Juve campione! Scudetto e terza stella. Marotta: Conta il campo!

News, 7 maggio 2012.



La Juve è campione d'Italia: è lo scudetto numero 30. Per Agnelli è il 'ritorno in Paradiso'. Lo scudetto della terza stella. Marotta non ha dubbi: sono proprio 30, come abbiamo messo sulle bottiglie dello Champagne; ora affronteremo il problema della stella. Conte: Vincere lo scudetto da allenatore dà cento volte più soddisfazione. Nedved: L'attesa fa soffrire molto di più il dirigente che sta in tribuna. Buffon: Per tre giorni ho dovuto convivere con un gran senso di colpa. Pirlo: Son venuto qua per vincere, sapevo di essere il numero uno e voglio giocare ancora a lungo. Giocatori e tifosi in festa. Galliani si è congratulato con Agnelli.


CAMPIONI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! I campioni d'Italia siamo noi!!!!!- Ce lo auguravamo tutti, in tanti ce lo sentivamo anche, neanche lo svarione di Buffon contro il Lecce ci aveva fatto tremare più di tanto: ieri sera al Nereo Rocco di Trieste la Juventus, battendo il Cagliari mentre nel derby meneghino l'Inter affondava i rossoneri, si è laureata campione d'Italia per la trentesima volta; uno scudetto meritato sul campo, come i suoi ventinove fratelli, un titolo frutto dell'orgoglio e del lavoro dei ragazzi di Conte, l'allenatore che i bianconeri sognavano da qualche anno, perché portatore di quella juventinità che dal 2006 mancava alla guida della squadra.
Ottantun punti, squadra imbattuta, con 22 vittorie e 15 pareggi: un'annata superstraordinaria, per dirla con le parole del mister. E uno scudetto che non è solo il numero 30, è quello della terza stella, un'iniziativa nata da un'idea del papà di Andrea, il primo scudetto dello Juventus Stadium, una cornice perfetta la cui bolgia ha spinto tutto l'anno la Juve col suo calore. Ma soprattutto sarà il primo scudetto dell'era post-Farsopoli. Con gli altri scudetti ha in comune una cosa sola: lo abbiamo vinto sul campo, come sempre: ed è quindi uno scudetto vero, perché il campo dice sempre la verità, il campo non mente.
Un grazie di cuore al capitano di quello "Stiamo godendo" e alle maglie sudate che hanno tenuto alto il nome della Vecchia Signora!

Ritorno in Paradiso - Il presidente bianconero Andrea Agnelli così ha 'descritto' sul profilo twitter ufficiale della Juventus la conquista dello scudetto numero 3: "Dal Paradiso all'Inferno e ritorno in Paradiso, fino alla fine.."

La TERZA STELLA è nostra - E adesso facciamo i conti: 29 più 1 uguale 30. La terza stella è nostra, con buona pace degli Sconcerti di questa Terra. Non c'è Abete che tenga: non è competente; se non lo è stato sugli scudetti, come può esserlo mai sulla stella? La Figc, per il momento, sul suo albo d'oro ci scriva quel che le pare, ma nel firmamento bianconero le stelle sono proprio tre. Più brillanti che mai.
E che siano 30 lo dichiara proprio la Juventus sul suo sito, concludendo così il suo 'lieto annuncio': "Siamo tornati, la Juve è tornata. E non ce n'è più per nessuno"

Marotta non ha dubbi: 30 scudetti, come sta scritto sulle bottiglie di Champagne; e 3 stelle - "E' stato un lavoro molto difficile di tutta la società, dal presidente Andrea Agnelli a Fabio Paratici, a Pavel Nedved, al mister che ha fatto un lavoro splendido - ha detto Beppe Marotta a Sky, mentre intorno a lui esplodeva la festa - ma credo che ce lo siamo strameritato: veramente uno scudetto storico, guadagnato con tanta fatica. Ci abbiamo creduto quando abbiamo iniziato a vedere che la squadra migliorava sul piano dal punto di vista delle prestazioni. Antonio Conte è stato il valore aggiunto perché è riuscito a dare una certa mentalità. Noi in società, col presidente e i collaboratori, abbiamo iniziato un percorso l'anno scorso, quest'anno l'abbiamo migliorato però la squadra ha risposto appieno alle indicazioni dell'allenatore e credo che questo sia uno scudetto di tutti, ma principalmente di Conte".
E sarà lo scudetto numero? "Numero 30, abbiamo messo sulle bottiglie (dello Champagne, ndr) '30', perché sono 30 gli scudetti guadagnati".
E, in caso a qualcuno non fosse chiaro il concetto, alla 'Domenica sportiva ha ribadito il concetto: "È lo scudetto numero 30, assolutamente. La terza stella? Sono dell'avviso che contino i campionati vinti sul campo, è una polemica che non abbiamo voluto scaramanticamente affrontare. Fin qui abbiamo messo il numero 30 sulle bottiglie di champagne, da domani potremo tranquillamente pensarci".

Conte: Da allenatore si gode cento volte di più - Antonio Conte, dopo la prima reazione a caldo ("Le sensazioni son qualcosa di bello, di fantastico, di straordinario, siamo veramente contenti di aver coronato un'annata straordinaria sotto tutti i punti di vista che è diventata superstraordinaria"), ha successivamente analizzato il suo stato d'animo in relazione al ruolo che ora ricopre: "Per quello che dà la soddisfazione che dà vincere da allenatore è veramente centuplicata rispetto all'essere calciatore, perché comunque la senti una tua creatura, qualcosa che ti appartiene, che comunque hai cercato di far crescere e ho avuto la possibilità e la fortuna di avere dei calciatori che mi hanno grandissima disponibilità sin dal primo giorno altrimenti non staremmo qui a festeggiare niente". Ma non ha mancato di rendere onore all'avversario sconfitto: "L'unica cosa che mi sento di dire è di rendere onore e merito anche ai vinti quindi in questo caso il Milan che è una grandissima squadra che era partita quest'anno per vincere campionato, Coppa Italia e Champions; noi siamo riusciti a primeggiare rispetto a loro con grande forza, con grande determinazione, con grande lavoro sopperendo ad un gap che ci vedeva sicuramente ad inizio campionato molto molto distanti rispetto a loro".

Nedved: Da dirigente l'attesa è ancora peggiore - Pavel Nedved è sicuro: vivere l'attesa da dirigente è peggio che viverla da calciatore: "E' molto peggio perché in campo non ti rendi conto, stai lavorando fisicamente, stai portando avanti il lavoro della tua squadra - dice a Sky - in tribuna invece si soffre molto di più". Quel che è certo è che si tratta di "uno scudetto non vinto, ma stravinto, se prendo come ha giocato la squadra, in tutte le partite, credo che hanno giocato il miglior calcio e hanno festeggiato meritatamente". Non è possibile nominare un vero protagonista, nella Juve di questa stagione: "Non è possibile scegliere: si è dimostrato che questa squadra, questa società lavorano come un gruppo, è tornata gruppo ed è tornata anche a vincere. Questo conta" . Anche perché, seppur meritato per il gioco espresso, è stato un titolo inatteso, almeno ad inizio stagione: "Ci abbiamo sempre creduto nelle nostre possibilità; ci sono stati momenti molto difficili, però, per come si esprimeva la squadra sul campo, ero molto fiducioso, anche se dobbiamo veramente dire che è stato tutto inaspettato" Non vuole parlare oggi di calciomercato: "Abbiamo una squadra che ha vinto lo scudetto, siamo già accorti e adesso vedremo coem affrontare i futuri impegni". Grazie anche a Pavel, per esser stato spesso a Vinovo, vicino alla squadra per aiutare Antonio Conte a trasmettere ai ragazzi un po' di quello spirto guerrier conoscono tanto bene, perché, come ha detto Conte, per vincere occorrono 'testa, cuore e gambe'.

Adesso Buffon lo può dire: Sono state tre brutte giornate - I tifosi lo hanno da subito rincuorato, e anche stasera allo stadio c'erano striscioni per lui, Ma certo Gigi Buffon non si sarebbe mai perdonato se il suo errore contro il Lecce fosse risultato determinante nella corsa al titolo e, dopo tre giorni di silenzio, adesso finalmente confessa: "Non posso dire che quell'errore non mi abbia lasciato nulla, più che altro per un senso di responsabilità, avevo paura che magari la squadra o qualcuno si lasciasse intimidire o si impaurisse in vista di questo rush finale; è stato un senso di colpa con il quale ho convissuto molto male in questi giorni". E questo scudetto per lui è la dimostrazione che è proprio vero il detto "il sudore e il lavoro pagano". Per Gigi questo è "il giorno dei giorni, il giorno del riscatto", ed è felice di condividerlo "con Del Piero", che con lui ha vissuto 'quei' momenti, così come "Camoranesi, Trezeguet e Nedved": quelli che sono scesi con lui in serie B; perché "quando devi scendere in serie B non è mai facile; l'unica motivazione per cui l'abbiam fatto è l'amore per questa maglia, la riconoscenza nei confronti della società e dei tifosi, il senso di appartenenza tra questi colori e di amicizia tra di noi"; e anch'essi avrebbero meritato di vivere una stagione come questa. Ma adesso è il momento di gioire: "Ho sofferto tanto perché sei anni non sono pochi però la gioia di stasera è una gioia che ha pochi eguali"; e davanti a Massimo Mauro che sproloquiava in tema di rispetto per la giustizia da rispettare ha risposto: "E' un discorso che va avanti da tanto tempo e non so se troverà mai fine" ma "la verità è una: sul campo ne son stati vinti 30 e io ne ho vinti ci5, poi in qualche altra sede ne son stati assegnati 28 e a me tre, però se devo dire quel che è successo in campo ne ho vinti 5".

Pirlo: Sono venuto qui per vincere: voglio giocare a lungo - Uno dei grandi protagonisti della stagione bianconera, la chiave di volta del gioco, è stato Andrea Pirlo; il Milan non aveva più bisogno di lui e allora ha deciso di intraprendere una nuova avventura con la Juve; così lo spiega lo stesso Pirlo, che aveva le idee ben chiare da subito, a quanto sembra: "Avevo bisogno di altre motivazioni, ho scelto un progetto nuovo come quello della Juventus perché ero convinto di poter venire qua e vincere. Quindi il mio obiettivo si è concludo alla grande, perché sapevo di poter dare ancora tanto; ero convinto di essere ancora il numero uno e l'ho dimostrato in tutto l'anno. Spero di poter giocare ancora tanti anni perché ho voglia, son contento quando gioco, mi diverto e quindi spero di poter giocare ancora a lungo".

La festa - La festa è iniziata subito dopo il fischio finale, quando i tifosi bianconeri presenti sugli spalti del Nereo Rocco hanno pacificamente invaso il campo. I calciatori, rientrati a fatica negli spogliatoi, hanno festeggiato con canti e champagne.
In molte località sparse per l'Italia, i tifosi, al termine della partita, si sono riversati nelle strade, dando inizio a caroselli a clacson spiegati.
In particolare, a Torino hanno invaso le vie del centro oltre 40.000 persone, che hanno preso d'assalto i venditori di magliette e bandiere con la terza stella. Poi la folla si è spostata verso l'aeroporto di Caselle, dove l'aereo che riportava a Torino e neocampioni d'Italia è atterrato attorno alle 3.30. I tifosi festanti hanno accolto calorosamente i loro beniamini, con applausi e cori in quantità industriale.

Le congratulazioni di Galliani - La Juventus ha vinto lo scudetto e lo ha fatto meritatamente: non ha potuto fare a meno di riconoscerlo anche Adriano Galliani, che ha telefonato ad Andrea Agnelli per congratularsi personalmente con lui per la conquista dello scudetto.


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