Moggi: La giustizia sportiva è una giustizia domestica. Conte: 'A nuttata è passata.

News, 6 maggio 2012.

Conte porta a Trieste tutta la rosa. E spiega gli ingredienti che servono per vincere: testa, cuore e gambe. Moggi: La giustizia sportiva si è dimostrata una giustizia domestica, che colpisce ad orologeria alcune persone e ne lascia fuori altre. Allegri: E' il turno decisivo, ma è la Juve ad aver tutto da perdere: noi possiamo superarla o almeno arrivarle alla pari e ci girerebbero le scatole. Il 'graziato' Vidal è stato riconvocato nella Nazionale cilena. Inibizione per Ghirardi e Spinelli, multa per Preziosi.

Tutti a Trieste! - Per la trasferta di Trieste, l'ultima di questo esaltante ma anche sofferto campionato, Conte ha portato con sé tutto il gruppo, inclusi non solo Elia e Krasic, ma anche l'infortunato De Ceglie che, pur non essendo disponibile, vivrà con i compagni questa esperienza, 'di crescita', per dirla con un'espressione cara a Conte.
Questo dunque l'elenco dei ventitré convocati: Buffon, Chiellini, Caceres, Pepe, Marchisio, Del Piero, Manninger, Vucinic, Barzagli, Elia, Quagliarella, Bonucci, Padoin, Pirlo, Vidal, Borriello, Giaccherini, Lichtsteiner, Krasic, Estigarribia, Storari, Matri, Marrone.
Ma anche i tifosi bianconeri vogliono essere al gran completo e ci si attende un Nereo Rocco in bianconero, con oltre 20.000 supporters provenienti da tutta Italia, ma non solo: tanto per cominciare, ieri sera una folla di tifosi schierati davanti al 'Savoia Excelsior Palace' che ospita i bianconeri ha accolto, entusiasta e festante, incurante della bora e della pioggia, il pullman della squadra proveniente dall'aeroporto.

Conte: testa, cuore, gambe - Questa l'ordine preciso, enunciato da Conte in conferenza stampa, dei fattori indispensabili per vincere: "Io dico sempre che per vincere ci vogliono testa, cuore e gambe"; per vincere ma anche per superare lo shock del rocambolesco pareggio interno col Lecce, che è sembrato, almeno psicologicamente, infrangere un sogno che pareva ormai lì, a portata di mano: colpa di Buffon sì, ma forse un po' tutti si son sentiti colpevoli, per non aver saputo matare un Lecce a lungo in inferiorità numerica, sprecando l'insprecabile e buttando alle ortiche un finale di torneo più tranquillo. Come ha detto Conte, l'altra notte per molti, dai giocatori al tecnico al presidente Agnelli, non sarà stato facile prendere sonno: negli incubi qualcuno, soprattutto dello stesso Conte che era là, come ha ricordato l'altroieri Tacchinardi, sarà passato il film girato nella piscina di Perugia ma "Ha da passà 'a nuttata", ha detto Conte. Una volta che la nuttata è passata "bisogna guardare avanti e il nostro guardare avanti significa trovarci un punto in più in classifica sul Milan, a due giornate dalla fine, quindi comunque un guardarsi avanti che è un bel guardarsi avanti". Ciò che è stato è alle spalle, "quello che conta in questo momento è il presente e il presente dice che abbiamo la possibilità di fare qualcosa di superstraordinario". L'imponderabile non lascia dunque nessun contraccolpo e nessuna scoria, a quanto pare, per quando riguarda la squadra: "I ragazzi sono pronti, sono molto convinti, preparati, sono sul pezzo, sanno che è un momento importante, un momento storico"; tanto da non aver nemmeno bisogno di un Conte in veste di motivatore: "Non mi sembra che io dal punto di vista motivazionale debba, in queste ultime partite, fare qualcosa di eccezionale, anzi, anzi forse devo calmierare un po' la situazione". Ormai il rapporto tra il mister e i suoi ragazzi è consolidato, e a Conte basta un'occhiata, dice, per carpire sensazioni, emozioni, stati d'animo di ciascuno: "Sono anche molto sereno perché questo gruppo è una squadra che mi ha dato sempre grandissima fiducia sotto tutti i punti di vista e non vedo perché domani questo debba cambiare" è la conclusione.

Moggi: Guerra tra bande? Giustizia domestica, piuttosto - In un'occasione speciale com'è per ogni tifoso juventino il 5 maggio, Luciano Moggi ha rilasciato un'intervista ad Abruzzoweb. Uno degli argomenti principali è stato, ovviamente, Calciopoli, anche perché proprio su Abruzzoweb il giornalista Roberto Beccantini, qualche giorno prima, in un suo intervento, aveva definito Calciopoli 'una guerra tra bande', sostenendo tra l'altro che le sentenze sportive del 2006 reggono ancora nonostante tutto. La risposta di Moggi non si è fatta attendere: "Beccantini dovrebbe dirci quale è la banda che comandava e che ancora comanda nel calcio italiano, su questo non ci sono dubbi. E la giustizia sportiva andava e va a modo suo. Una giustizia domestica, non c'è altro modo per definirla, che colpisce a orologeria determinate persone e ne lascia fuori altre. Franco Carraro, ex presidente Figc, chiamava l'ex designatore Paolo Bergamo per ordinargli di aiutare la Lazio contro la Juventus alla vigilia delle elezioni in Lega. Questo era il potere mio e della Juventus? Scherziamo? Carraro alla fine se l'è cavata come voleva, uscendo da qualsiasi procedimento. Se questa non è giustizia domestica...". Già, giustizia domestica, e anche addomesticata, per quel che si è visto.
In effetti, sottolinea Moggi, la realtà che ci troviamo sotto gli occhi è lì a dirci che questa 'giustizia' non ha prodotto i benefici effetti sperati: "Mi limito a guardare quello che succede. Vedo un campionato scombinato, ultrà che fanno togliere la maglia ai giocatori per punirli, Sculli e Totti sotto la curva per farsi processare, un allenatore che picchia un suo giocatore, lo scandalo calcioscommesse a livelli mai visti. Mi limito a riflettere, a guardare la realtà così com'è. Fino al 2006 non c'è mai stato questo caos. E il calcio italiano era vincente. Fino al 2006 il campionato era vero. Per cambiare veramente le cose, il presidente della Figc Giancarlo Abete e il presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta dovrebbero dare le dimissioni. Hanno dimostrato di non essere capaci di gestire il calcio italiano".
Loda il campionato della Juventus di Antonio Conte: "La Juventus di Conte non ha mai smesso di correre, ha espresso un ritmo eccezionale frenando un pochettino nel pareggio di mercoledì contro il Lecce, ma è normale. Sta combattendo contro una squadra più talentuosa, il Milan, che però ha avuto contro parecchi infortuni, ma ciò non toglie le grandi cose fatte dal mister e dai ragazzi".
E gli viene spontaneo pensare a ciò che era la sua Juve: "La verità è che la mia Juventus era la squadra più forte. Le hanno provate tutte per farla fuori, attaccandola sui media ogni giorno e portandola in tribunale. Niente, noi continuavamo a vincere. Nel 2006 una squadra già fortissima stava diventando imbattibile. Io, Giraudo e Fabio Capello, con Andrea Agnelli futuro presidente, avevamo messo in piedi una schiacciasassi unica nel panorama calcistico mondiale". E questo è senz'altro uno dei motivi alla base di Farsopoli: sul campo battere questa Juve era troppo difficile, meglio i megafoni dei media, i tavolini e i baffi colorati.
Ciò che Moggi non ha perso, e speriamo non perda mai, è la volontà di lottare per avere giustizia, sia per riformare la sentenza di Napoli sia per allontanare la radiazione inflittagli dalla Figc e confermata dal Coni (una volta tanto competenti): "Abbiamo già fatto appello, per la radiazione andremo alla Corte di Giustizia europea. Non mi fermerò, questo è certo. Continuerò a difendermi".

Allegri: Se arrivassimo pari con la Juve girerebbero le scatole - Massimiliano Allegri ne è convinto: domani sarà la giornata che rivelerà chi avrà vinto il campionato, perché difficilmente l'ultima giornata potrà cambiare le carte in tavola; ma saranno 90' decisivi, perché il Milan non può mollare adesso: "La motivazione importante la dobbiamo avere noi perché è inutile starci tanto a girare intorno, poi dopo nel calcio succede di tutto di più: domani sera alle 11 chi è in testa al campionato ha vinto". Il Milan deve dunque vincere, e deve farlo in una partita speciale come il derby (quello dell'andata l'hanno vinto i nerazzurri): "I derbies sono sempre partite particolari dove bisognerà fare una grande partita anche perché noi abbiamo solo un risultato. Dobbiamo avere tantissime motivazioni, dal derby, dalla possibilità di rimanere attaccati alla Juventus e magari superarla". E se è vero che il Milan sa di avere un solo risultato, per Allegri la pressione maggiore ce l'ha addosso la Juve, perché è quella che più ha da perdere, può perdere la testa (della classifica): "Non bisogna essere nervosi, non bisogna avere una tensione eccessiva anche perché credo che in questo momento quella che ha da perdere è la Juventus". Solo dopo che saranno trascorsi questi 90', si faranno potranno fare conti e bilanci: "Credo che sia la serata più importante della stagione. Prima di fare un bilancio, aspettiamo magari domani sera. La stagione della squadra si valuta non in una partita, non in un punto, ma su quello che è stato fatto durante la stagione, e non solo in questa, ma nel biennio in cui sono arrivato io. Credo che al momento la stagione del Milan sia una stagione importante, magari domani sera diventerà ancora più importante, o magari rimaniamo a un punto dalla Juventus, o magari andiamo, o magari andremo pari, non lo so, speriamo di no perché poi girerebbero un po' le scatole..." Ma se dovessero girargli le scatole non sarà certo per il goal di Muntari, non ne vuol più parlare, dice: "Parlare ora del goal di Muntari non serve assolutamente a niente e poi ho già annoiato tanta gente e non voglio diventare più noioso di quello che sono. Io mi sto divertendo e questa sarà una bella serata da vivere"

Vidal torna in Nazionale - I guai di Arturo Vidal erano iniziati l'8 novembre quando, mentre si trovava in ritiro con la Nazionale cilena per preparare la gara contro l'Uruguay, era rientrato, insieme ad altri quattro compagni (Beauséjour del Birmingham, Jara del Brighton & Hove Albion, Carmona dell'Atalanta) e Valdivia del Palmeiras), in ritardo e, secondo il ct Borghi, 'non in buone condizioni, alcuni sembravano aver alzato il gomito'.
I reprobi erano stati subito allontanati dal ritiro e a dicembre era arrivata la sospensione da parte della Federcalcio cilena: dieci partire fuori dalle convocazioni. Arturo Vidal, che era stato il primo a scusarsi pubblicamente per quanto accaduto, dopo aver scontato la metà della squalifica, verso la metà di aprile aveva avanzato domanda 'di grazia', che era stata accolta. Il ct Vidal aveva dunque riaperto le porte ad una sua convocazione ("a questo momento Arturo può tornare ad essere una risorsa, spetta solo a me decidere. Ho solo bisogno di parlargli per capire quanta voglia abbia di tornare e quanto si senta parte del progetto”); convocazione che ora è arrivata: Vidal rientra infatti (unico tra i reprobi) nell'elenco dei 25 convocati per due incontri per le eliminatorie sudamericane dei Mondiali 2014 (il 2 giugno a La Paz contro la Bolivia e il 9 a Puerto Cruz contro il Venezuela). Sono stati convocati altri due giocatori che militano nel nostro campionato: Edu Vargas del Napoli e Jorquera del Genoa.

Inibiti Ghirardi e Spinelli, multato Preziosi - La Commissione disciplinare nazionale, presieduta dall'avvocato Sergio Artico, ha disposto una serie di ammende nei confronti di Parma (60.000), Genoa ed Empoli (30.000), Palermo (20.000), Inter (10.000 euro) per alcune violazioni del Codice di Giustizia Sportiva e del regolamento Agenti di calciatori, comminando inoltre ammende e inibizioni nei confronti di tesserati, ammende e sospensione della licenza nei confronti di Agenti di calciatori. Tra i dirigenti sanzionati, il Presidente del Genoa Enrico Preziosi (ammenda di 100.000 euro), quello del Parma Tommaso Ghirardi (inibizione di 3 mesi e 5 giorni, ammenda di 5.000 euro) e quello del Livorno Aldo Spinelli (inibizione di 45 giorni). Tra gli agenti dei calciatori Federico Pastorello ha avuto sei mesi di sospensione della licenza e 30.000 euro di ammenda, Oscar Damiani due mesi e 40.000 euro. Anche un ex calciatore è stato multato: Christian Panucci, destinatario di un'ammenda di 30.000 euro.


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