Conte stoppa le celebrazioni ma sogna una Juve modello Barça.

News, 29 aprile 2012.

Conte frena: Leggo celebrazioni, leggo scudetti... sia chiaro che non abbiamo vinto nessuno scudetto, andiamo cauti... E intanto sogna una Juve stile Barça. Ventidue convocati: Pepe non ce la fa. Allegri  e il fantasma del goal di Muntari: 'Non voglio ricordare quello che è un dato di fatto'. L'ottima stagione della Juve ha di fatto rivalutato la rosa di circa 50 milioni: solo Krasic ed Elia in negativo. Chiellini spiega quanto conti essere in testa: 'Non dipendere dai risultati altrui ci fortifica'.

 

Conte: Calma, quale scudetto? - L'entusiasmo dei tifosi cresce intorno alla Juve: se venerdì sera in oltre 400 hanno atteso i bianconeri sino a tardi per salutarli, applaudirli e incoraggiarli, ieri mattina attorno all'hotel 'La Bussola' erano circa un migliaio, entusiasti e addirittura euforici. Ma tutto il tutto il parlare che si fa di scudetto e le polemiche (intempestive e pretestuose) sulla terza stella non riescono a schiodare Antonio Conte dal suo sano realismo, quello di uno che di battaglie ne ha combattute tante e qualcosa di importante già qualche volta siè visto sfuggire (meglio sfilare) sul filo di lana (o bordo vasca). Perciò il mister non ci casca, non vuol sentir parlare di scudetto già vinto, né di celebrazioni né di terza stella e resta coi piedi ben piantati per terra: "Noi non abbiamo vinto, quindi non possiamo considerarci più bravi, questo che sia chiaro, perché leggo celebrazioni, leggo scudetti, sento parlare di scudetto, scudetto già vinto, scudetto vinto cosa? Ci sono quattro partite da disputare, se pensiamo di celebrare prima ancora di aver vinto avete trovato la persona sbagliata. Che sia chiara 'sta cosa! Quindi, noi non abbiamo vinto nessuno scudetto. Siamo sulla buona strada, però mancano quattro partite, quindi qua non c'è né più forte, né più debole. Qui ci sono da fare quattro partite e cercare di coronare un sogno, cosa impensabile a inizio anno. Anche perché altrimenti poi si passa dall'essere degli eroi a fare la figura dei... non me lo fate dire". E ribadisce il concetto poco dopo: "Qua ci sono due squadre: una che era una outsider e un'altra favorita, che ancora è giustamente in corsa per il titolo, perchè anche il Milan sta facendo comunque un campionato sopra le righe. Quindi io penso che tante valutazioni debbano essere fatte con qualcosa in mano. Prima prendiamo qualcosa in mano, poi parliamo, perché, ripeto, da troppi anni sono nel calcio per passare da eroe a... alla seconda o alla terza vi dico la parolaccia... ecco... . Quindi andiamo cauti, andiamo tranquilli, perchè mancano quattro partite e come dico sempre può succedere di tutto. Speriamo che quel 'può succedere di tutto' sia per noi positivo". Però ora, lo ammette, al sogno si può iniziare almeno a crederci; e comunque, a prescindere da come finirà, è in questa squadra che lui crede: "Mah... io ci credo perché è giusto crederci. Siamo arrivati fino a questo punto che era qualcosa sicuramente di impensabile e di inimmaginabile, visto che, come dico sempre, non dimentichiamoci da dove siamo partiti. E questo deve essere veramente un motivo di orgoglio e di soddisfazione per la società che ha lavorato bene, per i calciatori, per me stesso e per i tifosi. Detto questo, noi siamo adesso, come dico sempre, nelle condizioni e nelle possibilità di scrivere qualcosa di importante e qualcosa di storico. Sta a noi farlo. Se ci riusciremo, avremo fatto qualcosa di super straordinario, se non ci riusciremo, avremo posto delle basi importanti, delle fondamenta importanti, perché è inevitabile che la Juventus sia tornata".

Conte: Quella del Barça è la strada maestra - L'argomento principe di questi giorni è il gesto di Guardiola, che ha deciso di prendersi una pausa, perchè stanco e provato da un calcio che per quattro anni gli ha richiesto un impegno totale. E, richiesto di un commento in merito, Antonio Conte afferma di capire il collega: "Bisogna vedere se Guardiola lo lascia solo per un anno il calcio. Ecco. Perchè capisco Guardiola, è un calcio che ti assorbe totalmente, che praticamente ti prosciuga. Le nostre vie sono due per fare l'allenatore: o fai solo il gestore e allora campi 20 anni a livello di allenatore; se decidi di fare l'allenatore a tutti gli effetti, dando un'idea di gioco, dando un metodo, avendo una gestione quotidiana e continua, studiando le cassette, studiando il modo di migliorarti, allora io capisco e comprendo Guardiola nel mio piccolo". Ma c'è di più: Guardiola e Barça per lui saranno sempre esempi da seguire: "Lo capisco perché in questi anni loro sono stati un insegnamento e quando sento dire ultimamente che l'insegnamento sono gli altri, mi vengono i peli alti così. Perchè noi abbiamo solamente da imparare da loro, per chi vuole giocare a calcio. L'altra strada è molto più semplice: quella della fase difensiva e noi in Italia siamo maestri da questo punto di vista. La strada che dobbiamo percorrere è quella loro, quella del Barcellona. Quanto sento dire invece castronerie che gli altri sono esempi, per me non saranno mai esempi. Per me sarà sempre un esempio il Barcellona di Guardiola".

Sono ventidue i convocati di Conte - Stavolta i convocati di Conte ventuno, uno in meno delle ultime volte, perché oltre allo squalificato Matri, manca anche l'infortunato Pepe. Trova ancora posto tra i convocati Eljero Elia, mentre per Milos Krasic c'è l'ennesima esclusione.
Questo l'elenco completo: Buffon, Chiellini, Caceres, Marchisio, Del Piero, De Ceglie, Manninger, Vucinic, Barzagli, Elia, Quagliarella, Bonucci, Padoin, Pirlo, Vidal, Borriello, Giaccherini, Lichtsteiner, Estigarribia, Storari, Marrone.
Su quella che sarà la formazione che scenderà in campo gravano ancora dubbi perché; oltre al leggero affaticamento di Pirlo, c'è qualche dubbio anche sulle condizioni di Quagliarella e Del Piero, come ha detto lo stesso Conte in conferenza stampa: "Quagliarella aveva un problema all'adduttore, ha giocato contro la Roma, questa settimana si è allenato con noi da ieri e con lui anche Del Piero, perché Del Piero ieri non ha preso parte all'allenamento, ha un affaticamento all'adduttore, quindi sono due valutazioni che dovrò fare oggi, sia quella di Quagliarella che soprattutto quella di Del Piero, perché Del Piero è quello che tra virgolette mi preoccupa di più, visto che ieri non si è allenato, anche se dovrebbe trattarsi di un affaticamento all'adduttore. Dopodiché farò le mie scelte, come ho sempre fatto, sapendo di poter contare su tutti e anche sull'entusiasmo di un ritrovato Borriello, sulla qualità di Quagliarella, sul grande campione che è Del Piero. Spero di averli tutti a disposizione".
Il dubbio principale è quello del centravanti: Quagliarella era candidato a partire titolare ma, se le sue condizioni lasciassero adito a qualche dubbio, Conte non esiterebbe, soprattutto dopo il goal e il morale ritrovati da Borriello a Cesena, a dar spazio all'ex giallorosso.
Tutti i giocatori hanno comunque partecipato interamente e senza sconti all'allenamento di rifinitura sul sintetico del 'Piola'; Come prevedibile, la seduta, dopo il riscaldamento e la parte atletica, ha avuto come protagonista soprattutto il lavoro tattico.

Allegri dribbla la polemica, anzi no... - Aveva iniziato bene la conferenza Massimiliano Allegri; aveva detto della determinazione del Milan a conquistare più punti possibili nelle ultime gare, per mettere almeno pressione alla Juventus: "Mi piace pensare che siamo ancora in ballo per il campionato. Certo, dipende dalla Juventus. Ma con la vittoria di domani teniamo aperte le porte. Dobbiamo andare a Siena a conquistare i tre punti per mettere la Juventus in condizione di non sbagliare e quindi di non essere serena. Per vincere lo scudetto dobbiamo fare qualcosa di straordinario e sperare che la Juventus rallenti". Una Juventus di cui aveva riconosciuto i meriti: "A vederla giocare adesso, è difficile pensare che possa perdere punti. Ma nel calcio può capitare di tutto. Certo, la Juve sta facendo cose importanti, non ha mai perso in campionato (neanche in Coppa Italia, se è per quello; nel torneo Berlusconi, sì, Allegri, quello è tutto suo..., ndr) nelle ultime 7 partite, hanno fatto 19 gol subendone appena uno. Hanno sicuramente dei meriti". Ma è bastata una domanda sulla polemica relativa alla terza stella per squarciare la sua apparente serenità (già messa peraltro a dura prova in questi giorni dalle ricorrenti voci sul futuro della panchina rossonera). E dunque c'è ricascato ed è arrivata la frecciatina: "Primo, non è una cosa che mi interessi: Secondo non faccio più allusioni perché non voglio essere noioso (Conte, ma anche Nicchi avevano fatto rimarcare nei giorni scorsi la stucchevolezza di tante punzecchiature). E soprattutto non voglio ricordare quello che è un dato di fatto". Naturalmente il 'dato di fatto' che incombe nei pensieri di Allegri è il goal di Muntari: tutto il resto non conta, goal di Matri in primis.

Una rosa rifiorita - Come osservava giustamente ieri Tuttosport, uno dei benefici apportati da questa stagione poco smile ma ricca di risultati sul campo, come nella verace tradizione bianconera, è stata la rivalutazione delle rosa. Tagliati i rami secchi, seppur con perdite sanguinose, frutto di alcuni gestioni dissennate, quest'anno molti giocatori hanno invece subito un deciso aumento, in qualche caso addirittura un'impennata delle loro quotazioni. E' il caso, per esempio, di un Marchisio, cui certo non aveva giovato arrivare da due settimi posti; ed è ancor più il caso di Arturo Vidal, acquistato in estate dal Bayer Leverkusen a 10,5 milioni (vincendo la concorrenza del Bayern Monaco) e che ora vale certamente più del doppio (intorno ai 25 milioni): e per la verità nei giorni scorsi alla Juve è arrivata per lui una richiesta del Real Madrid, richiesta che Beppe Marotta ha prontamente respinto al mittente; Vidal da Torino non si muove. Ma anche i vari Pirlo (arrivato a parametro zero), Barzagli (costato 300.000 euro), Giaccherini (pagato 3 milioni per la metà), De Ceglie (tra l'altro un prodotto del vivaio) e Chiellini hanno visto senz'altro crescere, e non di poco, il loro valore, Complessivamente il valore della rosa è passato da 190 a 240 milioni, un bel passo in avanti. Due i flop, quello di Krasic e quello di Elia, che hanno subito un netto deprezzamento rispetto al prezzo di acquisto (rispettivamente di 15 e 9 milioni).

Chiellini: la nostra forza è sapere che dipende solo da noi - Chiellini, come tutti i suoi compagni di squadra, ha sposato appieno la filosofia di Conte, per il quale la partita più importante e difficile è sempre la prossima, la più vicina, e dunque ora la più importante è quella contro il Novara: "Sempre la prima che viene - ha confermato in un'intervista a 'Libero'- non solo perché il Novara ha battuto la Lazio. Da un mese ripeto che le gare più complicate per noi sono con le ultime della classe, a Cesena e al Piola: per i campi, la situazione ambientale, squadre che in una stagione negativa vogliono risollevarsi battendo la Juve, riportando il sorriso in piccole realtà. La prima è andata bene, i romagnoli venivano da 5 risultati utili, non sono brocchi, il quartultimo turno sarà più complicato ancora". Perché, dice il difensore "le grandi avversarie non ci spaventano, con l'entusiasmo immagazzinato", con le medio-piccole, serve qualcosa di più "se non si segna subito, serve un calcio piazzato, una mischia come a Palermo. L’abilità sta nel mettere in campo sempre aggressività". Ma, adesso che è in testa, questa Juve ha una certezza in più: il suo destino dipende essenzialmente da lei stessa. "La carica dentro lo spogliatoio scaccia via tutte le tensioni - conclude Chiellini - Non dipendere dai risultati altrui rende tutto più bello e ci fortifica. L’entusiasmo si respira, nell’ambiente, anche nelle gare più complicate il timore di non farcela non c’è mai. Portiamo avanti le nostre certezze e con pazienza il gol arriva".


Foto Gallery