Alla Juve resta solo il silenzio stampa: e non si dica più che Calciopoli non c'entra!

News, 12 marzo 2012.


Juventus in silenzio stampa: 'Le immagini parlano da sole'; bene così! La Juve sta pagando dazio per aver chiesto giustizia: il dado è tratto, avanti tutta! Echi da Genova: campo e vergogna. Al di là dei demeriti, facciamo due conti. Il solito Allegri, il solito stile Milan: gratuite e stucchevoli frecciate.


Silenzio stampa - Non ci son parole per descrivere quello che è successo a Marassi e la Juventus ha deciso, giustamente, per il silenzio stampa.
Questo l'annuncio su Twitter (ore 17:32): "La Juventus lascerà lo stadio Marassi senza rilasciare dichiarazioni: le immagini parlano da sole".
Questo invece quanto apparso sul profilo Facebook della Juventus: "‎Un gol regolare annullato, episodi dubbi, una traversa, 2 pali, 16 calci d'angolo, miracoli di Frey: si può solo essere orgogliosi di questa squadra! La Juventus lascerà lo stadio Marassi senza rilasciare dichiarazioni: le immagini parlano da sole". Come riferito da Giovanni Guardalà su Sky, ora i bianconeri sono attesi da un lunedì di riposo e di silenzio: martedì, alla ripresa degli allenamenti si deciderà se proseguire questo silenzio stampa, un chiaro atto d'accusa verso la classe arbitrale dopo una valanga inaccettabile di errori.
Il silenzio stampa è totale, nessuna intervista nemmeno a Juventus Channel: bocche cucite su tutta la linea.
Ilaria D'Amico ha voluto far notare come in realtà questo silenzio non danneggi tanto Sky & Co. quanto i tifosi bianconeri: si sbaglia, i tifosi bianconeri in questo momento non possono che rimanere stretti intorno alla loro squadra ed appoggiarne le azioni, silenzio stampa compreso. E di sentire commenti faziosi anti-Juve fanno volentieri a meno: perché sentire un Marchegiani dire che per il goal annullato a Pepe, più che di un errore si tratta di sfortuna perché si può decidere una cosa ma anche un'altra è vomitevole; perché già dal vivo, senza bisogno di moviole o fotofinish si era capito che era buono.
Dunque avanti così, in un silenzio che fa comunque rumore, visto che ieri sera ne han parlato tutti: e per noi parlino solo il campo e i tribunali.

E che non si dica che Calciopoli non c’entra - Conte lo aveva detto alla prima giornata: “Non voglio regali, ma vorrei che si azzerasse tutto. E che nessuno si ergesse a paladino di giustizia. Mi aspetto che l’intero sistema entri in forma”. Ovviamente fu all’istante bacchettato ed è una colpa che gli viene tuttora addebitata, un peccato originale che ha pagato anche con la recente squalifica quando si è approfittato di nulla per infliggergli una sanzione che ad altri non è stata comminata neanche dopo ripetute (e quindi inutili) diffide. Gli arbitri in forma ci sono entrati, ma l’allenamento e la formazione non hanno seguito i dettami tecnici (basati sul gioco del calcio) o etici (per usare una parola abusata dagli attuali vertici calcistici) che intendeva Antonio Conte. E ad essere azzerati sono stati gli sforzi profusi dal club bianconero (dirigenza, staff tecnico e giocatori) per dar vita ad un campionato di vertice.
Ed ogniqualvolta la Juve quest’anno si è lamentata per i marchiani torti arbitrali subiti (quelli che adesso si chiamano episodi), invocando sul campo, esattamente come in tema di giustizia sportiva, quella parità di trattamento che è dovuta ad ogni società e tesserato, ha ottenuto risposte evasive nel merito e sprezzanti nella forma: da tutti, vertici calcistici e media, che contano altrettanto, nell’ottica di scatenare tempeste mediatiche a ripetizione su questa Juve cazzuta, per dirla con Briatore. L’unica situazione unanimemente enfatizzata è stata, guarda caso, il goal annullato a Muntari, destinato a passare alla storia come er gò de Turone o il contrasto Iuliano-Ronaldo.
Tutto il resto, quello che andava a favore della Juve, è stato bollato come episodi da passare in cavalleria.
Poi, è vero, in funzione della classifica, la Juventus viene accusata, anche da noi tifosi, di pareggiare troppo: ma, in tutta onestà, con arbitraggi corretti, almeno 3 o 4 di questi pareggi sarebbero stati altrettante vittorie, il che avrebbe significato un più 2 (se non un più 4). Senza parlare dei favori elargiti agli avversari, e in particolare al diretto rivale Milan. La colpa della Juve è quella di non saper stravincere, ma con l’attuale regolamento anche una vittoria per 1-0, magari su rigore, magari con un goal valido non annullato, vale tre punti.
Andrea Agnelli, è prevedibile, ad una situazione del genere non era impreparato: troppo forti devono essere stati in questi interminabili cinque anni il dispiacere, la rabbia impotente e la disillusione provata nel veder crollare un mondo che avrebbe dovuto esser fatto solo di sport e non di intrighi per non comprendere che le sue azioni in difesa della verità storica della cosiddetta Calciopoli e le sue rivendicazioni avrebbero portato ad un accanirsi dell’ostilità delle istituzioni e dell’esplicito livore dei media. Adesso, mentre la squadra dovrà comunque continuare a lottare sul campo, migliorando se stessa per raggiungere gli obiettivi possibili, a lui tocca il compito di non arretrare di un millimetro nelle sue richieste di giustizia, in tutte le sedi: per tutto il tempo che ci vorrà, con tutta la determinazione e la sana ferocia che ci vorrà. Nessuno sconto né sugli scudetti né sui 444 milioni di risarcimento danni (reali e dimostrabili): la Figc rischia di fallire? Meglio così, in fondo di istituzioni incompetenti in Italia non si sente davvero il bisogno.

Cosa ci ha raccontato la partita di Genova? - Non potendo raccogliere le impressioni dei protagonisti, raccogliamo quel che ha detto il campo.
Ci ha confermato la stitichezza della Juve in zona goal; non è una novità, d'accordo, ma ieri se n'è avuta un'ulteriore riprova: in una giornata in cui le difficoltà maggiori ci si potevano aspettare da una difesa in cui mancavano i tre titolari ed in campo è scesa una coppia inedita, con Caceres e il centrocampista Vidal (coppia che peraltro si è districata molto bene, grazie alla personalità mostrata dall'improvvisato duo), i problemi sono stati ancora in attacco, dove chiunque entri trova con molta difficoltà la via della rete; la verità è che manca un attaccante con il killer instinct, che sia sempre dove deve essere e sappia infilare la palla in rete anche con l'alluce.
Ma ci ha anche raccontato l'ennesima brutta e sconcia storia arbitrale: Rizzoli lo conoscevamo, è quello che negò a San Siro il rigore su Marchisio contro l'Inter; quella volta fu ininfluente, per fortuna, invece il penalty negato ieri a Matri ha fatto danno; eppure era troppo evidente per venir ignorato, ma è successo, perché alle maglie bianconeri il rigore non si addice e non si dà, lo dicono le cifre, non le impressioni dei tifosi. Sarebbe stato l'uno a zero; e il due a zero è, sarebbe, poi arrivato con un goal di Pepe, validissimo ma annullato per un fuorigioco inventato; quand'anche avesse avuto il dubbio, l'assistente Cariolato un'indicazione da seguire ce l'aveva: quella di Braschi ad inizio campionato, che diceva che nei casi dubbi la bandierina doveva stare giù; forse ci è sfuggita l'ultima parte delle raccomandazioni di Braschi, e cioè che l'unica eccezione riguarda i giocatori della Juve: visto che è accaduto a Matri contro il Milan e a Pepe oggi, i due casi più clamorosi, in cui l'azione si è concretizzata, invano.

Riassunto delle puntate precedenti - La Juve ora è a meno 4 dal Milan, pur non avendo mai perso: i rossoneri hanno perso 4 volte ma hanno vinto 4 volte in più della Juve (17-13); solo 6 i loro pareggi contro i 14 della Juve. E tuttavia 4 di questi pareggi, senza clamorosi errori arbitrali, sarebbero state vittorie: negato a Catania nel finale un rigore su Vidal; a Parma negati due rigori (uno su Giaccherini e un secondo su Pirlo), allo Juventus Stadium contro il Siena Peruzzo non vede un clamoroso fallo di mano di Vergassola in piena area, e fanno tre; e c'è ieri il pasticciaccio di Marassi. Otto punti finiti nel cestino. Lasciamo perdere il goal regolare annullato a Matri in Juve-Parma (4-1), il rigore solare negato, ancora da Rizzoli (toh, a volte ritornano..) a San Siro contro l'Inter (1-2 comunque) e quello a Lecce per fallo su Vucinic (0-1): sono stati ininfluenti, anche se comunque di errori gravi si tratta. In Milan-Juve ci fu compensazione: goal fantasma di Muntari, goal regolare annullato a Matri.
Questo per rimanere in casa propria: ma siccome il tête à tête è col Milan contano anche gli sfacciati favori ricevuti da quest'ultimo, con rigori a gogo (Boateng e Robinho si sono rivelati tuffatori da medaglia olimpica) e falli di mano ignorati (Seedorf a Bologna, quando l'olandese ebbe pure la spudoratezza di negare poi ai microfoni l'evidenza). E' ancora un campionato che si decide sul campo?

Allegri: in Milan-Juventus c'è stato un episodio che qualcuno ha sottovalutato - Evidentemente i due punti guadagnati con l'aiuto della terna arbitrale di Genova hanno ringalluzzito Allegri al punto tale da indurlo a riprendere a scagliare le sue frecce avvelenate in puro stile Milan verso la Juve. Queste le sue parole di ieri: "Il nervosismo della Juve non mi riguarda, io penso solo a noi. Dobbiamo aver la forza di restare in testa fino al 13 maggio. Come ho detto tante volte, alla fine le decisioni arbitrali si compensano. In Milan-Juventus c'è stato un episodio che forse qualcuno ha sottovalutato...".
Eh già, il qualcuno (nella fattispecie Allegri, ben spalleggiato da Galliani) ha montato un caso solo sul goal fantasma, sottovalutando il fatto che la terna arbitrale, nella sua serataccia, era riuscita a compensarlo annullando, per fuorigioco inesistente, un goal altrettanto valido a Matri.




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