Avv. Gallinelli: Se fosse stata lesa la corretta Amministrazione della Giustizia?

News, 22 febbraio 2012.

 

Una nota dell'avvocato Paolo Gallinelli sul mistero del video introvabile. Andrea Agnelli bacchetta Abete: E' stato inopportuno: o commenta le dichiarazioni di tutti gli altri allenatori o, se commenta solo quelle del nostro, non mi sta bene. Abete si arrocca in difesa: Se c'è una volontà strutturale a polemizzare, non è la mia. I bianconeri sono tornati al lavoro: a bordo campo Agnelli, Marotta, Nedved e Paratici. Beretta: Nel calcioscommesse la Lega è parte lesa, chiediamo che la legge 91 contempli la possibilità di rivalersi sui tesserati. Il Palermo e Zamparini, la Lazio e Lotito deferito per vicende di trasferimenti di calciatori.


Una nota dell'avvocato Paolo Gallinelli - In relazione alle ultime indiscrezioni circa la possibilità che dagli uffici della Procura di Napoli sia sparito un video relativo ai sorteggi, riceviamo dall'avvocato Paolo Gallinelli, difensore di Massimo De Santis', e volentieri pubblichiamo la seguente nota.
Sarebbe non solo paradossale, ma costituirebbe una gravissima compromissione della credibilità dell’apparato investigativo - giudiziario laddove dovesse emergere che l'Autorità Inquirente di Napoli, pur di ottenere una condanna per frode sportiva degli imputati nel processo calciopoli, abbia essa stessa, direttamente od indirettamente, “alterato lo stato dei fatti al fine di ottenere dal tribunale una decisione favorevole” all'Accusa (cfr. art. 374 c.p.).
Una simile condotta, se inequivocabilmente accertata, sarebbe altamente lesiva di un principio fondamentale posto a tutela di tutti i cittadini: la corretta amministrazione della Giustizia.
In tal senso, non potrebbe attribuirsi alcuna rilevanza al fatto che la Dott.ssa Casoria, nella sua motivazione, abbia affermato l’insussistenza di qualsivoglia alterazione dei sorteggi arbitrali, laddove la frode processuale si realizza anche con il mero tentativo di “condizionare” il libero convincimento del Giudice, trattandosi di un reato di pericolo a consumazione anticipata, proprio come i reati di frode sportiva contestati al mio assistito Massimo De Santis.

Andrea Agnelli: L'intervento di Abete è stato inopportuno - Adesso non passa più nulla: niente più interventi a gamba tesa sulla Juve, né da parte delle avversarie né da parte delle Istituzioni. A far la guardia si sono Conte, Marotta, Nedved ed Agnelli, una difesa a quattro rocciosa, decisa e puntuale negli interventi e pronta a rilanciare. L'altroieri, dall'alto, da Abete, era arrivato un commento sulle parole post-Parma di Antonio Conte, parole che il numero uno della Figc aveva definito abbastanza forti, cogliendone il riferimento a Calciopoli, per lui solo un ricordo triste e tranquillo. E al numero uno federale ha risposto il numero uno bianconero, che nell'ottica del clima di attesa del match-clou Milan-Juve, ha osservato: "E’ un evento per noi molto importante, che viene preceduto da diverse polemiche. C’è stato anche un intervento del Presidente della Federazione Abete; sicuramente le parole del presidente Abete io le ho trovate decisamente inopportune: perché o il Presidente della Federazione commenta tutte le settimane tutte le dichiarazioni di tutti gli allenatori, oppure solo quelle del nostro sicuramente non mi sta bene, mi rendo conto che ci sia un po' di nervosismo, mi rendo conto che molte persone in questo momento tutelino i loro interessi, ma mi sembra una caduta di stile. E di stile si è parlato molto: noi esponiamo le nostre posizioni, i nostri sentimenti e parliamo solo ed esclusivamente di noi stessi. Vedo invece che tanti altri si divertono a commentare le vicende juventine e questo a me non sta bene. Ognuno pensi per sé. Affrontiamo la partita di sabato sapendo che il Milan è favorito perché è campione d’Italia ed è già nei quarti della Champions League. Noi abbiamo un grandissimo privilegio, siamo molto sereni e andremo a fare una bella partita, è tanto tempo che non se ne gioca una così".
Di stile si parla ormai ad ogni piè sospinto dal 7 febbraio, allorché Allegri aveva vantato lo stile Milan quando bacchettando Conte che lamentava il mancato rigore per il plateale fallo di mano in area del senese Vergassola; attacchi gratuiti proseguiti sino a domenica praticamente senza soluzione di continuità. E purtuttavia nel mirino di Abete era entrato solo Conte, che lamentava effettivi torti subìti dalla sua squadra, senza guardare in casa d'altri. E ad Andrea non è garbato, né l'atteggiamento di Abete né quello di chi non pensa per sé.
L'intervento di Agnelli ha avuto come cornice la cerimonia in cui al Palavela di Torino è stata ufficialmente presentata la candidatura di Torino 2015 per ottenere il prestigioso titolo di "Capitale europea dello sport": entro il 30 maggio dovrà essere elaborato il dossier da presentare a Bruxelles, dossier che ruoterà attorno a due temi fondamentali: valori (etica, integrazione sociale, salute, benessere, educazione) e territorio. In lizza con Torino c'è Cracovia; il conferimento è previsto per il 7 novembre 2015. E a sostenere la candidatura a questo importante status internazionale, in una cerimonia cui erano presenti il ministro per il Turismo e lo Sport Piero Gnudi, il sindaco di Torino Piero Fassino e l'Assessore comunale allo sport e tempo libero Stefano Gallo, c'era la Juventus, il più illustre simbolo dello sport torinese, rappresentata dal presidente Andrea Agnelli, dal consigliere Pavel Nedved e da Gianluca Pessotto, responsabile organizzativo del settore giovanile. "E’ un grande piacere sostenere questa importante candidatura – ha detto in proposito Agnelli – che significa maggiori investimenti sul territorio, maggiori risorse e maggiori possibilità di sviluppo. Io personalmente e noi come Juventus daremo tutto il sostegno possibile affinché questa candidatura possa tramutarsi in un’assegnazione definitiva e Torino possa fregiarsi del titolo di Capitale Europea dello Sport nel 2015".

Abete: Non sono io che ho volontà strutturale di polemizzare - "Penso di essere stato molto chiaro ieri, anzi ho detto che le logiche dell'accompagnamento che valgono per tutti sono logiche che sono normali nel mondo dello sport e del calcio, anche quando ho fatto riferimento alla situazione collegata agli incontri con il mondo arbitrale; ovviamente ho evidenziato che il problema era un problema di natura generale, il fatto di avere più opportunità di incontri, anzi, ho fatto specifico riferimento al fatto che Marotta era sempre presente; quindi non... se c'è una volontà, voglio dire, strutturale a polemizzare non è la mia, poi ovviamente vanno rispettate tutte le valutazioni; ma ovviamente ogni persona riesce a valutare anche qual è la logica delle riflessioni che vengono fatte, che dal mio punto di vista, come sempre, per il ruolo che ho, al di là delle convinzioni, voglio dire, per il ruolo che ho, sono di massimo equilibrio e di massimo rispetto di tutte le dirigenze, di tutti i grandi club. Anzi proprio ieri ho fatto riferimento ai danni che ha determinato la situazione di Calciopoli rispetto al ranking europeo, della Uefa, proprio per il fatto che la Juventus ovviamente non ha potuto dare in questi anni il contributo che ha sempre dato, voglio dire, a livello internazionale,quindi poi, come ho detto, anche le varie riflessioni, Calciopoli, eccetera, diciamo ci accompagneranno nel corso degli anni o dei decenni; quindi bisogna anche dare a tutte le situazioni il giusto valore senza enfatizzarle".
Questa la risposta, invero un po' confusa, che Giancarlo Abete ha dato ad Andrea Agnelli, che non aveva affatto cercato di polemizzare, né in modo strutturale né in modo non strutturale, esprimeva solo l'esigenza che i commenti di chi dovrebbe essere, appunto per il ruolo che ha, al di sopra delle parti, dovrebbero essere uniformemente distribuiti (qualcosa a che fare con quella benedetta parità di trattamento che ad Abete proprio è un po' ostica). Il giusto valore a Calciopoli la Juventus l'ha già dato: 444 milioni. Perché a pagare, molto più del calcio italiano, è stata la Juventus, ed ora andrà risarcita.
Ha poi affrontato altri due temi: lo statuto federale e la legge sugli stadi. "Per cambiare lo statuto federale - ha detto - serve praticamente il 93% dei voti, più di quanto non sia necessario per modificare la costituzione italiana. Questo dimostra che c'è un evidente problema di governance all'interno della Federazione, visto che una qualsiasi componente può opporsi ai cambiamenti dello statuto (si riferisce al diritto di veto, ndr)"; e, quanto alla legge sugli stadi: "È una grande opportunità per tutti - ha osservato Abete - e metterebbe in moto il volano degli investimenti, fermi in attesa della legge. Allora dico, o si approva al più presto o ci si mette una pietra sopra. Ritardare ancora significa creare un danno. Detto questo, c'è l'impegno del ministro Gnudi affinché l'iter legislativo possa arrivare in fondo entro giugno. Speriamo di farcela". La Juventus ha costruito il suo stadio senza bisogno di nessuna legge. Basterebbe provare ad imitarla, anziché aspettare che stadi e soldi piovano dall'alto. L'esempio di Roma 2020 potrebbe forse insegnare qualcosa: mala tempora currunt.

I bianconeri tornano al lavoro, sotto gli occhi della dirigenza - Dopo due giorni di riposo per i bianconeri è giunto ieri il momento di tornare al lavoro con due sedute. Alle ore 10 la seduta mattutina, con un menu prevalentemente centrato sulla tecnica: dopo il riscaldamento, Conte ha fatto svolgere una serie di partitelle su campo ridotto ed esercizi di possesso palla, per un totale di due ore di lavoro. Dopo il pranzo, alle 14.30 il lavoro pomeridiano è iniziato in palestra per poi proseguire sul campo dove Conte ha diviso il gruppo in due: gli attaccanti a ripetizione di tiro in porta, per cercare di migliorare l'efficacia delle loro conclusioni a rete, gli altri a svolgere esercizi atletici e di conduzione palla, ad un torello e al lavoro tattico, in cui sono stati provati i movimenti di centrocampo e difesa da adottare sabato sera al Meazza; da quel che si è visto, lo schema provato è stato il 3-5-2, che dovrebbe essere dunque quello scelto dal mister in funzione anti-Milan. A bordo campo, al pomeriggio, il lavoro della squadra è stato seguito con occhio attento dalla dirigenza, rappresentata dal presidente Andrea Agnelli, da Pavel Nedved, da Beppe Marotta e da Fabio Paratici, stretti attorno ai giocatori e al loro mister in un momento particolarmente delicato. Tutto il gruppo è a disposizione, eccezion fatta per Luca Marrone, che lavora a parte per recuperare dallo stiramento.

Beretta: Nel Calcioscommesse la lega è parte lesa - Il presidente della Lega di serie A, Maurizio Beretta, a margine del convegno "Un contributo per nuove strategie di gestione delle società di calcio" organizzato dalla Lega Pro, trattando il tema del calcioscommesse è finito sul tema della responsabilità oggettiva: "Servono regole strette, chirurgiche, bisogna individuare bene le responsabilità, senza fare di tutta un'erba un fascio, il calcioscommesse è un attacco alla Lega stessa che deve salvaguardare il valore assoluto del fenomeno calcio, noi siamo la parte lesa e per questo chiediamo la certezza delle responsabilità individuali. La responsabilità oggettiva in taluni casi è servita, ma in altri danneggia le Società, già penalizzate dal comportamento di qualche tesserato. Penso si possa lavorare su questo tema in maniera costruttiva per colpire i responsabili. Quello che chiediamo è che la legge 91 contempli anche la possibilità per una società di rivalersi su un proprio tesserato in casi del genere. Aspettiamo i risultati delle indagini, consapevoli del fatto che la Lega si configura come parte lesa in vicende del genere".

Deferiti Zamparini e Lotito - Nell'ambito di una vicenda che riguarda i trasferimenti di calciatori il procuratore Stefano Palazzi ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale Palermo e Lazio: "per le azioni e i comportamenti disciplinarmente rilevanti, posti in essere dal proprio dirigente con potere di rappresentanza della società all'epoca dei fatti oggetto di deferimento, Maurizio Zamparini, nonché a titolo di responsabilità oggettiva per le azioni ed i comportamenti disciplinarmente rilevanti posti in essere dai propri tesserati senza potere di rappresentanza della società all'epoca dei fatti oggetto di deferimento, Roberto Felicori", per il club rosanero; "per responsabilità diretta in relazione alla condotta antiregolamentare ascritta al proprio Presidente e Legale Rappresentante Claudio Lotito", per quanto riguarda la Lazio. Oltre a Zamparini, per la vicenda che riguarda i trasferimenti dei calciatori Claudio Arile Yacob, Pablo Nicola Caballeros e Fabian Andres Rinaudo, sono stati deferiti anche l'ex ds Walter Sabatini (ora alla Roma) e gli agenti Marcelo Simonian, Andrea Perez Pacheco e Stefan Chirla; oltre a Lotito, per l'acquisto dei calciatori Zarate e Cruz, è stato deferito l'agente Riccardo Petrucchi.


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