Nedved: Sul futuro della Juve sta alla proprietà decidere. La road-map di Agnelli.

News, 7 aprile 2013.

 

Juventus-Cagliari si gioca alle 18: seguirà la premiazione. Nedved: Ci siederemo per capire cosa serve per vincere ancora; ma poi toccherà alla proprietà dichiarare cosa abbia voglia di fare. Andrea Agnelli: Il nostro sistema calcio ha perso terreno sotto tutti i punti di vista; ma cosa vogliamo? Una serie A in grado di competere all'estero o il suo ridimensionamento? I bianconeri sono già tornati a Vinovo. Per Pogba tre giornate di squalifica e campionato finito. Pogba, intervistato da 'L'Equipe' pensa in grande: "Sono campione e, insch'Allah, la prossima stagione vinceremo la Champions League".

 

Juventus-Cagliari anticipata alle ore 18 - La Lega di serie A ha comunicato variazioni di data e orario per tre partite della diciottesima giornata di serie A.
Juventus-Cagliari, che era programmata per sabato 11 maggio alle ore 20.45, è stata anticipata alle ore 18: al termine della partita vi sarà la consegna ai bianconeri della Coppa di Campioni d'Italia.
La gara originariamente prevista per sabato 11 alle ore 18, Lazio-Sampdoria, slitta a domenica alle ore 15; sabato alla 20.45 si disputerà invece Catania-Pescara (originariamente calendarizzata per domenica 12 alle 15)

Nedved: Adesso tocca alla proprietà decidere gli obiettivi - Pavel Nedved ieri mattina era al Golf Club Royal Park I Roveri (di cui è presidente Andrea Agnelli) per un'attività benefica. E lì è stato intervistato da Francesco Cosatti per Sky Sport 24 sulla situazione apertasi in casa Juve, con le richieste esplicite di Conte, che vuole chiarezza sugli obiettivi e sulle risorse per raggiungerli. Nedved è partito dai complimenti al gruppo che ha vinto: "Sono stati bravissimi, sia l'allenatore che il gruppo dei calciatori, che credo siano migliorati, in confronto all'anno scorso quando hanno vinto. E' stata un'annata più forte di quell'anno scorso. Bisogna solo far loro i complimenti; io sono contento che si sia ripresa l'abitudine ad una Juve vincente che ha una ripetitività. Questa mentalità che volevamo siamo riusciti tutti insieme a ottenerla".
E adesso quali saranno i prossimi passi? "I prossimi passi? Li abbiamo sentiti dalla bocca di Marotta e di Conte. Sicuramente vederci, perché dopo due scudetti e una Supercoppa vinta, ovviamente ci sono altri obiettivi da raggiungere e bisogna sedersi per parlare di come possiamo migliorare, in quale senso e cosa c'è bisogno per rivincere ancora. Perciò è giusto che ci sia richiesta sia dell'allenatore che della Società di vedersi e chiarirsi delle cose".
E ha aggiunto: "Il merito va soprattutto al nostro presidente che ha scelto questa dirigenza, con Marotta e Paratici che sta lavorando tantissimo da dietro. E' normale che una Società sbagli qualcosina, ma questa, devo dire, ha sbagliato pochissimo".
Ma decidere sulla linea da seguire, dice, dovrà essere la proprietà: dovrà decidere se assecondare un Conte che vuole vincere aumentando l'investimento inizialmente previsto (visto anche che grazie all'accelerazione del piano iniziale sono aumentati pure gli introiti) o se investire solo sulle idee, che è un po' l'ipotesi ventilata domenica sera da Marotta. Così Nedved: "Adesso bisogna vedere quali sono le nostre possibilità economiche di poter investire. In conseguenza di quello vediamo quali obiettivi ci possiamo porre, perciò sta a decidere, non illudere le persone, non illudere i nostri tifosi, ma ovviamente consapevoli che la Juve è nata solo per vincere. Faremo di tutto di mettere tutte le cose insieme per farle funzionare". In base alla linea scelta si farà il calciomercato, per ora Ibra, Jovetic, ecc.sono solo nomi: Io mi sono già espresso una volta su Ibra e Cavani - ha concluso Nedved - poi ovviamente bisogna vedere cosa abbia voglia di fare la proprietà della Società; porsi degli obiettivi e raggiungerli, questo è il nostro scopo".
Video dell'intervista Sky a Pavel Nedved (da Superfly, TifosiBianconeri.com).

Agnelli: La nostra road-map e il disastro del calcio italiano - Andrea Agnelli, il giorno dopo la conquista del 31° scudetto, scrive sul 'Corriere della Sera' per esprimere sì la sua soddisfazione per aver visto premiati gli sforzi suoi e del suo gruppo di lavoro, ma soprattutto per comunicare una serie di riflessioni che fanno emergere sempre più la sua dimensione di dirigente preparato, a tutti i livelli. Infatti, dopo aver enunciato la road-map che la Juventus ha seguito in questi tre anni della sua presidenza (in cima a tutto la programmazione, poi competenza tecnica, tifosi, capacità di attrarre le aziende sponsor, il ruolo dei media, le risorse finanziarie e gli investimenti), si rammarica che un percorso analogo sia invece ancora sconosciuto al calcio italiano, di cui elenca i mali: "Il nostro sistema ha perso terreno in tutte i ranking continentali, che nel mondo del calcio rappresentano implacabilmente il livello di competitività e di redditività. I nostri stadi registrano un numero di spettatori inferiori e in calo rispetto a quello degli altri Paesi, mentre da dieci anni si discute un disegno di legge riguardante gli impianti sportivi. I brand del calcio italiano, conosciuti in tutto il mondo, vengono quotidianamente contraffatti senza che ci sia un'adeguata tutela dei marchi. Il nostro sistema di giustizia sportiva vive continue contraddizioni sulle quali non mi dilungo per amor di Patria, ma che sono sotto gli occhi di tutti. Il quadro normativo riguardante lo sport professionistico risale al 1981 e richiede una revisione complessiva. I nostri giovani atleti, dopo il campionato Primavera, vivono stagioni di continue peregrinazioni poiché l'Italia è l'unico Paese dove non esistono ancora le seconde squadre. Il nostro calcio è stato fino all'inizio di questo secolo il faro a livello continentale: grandi campioni, grandi folle, grandi partite, grandi successi".
Andrea non si limita a godersi il suo secondo scudetto consecutivo e il suo stadio di proprietà ma guarda oltre, sulle prospettive del nostro calcio: "E' giusto sottolineare che lo sport in Italia rappresenta 1'1,6% del Pil, che il calcio professionistico (A, B e Lega Pro) impiega circa 10 mila addetti e contribuisce alle casse del fisco italiano con un miliardo di euro. Insomma è un comparto industriale a tutti gli effetti. E un patrimonio italiano. Un patrimonio che l'immobilismo sta mettendo a repentaglio. Si tratta di rispondere ad una semplice domanda: vogliamo che la nostra serie A competa con Bundesliga, Liga e Premier League o preferiamo che il suo ridimensionamento prosegua? Molti dicono che il calcio sia lo specchio del Paese. E un'affermazione che contesto: il calcio è sempre stato meglio e infatti la gente, a modo suo, non ha mai smesso di amarlo".
Video Sky con le riflessioni di Andrea Agnelli (da Superfly, TifosiBianconeri.com).

I bianconeri già a Vinovo - Ieri pomeriggio i bianconeri sono tornati subito a Vinovo, perché domani già li attende il turno infrasettimanale con la trasferta di Bergamo: solito menu dopogara, defaticante per chi ha giocato e normale attività per gli altri.
Oggi alle 14 conferenza stampa pre-Atalanta con Angelo Alessio e Massimo Carrera, cui Antonio Conte lascia la ribalta: uno spazio che già avevano dovuto occupare nel periodo della squalifica di Conte.

Testa, cuore e gambe": anche Conte in libreria - Dopo Pirlo, tocca ad Antonio Conte fare bella mostra di sé in libreria con la sua autobiografia: "Testa, cuore e gambe", scritta per Rizzoli in collaborazione con il giornalista Antonio Di Rosa: "Ho sempre pensato che la mia storia di uomo, calciatore prima e allenatore poi, fosse percorsa da un senso ben riconoscibile. Un senso dato dalla volontà, dal sacrificio, dalla passione che ho messo ogni giorno in tutto quello che ho fatto" così scrive Conte nell'epilogo del suo libro, dedicato alla sua carriera da calciatore prima, da allenatore poi, una carriera fatta appunto di volontà, sacrificio e passione.

Tre giornate di squalifica a Pogba: campionato finito - Lo sputo indirizzato ad Aronica che lo aveva colpito con una manata (rimasta impunita) è costato a Pogba tre giornate di squalifica "per avere, al 38' del secondo tempo, sputato contro un calciatore avversario, infrazione rilevata da un arbitro addizionale". Per lui campionato finito.
Un turno all'altro espulso di giornata, Felipe (Siena, per avere commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete). Un turno anche per altri sette calciatori già in diffida e nuovamente ammoniti: Lucarelli (Parma), Boateng (Milan), Domizzi, Danilo e Pinzi (Udinese), Donati (Palermo) e Guarente (Bologna).
La Juventus è stata multata di 2.000 euro per avere suoi sostenitori, al 39' del secondo tempo, rivolto un coro insultante ad un calciatore della squadra avversaria. Inoltre "il Giudice Sportivo,letta la relazione dei collaboratori della Procura federale; rilevato che un gruppo di sostenitori della Soc. Juventus, al 31' del primo tempo, indirizzavano ai sostenitori di altra Società un coro costituente espressione di discriminazione territoriale; considerato che la maggioranza degli altri sostenitori ha immediatamente e chiaramente manifestato la propria dissociazione da tale biasimevole comportamento; ricorrendo, con efficacia esimente, le circostanze di cui all’art. 13, comma 1 lett. a) b) e d) CGS; delibera di non adottare provvedimenti sanzionatori nei confronti della Soc. Juventus in relazione al comportamento tenuto da alcuni suoi sostenitori".
Ammende anche all'Inter (10.000 euro per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, in tre occasioni, indirizzato ai sostenitori della squadra avversaria cori ingiuriosi costituenti espressione di discriminazione territoriale), al Napoli (5.000 euro per avere suoi sostenitori, al 25' del secondo tempo, lanciato un fumogeno nel settore occupato dai sostenitori della squadra avversaria) e al Catania (3.000 euro per avere suoi sostenitori, nel corso del secondo tempo, indirizzato reiteratamente ad un arbitro addizionale cori insultanti).

Pogba: L'anno prossimo, se Dio vuole, vinceremo la Champions - 'L'Equipe' ha intervistato Paul Pogba al termine della gara col Palermo che ha sancito la conquista del 31° scudetto, di cui il francesino ha svelato il segreto: "Abbiamo sgobbato duramente in allenamento per tutta la stagione, e si vede sul terreno dove facciamo vedere belle cose; siamo veramente una bella squadra e se siamo campioni non è certo un titolo rubato. Abbiamo vissuto una stagione tra tensione e fiducia. Sapevano che bisognava dimostrare di essere più forti di tutti; e anche se abbiamo perso alcune partite, ci siamo sempre sentiti sicuri della nostra forza sul campo". Quando lo scudetto è parso più vicino? "Dopo la nostra vittoria nel derby col Torino. Prima di quella partita, coi dicevamo che non potevamo essere sicuri di ciò che sarebbe accaduto. Volevamo soprattutto rimanere concentrati e tenere i piedi per terra fino alla conquista matematica dello scudetto".
Lo ha impressionato molto il calore dei tifosi: "Ho avvertito molto il calore dei tifosi. Anche oggi ci hanno spinto. Anche contro il Bayern, nei quarti di finale di Champions, nel momento difficile, ci hanno spinto, sono sempre stati là, li ringrazio dal profondo del cuore; senza di loro non avremmo vinto tante partite".
Nessun rancore per Ferguson: "Mi congratulo con lui per il titolo vinto con il Manchester United, è un grande allenatore; io sono andato via, ma ho sempre rispetto per lui, mi congratulo anche con i miei ex compagni di Manchester, il loro titolo è meritato. Ma anch'io sono campione. E, insch'Allah, la prossima stagione vinceremo la Champions League".

 


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