaramatici negativi, in realtà ha portato bene al Cagliari che, centrando la seconda vittoria consecutiva, si è portato in testa alla classifica. Ma Cellino ha trovato modo di arrabbiarsi ugualmente, prendendosela con le televisioni. A scatenare la sua ira è stato un bordocampista Sky, che gli ha chiesto come mai nessun giocatore del Cagliari si era presentato nel collegamento prepartita: "Fra poco ci metteranno le telecamere anche dentro le mutande - ha inveito il presidente del Cagliari - La televisione sta portando via la gente dagli stadi. Chi è venuto oggi al Sant'Elia, da molti centri dell'isola, in uno stadio in queste condizioni, spendendo fior di quattrini in benzina, biglietto e altro, è un eroe. Questi tifosi sono da ammirare. Alla prossima assemblea di Lega, secondo me, arriveremo a un grosso ridimensionamento per le televisioni nei tre anni a venire".

Anche lo United avrà il suo sceicco? - In futuro il derby di Manchester potrebbe essere il derby del golfo Persico: infatti se il Manchester City è dello sceicco Mansour di Abu Dhabi, lo United sembra entrato nelle mire dello sceicco del Qatar Hamad bin Khalifa: il piccolo paese arabo, oltre ad essersi assicurato l'organizzazione dei Mondiali 2022, in Europa possiede già Malaga e Paris Saint-Germain, e l'acquisizione del Manchester United permetterebbe di fare tris, e con un club dal blasone importante. Lo sceicco qatariota avrebbe fatto un offerta di 1 miliardo e 600 milioni di sterline, pari a quasi due miliardi di euro, per comperare il Man U dal miliardario americano Malcom Glazer, che l'aveva acquistato nel 2005 per 750 milioni di sterline (pagando però quasi tutta l'operazione con soldi presi a prestito che gli costano tuttora circa 45 mln all'anno solo di interessi) e che finora ha resistito a qualsiasi offerta e contestazione.

Il Barça è tornato il Barça - Erano bastati due pareggi consecutivi con Real Sociedad e Milan perché qualcuno si illudesse che in fondo fosse una squadra come le altre: ma ieri sera è tornata a galla la verità, il Barça è semplicemente il Barça, una squadra capace di sotterrare al Camp Nou l'Osasuna sotto una montagna di goal, otto per la precisione: tre di Messi, due di Villa, uno a testa per Fabregas e Xavi, più un'autorete.
Gli altri risultati: Siviglia-Real Sociedad 1-0; Sporting Gijon-Valencia 0-1; Granada-Villarreal 1-0; Maiorca-Malaga 0-1.

Montolivo rompe con la Fiorentina - Montolivo non è un giocatore della Fiorentina e da Fiorentina, non fa più parte del progetto Fiorentina, anche se continuerà a rimanere a disposizione dell'allenatore: queste le parole del presidente viola Mario Cognigni, frutto del colloquio tra il giocatore e il club, che voleva una risposta definitiva; e Montolivo ha risposto rifiutando un prolungamento del contratto e dichiarando che intende andare a giocare in una squadra più importante della Fiorentina. Adesso sarà l'allenatore Mihajlovic a decidere sul suo utilizzo in base alle esigenze della squadra. L'irritazione dei dirigenti e dei tifosi viola è forte, perché la sensazione è che il 26enne centrocampista abbia già un accordo con un'altra società, da lui ritenuta in grado di puntare a quei traguardi importanti che il club viola non può garantirgli.


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