Petrucci e Abete: la coppia che scoppia. Il Milan castiga Mediaset: colpa di Paparesta.

News, 12 gennaio 2012.

 

La pronuncia della Corte di Giustizia Federale sul caso Lotito, in controtendenza con l'etica del Coni, scatena la tempesta nei rapporti tra Petrucci e la Figc. Paparesta su Premium Calcio svela l'infondatezza del rigore su Pato: e il Milan punisce il dissenso dell'emittente. La crisi di vendite preoccupa la Gazzetta. Ai quarti di Coppa Italia la Juve trova la Roma, che ha eliminato la Fiorentina. Calciomercato: finché non vende, Marotta non può comprare; sempre più complicata la strada per Caceres. Scommessopoli: Doni conferma che per Atalanta-Piacenza ci fu combine; e il procuratore Di Martino tira in ballo la serie A.


Su Lotito è guerra tra Figc e Coni - Tra Petrucci e Abete, gli amiconi del Tavolo, si è messo Lotito, per nulla disposto a rinunciare alla carica di Consigliere Federale. Dalla quale però doveva essere sospeso: la delibera n. 450 del 20.12.2011 emanata dalla Giunta nazionale del CONI parlava chiarissimo, prevedendo "che siano immediatamente sospesi dalla carica di dirigente sportivo di un organismo centrale o territoriale del CONI, di una Federazione sportiva nazionale, di una disciplina sportiva associata, di un Ente di promozione sportiva o di un'Associazione benemerita, coloro che abbiano riportato condanne, ancorché con sentenza non definitiva, per reati di particolare gravità sociale che presentano connessone con l'attività sportiva o per reati che costituiscano grave violazione dei princìpi fondamentali del Codice di comportamento sportivo o che vengano sottoposti a misure di prevenzione o di sicurezza personale. la sospensione permane - a prescindere da eventuali precedenti esiti di procedimenti nell'ambito dell'ordinamento sportivo, sino alla definizione del procedimento giudiziario o alla scadenza o revoca delle misure di prevenzione o sicurezza personale". La delibera sembrava tagliare la testa al toro in merito alla posizione del consigliere federale Lotito, in difesa della quale la Lega di serie A aveva chiesto che il Consiglio Federale modificasse l'art.22 delle Noif, prontamente rimbeccata dal Coni che, forse temendo l'ennesimo rigurgito di doping legale, aveva replicato che qualsiasi modifica delle Noif avrebbe dovuto necessariamente passare al vaglio della Giunta nazionale del Coni, la cui delibera del 20 dicembre apparentemente chiudeva poi la questione; e dava nel contempo un chiaro segnale anche alla Corte di Giustizia Federale della Figc, che proprio ad inizio dicembre aveva rinviato al 9 gennaio l'esame della richiesta di parere interpretativo dell'art. 22 delle Noif presentata dalla Figc. Ma la sezione consultiva della Corte di Giustizia Federale presieduta da Giancarlo Coraggio ha 'coraggiosamente' ignorato il segnale e ha concluso che "le disposizioni allo stato vigenti non consentono di individuare un'ipotesi di sospensione dalla carica di consigliere federale nell'eventualità di condanna con sentenza penale non definitiva di primo grado, non prevedendo in particolare né le conseguenze da essa derivanti né la procedura a tal fine utilizzabile. Su questo quadro normativo non incide la direttiva adottata dalla Giunta Nazionale del C.O.N.I. con deliberazione n. 450. Tale atto, a prescindere da ogni considerazione circa la competenza dell'organo, non può che riguardare il futuro e ciò per un duplice ordine di considerazioni: - perché è comunque norma sopravvenuta e in quanto tale non applicabile a vicende anteriori; - perché non è 'autoesecutiva', richiedendo un adeguamento normativo degli Statuti federali e delle Leghe". Petrucci non l'ha presa bene e la sua dichiarazione, pubblicata sul sito del Coni, è dura: "Meraviglia nella maniera più assoluta che un organo consultivo federale - pur nell’autorevolezza conclamata dei singoli componenti – abbia esteso un proprio parere a fattispecie giuridiche non richieste e comunque di esclusiva competenza della Giunta Nazionale del CONI. In un momento particolare in cui il calcio italiano ha assoluto bisogno di ritrovare rapidamente certezza di comportamenti etici e trasparenti, inspiegabilmente nell’ambito della Federcalcio viene espressa un’interpretazione che va ben al di là delle richieste di merito, diventando una pericolosa invasione di campo e una sgarbata intromissione nelle prerogative dell’Alta Corte di Giustizia presso il CONI, unico organo con funzioni consultive e giurisdizionali al quale il Comitato Olimpico Nazionale Italiano fa riferimento per Statuto. Resta inteso che la direttiva emanata dalla Giunta Nazionale CONI il 20 dicembre scorso, peraltro rafforzativa di quanto già previsto fin dal 2004 nel Codice di Comportamento Sportivo, è immediatamente esecutiva e le Federazioni sono state già chiamate a recepire al più presto i relativi adeguamenti normativi. I principi etici non prevedono pareri interpretativi”. Evidentemente il dott. Petrucci sottovaluta l'elasticità mentale del presidente Abete quando si parla di etica, che non va in prescrizione, ma anche sì. E dunque, nonostante le promesse di Abete di una Figc sempre 'al fianco' del Coni, anche Petrucci deve subire l'onta di vedersi 'oscurato' dalla Figc del commensale Abete. Perché l'etica ballerina, oltre a non aver tutelato il buon diritto di Andrea Agnelli e della Juve, ha messo tra i ferrivecchi anche il Coni.

Mediaset in castigo - Almeno così sembrerebbe: c'è maretta tra club e emittente, maramaldo fu Paparesta che, evaso quatto quatto dallo spogliatoio di Reggio Calabria, rischia di finire rinchiuso in un camerino di Cologno Monzese. Ingrato! Con tutti il bene che aveva ricevuto adesso voleva far cambiare il vento... Il prode Gianluca infatti, in veste di moviolista, domenica sera, ben supportato dalle immagini, osò contestare l'operato di Rizzoli che aveva omaggiato i rossoneri di un rigore accordato per fallo su (in realtà di...) Pato. Apriti cielo! Massimiliano Allegri, abituato da tempo a regalini e regalini arbitrali, non capiva proprio perché su quest'ultimo cotillon, un buon viatico in previsione del derby, si dovesse polemizzare. E ne nacque un diverbio in diretta. Ma la cosa non finiva lì. E le conseguenze le ha raccontate ieri una nota firmata dal CdR di Sport Mediaset: "Con grande rammarico l'assemblea dei giornalisti di SportMediaset deve segnalare pubblicamente un episodio preoccupante sul fronte dei rapporti sport-comunicazione: nella settimana che precede il derby calcistico di Milano, l'Ufficio stampa del Milan ha fatto sapere alla redazione di Sport Mediaset che quest'ultima, contrariamente alla consuetudine, non potrà in questi giorni avere a disposizione interviste a tesserati del club dopo le divergenti valutazioni sul rigore concesso in Atalanta-Milan emerse durante il dibattito televisivo post partita tra l'allenatore rossonero e gli ospiti presenti nello studio di Premium Calcio. L'episodio si qualifica da sé e purtroppo sono sempre più frequenti le ritorsioni delle società di calcio nei confronti dei media che esprimono opinioni non gradite". Per la serie' chi tace acconsente', la risposta è stata il silenzio totale del club. Corollario: oggi allenamento del Milan a porte aperte, per agevolare il lavoro dei giornalisti. Chi ha marcato visita? Mediaset, obviously. Cui prodest tutto ciò? Al Milan; chi potrà più dire che il Milan ha un'emittente amica? E' vero, l'emittente del gruppo c'è, ma è una vera serpe in seno...

Crisi di vendite? Allora la Gazzetta... - Il costante calo delle vendite ha fatto suonare un campanello d'allarme alla Gazzetta; e il direttore Andrea Monti, desideroso di porre un freno qualsiasi alla discesa, ha annunciato ieri come intende correre ai ripari: nel suo editoriale ha dunque allettato i potenziali lettori promettendo due nuove pagine, di cui una dedicata alle opinioni, che anticipa come "autorevoli, indipendenti e, come sempre, non partigiane". Resta da chiedersi e da verificare come si potrà conciliare tutto ciò con la mission che lo stesso Monti ha attribuito al suo quotidiano: "chi per esempio come noi orienta l'opinione pubblica". Anche perché "In RCS nasciamo interisti". E poi non vorrà rischiare di nuovo di perdere un lettore affezionato come Moratti, che già a luglio ebbe a dolersi che il giornale di riferimento per i tifosi dell'Inter non lo appoggiasse a prescindere...

Ai quarti di Coppa Italia sarà Roma-Juve - La Roma ieri ha fatto un sol boccone della Fiorentina e si è qualificata per i quarti dove troverà la Juve. La gara ha avuto poca storia: contro una Fiorentina dove il solo Jovetic ha combinato qualcosa di buono la Roma di Luis Enrique, dopo un primo tempo in cui faticava a far girare bene il pallone, nella ripresa, trovato il primo goal con Lamela, è apparsa devastante e con un altro centro di Lamela e la rete conclusiva di Borini (al rientro dopo oltre due mesi) ha vendicato il 3-0 che i viola avevano inflitto ai giallorossi in campionato poco più di un mese fa.
Nell'altro incontro di giornata invece il Chievo ha espugnato in zona Cesarini il Friuli, estromettendo a sorpresa l'Udinese dal torneo: 1-2 il risultato finale.

Calciomercato Juve: le cessioni bloccano tutto - Marotta deve vendere prima di comprare: ma non è affatto facile. Ancora nulla di fatto per Amauri il quale, a parole, su Sky, dichiara di aver solo voglia di giocare: "La mia priorità è giocare e dove andrò cercherò di recuperare questi quattro mesi in cui sono rimasto fermo. Sono una persona che sa come funzionano le cose. Non sono più un ragazzino e so che se devo rinunciare a qualcosa ne parlo col mio agente. A 31 anni non posso chiedere il mondo, posso solo chiedere di giocare. I soldi per me sono l'ultima cosa, so quello che posso dare e so quello che posso guadagnare". Queste le parole: i fatti invece direbbero che Fiorentina e Juve sono divise da 300.000 euro; questo perché l'italo-brasiliano non vorrebbe rinunciare nemmeno in parte al suo restante ingaggio di quest'anno (1.900.000 euro, tanti quanti ne ha guadagnati sinora quest'anno guardando le partite dalla poltrona di casa) e la Juve non intende dargli i 300.000 euro come buonuscita per compensare quanto la Fiorentina lascerebbe insoluto.
Nulla di nuovo per Iaquinta e Toni; per Motta si profila invece un prestito alla Sporting Gijon; per Grosso, se non andasse in porto la trattativa col Lecce (che è spaventato dall'ingaggio del terzino), potrebbero esserci gli States.
Tutto ciò frena irrimediabilmente il mercato in entrata; oggi Marotta ha messo a segno solo una scambio di comproprietà: la metà del cartellino di Ciro Immobile a Genoa per la metà di quello di Yidom Richmond Boakye, giovane ghanese del '93 che gioca nel Sassuolo (in prestito appunto dal Genoa).
Tutto fermo per Caceres, perché il Siviglia ne vuole 11 e Marotta non va oltre gli 8: e sarebbe disposto a 'mollare' l'uruguagio e a cercare altri obiettivi, anche se ciò vorrebbe dire non accontentare la richiesta di Conte, che cercava appunto un difensore duttile, che potesse interpretare tutti i ruoli della difesa, appunto uno come Caceres.
Tutto fermo anche per il centrocampo: in stand-by, ma più sullo sfondo rispetto a prima, Pizarro; se Marotta decidesse di 'mollare' Caceres, proverebbe per il colombiano Guarin del Porto (costo 11 milioni), extracomunitario che invece troverebbe la strada chiusa nel caso dell'arrivo di Martin Caceres.

Scommessopoli: Doni conferma la combine di Atalanta-Piacenza - Nuovo interrogatorio, di quasi tre ore, per Cristiano Doni che nel suo interrogatorio in Procura ha confermato di aver truccato Atalanta-Piacenza: nel corso della partita avrebbe concordato col portiere Cassano il modo in cui battere un rigore, cioè centralmente, e Cassano non parò. Il legale del calciatore, Salvatore Pino, ha precisato che il suo assistito ha fatto quel che ha fatto solo per agevolare l'Atalanta. Il procuratore Roberto Di Martino, al termine dell'interrogatorio, ha dichiarato gli accertamenti tecnici (cioè in pratica le intercettazioni telefoniche) tirerebbero in ballo la serie A: "Le cose vanno abbastanza bene. Ci sono tanti accertamenti positivi che confermano certe situazioni, anche in riferimento alle nuove partite di serie A. Sono parecchie le cose che stanno venendo fuori. Alcuni degli accertamenti tecnici effettuati nell'inchiesta sul calcio scommesse confermano che nelle intercettazioni le parole dell'ex portiere della Cremonese e del Benevento Marco Paoloni non erano delle millanterie, né su Lazio-Genoa, né sul ruolo del leccese Corvia nella vicenda. Non ho ancora avuto il tempo di iscrivere nessuno sul registro degli indagati - ha concluso - ma sicuramente lo farò presto. Ci sono tempi tecnici da rispettare". La posizione della Lazio in merito è netta: assoluta estraneità del club, come ha dichiarato l'addetto stampa della società, Stefano Di Martino: "La Lazio è completamente estranea alla vicenda calcioscommesse e registra la crescente indignazione dei propri tifosi per qualche titolo troppo strillato. Conferma e sottolinea l'estraneità dei propri dirigenti e dei suoi calciatori alla vicenda calcioscommesse. Guardiamo quello che avviene e che esce dall'inchiesta di Cremona".





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