Narducci: Come per Calciopoli, niente colpi di spugna! Ciao, Alex!

News, 1° luglio 2012.

Narducci: Come nel 2006, c'è il rischio che un'eventuale vittoria agli Europei porti ad un colpo di spugna su Scommessopoli. Dal suo sito internet Del Piero saluta i suoi tifosi. Buffon: Un'analogia col 2006? La stessa fiducia. Dal suo sito il Milan esalta le prodezze dei rossoneri agli Europei: decisivi!


Narducci: No ai colpi di spugna su Scommessopoli - Lasciato, non senza un volar di stracci tra lui e il sindaco De Magistris, l'incarico di assessore alla sicurezza del Comune di Napoli, l'ex pm di Calciopoli, Giuseppe Narducci, in attesa che il Csm decida a quale ufficio giudiziario assegnarlo (ma che non potrà essere né Napoli, né Roma "perché competente sui procedimenti che riguardano i magistrati del capoluogo campano", così ha deciso la Quarta commissione del Csm stesso), si diletta con la letteratura e con le presentazioni del suo libro su Calciopoli, in pratica null'altro che la riproposizione della sua requisitoria finale. E ieri sera lo ha presentato a Monticiano, il paese natale non solo di Luciano Moggi, ma anche di Carlo Petrini, nemico storico di Moggi, e dunque alleato naturale del pm napoletano, che a lui ha dedicato il suo libro e che a margine delle presentazione, ai microfoni Sky, non ha mancato di osannarlo definendolo "un testimone appassionato, ostinato, negli ultimi anni, nella ricerca e nella battaglia per la verità sempre e comunque".
Ma il dottor Narducci è andato oltre, lanciando il suo personale anatema sul mondo del calcio, incapace di liberarsi dei suoi mali: "Il mondo del calcio purtroppo non ce la fa a fare a meno di queste cose, è un refrain, è una storia immancabile che si ripropone ciclicamente e anche abbastanza spesso per altro casualmente quasi sempre alla vigilia delle competizioni internazionali cui partecipa la Nazionale. No, il calcio da solo non ce la fa. Il problema è un atteggiamento complessivo e un clima complessivo che si respira ancora e sempre, che è un clima che secondo me no fa bene e che è ancora segnato dal grande male del calcio italiano, quello che secondo me viene prima di tutto. Carlo (Petrini, ndr) lo ha combattuto per una vita: l'ipocrisia". E pensare che pareva che, abbattuto il totem Moggi, il calcio fosse veramente lindo e pulito. Invece no.
Ma bisogna stare all'erta, perché questo mondo ne sa una più del diavolo, e cerca sempre di cancellare le sue colpe con un colpo di spugna. Nel 2006 ci hanno pensato Auricchio e Narducci a fare pulizia vera; e adesso cercansi surrogati per Scommessopoli. Sentiamo ancora Narducci (come riferisce resport.it): "Il rischio che con una vittoria della Nazionale agli Europei ci possa essere un 'colpo di spugna' sull'inchiesta è reale. La parte che non vuole fare i conti con la realtà e che cerca di cancellarla con un colpo di spugna, pensa sempre di approfittare del trionfo. Tutto sommato fu l'operazione che scattò alla vigilia dei Mondiali in Germania. Alla fine però le cose non andarono in quel modo. Spero che anche questa volta non si riproponga questo tentativo di insabbiare l'inchiesta e quindi che domani sera ci sia una vittoria azzurra, e poi il calcio faccia i conti con i suoi mali". Certo che se si fosse dato retta a lui, lasciando a casa Bonucci e Buffon (e magari per paura di contagio i loro compagni in bianconero), adesso ci saremmo già tolti il problema. Tutti al mare, subito dopo la fase preliminare.

I saluti di Del Piero - Da stamane Alex Del Piero non è più ufficialmente un giocatore della Juventus, anche se non ha ancora deciso dove giocherà il prossimo anno. E dal suo sito Internet ha salutato così i suoi tifosi, che lo hanno accompagnato nei momenti beli e in quelli brutti, per tutti i suoi 19 anni in bianconero: "Finisce qui, il mio contratto con la Juventus scade oggi. Non è una notizia, ma sapere che è "ufficiale" fa comunque effetto. Per me non è un momento triste, non c'è rimpianto né nostalgia. Non più. Perché in questi giorni ho avuto modo di ripensare a tutto quello che è successo nella mia ultima stagione in bianconero, poi di lì tornare indietro, e rivivere il più bel sogno che avrei potuto sognare. Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e, per dirla tutta, anche qualche recente amarezza; oggi tutte queste immagini mi passano davanti e a un certo punto si appannano e si dissolvono in quell'abbraccio meraviglioso della mia ultima partita a Torino. Quella è la fotografia che racchiude tutto, l'istantanea che voglio portare sempre con me, quella che dal 13 maggio mi si è stampata nel cuore. Incancellabile», prosegue alludendo al giorno della sua ultima partita in campionato con la maglia della Juventus e alla 'standing ovation' del pubblico bianconero al momento della sua sostituzione contro l'Atalanta. Qualche tempo fa, prima di partire per le vacanze, ho svuotato il mio armadietto a Vinovo e, uscendo dal campo d'allenamento, mi sono fermato là dove per molti mesi mi avete aspettato voi per un una foto, un autografo, un saluto; sotto la neve, il gelo, la pioggia, il sole che picchia. Ma questa volta sono io a salutarvi e a ringraziarvi, come voi avete fatto con me. I giocatori passano, la Juventus rimane. Rimangono i miei compagni, ai quali auguro il meglio: tiferò sempre per loro. Rimanete soprattutto voi tifosi, che siete la Juventus. Rimane quella maglia che ho amato e amerò sempre, che ho desiderato e rispettato, senza alcuna deroga, senza sconti. Sono felice che altri dopo di me possano indossarla, anche e soprattutto la '10' che da quando esistono i nomi sulle maglie bianconere, ha sempre portato il mio. Sono felice per chi la indosserà l'anno prossimo, sono felice che da qualche parte, in Italia e nel mondo, qualcuno sta sognando di indossarla. E sarei orgoglioso che volesse ripercorrere la mia storia, come io ho fatto con altri campioni, altri esempi, altre leggende. Da domani non sarò più un giocatore della Juventus, ma rimarrò per sempre uno di voi. Adesso comincia un'altra avventura. E io sono carico come 19 estati fa. Arrivederci, ragazzi. Grazie di tutto. Alessandro". Ciao, Alex, e grazie di tutto!

Buffon: La stessa fiducia del 2006 - Un'altra vigilia importante per Gigi Buffon, come lo fu quella del 2006, l'esito non lo può certo prevedere nemmeno lui:, basta aspettare: "Le emozioni sono quelle, la fiducia è quella - ha detto nella conferenza stampa della vigilia -. Se sarà uguale o meno, basterà avere la pazienza di aspettare. Quando intraprendi un cammino di un certo livello le analogie sono molte". A chi gli fa notare che la Nazionale è vincente quando lo è la Juve, ribatte caustico, con la solita faccia rabbuiata che esibisce di questi tempi, che non è poi così vero, visto che nel 2006, a quanto pare, nonostante i 91 punti, non lo ha vinto (almeno secondo l'albo federale). Un'altra stoccata la rifila a chi due anni fa, in occasione del Mondiale sudafricano, non gli risparmiò critiche: "Due anni fa ero il 150° tra i più forti del mondo, ora sono contento di essere qui e di giocarmi questa finale. Spero di essere all'altezza della situazione". Parole dolci solo per il presidente Napolitano: "In un momento di miseria come questo, una persona di buon senso e intelligente sembra un gigante. E lui sembra un gigante, tanti complimenti".

ItalJuve o ItalMilan? - Non v'è chi non riconosca come questa Nazionale porti netta l'impronta bianconera, non solo per il numero dei giocatori della Juve regolarmente in campo (5-6), ma anche per il suo marchio di determinazione addirittura feroce nel perseguire un risultato, con il sudore nell'allenamento prima e con l'impegno strenuo sul campo poi. Tradizionalmente le Nazionali vincenti hanno avuto l'ossatura della Juve; quest'anno, almeno ad inizio stagione, era forse poco prevedibile, con una Juve che partiva in sordina: ma poi la cura Conte ha dato i suoi frutti riportando a livelli ottimali giocatori come Pirlo e Barzagli, Marchisio e Chiellini, persino quel Bonucci che già veniva additato come una promessa mancata, e ridando una grinta incredibile al sorridente Buffon degli ultimi campionati. E di questo gruppo trainante si è avvalsa la Nazionale; nulla hanno potuto contro questa forza interiore le polemiche, assai spesso strumentali, sollevate dei media prima ancora che la spedizione avesse inizio: la bufala delle scommesse è servita solo ad imbufalire Gigi e a rendere più feroci le sue prestazioni, in campo e davanti ai microfoni; e Bonucci è riuscito a mantenere calma e autocontrollo assoluti, tanto da aver la freddezza di stoppare le invettive di Balotelli dopo il goal messo a segno contro l'Inghilterra. E occorre aggiungere che un surplus al marchio di Juventinità lo ha portato anche Cesare Prandelli, che con la Juve ha giocato (e vinto) per sei anni e conosce il modo di essere juventino, con la vittoria come traguardo per cui lottare sino all'ultimo respiro.
Ma c'è qualcuno che non può non rosicare. Dopo aver proiettato per mesi su tutti gli schermi il film der gò de Muntari, dopo aver riaffermato orgogliosamente che rinunciare a Pirlo ha portato solo vantaggi, adesso dal sito ufficiale ingaggiano la guerra dei minuti vissuti sul campo dai loro eroi (anche di quelli che ancora in rossonero non hanno ancora giocato). Anche se numericamente è una guerra persa conta essere decisivi e in casa Milan dal loro sito affermano, petto in fuori, di esserlo stati: Cassano, Nocerino, Abate e Montolivo (!) hanno deciso le sorti dell'Italia. Bisogna dire che in effetti Montolivo (sarà quello della Fiorentina) ci ha provato a deciderle, sbagliando il rigore; poi è arrivato il cucchiaio dello 'scarto' Pirlo a rimettere in corsa l'Italia.

 


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