Cobolli Gigli: Andrea, sorridi! Ma gli scudetti non torneranno. De Santis: Io lotterò.

News, 23 ottobre 2011.

Cobolli Gigli: Agnelli fa bene a difendere la Juve, avrei agito anch'io così; ma Abete è stato chiaro e irremovibile: non si otterrà nulla. De Santis: Anche se la sentenza di Napoli mi ha deluso, continuerò a lottare: polizia e magistrati hanno grosse responsabilità in tutto ciò. A Vinovo test atletici e partitella. Conte predica cautela: Sento troppi complimenti in giro. Marotta: Non c'è nessun caso Krasic e a gennaio non arriveranno nomi altisonanti. A Guido Rossi l'Ambrogino d'oro. Champions League: si qualifica l'Inter; il Napoli batte e scavalca il Manchester City.

Cobolli Gigli: Avrei agito anch'io come Andrea Agnelli - In un'intervista a Calcio GP Giovanni Cobolli Gigli è tornato a parlare di Calciopoli, plaudendo alla posizione presa dalla Juventus nel dissociarsi dall'operato della Triade: "La Juventus attualmente sta seguendo la linea che adottammo noi, io e Blanc. L’avvocato Briamonte era anche il nostro avvocato e oggi come allora la Juventus come club si dissocia dall’operato e dalle responsabilità dei manager precedenti. Così aveva agito anche Zaccone… Mi limito a leggere la sentenza e c’è scritto che Moggi operava anche per conto di altre società. Non voglio far polemiche con nessuno. Ma mentre lui dice che le schede svizzere le usava per conto della Juventus, è emerso che sono state utilizzate pure per interessi personali. La Juventus ha pagato pene eccessive per colpe non sue. In base al processo sportivo del 2006 la società bianconera fu condannata per le azioni commesse da un proprio dirigente. Tuttavia il processo penale ha ribaltato questa concezione, dato che nel procedimento di Napoli la Juventus intesa come società è stata separata dall’operato di un suo tesserato”. E approva le iniziative prese da Andrea Agnelli: “Agnelli fa bene a difendere l’operato e l’immagine della società nelle sedi ritenute opportune. Non ha bisogno di consigli da nessuno. Personalmente avrei agito allo stesso modo. Anzi l’unica cosa che mi sento di dirgli è solo di sorridere un po’ di più…”. Evidentemente non ha ancora capito che l'epoca smile è chiusa, per sempre. E' consapevole che nel 2006 siano stati provocati alla Juve danni irreparabili: “Di sicuro è impossibile tornare indietro. Il danno è stato fatto, in serie B ci siamo già andati. Secondo il mio parere adesso ci sono le basi per chiedere una revisione critica a posteriori del processo sportivo del 2006. Non capisco perché all’epoca dei fatti il colonnello Auricchio e il pm Narducci non presero in considerazione tutte le intercettazioni disponibili. Probabilmente staremmo qui a discutere di tutt’altro… Oggi con la separazione tra operato del club e dirigenti accusati ci sono gli estremi per impugnare il giudizio del processo sportivo”. Approva l'apertura del tavolo della pace, ma è certo nulla e nessuno restituirà mai i due scudetti rapinati: “Assolutamente no. Gli scudetti purtroppo credo che non verranno restituiti. Non si otterrà nulla. Il presidente Abete è stato chiaro. Non mi sembra ci sia l’intenzione di arrivare facilmente ad accordi o compromessi. La linea della Figc è irremovibile da questo punto di vista”. E i risarcimenti? “Al momento non ci sono certezze. E’ una situazione in evoluzione. Indubbiamente la stima dei danni patrimoniali evidenziata è reale. E’ stato disintegrato un parco giocatori di livello mondiale e di conseguenza con la retrocessione molti sponsor importanti si sono defilati. Quando mi sono insediato ho dovuto gestire una situazione che definire devastante è poco… Solo chi l’ha vissuta direttamente in prima persona può capirlo realmente”.

De Santis: Non mollo, in appello ce ne saranno delle belle - Massimo De Santis è attualmente il Ds del Palestrina, anzi, meglio dire era perché, come Lotito, Mencucci e Della Valle, avendo subito una condanna, seppur solo in primo grado, al termine del processo di Napoli, risulta inibito ai sensi del contestatissimo art. 22 bis delle NOIF. E non se ne dà pace: "Io ho già pagato per 4 anni il mio conto con la giustizia sportiva. Devo pagare ancora? Il calcio è la mia vita. Non mi dà fastidio tutto ciò perché io sono pronto a lottare, sempre. Mi danno fastidio certe cose di certe telefonate. Ma ci sarà tempo per tutto. Ci sarà tempo per la giustizia". Il suo sfogo è contenuto in un'intervista a calciomercato.it, a margine della presentazione del libro di Antonio Felici 'Le pagine nere del calcio' presso il Futbol Club di Roma. E' deluso, si aspettava un'assoluzione, dopo cinque anni che gli hanno distrutto la carriera e avvelenato l'esistenza, ma non si arrende: "La reazione per la sentenza è stata ed è di delusione, si entra in aula e ci si aspetta che si venga giudicati per le prove. La decisione è arrivata per via della maggioranza. Le due giudici a latere non hanno giudicato per coscienza. A ripensarci noi abbiamo sottovalutato alcuni aspetti che ci potevano far presagire la sentenza. Stiamo lavorando per l'appello e ce ne saranno delle belle. Io non mollo niente. La polizia e i magistrati hanno grosse responsabilità". Troppi infatti sono ancora i lati oscuri delle indagini: "Ci sono state delle indagini abusive. La Boccassini ha bloccato l'indagine che poi è passata a Guariniello, poi a Roma, poi Auricchio... troppe cose, troppe persone. C'è stata una caccia all'untore". E l'untore ha un nome e un cognome: Luciano Moggi. "Moggi è stato visto come il mostro ed io il braccio armato. Ma vorrei far notare che le tre partite per le quali sono stato condannato non riguardano la Juve. E' stato cercato e trovato un capro espiatorio, ci si è concentrati sulla squadra che dava più fastidio, quella più vincente, ossia la Juventus. Non era un sistema, semplicemente tutti facevano gli interessi delle proprie squadre. Tutti si sentivano, tutti chiamavano i designatori che a volte se ne occupavano, altre volte no. Il più grande millantatore è stato Mazzini. Si voleva allontanare Moggi dal mondo del calcio, l'indagine doveva andare così . Ma Moggi faceva gli interessi della propria squadra, come tutti. Ci sono le telefonate di Inter, Brescia, Fiorentina, tutti chiamavano e chiedevano...". Non lo stupisce che la Juventus si sia chiamata fuori: "La Juventus non era colpevole, ha avuto la fortuna di avere una grande squadra e i più grandi dirigenti: questa gente dà fastidio in certi contesti". Ma nel suo mirino c'è anche l'Inter, cui ha chiesto 21 milioni di euro di risarcimento: "La cifra l'abbiamo stimata in base a quanto chiesto da Vieri. Anche se quello che ha fatto l'Inter con Pirelli-Telecom non ha prezzo per la sua gravità. Comunque il 13 marzo ci sarà il dibattimento". La molto presunta cupola è stata abbattuta, ma le polemiche sugli errori arbitrali impazzano più che mai; secondo l'ex fischietto la colpa è della bassa qualità dell'odierna classe arbitrale: "E' molto scarsa. Prima con la cultura del sospetto si credeva che gli errori fossero volontari, ora si dice che sbagliano per incapacità".

A Vinovo si lavora senza posa - Ha rimesso subito tutti alla frusta: Antonio Conte non tollera cali di tensione. Due sedute ieri: test fisici al mattino, pallone e scatti al pomeriggio. La mattinata è stata infatti dedicata ai test funzionali realizzati in collaborazione con il Centro Ricerca Mapei - Dipartimento Calcio, per verificare la condizione funzionale e l'adattamento all'allenamento: da Castellanza sono arrivati allo Juventus Center due responsabili del Centro, i dottori Rampinini e Pecci, che hanno ripetuto gli stessi test atletici eseguiti lo scorso 27 agosto, nel loro secondo intervento sul gruppo (il primo era avvenuto nel corso del ritiro estivo di Bardonecchia): il Mognoni (per la rilevazione dell'acido lattico), il Bosco (per la variazione della potenza muscolare) e l'HIT (per valutare la capacità di recupero). Le sessioni di test con il Centro Ricerca Mapei verranno nuovamente ripetute nel 2012, per tenere sotto controllo le condizioni dei bianconeri. Ai test ha partecipato regolarmente anche Simone Pepe, che lunedì era rimasto in palestra per smaltire un pestone alla caviglia rimediato contro il Palermo. Il lavoro pomeridiano si è svolto a porte chiuse perché in parte dedicato alla tattica: infatti, dopo un po' di lavoro fisico a base di corsa e scatti, la maggior parte del tempo è stata dedicata ad una partitella su metà campo a ranghi misti. Oggi è in programma solo una seduta pomeridiana.

Conte: Troppi complimenti, dobbiamo ancora lavorare tanto - Antonio Conte, presente in serata a Stresa, con Marotta, alla premiazione della Castagna d'Oro della Juventus Club Mottarone, ha cercato di smorzare l'euforia e di gettare acqua sul fuoco di tante affermazioni entusiastiche; questo perché, anche se la squadra è in testa alla classifica e sta giocando bene, in realtà nulla ancora è stato davvero fatto: "Sento troppi complimenti in giro, ma noi non abbiamo ancora fatto niente. "Sono contento invece di sentire quello che dicono i miei giocatori nelle loro interviste, come quella di ieri di Buffon (che ha dato il Milan come netto favorito per lo Scudetto e la Juve ben dietro, ndr). Noi dobbiamo solo pensare a volare basso e lavorare duro".
Per la cronaca il premio è stato assegnato a Milos Krasic, che succede a Claudio Marchisio, il vincitore della scorsa edizione: nonostante stia attraversando un periodo calcisticamente poco felice, il serbo ha dunque avuto la soddisfazione di scrivere il suo nome in un albo d'oro in cui sono presenti nomi altisonanti e carichi di suggestione, come Platini, Scirea, Baggio, Del Piero e Nedved.

Marotta: Nessun 'caso Krasic' - Lunedì Dejan Joksimovic, l'agente di Milos Krasic, aveva acceso un 'caso Krasic', quando aveva rivelato, parlando alla stampa serba, che per il giocatore, che si sente 'scartato' da Conte, occorre trovare al più presto una nuova sistemazione. E ieri Marotta, presente al premio 'Castagna d'Oro' vinto appunto da Milos, ha smentito che l'esistenza di un 'caso', spiegando così la situazione: "Io non ho parlato con l’agente del ragazzo, certo che le sue dichiarazioni sono state forti. Però abbiamo parlato con Milos e da lui non è emerso nessun tipo di malessere, quindi nego che ci sia un caso Krasic. Al momento non sta trovando spazio in squadra ma solo perché ci sono suoi compagni più in forma. Ma con lui non ci sono problemi, così come con altri giocatori. Al momento della riapertura del mercato, siamo disposti ad ascoltare eventuali casi di insoddisfazione, ma per ora nessuno si è fatto avanti per voler andare via". Non è ovviamente mancata la domanda, ormai di prammatica, sulle intenzioni del club per il mercato di gennaio: "In questo momento non entriamo nello specifico - ha risposto Marotta - Con Conte avremo presto un confronto ravvicinato ed esamineremo le migliorie da apportare a un gruppo che finora ha dato risposte soddisfacenti. A gennaio non arriveranno nomi altisonanti, ma cercheremo di sfruttare eventuali occasioni, sempre nel rispetto delle linee guida che ho ricevuto dal CdA ad inizio stagione e che sto mettendo in pratica nel corso della stagione stessa. Comunque coglieremo tutte le opportunità che si riveleranno adatte ad una società importante come la Juventus e ad una squadra che comunque sta facendo bene". D'altronde, le cose stanno andando bene: "Siamo soddisfatti momentaneamente, ma i conti li faremo a fine stagione. Le cose stanno andando bene e ciò che ci soddisfa di più l’armonia che si è instaurata tra tutte le aree tecniche. C’è una simbiosi perfetta e i frutti si vedono".

Un giusto riconoscimento per Guido Rossi - Era ora! Finalmente Milano se n'è ricordata ed ha deciso di insignire di un premio ambito Guido Rossi, l'ex commissario straordinario della Figc, che ha avuto il merito di regalare lo scudetto 2006 alla seconda squadra di Milano, di cui è tifoso, oltre ad esserne stato membro del CdA. Nella stessa cerimonia, che si svolgerà il prossimo 7 dicembre 2011 (Sant'Ambrogio) al Teatro Dal Verme, il sindaco Pisapia premierà anche il Cardinale Dionigi Tettamanzi, lo scrittore Corrado Stajano, l'economista Alberto Quadrio Curzio, la fondatrice del Manifesto Rossana Rossanda, il cantante Eugenio Finardi, il tenore Carlo Bergonzi, la Premiata Forneria Marconi, i sei fratelli Ravizza, l'avvocato Crisanto Mandrioli e l'architetto Mario Bellini. Tra gli illustri esclusi spicca il nome di Rita Levi Montalcini.

Champions League: Bene Napoli e Inter - Nel gruppo A di Champions League il Napoli, battendo al San Paolo il 'ricco' Manchester City con una doppietta di Cavani, ha scavalcato in classifica il team inglese; nell'altro incontro del girone il Bayern Monaco ha superato facilmente un dimesso Villarreal, assicurandosi qualificazione e primo posto nel girone. Nel gruppo B l'Inter si è qualificata come prima del suo girone andando a pareggiare in Turchia contro il Trabzonspor e approfittando della vittoria del Lilla nella glaciale Mosca. Nel gruppo C importante vittoria del Basilea in Romania contro l'Otetul Galati: ora gli svizzeri, che comunque hanno già in tasca il biglietto per i sedicesimi di Europa League, potranno addirittura giocarsi l'accesso agli ottavi il 7 dicembre nell'amico Sankt Jakob Park contro lo United, fermato sul 2-2 all'Old Trafford dal Benfica, che a questo punto può festeggiare la qualificazione agli ottavi con un turno d'anticipo (perché, nella peggiore delle ipotesi, cioè una sconfitta casalinga contro l'Otetul nella giornata conclusiva, saranno secondi, potendo vantare risultati migliori negli scontri diretti, sia con i Red Devils che con gli elvetici). Nel gruppo D, infine, il Real Madrid, già qualificato, ha surclassato la Dinamo Zagabria per 6-2. Ad accompagnare gli spagnoli negli ottavi sarà una fra Lione e Ajax, che si sono annullate (0-0) nella sfida diretta.


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