Petrucci: No ai presidenti arroganti, che criticano invece di agire.

News, 29 dicembre 2012.


Petrucci: "Non amo l'arroganza di certi presidenti che dicono: la Federazione deve fare questo, lo facciano prima loro in Lega, la Federazione sta facendo il proprio lavoro con grande serietà". Abete il 14 gennaio si avvia a battere se stesso. Agnelli: Il 2013 sarà più duro del 2012 ma non ci mancherà tanta determinazione, perché la vittoria più bella è sempre la prossima. I bianconeri hanno ripreso gli allenamenti a Vinovo. Platini, premiato come miglior dirigente calcistico del 2012, a Dubai parla di Fair Play Finanziario, di etica e degli stadi italiani. Un turno di squalifica per Lichtsteiner, due per Ranocchia.


Petrucci: Basta con l'arroganza di quei presidenti che dicono a alla Figc cosa fare - Quello dei 'presidenti arroganti' dev'essere un vero e proprio pallino del presidente (ancora per poco, ma solo in funzione di un trasloco di poltrona) del Coni Petrucci: aveva già lanciato questo suo grido, di insofferenza più che di dolore, nella famosa invettiva contro il doping legale, in cui invitava la lega a pensare prima di tutto ai fatti suoi e annunciava la formazione di un gruppo di saggi con l'incarico di mettere a punto norme contro "l'arroganza di una parte del calcio", perché "non devono prevalere gli arroganti e i prepotenti". Saggi che poi non devono aver messo a frutto tutta la loro saggezza partorendo in realtà un topolino cieco, visto che il megapasticcio del calcioscommesse a mille velocità con i suoi pentiti ad orologeria ha dimostrato che la situazione non è affatto migliorata rispetto al passato; e che l'etica rimane un'utopia se si 'premia' con sconti e penalità a prezzi di supersaldo chi ha scommesso e si condanna qualcuno che 'chi ci dice che non sapesse?'
E ieri nel discorso in cui faceva un bilancio di fine 2012 Gianni Petrucci ci ha riprovato, andando a rinforzare la polemica innescata ieri da Abete contro Agnelli: "Vorrei che i presidenti di calcio fossero più sereni, perché i presidenti di calcio con cui sono stato in grandi rapporti o sono in grandi rapporti, ho lavorato tanti anni al calcio e sono grato al calcio, in privato questi presidenti ti fanno grande amicizia, ti dicono che sei bravo, ti dicono di andare avanti, poi leggi le interviste e fanno gli eroi, i fenomeni. Il Coni.. la Federazione... Io vorrei un po' più di moderazione, prima nel dimostrare amicizia e poi nel fare gli eroi sui giornali. Il calcio è sempre esasperato, vuol sempre dimostrare non si sa che. E io devo dire: io ho rapporti buoni con quasi tutti i presidenti, con poche eccezioni, e dico che io non amo l'arroganza di certi presidenti che dicono: la Federazione deve fare questo, lo facciano prima loro in Lega, la Federazione sta facendo il proprio lavoro con grande serietà, gli insegnamenti vengono solo dal Signore, rimaniamo coi piedi per terra. Il mondo del calcio è un mondo straordinario, affascinante, bellissimo, lo possiamo rovinare solo noi, soltanto noi. E allora dico alle leghe: organizzatevi, fate voi prima bella figura, la Federazione certamente è al servizio delle società di calcio perché sono loro che poi mettono i soldi. Ricordiamolo, i soldi delle società di calcio sono dei presidenti, nessuno dà i soldi ai presidenti federali, però siano anche un po' umili non dicano: 'i soldi sono nostri, le regole le facciamo noi', ci sono tante brave persone, tantissime brave persone, siano meno eroi sui giornali e più sinceri".
Quindi all'arroganza si aggiunge stavolta una doppia faccia, cortesia in privato e quella che Petrucci chiama 'arroganza' in pubblico, sui media: ma che invece altro non è che richiamare chi continua a governare lo sport italiano, che muove tanti soldi, soldi appunto delle società, come un piccolo circolo sportivo con giudici dopolavoristi che "passano in pochi minuti - per dirla con Agnelli - dal giudizio su un giocatore patrimonialmente importante come Bonucci a quello sull'ultimo dei dilettanti"; che è anche reclamare a buon diritto una giustizia veramente terza e indipendente dai poteri federali, concetto su cui sia Abete che Petrucci hanno sempre glissato con nonchalance un po' sospetta. Ma Figc e Coni preferiscono continuare a giocare a ping pong con la lega: voi non fate, perché dovremmo fare noi.
Sottoscrive in piena le parole di Abete sul fatto che la vera cura del calcio sia il problema degli stadi: ma sposta un po' il mirino, dalla legge alla volontà: "Io sottoscrivo che la vera cura sia la legge sugli stadi, ma poiché la legge sugli stadi oggi non c'è, se uno vuol fare lo stadio lo può fare, non è che oggi è vietato fare gli stadi; non ci sono i soldi, la legge sugli stadi è una di quelle leggi che non costava nulla, il presidente Abete ha fatto bene a ricordarla. Ma non dev'essere una scusa per il mondo del calcio che le società non possono fare nulla, perché la Juventus l'ha fatto senza legge sugli stadi; io dico che questa serve, ma tante altre leggi servono, serve la legge sul professionismo sportivo, che riguarda anche il basket, serve la legge sulla tutela dei marchi. Sono veramente dispiaciuto che in tutti i programmi che vedo oggi, alla vigilia delle elezioni politiche, non ho visto una parola di sport".

Tutti pazzi per Abete - Il 14 gennaio ci saranno le elezioni della Figc e Giancarlo Abete ri-vincerà facile, anche perché sarà l'unico candidato: gli appoggi alla sua candidatura grandinano: ha già l'appoggio della Lega di serie B, del sindacato calciatori, l'Associazione italiana arbitri e ieri sono arrivati anche gli accreditamenti di Renzo Ulivieri per l'Assoallenatori, di Mario Macalli per la Lega Pro e di Carlo Tavecchio per la Lega Dilettanti. Per un calcio mummificato, che sopravvive ai suoi scheletri.

Agnelli: La vittoria più bella è sempre la prossima - Andrea Agnelli, intervistato dal sito ufficiale della Juventus, ha menzionato il suo ricordo più bello del 2012: "Credo vedere le 400.000 persone in piazza il giorno dello scudetto è stato qualcosa di straordinario. Abitando in collina sentivo il rumore dopo che la squadra aveva vinto a Trieste, e guardare da lontano e sentire, percepire quello che è stato, è stato qualcosa di magnifico". Ma non è certo appagato, per lui, che ama definirsi 'un tifoso', come per tutti i tifosi, il successo più bello è sempre quello che deve ancora venire; quindi, dice, sotto l'albero degli juventini quest'anno "ci sono tante cose, però lo juventino sa anche perfettamente che quello che è stato il passato non conta più nulla: lo juventino vuole il prossimo e quindi noi sappiamo che dobbiamo lavorare con professionalità, con attenzione e con tenacia perché la vittoria più bella è sempre la prossima". Quella che non mancherà mai in casa Juve sarà "tanta determinazione sapendo che il 2013 sarà ancora più duro di quello appena passato e quindi non mancherà determinazione".

La Juventus ha ripreso a sudare - Accantonate alla svelta le feste, i bianconeri son tornati a sudare a Vinovo (fosse per Conte sarebbero tornati già ieri): doppia seduta a grande intensità, perché Conte vuole affrontare il nuovo anno con una squadra già fisicamente al top: il 6 gennaio c'è la Sampdoria per chiudere il girono di andata e il 9 c'è il Milan in Coppa Italia; solo i sudamericani Caceres, Isla e Vidal e il ghanese Asamoah hanno avuto il permesso di arrivare a mezzogiorno, ma dopo il pranzo hanno cominciato a faticare coi compagni; Asamoah peraltro a giorni ripartirà per unirsi alla sua Nazionale con la quale disputerà la Coppa d'Africa: un'assenza pesante per la Juve, già priva dell'infortunato Chiellini, che era a Vinovo, ma per iniziare il suo programma di recupero. Ecco perché Marotta ha fretta di chiudere per Federico Peluso; il dg dell'Atalanta Marino ha ieri dichiarato che su Peluso la priorità ce l'ha la Juve, che l'ha già trattato a lungo in estate; in seconda battuta avanza la candidatura del clivense Andreolli, sul quale c'è anche il Napoli; sbiadisce l'interesse per Neto, chiuso da un prezzo giudicato eccessivo.
La difesa è la priorità, solo dopo aver sistemato l'emergenza difesa si vedrà se vi è l'opportunità di cogliere qualche buona occasione per l'attacco, che ha perso Bendtner sino a tutto marzo.
Ieri Paratici era a Vinovo e ha parlato a lungo con Conte, per concordare tutte le strategie di mercato.

Cittadella Juve: firmato il preliminare di vendita dell'area - Con la firma, avvenuta ieri, del contratto preliminare di vendita alla Juventus dell'area della Continassa, vicino allo stadio del club bianconero, è stata avviata in concreto l'operazione di recupero della cascina omonima dove sarà realizzata la nuova sede della Juventus, ma non solo, anche il centro per gli allenamenti, residenze, servizi ed aree verdi. La trasformazione dell'area è prevista dalla variante 277 del piano regolatore di Torino, approvata dal consiglio comunale.

Platini su Fair Play Finanziario, etica e stadi - "In un mondo in cui il calcio non ha mai ricevuto così tenti soldi abbiamo tutti gli anni un debito, una perdita di un miliardo e 750 milioni di debiti. Ci dev'essere qualcuno che dice basta e sono io. Dunque abbiamo messo insieme tutte le famiglie del calcio, tutti i politici, la Commissione Europea, il Parlamento europeo, tutti insieme per dire basta, adesso spendiamo i soldi che abbiamo. Abbiamo fatto un lavoro su quattro anni, i quattro anni stanno per finire e l'anno prossimo cominciamo con le sanzioni. Ho messo in funzione questo sistema per evitare che le vittorie non arrivino sperperando soldi ma producendo utili con la squadra Se c'è un proprietario che ha potenzialità infinite e le spende nel calcio abbassa il livello di competitività delle altre. Il Fair Play Finanziario nasce per dare equilibrio: ci sono stati club più ricchi e altri più poveri. Gli squilibri si sono evoluti, non va bene. Il mio ruolo è conciliare l'inconciliabile: etica e denaro. Investitori nel calcio? Se succede solo per produrre soldi mi fa schifo..." Così Michel Platini alla quarta edizione di Globe Soccer, forum internazionale sul calcio tenutosi ieri nel Burj Khalifa, il grattacielo di Dubai alto 828 metri e 160 piani, manifestazione nel corso della quale è stato premiato come miglior dirigente calcistico (tra gli altri premiati: Mourinho come miglior allenatore 2012 e anche maggior attrazione mediatica dell'anno; Maradona come miglior calciatore del secolo scorso, Radamel Falcao come miglior calciatore 2012 e Eric Abidal con un premio alla carriera). Il tema di quest'anno era l'Etica nel professionismo; così si è espresso in materia Platini: "Etica e la popolarità non hanno niente a che vedere tra loro. Mi invitate a parlare di comportamenti etici e spero siate coscienti di aver invitato un praticante e non un teorico, un calciatore e non un professore di filosofia. Ho giocato qualche anno e le cose per me erano molto chiare. Non ho mai preso un cartellino rosso e il mio modo di essere sul terreno di gioco è stato talmente irreprensibile dal rendermi popolare, con logica approvazione del pubblico. Poi sono divenuto dirigente e in forza del ruolo sono stato costretto dalle mie responsabilità a prendere delle decisioni. Quando l'Atletico di Madrid è stato sanzionato dalla commissione disciplinare dell'Uefa per le azioni dei suoi tifosi, di colpo sono stato detestato dai soci del club, e così con il Fenerbahçe, sospeso un anno per delle partite aggiustate, ed i suoi soci, o con gli editorialisti inglesi per delle idee della Premier League da me giudicate prive di senso. Questo prova che la popolarità non ha niente a che fare con l'etica. Una verità pertanto si impone alla base di tutte le riflessioni sull'etica dello sport professionale nel calcio: i giocatori sono pagati e sovente bene per vincere. Questo vuol dire che devono impegnarsi con tutti i mezzi corretti per far trionfare i propri colori ed ogni altro modo di essere diventa immorale e contrario all'etica. Questo patto etico giustifica la remunerazione e chi non lo rispetta lavora contro l'etica e trucca un risultato, perché non gioca per vincere. L'essenziale è vincere, vincere rispettando le regole".
Platini ha parlato anche dell'Italia, in particolare del problema degli stadi, con una piccola appendice sulla Juve: "La gente del mondo pensa che l'Italia sia un grande e bel paese e che il calcio in Italia è sempre una religione, che ci sono dei momenti un po' difficili ma che verranno giorni migliori. Il vostro problema sono gli stadi. Non voglio parlare di politica, ma a livello del calcio avere forte bisogno di rifare gli stadi. Prima ancora dei soldi ci vuole la volontà politica, con cui si possono fare tante cose. Gli stadi non valgono punti, ma credibilità per il Fair Play Finanziario, perché è un modo per ricevere incassi abbastanza importanti per risolvere i problemi economici delle società. La Juve con quel bello stadio si è modernizzata ed è diventata una grande società e dopo aver cominciato a vincere di nuovo in Italia comincia a puntare il naso in Europa. In Italia ha vinto, non so se è abbastanza forte per vincere in Europa, questo non lo so, dipende dalla mentalità della Juve, la Juve del mio tempo era una Juve abituata a vincere in Europa.

Lichtsteiner squalificato - Stephan Lichtsteiner, già diffidato e nuovamente ammonito contro il Cagliari, per comportamento scorretto nei confronti di un avversario, è stato squalificato per un turno dal Giudice Sportivo. Squalificato per due giornate invece l'interista Ranocchia perché, già in diffida, era stato nuovamente ammonito per comportamento scorretto e per avere, al termine della gara, contestato l'operato arbitrale rivolgendo al Quarto Ufficiale un'espressione provocatoria. Un turno di squalifica per i due espulsi di giornata Aoas Marcos Marquinhos (Roma, per avere volontariamente colpito il pallone con le mani, impedendo la segnatura di una rete) e Astori (Cagliari, per doppia ammonizione. Salteranno la prossima gara anche altri dieci giocatori che, già diffidati, sono stati di nuovo ammoniti: Soriano (Sampdoria), Bertolacci (Genoa), Carmona (Atalanta), Mexès (Milan), Muñoz (Palermo), Perez (Bologna), Pinzi (Udinese), Pisano (Cagliari) e Valdés (Parma).
Ammonito con diffida e multato di 2.000 euro l'allenatore del Cagliari Ivo Pulga, espulso contro la Juve al 20' del secondo tempo per avere contestato platealmente una decisione arbitrale uscendo dall'area tecnica, infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale. Ammoniti con diffida anche i genoani Maurizio D'Angelo e Pilati Alessandro, rispettivamente collaboratore tecnico e preparatore atletico, per avere, al 6' del secondo tempo, contestato platealmente l'operato arbitrale. Ammonito con diffida, infine, anche il massofisioterapista della Fiorentina Maurizio Fagorzi per avere, al 34' del primo tempo, contestato platealmente la decisione di un Assistente.
Due le società multate: la Roma, di 25.000 euro per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, lanciato nel recinto di giuoco alcuni petardi e un bengala; per avere inoltre lanciato nel settore occupato dai sostenitori della squadra avversaria, alcuni petardi e alcune bottiglie senza conseguenze lesive; per avere infine, all'11' del secondo tempo, indirizzato un fascio di luce laser verso l'Arbitro e verso un calciatore della squadra avversaria; e il Milan, di 6.000 euro, per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, lanciato nel settore occupato dai sostenitori della squadra avversaria alcune bottiglie senza conseguenze lesive.


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