Tavolo della "Pace": nulla di fatto. Petrucci: "No passi avanti". Agnelli: "Buon Natale".

News, 14 dicembre 2011.

Si chiude il tavolo della "pace": nulla di fatto. Galliani: Sono passati ormai cinque anni e mezzo e ad un certo momento anche le vicende di Calciopoli vanno chiuse. Abete: Bisogna saper guardare avanti. Cobolli Gigli: Guido Rossi con i suoi atteggiamenti e la sua decisione di assegnare lo Scudetto a tavolino ha avuto una posizione importante e decisiva nel creare tutta questa situazione. Petrucci: Anche la curiosità di Moratti troverà soddisfazione. Prima del Tavolo della Pace Petrucci e Abete hanno incontrato il ministro Gnudi. Già iniziata la preparazione per la partita contro il Novara. Squalificati Bonucci e Vidal; 15.000 euro di multa alla Juve.

Uno ju29ro nulla di fatto al tavolo della Pace. Si è appena concluso il tavolo organizzato dal Coni e a quanto pare è stato un nulla di fatto, che conferma ciascuno sulle sue posizioni. Per chi come noi temeva che la battaglia per gli scudetti ingiustamente sottratti alla Juve si concludesse con un inciucio che ponesse fine alle nostre rivendicazioni, sembra una buona notizia. Andrea Agnelli è uscito attorno alle 14:00 insieme a Claudio Albanese, senza rilasciare dichiarazioni, limitandosi a fare gli auguri di buon Natale ai molti giornalisti presenti. Ma sono le dichiarazioni degli altri partecipanti che lasciano intuire che il presidente della Juve non abbia mollato sulla richiesta di parità di trattamento pena azioni legali. Della Valle, all'uscita, ha dichiarato: "Calciopoli chiuso? Noi non chiediamo niente. A cosa è servito il tavolo? A ribadire le nostre posizioni". Ma soprattutto è stato Petrucci a rivelare il senso della giornata: ''Passi in avanti non ce ne sono stati: la buona volontà non è stata premiata'', ha dichiarato secondo l'Ansa.

Galliani: Dopo cinque anni e mezzo Calciopoli va chiusa - Galliani, un altro che vuol chiudere Calciopoli, che al Milan, stante poi anche tutto quel che è emerso dalle telefonate di Meani, non ha in fondo recato gran danno, a San Siro per la festa del settore giovanile del Milan, così si è espresso sul Tavolo della Pace: "C’è il tavolo della Pace P-A-C-E a cui sono stato invitato, a cui ben volentieri partecipo, spero, mi auguro che… intanto penso che abbia fatto bene il presidente Petrucci a convocarlo, questo tavolo… speriamo veramente che scoppi la pace, da domani a mezzogiorno… visto che è stato anticipato alle 9 del mattino per portarci avanti coi lavori, quindi io spero di sì, mi auguro di sì, perché insomma ogni cosa ha un inizio, un percorso e una fine. Io spero che le vicende di Calciopoli abbiano una fine perché insomma sono passati ormai cinque anni e mezzo e tutto ad un certo momento va chiuso, speriamo. Non so quale sarà il mio contributo, sono un invitato e non sta a me dirlo. Il padrone di casa è Petrucci. Parteciperò ben volentieri. Non so se sarà di pace, ma così si chiama questo tavolo e spero che possa esserlo veramente". Avanti il prossimo.

Abete: Bisogna saper guardare avanti - Anche il presidente federale Giancarlo Abete ha parlato, ieri mattina (a margine del convegno 'Finalmente domenica, quali riforme per un calcio migliore', organizzato da Sport Equality), del tavolo della pace come di un'occasione irripetibile per guardare avanti: "Andremo al tavolo con grande serenità. E’ un momento importante di confronto, un’occasione sempre di chiarimento collegata anche a una progettualità, bisogna saper guardare avanti, questa è una necessità per tutti, per il Paese e per il mondo del calcio. Quindi la Federazione, come ho detto più volte, andrà con lo spirito giusto, sapendo perfettamente che la Federazione ha una dimensione di terzietà assoluta rispetto ai tanti interessi legittimi e alle tante faziosità fisiologiche del mondo del calcio, e che per cultura istituzionale e anche perché ritiene che questo sia giusto nell’interesse di tutti come ho ricordato non si farà strattonare. Sarà molto disponibile ma naturalmente nessuno può svolgere delle pressioni che determinino delle forzature rispetto ad uno scenario che è uno scenario di approfondimento a cui ci appresteremo con grande attenzione". Non si aspetta passi indietro da nessuno, dice, ma solo “che i problemi vengano affrontati nel modo giusto poi cercheremo a conclusione di questo incontro, di questa chiacchierata, di fare un po’ una sintesi, però è errato, è scorretto nei confronti dei protagonisti quello di fare delle previsioni rispetto al comportamento di dirigenti di primo livello che naturalmente penso che siederanno al tavolo con lo spirito giusto anche loro. E la Federazione ringrazia Petrucci per questa iniziativa". Sulla terzietà della Federazione dopo tutti gli ultimi recenti passi a braccetto con l'Inter ci sarebbe quanto meno da avanzare qualche dubbio. Le chiacchierate e le sintesi a nulla servono e interessano alla Juve, serve solo giustizia e parità di trattamento.

E adesso, a Guido Rossi, chi glielo dice? - Era il 7 dicembre quando Guido Rossi, bloccato (inopinatamente, per lui) mentre andava a ritirare il suo Ambrogino d'oro, era apparso decisamente seccato dalle domande rivoltegli a proposito del cosiddetto Tavolo della Pace (di cui affermava non sapere nulla) e di Calciopoli e delle telefonate che non c'erano (anche di queste affermava di non sapere nulla, ma che in ogni caso non sarebbe cambiato nulla), scaricando con ciò da sé ogni colpa relativa alla Grande Farsa. Ma ieri Giovanni Cobolli Gigli, un altro protagonista, su sponda opposta, seppur in stato di inerzia, comunque 'uno che c'era', vede la posizione di Rossi un po' diversa, decisiva per la piega che gli eventi hanno preso. Ed è bene che al Tavolo non ci sia: "Guardi, meglio così - dice in un'intervista a TuttoJuve.com - Io nel 2006 ero attore protagonista della vicenda e il Guido Rossi con i suoi atteggiamenti e la sua decisione di assegnare lo Scudetto a tavolino ha avuto una posizione importante e decisiva nel creare tutta questa situazione. Anche se intervenisse domani, Guido Rossi non sarebbe affatto in grado di garantire la pace, perciò meglio che non ci sia". In ogni caso, Rossi o non Rossi, l'ex, mai rimpianto, presidente bianconero, non crede nell'effettiva utilità di questa iniziativa, che pur definisce doverosa da parte di Petrucci: "Sinceramente rimango scettico sul fatto che esca qualcosa di costruttivo da questo tavolo. Sono troppo divergenti le posizioni dei contendenti. L'Inter e Moratti sono bloccati su posizioni di resistenza ben marcata, anche se qualcosa è successo senza che sia accaduto negli atti sportivi. La Juventus e Andrea Agnelli rivendicano la tutela del club bianconero, perciò con queste posizioni di partenza è estremamente difficile riuscire a trovare una pacificazione. Non penso che il Tavolo della Pace possa cambiare nulla, anche perché Calciopoli non cambierà mai nella testa degli juventini e di Andrea Agnelli, che sentono di aver subito un trattamento non paritario rispetto a quello interista che nel tempo si è potuta avvalere della prescrizione". Però lui è uno di quelli disposto a voltar pagina; uno scudetto aprirebbe una nuova era: "Vedo difficile cambiare le situazioni materializzatesi sinora. Speriamo perciò che la Juventus vinca lo Scudetto punto e a capo. Il tricolore non cancellerebbe i problemi del passato, ma rappresenterebbe una svolta e l'apertura di una nuova era. Io oggi sono un tifoso e spero nello Scudetto". Ma chi era tifoso anche prima del 2006 rivuole ciò che è della Juve e un nuovo scudetto potrebbe essere solo quello della terza stella, perché il 28 e il 29 la Juventus li ha vinti sul campo, troneggiano nel suo stadio (e Carraro dovrà farsene una ragione, piaccia o non piaccia) e nessun Tavolo potrà indurre gli amanti della Vecchia Signora a rinunciarvi.

Petrucci: Moratti è curioso? Al tavolo saprà - Anche Gianni Petrucci, alla vigilia del Tavolo della Pace, è ritornato sull'argomento, a margine della presentazione delle Olimpiadi giovanili Invernali di Innsbruck: "Non voglio dire frasi ad effetto, spero solo che l'incontro di domani serva a portare un po' di serenità nel mondo del calcio". Ha cercato anche di ribattere alle proteste accese di Massimo Cellino, che lo aveva praticamente accusato di affossare la Lega, escludendola, come tale, dal Tavolo: "Gli ho spiegato i motivi della mie scelte. Chi non c'è non si deve offendere, non ho affossato la Lega perché tutti i presidenti saranno comunque rappresentati da me e da Abete, e perché chi verrà ha un background importante. È già un risultato importante essere riuscito a farli incontrare qui, nessuno ci credeva". Il problema è che Cellino non comprende forse, ad esempio, perché De Laurentiis possa avere più 'background' di lui. Spera, ma afferma che è al momento è solo la sua speranza ("Chi lo sa?") che tutto si svolgerà in un'atmosfera molto serena e che al Tavolo anche Moratti vedrà soddisfatta la sua 'curiosità': "Domani la sua curiosità troverà soddisfazione. Ho parlato spesso con lui, e, come tutti gli altri partecipanti, mi è sembrato molto sereno. Non tutto è scontato, però, di certo ci sono buoni presupposti per ritrovare l'armonia, per il bene di un mondo, quello del calcio, che tira: bisogna chiudere col passato e parlare di futuro, che non è fatto solo di diritti tv. Nessuno sarà penalizzato, le persone invitate porteranno un contributo importante". Gli 'imprevisti' non si possono escludere: "Certo che ci sono, sarei un fanatico se pensassi il contrario. Ma intanto è un risultato positivo ritrovarci tutti qui, al servizio del calcio. Poi, porteremo le nostre proposte al Governo".

Il ministro Gnudi ha incontrato Petrucci e Abete - Alla vigilia del tavolo della Pace il presidente del Coni Gianni Petrucci, accompagnato dal fido segretario generale Raffaele Pagnozzi e dal presidente federale Giancarlo Abete, ha incontrato il ministro del Turismo e dello Sport Piero Gnudi. Così recita in proposito il comunicato apparso sul sito ufficiale del Coni: "Il Ministro del Turismo e Sport, Piero Gnudi, ha incontrato questa sera il Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, accompagnato dal Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, e il Presidente delle Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giancarlo Abete. Petrucci ha aggiornato il Ministro sugli sviluppi dell’incontro fissato per domani al CONI con alcuni rappresentanti del mondo del calcio e sulle necessità di modifiche legislative, alcune delle quali già da tempo al vaglio del Parlamento. Il Presidente Abete ha esposto al Ministro il lavoro e gli studi finora svolto in ambito federale relativamente alle problematiche legate alle leggi da revisionare. Il Ministro Gnudi ha dichiarato la propria disponibilità a portare avanti le istanze presentate dal mondo dello sport, chiedendo un’ampia e circostanziata documentazione per ognuno degli argomenti in discussione nonché una relazione all’esito della riunione di domani, anche in vista di un ulteriore incontro di lavoro. Roma, 13 dicembre 2011".

E adesso sotto con il Novara - Archiviata la Roma con un pareggio che salva l'imbattibilità dei bianconeri ma li lascia del contempo un po' delusi (come ha dichiarato anche Marchisio, autore peraltro a Roma di una prova sottotono) perché le opportunità per vincere ci sono state e invece poi in realtà, soprattutto per mancanza di lucidità, la Juve ha dovuto aggrapparsi alle manone di Gigi Buffon per salvare almeno il pareggio dal rigore di Totti, i ragazzi di Conte già hanno iniziato a lavorare in prospettiva Novara. La compagine allenata da Tesser è penultima in classifica, con soli undici punti, frutto di sue vittorie, cinque pareggi e ben sette sconfitte, ma non è assolutamente da sottovalutare, perché anche contro il Napoli, sul suo campo, si è battuta con orgoglio e determinazione, uscendone con un pareggio. Non sarà dunque una passeggiata per i bianconeri che, oltre all'infortunato Vucinic (la cui importanza nello schieramento di Conte si è potuta misurare appieno lunedì sera), saranno privi degli squalificati Vidal e Bonucci. Certo, complice anche una certa mancanza di concretezza degli uomini di Conte, non sarà facile per la Juve ripetere il 6-0 del 16 novembre 1952, in trasferta per di più, quando la Juve di Piola, che portava cucito sulle maglie il suo nono scudetto, diede una vera lezione di gioco ai novaresi.
Conte sa che non sarà facile emulare quel risultato, ma non tralascia nulla per portare i suoi ad affrontare nelle migliori condizioni possibili le ultime due partite prima della sosta natalizia (nel corso della quale spera che anche Babbo Natale Marotta, così stitico a parole, gli porti qualche rinforzo di qualità. Ieri dunque seduta defaticante per chi ha giocato all'Olimpico, allenamento intenso per gli altri che, dopo il riscaldamento, sono stati impegnati in una serie di allunghi su diverse distanze, prima di disputare una partitella sette contro sette su campo ridotto, seguita da un'ultima serie di allunghi. A migliorare l'umore di Conte la vista di Vucinic che è tornato sul terreno a correre col preparatore atletico: anche se il suo rientro non è previsto prima del 2012, già vederlo correre sul campo ha senz'altro fatto sentire più sollevato il mister bianconero. E a Vinovo, accompagnato da Fabio Paratici e Pavel Nedved, è arrivato un gradito visitatore: un ex, il croato Igor Tudor, otto anni alla Juve (purtroppo costellati da frequenti infortuni), venuto a salutare gli ex compagni con i quali ha condiviso successi, gioie e anche il gesto "Zitti, quattro e a casa", rivolto proprio a lui da quel Totti, cui lunedì Gigi Buffon ha rovinato la festa parandogli il rigore che poteva significare vittoria.

Squalificati Bonucci e Vidal; multata la Juve - Le ammonizioni rimediate nella gara di Roma "per comportamento scorretto nei confronti di un avversario" costano a Leonardo Bonucci e ad Arturo Vidal, già diffidati, una giornata di squalifica. Stessa sorte per il gialloroso Miralem Pjanic, anch'egli già in diffida e ammonito per proteste.
Multati i due club: 30.000 euro per la Roma per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, acceso nel proprio settore, lanciato sul terreno e nel recinto di giuoco e, tra il 1' e il 7' minuto del primo tempo, nel settore avversario innumerevoli petardi e fumogeni; per avere altresì, all'inizio del secondo tempo, indirizzato vari fasci di luce laser sui calciatori avversari; 15.000 per la Juventus, per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, fatto esplodere numerosi petardi nel proprio settore e lanciato nel settore avversario, tra il 1' e il 7' minuto del primo tempo, innumerevoli petardi, fumogeni e oggetti in plastica di varia natura.
Ammonito altresì il mental coach giallorosso Antonio Llorente, per essersi allontanato, al 46' del secondo tempo, dalla panchina  aggiuntiva, portandosi ai bordi del terreno di giuoco; infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale.


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