Juve costretta ad un mese terribile. Giaccherini dice: Noi siamo pronti!

News, 13.02.2012.


Neve e inefficienze altrui costringono la Juve ad un mese terribile con sei partite di campionato in ventisei giorni. Giaccherini: Siamo pronti ad affrontare il tour de force, ci sarà spazio per tutti e bisogno di tutti. A Vinovo i bianconeri hanno iniziato a preparare la trasferta di Parma. I tifosi nerazzurri contro Capello con cori e striscioni. Sulla ruota di San Siro è uscito il 29! Quattro giocatori sotto osservazione in casa Juve: devono guadagnarsi il riscatto. Beretta: Lascerò solo se sarà l'Assemblea di Lega ad esprimersi in tal senso. Lo Zambia vince la Coppa d'Africa: battuta in finale ai rigori la Costa d'Avorio.


Sei partite in ventisei giorni - Mercoledì 15 febbraio (ore 18.30) Parma-Juventus; sabato 18 febbraio (ore 20.45) Juventus-Catania; sabato 25 febbraio (ore 20.45) Milan-Juventus; sabato 3 marzo (ore 20.45) Juventus-Chievo; mercoledì 7 marzo (ore 18.30) Bologna-Juventus.
Questo il tour de force che attende i bianconeri, con una ciliegina: il 29 febbraio si disputerà a Genova Italia-Usa, primo test del 2012 per gli azzurri in preparazione agli Europei che attendono a giugno gli azzurri: e visto che la Juve abbonda di talenti italiani, Conte neanche in quella settimana avrà a disposizione il gruppo per il lavoro a Vinovo.
Come si vede un mese complicato, che si è complicato oltremisura con ben due partite da recuperare a causa delle inefficienze altrui: perché se quelle due partite fossero state in programma a Torino, neve o non neve, allo Juventus Stadium si sarebbe giocato, come accaduto contro l'Udinese.
Chi continuava a vedere la Juve avvantaggiata dalla non partecipazione alle coppe europee è servito: con lo svantaggio ulteriore che non si tratta di impegni calendarizzati dall'inizio, ma da continui imprevisti che rendono certamente più difficile al tecnico impostare la preparazione.
Qualcosa di cui la Juve avrebbe fatto volentieri a meno, ma che le è stato imposto dal vezzo altrui di scambiare monumenti nazionali per impianti sportivi, aspettando che dal cielo qualcuno faccia piovere uno stadio nelle loro città.

Giaccherini: Sarà un tour de force, ma siamo in tanti - Emanuele Giaccherini il classico esempio di quel tipo di giocatore evocato da Antonio Conte, quello pescato dai campi di provincia, ma che merita le grandi platee, né più né meno come tanti nomi altisonanti delle provenienze più disparate. E il ragazzo, che sotto la guida del mister ha fatto grandi progressi, conquistandosi sempre più spazio, anche giocando in zone del campo per lui nuove, si sente pronto per affrontare con i compagni il mese di ferro che attende lui e la Juve: "Andiamo incontro a un vero tour de force, ma siamo pronti - ha detto a Sky - Il Mister è bravo nel far ruotare i giocatori, nel cercare di coinvolgere tutti e ha inculcato a tutti la stessa mentalità. Credo che in campo si sia visto, dato che anche chi ha giocato meno finora ha sempre risposto benissimo quando è stato chiamato in causa. Ci sarà spazio per tutti. La rosa è talmente ampia e competitiva, dunque, anche con tante partite, non ci saranno problemi. Sarà un mese decisivo, con due partite da recuperare, più la Coppa Italia, perché avendo due recuperi, Parma e Bologna, più la Coppa Italia, diciamo che passiamo un mese a giocare tantissimo. La partite sono ravvicinate, sarà un mese decisivo. Giocheremo ogni tre giorni, dovremo dare il massimo perché adesso ci giochiamo tutto". Neanche un Milan in ripresa lo preoccupa più di tanto: "Il Milan sta facendo davvero un grande campionato. A noi però non deve interessare, dobbiamo pensare a noi e cercare di guardare partita dopo partita. Io guardo in casa nostra, non mi interessa il cammino delle altre". Difende Chiellini e stoppa le polemiche: "Con Ibrahimovic non ha fatto la spia ma ha solo risposto ad una domanda. Io mi riallaccio a quello che ha detto il mister e voglio evitare le polemiche perché dobbiamo pensare solo a giocare. Il resto non deve interessarci". La lotta col Milan sarà dunque solo una battaglia sul campo, senza lasciar spazio ad una guerra di nervi: "Il Milan penserà al Milan e la Juve alla Juve. Ognuno ha i propri obiettivi e vediamo come andrà. Comunque rimane sempre un campionato bellissimo".

Domenica di lavoro a Vinovo - Orfana del campionato, la Juve, sotto al guida di Conte, non ha potuto far altro che continuare ad allenarsi allo Juventus Center di Vinovo dove, in un clima freddo (solo qualche grado sopra lo zero e un pallido sole invernale) ma su un terreno sgombro di neve, i bianconeri hanno svolto per un'ora e mezza la solita intensa attività. fatta di corsa, triangolazioni ed esercitazioni tattiche.
Per Parma permane il dubbio su Pepe, che sta lavorando per recuperare dal fastidio alla caviglia; al momento la sua disponibilità per mercoledì permane incerta.

I soliti tifosi nerazzurri: striscioni e cori contro Capello - Nei giorni scorsi, appena si era appreso delle dimissioni di Fabio Capello da ct dell'Inghilterra, il suo nome era stato immediatamente accostato all'Inter (dato lo sprofondo attuale dell'Inter e visto che che in passato approcci, poi abortiti, tra le due parti vi erano stati); poi il sito ufficiale dell'Inter aveva ufficialmente dichiarato di non essere affatto interessato alle prestazioni del tecnico di Pieris.
Ma è bastata la voce per allertare i tifosi dell'Inter che, nel corso della partita interna contro il Novara si sono prodotti in una serie di striscioni e cori contrari (e insultanti) nei confronti dell'ex allenatore della Juve. Roba del tenore di "Noi Capello non lo vogliamo" e "Capello tu sei figlio di...".
Stiano tranquilli i tifosi nerazzurri Capello ha esplicitamente dichiarato che a tornare ad operare in Italia non ci pensa proprio; si godano pure Ranieri e mentre precipitano sempre più giù, continuino pure a sognare, magari, il ritorno di Mou.

Sulla ruota di San Siro esce il 29 - Brutta sconfitta ieri per i nerazzurri, sconfitti in casa dal fanalino di coda Novara: per schiantare i prescritti, ancora abbarbicati al ricordo del triplete, è stato sufficiente un goal di Andrea Caracciolo. Che numero di maglia aveva Caracciolo? Il 29! Il numero del destino.

In casa Juve si comincia a meditare sui riscatti - Ormai, si sa, è tempo di calciomercato tutto l'anno, perché le finestre 'attive' sono in realtà il frutto di mesi di osservazioni, consultazioni interne e contatti di preparazione alle trattative vere e proprie. E così parlando di Juve i media ricominciano a favoleggiare di due top players per la prossima stagione: noi sappiamo com'è finita l'anno scorso e ormai a questi discorsi non prestiamo orecchio, se non per consolarci col fatto che anche i giocatori della provincia sinora, grazie al lavoro, di Conte e dei suoi ragazzi, ci tengono nelle zone alte della classifica.
Ma su un punto in casa Juve si può cominciare a riflettere ed è quello che riguarda l'opportunità di riscattare o meno i giocatori arrivati in prestito: quattro casi.
La situazione meno problematica è quella di Caceres, in quanto trattasi più di un obbligo che di un diritto di riscatto, perché sarebbe un diritto, e per di più con penale, solo in caso di piazzamento oltre il sesto posto; quindi Caceres, a meno di sconquassi, rimarrà.
Giaccherini è arrivato in comproprietà (la metà è stata pagata 3 milioni di euro) e bisognerà definire col Cesena il riscatto della seconda metà: per quanto si possa dire ora, stante l'apprezzamento del tecnico per il giocatore e le sue sinora positive prestazioni, si cercherà in ogni modo di pervenire ad un accordo con il club romagnolo.
Poi c'è Estigarribia, vero e proprio prestito (0,5 milioni) con diritto di riscatto fissato a 5 milioni: anche qui sarà decisiva la parola del tecnico che sinora ha mostrato di apprezzare le doti e le prestazioni del ragazzo.
La situazione più incerta è quella di Marco Borriello, in prestito (0,5 milioni) con diritto di riscatto a 8 milioni, una cifra che l'attaccante deve ancora dimostrare di valere.
Perciò questo mese così intenso di gare, che costringerà Conte ad impiegare tutta la rosa a sua disposizione, sarà anche utile a valutare chi merita che si reinvesta su di lui e chi invece si dovrà accontentare di avere gli auguri per un futuro migliore lontano da Vinovo.

Beretta: Me ne andrò solo se e quando lo deciderà l'Assemblea - Sono otto i club contro Beretta (Inter, Palermo, Cagliari, Bologna, Siena, Cesena, Lecce e Novara) e hanno deciso di passare dalle parole ai fatti e di inviargli una lettera in cui chiedergli di convocare un'assemblea che metta ai voti le dimissioni che lo stesso Beretta aveva annunciato a marzo, quando aveva assunto un importante incarico in Unicredit; ma era rimasto, aveva detto, per senso di responsabilità, perché non c'era accordo sul successore e sarebbe stato un salto nel vuoto. Più o meno le stesse sono le considerazioni che, come ha spiegato ieri sulla Gazzetta, lo indurranno a farsi da parte solo dietro una precisa pronuncia dell'Assemblea: "Quando la lettera arriverà sul mio tavolo non perderò tempo e convocherò rapidissimamente un'assemblea ad hoc. A quel punto, sarà l'assemblea stessa a esprimersi"; è un faccenda che rientra "nell'ordine delle cose", dunque non vi è "nessun problema a darvi seguito". Chi pensava che questa palese dichiarazione di sfiducia di ben otto club, tra cui l'Inter (che nelle precedenti occasioni, vedi la questione dei bacini d'utenza, si era schierata con le altre grandi capeggiate da Juve e Milan), lo inducesse a lasciare spontaneamente dovrà ricredersi: "Non avrebbe senso presentare le dimissioni senza che ci sia la convergenza sul nome del sostituto, perché una crisi al buio la Lega non può permettersela". Crisi al bui perché la mancanza di un successore condiviso potrebbe aprire la porta al commissariamento e di favorire una simile soluzione Beretta non se la sente; se lo vorrà l'Assemblea, così sia. Anche perché comunque numericamente non bastano otto società, per quanto decise, come ha spiegato il presidente del Bologna Guaraldi: "Non ho nulla contro Beretta, è un manager stimabile, ma voglio un presidente a tempo pieno. È lui che ha scelto di fare un altro mestiere: se decidesse di tornare a dedicarsi solo alla Lega, sarò ben contento, altrimenti si faccia da parte. Se poi non riusciremo a eleggere un sostituto, è giusto che la Lega venga commissariata, ma una decisione va presa: smettiamola di litigare".

La Coppa d'Africa va allo Zambia - Ci son voluti i calci di rigore per assegnare la Coppa d'Africa 2012. Ed è stata la prima volta dello Zambia che si è imposto 8-7, dopo che tempi regolamentari e supplementari erano finiti sullo 0-0. Erano entrambe alla terza finale (lo Zambia ha perso le due precedenti nel '74 dallo Zaire e nel '94 dal Marocco; la Costa d'Avorio si era imposta nel '92 a spese del Ghana, era stata invece sconfitta dall'Egitto nel 2006). A dire il vero la Costa d'Avorio un rigore l'aveva avuto a disposizione anche nei tempi regolamentari, ma Drogba aveva sparato alto. Dal dischetto poi, a decretare la sconfitta degli ivoriani, sono stati due penalties sbagliati dal Gervinho e Kolo Touré.


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