Al tavolo della 'pace' Moratti resta in piedi. I frutti del 'pianto' di Paolillo.

News, 20 novembre 2011.

I 21 convocati di Conte: Del Piero ce la fa. Moratti al cosiddetto tavolo della pace resta in piede: paura dei coltelli. Uno striscione a San Siro. L'Inter ha finalmente ottenuto la giusta attenzione: Cagliari sconfitto con un goal in fuorigioco; e Ranieri se la ride. Conte: Adesso posso fare scelte solo tecniche. La spaccatura nelle Lega: ieri un Lo Monaco pro Beretta e uno Zamparini contro. Conte: Vidal ha sbagliato e bene ha fatto a scusarsi. Una perla di Ciro Immobile fa volare il Pescara di Zeman.


I convocati di Conte - Per la sfida interna di domani contro il Palermo Conte, avendo l'intera rosa a disposizione, ha convocato 21 giocatori: Buffon, Manninger, Storari, Chiellini, De Ceglie, Barzagli, Bonucci, Lichtsteiner, Pazienza, Pepe, Marchisio, Elia, Pirlo, Vidal, Giaccherini, Krasic, Iaquinta, Del Piero, Vucinic, Quagliarella, Matri. Gli esclusi sono dunque Motta, Grosso, Sorensen, Estigarribia, Marrone, Toni.

Moratti al tavolo non si siede - Nel prepartita di Inter-Cagliari, ai microfoni di Sky, Massimo Moratti, alla domanda se pensasse che ci siano davvero i presupposti per un tavolo della pace, ha risposto: "Sì, bisogna vedere che non ci sia nessun coltello sotto il tavolo, insomma... Ma staremo in piedi, insomma".

Uno striscione per la pace - I tifosi dell'Inter stanno molto volonterosamente imbandendo il tavolo della pace: oggi ne hanno messo in bella mostra a San Siro la tovaglia, un grande striscione che recitava "2006?... Così è deciso l'udienza è tolta".

Lassù qualcuno ama l'Inter - Venerdì Ranieri si era portato avanti, parlando addirittura di possibilità di scudetto, ed esaltando una squadra ancora campione del mondo, piena di fenomeni. E oggi in campo ha trovato anche una terna arbitrale di fenomeni, di quelle che fanno smuovere lo score e la classifica. Così l'Inter ha vinto per 2 a 1 sul Cagliari, grazie ad un goal in fuorigioco di Thiago Motta (ma quella del fuorigioco dev'essere una regola che per l'Inter non vale, tanto numerosi sono in proposito gli esempi a futura memoria). E Ranieri, un Ranieri sempre più irriconoscibile rispetto agli anni bianconeri (magia dell'ambiente di cartone), accetta senza problemi il regalo; anzi, trova pure il coraggio di commentare: "Fuorigioco? Beh, il guardalinee (Barbirati, ndr) non ha visto... per una volta che ci succede, siamo noi a sorridere. Può capitare". E se la ride. A Cagliari tra l'altro sanno bene che non è 'per una volta' che succede: è ancora infatti molto fresco il ricordo di dieci mesi fa, un altro 19, il 19 febbraio, quando i rossoblu uscirono sconfitti dal Meazza per 1 a 0, in virtù di un goal irregolare perché viziato dai fuorigioco di Ranocchia e Thiago Motta (ancora lui, un predestinato). Rassegnato Ballardini: "A San Siro succede sempre così. Certe situazioni evidenti diventano dubbie e nel dubbio la decisione arbitrale va a favore del più forte. C'è successo altre volte in passato, purtroppo è la triste legge del calcio italiano". Suvvia Ballardini, non ricorda Ernesto Paolillo che chiedeva la giusta attenzione? E quando l'Inter, che ormai viaggia a braccetto con la Figc, chiede, si obbedisce: ha obbedito Rizzoli, hanno obbedito Damato e Barbirati. Non possiamo nemmeno invocare un'eventuale maledizione di San Siro: il collega di Barbirati, De Pinto, ci ha visto benissimo quando il cagliaritano Larrivey ha segnato da una posizione di fuorigioco molto meno netta di quella di Thiago Motta, ed ha (giustamente) annullato.

Conte: Adesso le mie scelte saranno solo tecniche - Antonio Conte, dopo la lunga sosta (tra il sole di Napoli e le Nazionali), ritrova tutto il gruppo al completo, e Conte, nella conferenza stampa pre-gara, parla chiaro: "Io adesso ho tutti a disposizione, tolgo qualsiasi equivoco, da oggi in avanti saranno tutte scelte tecniche, ok? Non c'è né da recuperare uno, né da recuperare un altro: saranno solo scelte tecniche. Così togliamo 'come sta', 'come non sta'. Sono solo ed esclusivamente scelte tecniche da domani in avanti". La sosta ha regalato al mister la rosa al completo, ma forse, data la sua lunghezza, ha un po' spezzato il ritmo di una squadra che sembrava lanciata: "Sicuramente può spezzare il ritmo, questo è fuori dubbio. Può interrompere un momento in situazione favorevole, però di questo non sono preoccupato perchè eravamo pronti prima e torniamo ad essere pronti adesso. Chi è rimasto qui ha fatto un grandissimo lavoro. Chi è andato in Nazionale ha avuto comunque l'opportunità di giocare e di tenersi allenato, quindi niente alibi, niente di niente, domani si ricomincia il campionato, tre punti importantissimi per noi, così come lo saranno per il Palermo, che non dimentichiamo viene da tre anni consecutivi in cui ha espugnato il nostro campo. Quindi dovremo fare massima attenzione, dovremo dimostrare domani, anche con il risultato, che qualcosa è cambiato rispetto agli anni precedenti". E, pur con una partita in meno, la Juve non figura più in testa alla classifica; ma questa è l'ultima cosa che importa a Conte: "Come ho sempre detto ad inizio campionato, noi la classifica non è che la dobbiamo guardare a dicembre. Ogni tanto bisogna dare un'occhiata, però quello che a noi interessa è che si stiano facendo le cose per bene, che si stia lavorando, che si stia costruendo qualcosa di importante, questa è la cosa che a noi deve interessare. La classifica è una situazione secondo me secondaria; se c'è il lavoro, se si fanno le cose per bene, poi sicuramente in classifica si rimarrà nelle parti alte. Però, ripeto, in questo momento è una cosa secondaria. A noi quello che interessa è continuare a lavorare, continuare a fare quello che stiamo facendo insieme ai calciatori, ai quali va il mio ringraziamento per quello che stanno facendo fino ad ora. Però, c'è tutto un campionato da giocare". Gli è stato chiesto inoltre se non crede la guerra delle carte bollate intrapresa dalla Juve possa aver predisposto un clima arbitrale negativo nei confronti della squadra: "A me è sempre piaciuto da calciatore e adesso da allenatore, guardare sempre le cose sul campo, quindi vedere sempre i verdetti del campo, che secondo me sono quelli veritieri, quelli che danno la reale verità. Non penso assolutamente a niente, perché se dovessi minimamente pensare a qualcosa del genere, smetterei oggi stesso di fare l'allenatore e starei casa, a non togliere tempo ai miei familiari. Questo che sia chiaro. Noi, io ed i calciatori, dobbiamo convogliare le nostre forze e le nostre energie sul campo, questo è fuori dubbio. Dobbiamo continuare a fare quello che stiamo facendo sapendo che stiamo costruendo qualcosa nel presente, di durature e di forte anche per il futuro. Questo ci deve dare forza, ci deve dare fiducia, ci deve dare consapevolezza che il lavoro è quello che a noi deve interessare".

Lega sempre più spaccata - La guerra che Paolillo ha improvvisamente dichiarato a Beretta sta spaccando sempre più una Lega da tempo divisa. Il primo a difendere Beretta era stato subito Preziosi, cui si è poi accodato ieri Lo Monaco, amministratore delegato del Catania: "Bisogna solo ringraziare Maurizio Beretta. Mi sento di dire che Paolillo dice cose che creano confusione". E lo schieramento pro-Beretta comprende, oltre a Genoa e Catania, anche Lazio, Milan, Juve e Parma. I frondisti, ora sostenuti apertamente anche da Paolillo, sono guidati da Napoli e Roma, che si trascinano dietro, Fiorentina, Palermo, Udinese e Cagliari. E dunque a Lo Monaco ha fatto da contraltare Zamparini: "Lotito si sa muovere molto bene. Io mi batto da anni su questa questione di principio, ma il fatto che venga fatto tutto in fretta per favorire Lotito è fuori dal normale. Io ho sempre sostenuto che l'articolo 22 vada modificato, ma solo ora vengono fuori queste contrapposizioni e anche Paolillo si chiede proprio questo: perché occuparsene ora? Perché riguarda Lotito? Beretta, se avesse un po' di coraggio dovrebbe andarsene, uno non può aver preso un incarico da una grossa banca e prendere lo stipendio da noi. La Lega di Serie A al momento non esiste ed è ancora un'associazione di piccoli poteri, manca l'etica, anche nel nostro calcio serve un movimento".

Conte: Vidal ha sbagliato e bene ha fatto a scusarsi - Richiesto di una suo commento sul caso Vidal e, eventualmente, sui suoi rapporti col giocatore, così si è espresso Antonio Conte: "Io con Arturo ci ho parlato e sono rimasto sorpreso di quello che è successo, perchè qui Arturo, come tutti gli altri, ha avuto sempre un grandissimo comportamento con me, esemplare in tutto. Lui come altri giocatori, come tutti quanti. Quindi, da parte mia, trovare qualcosa da ridire ad Arturo, su come si allena, sui comportamenti che ha avuto qui a Torino, praticamente è impossibile. Ho parlato con il ragazzo. Per me Arturo è un bravissimo ragazzo. Il fatto che si sia presentato in Nazionale con ritardo, sicuramente, ha sbagliato. Ha sbagliato lui, hanno sbagliato i suoi compagni, perché ci sono delle regole che devono essere rispettate. Così come voglio che quando sono qui alla Juventus rispettino le regole che abbiamo tutti quanti, è giusto che rispettino anche le regole che ci sono in Nazionale. Il ragazzo penso abbia dimostrato anche maturità nello scusarsi, nella voglia anche di, tra virgolette, dimostrare l'amore nei confronti della sua Nazionale, della voglia di tornare comunque in Nazionale. E' giovane e deve utilizzare questa esperienza negativa per... in futuro... invece di presentarsi un'ora dopo, di presentarsi magari un giorno prima, che sarebbe la cosa più opportuna. Però, ripeto, per me Vidal, per come si sta comportando qui a Torino, per quello che sta facendo, per quello che gli vedo fare in allenamento, mi riesce difficile pensare qualsiasi altra cosa. Mi riesce molto difficile".

Ciro Immobile continua a volare - Ciro Immobile continua a volare a a far volare il Pescara di Zeman. Con la rete di oggi, che per gli abruzzesi ha significato vittoria sul Gubbio e secondo posto in classifica, è giunto a quota 9. Il goal di oggi, oltre che determinante, è stato anche molto bello: un piccolo capolavoro, frutto di un dribbling sull'esterno sul portiere per poi, nonostante il ridotto spicchio di porta a disposizione, mettere dentro con un gran tiro di destro.


Foto Gallery