Conte: L'orgoglio e la storia. Il mio futuro? Io qui sto bene... ma se ne parlerà.

News, 11 aprile 2012.

Conte convoca i soliti ventidue: qualche problemino per Bonucci e Marchisio. Conte sul suo futuro: Io sto bene dove sono, con la società se ne parlerà. Conte: E' bello vedere l'orgoglio ritrovato dei tifosi, ma se si vuole entrare nella storia bisogna vincere. Boniperti: Sette partite di batticuore e sofferenza per sperare nella terza stella. Alex Del Piero (che stasera potrebbe raggiungere quota 700): Un piacere sudare anche a Pasqua per inseguire il nostro sogno. Allegri: C'è stata una campagna mediatica contro il Milan, siamo caduti per la gioia di tanti ma sfortunatamente per loro ci siamo rialzati.

I convocati di Conte: i soliti 22 - Ormai, a meno di infortuni o squalifiche, l'elenco dei convocati di Conte è sempre lo stesso: i soliti ventidue, già fuori gioco da diverse giornate sia Elia che Krasic, che palesemente non rientrano in questa Juve.
Sul piano fisico stavolta ci sono due dubbi: riguardano Marchisio, che a Palermo ha preso un brutta botta, e Bonucci, che la notte scorsa ha avuto la febbre; per il momento sembrano recuperabili e sono rientrati quindi tra i convocati.
Questi dunque i convocati: Buffon, Chiellini, Caceres, Pepe, Marchisio, Del Piero, De Ceglie, Manninger, Vucinic, Barzagli, Quagliarella, Bonucci, Padoin, Pirlo, Vidal, Borriello, Giaccherini, Lichtsteiner, Estigarribia, Storari, Matri, Marrone.

Conte: Io sto bene dove sono - Ovviamente il lavoro fatto da Conte quest'anno non è passato inosservato da parte degli addetti ai lavori e il tecnico salentino è pronto per entrare nel mirino di eventuali top club alla ricerca di un tecnico all'altezza della situazione: il suo contratto è un biennale e scadrà quindi l'anno prossimo, e Conte non ha per il momento fretta di parlarne con la società in termini di rinnovo: "Ci sarà, come ho detto anche prima, il tempo e il modo per parlare un po' di tutto con la società, quindi lo faremo quando sarà il momento giusto. Adesso non è ancora il momento giusto perché siamo in piena corsa per centrare i nostri obiettivi e quindi ci sarà il momento per parlare di tutto e per fare le valutazioni". Lui comunque è contento di essere dov'è, che è dove voleva stare: "Io mi sento l'allenatore della Juventus e penso di stare nel posto dove auspicavo di stare. Ci sono adesso e sono contento perché sono l'allenatore di una grande squadra; al di là della Juventus, sono l'allenatore di una grande squadra e penso che essere l'allenatore di Juventus, Milan, Inter, sono grandi squadre, sicuramente è il top per un allenatore, il massimo, quindi sto bene dove sono. Detto questo, ci sarà tempo e modo per parlare di tutto con la società".

Conte: Che bello l'orgoglio dei tifosi - Conferenza stampa di un Antonio Conte cui la conquista della testa della classifica non ha certo tolto la grinta: quella contro la Lazio è una partita da vincere, bisogna provare a vincerle tutte e poi si faranno i conti. "Bisogna giocare per vincere - dice - è una cosa che stiamo facendo da inizio anno e stiamo cercando di inculcare questa mentalità. Dal punto di vista psicologico è sempre un lavoro continuo, fa parte di un processo di crescita". Ma vincere non è cosa di per sé facile: "Pronunciare la parola vincere è facile, tutti ne abusano, 'vinciamo', 'vinciamo', 'giochiamo per vincere', ma giocare per vincere non è da tutti, c'è un percorso da seguire e noi questo percorso quest'anno lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo, in maniera veramente molto rapida, usando delle scorciatoie frutto esclusivamente del grandissimo lavoro". Che, anche contro la Lazio, sarà lavoro corale: "E' partita da Juventus, non sarà il singolo a decidere la partita, sarà la squadra". E tutti dovranno dare il massimo: "Quello che ribadisco ai miei calciatori è: cerchiamo di giocarci tutte le nostre carte, senza avere rimpianti". perché essere lì a lottare per lo scudetto con una superpotenza ("un organico di 35 giocatori di altissimo livello") come il Milan "ci deve dare grande orgoglio, grande rabbia, grande ferocia".
Ma i risultati sinora ottenuti, che Conte ama definire straordinari, un esito importante l'hanno già ottenuto, perché hanno risvegliato l'orgoglio e l'entusiasmo dei tifosi: "La cosa più bella è sicuramente vedere l'entusiasmo, la gioia dei tifosi, l'orgoglio ritrovato dei nostri tifosi, questo è un dato di fatto. vedere anche il giorno di Pasqua, il giorno di Pasquetta, duecento-trecento tifosi che vengono a supportarci, sicuramente è molto bello. Vedere nei loro occhi il ritrovato orgoglio, questa penso sia una cosa bellissima e che ci deve veramente riempire d'orgoglio e di soddisfazione, perché questo, secondo me, al di là del risultato finale, è l'obiettivo più bello che abbiamo raggiunto. Io penso che questa cosa non ce la potrà togliere niente e nessuno: l'aver fatto ritrovare l'orgoglio ai nostri tifosi, al tifoso juventino, questa è la cosa più bella. Detto questo, il tifoso, anche se è tifoso, sa benissimo da dove siamo partiti". Tutto vero ma "questo non significa niente, perché questa è una squadra che vuole pensare in grande, vuole a questo punto porsi l'obiettivo massimo, ed è anche giusto. Ma l'importante è che i giocatori escano sempre dal campo con la maglia sudata: io penso che questa sia la cosa più bella che il tifoso deve apprezzare. Già adesso si è fatto qualcosa di straordinario. Detto questo, siamo in ballo adesso e cerchiamo di arrivare fino alla fine, per provare a scrivere qualcosa, perché, come dico sempre, se si vuole entrare nella storia bisogna vincere".

Boniperti sogna la terza stella - Non sappiamo chi lo abbia convinto che i quattro illeciti quattro sbandierati dall'avvocato Zaccone, di cui lui diceva di fidarsi, fossero in realtà la bufala madre di Farsopoli, fatto sta che ora Giampiero Boniperti parla del sogno chiamato scudetto come di quello che porterebbe la terza stella. Ne ha parlato in un'intervista pubblicata ieri da 'Tuttosport', nella quale esprime tutta la sua partecipazione emotiva all'impresa dei ragazzi di Conte, impegnati con tutte le loro forse nello sprint finale del campionato: "Da come andavano le cose si aspettava soltanto un passo falso del Milan. E’ arrivato, ma sono stati bravi i bianconeri a essere lì, pronti ad approfittarne. Che soddisfazione, adesso bisogna continuare su questa strada. Adesso i ragazzi non devono fermarsi. Saranno sette partite da vivere con il batticuore, sette sfide in cui si soffrirà, in campo, sugli spalti e davanti alla televisione. Io so cosa vuol dire, l’ho provato tante volte quando giocavo…". Non si abbandona all'ottimismo e a facili proclami di scudetto: "Meno se ne parla meglio è", ma non fa mancare gli elogi a Conte e ai suoi ragazzi: "Ma chi se lo aspettava così? E' stato fantastico ciò che ha fatto con questa squadra. Bravo lui e straordinari i ragazzi. Se si arriverà primi sarà una stagione da ricordare a caratteri cubitali" e "se sarà scudetto - promette - il 13 maggio sarò allo Juventus Stadium... per la terza stella". Quella terza stella che l'Avvocato voleva vedere cucita sulle maglie bianconere prima che le milanesi cuciano sulle loro la seconda.

Del Piero (n. 700?): Bisogna pensare solo a battere la Lazio - La Pasqua di lavoro non sembra essere pesata ad Alex Del Piero, che pensa solo all'obiettivo da raggiungere: “Il turno infrasettimanale – ha scritto sul suo sito Internet - ci ha fatto trascorrere Pasqua e Pasquetta a Vinovo (e vista quanta gente c'era fuori dai cancelli, eravamo in buona compagnia...) con il piacere di allenarci e di sudare in campo per raggiungere grandi obiettivi che tutti abbiamo in testa e ai quali non smettiamo un istante di pensare”. Non è tempo né momento ancora di festeggiare nulla, è il primo ad esserne cosciente: “L'ultima giornata non poteva essere migliore per noi, il primato in classifica che abbiamo conquistato grazie alla vittoria di Palermo è frutto dell'impegno e del lavoro di tutti, un giusto premio che però purtroppo è soltanto parziale. Questa è una settimana tanto impegnativa quanto importante. Tutti sappiamo che non è il momento di celebrazioni, ma di pensare solo ai prossimi tre punti che vogliamo conquistare per inseguire il nostro sogno”. Qualora stasera Conte lo faccia scendere in campo, pur partendo dalla panchina, Alex taglierebbe il prestigioso traguardo delle 700 presenze in bianconero. E' infatti arrivato a quota 699: 473 in serie A, 35 in serie B, 55 in Coppa Italia, 127 nelle Coppe europee, 6 nella Supercoppa italiana, 2 nella Supercoppa europea e 1 nella Coppa Intercontinentale.

Allegri: Contro di noi una campagna mediatica - Allegri è allergico a qualsiasi critica e non riesce assolutamente a tollerare qualche giudizio piovuto sul Milan e su di lui le scorse settimane; e parla di campagna mediatica contro il Milan (piccoli Mourinho crescono...): "Anche quando avevamo 4 punti di vantaggio c'è stata una campagna mediatica in attesa della nostra sconfitta e invece i ragazzi anche stasera hanno dimostrato di tenere perlomeno vivo il campionato. Dopo la partita persa contro la Fiorentina sono cominciati i funerali ed i processi, ma per fare il funerale al Milan ci vuole ancora un po' di tempo. Sono contento anche perché c'erano state delle critiche troppo eccessive, siamo caduti per la gioia di tanti ma sfortunatamente ci siamo rialzati. La cosa che più mi è dispiaciuta è che siamo in lotta con la Juve e sembra che loro stiano facendo cose straordinarie e il Milan cose da buttare. I numeri dicono il contrario e che noi non siamo da meno della Juve". In effetti almeno nella classifica dei rigori a favore il Milan è molto più avanti...
Smentisce dissidi con Berlusconi: "L'ho sentito anche oggi il presidente, ripeto che con lui non c'è nessun problema. Ogni volta si cerca sempre di ricavare qualcosa, ma con la società ed il presidente il rapporto è idilliaco. Tutti credono nello scudetto. Nello spogliatoio sia quando si vince che quando si perde può capitare che ci sia uno scambio di idee: quando si arriva in fondo alla stagione e ti vedi sfuggire l'obiettivo di mano ci può essere un po' di preoccupazione".


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